DIFENDERE LA VERA FEDE

KEPLER 425B

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    Caterina63
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    00 26/07/2015 10:15


    KEPLER 425B
     

    «Scoperto Kepler 186f: è un gemello della Terra fuori dal sistema solare».

    È la notizia dell’altro ieri? No

    di Marco Respinti


    «Scoperto Kepler 186f: è un gemello della Terra fuori dal sistema solare». È la notizia di ieri? No, è la notizia che la Repubblica(clicca qui) dava più di un anno fa, esattamente il 17 aprile 2014. La notizia che la Repubblica (clicca qui) dava il 23 luglio 2015 è però identica: «Scoperta Terra con un proprio sole in una zona “abitabile” dell’Universo».
    È Kepler 425b. Stesso titolo, pianeta diverso, consueto clamore per il rinvenimento di un pianeta “unico”… come tanti altri. Nel febbraio 2014 erano infatti già 715, orbitanti attorno a 305 stelle (clicca qui), gli esopianeti (quelli cioè non appartenenti al nostro sistema solare) individuati dal telescopio spaziale della Missione Kepler, lanciata della Nasa il 7 marzo 2009 per cercare pianeti simili alla Terra attratti da stelle diverse dal Sole.

    Del resto, per la Nasa, tra l’1,4% e il 2,7% delle stelle analoghe al Sole avrebbe pianeti “abitabili”simili alla Terra, il che porta a 2 miliardi il numero dei pianeti paraterrestri della Via Lattea. E dato che nell’universo osservabile esistono almeno 50 miliardi di galassie, il numero complessivo dei pianeti “abitabili” salirebbe a 100 miliardi (clicca qui). Insomma, come dice Seth Shostak, astronomo del Seti Institute (il programma che a Mountain View, in California, si dedica alla ricerca della vita intelligente extraterrestre), «piovono pianeti» (clicca qui).
    Per questo la notizia della scoperta di un “gemello” della Terra si ripete sempre uguale a se stessa.  Una non-notizia, cioè, se non fosse per il sensazionalismo artefatto che l’accompagna. Si dice, per esempio, pianeta “abitabile”, ma è ambiguo. L’aggettivo significa solo che un dato pianeta, per esempio oggi Kepler 425b, orbita attorno a una stella a una distanza tale da rendere teoricamente possibile il mantenersi dell’acqua allo stato liquido sulla superficie. Non significa che vi sia acqua e nemmeno che qualcuno lo abiti.

    L’acqua è infatti necessaria alla vita, ma non è sufficiente. Non è detto che se su un pianeta vi fosse acqua, automaticamente vi sarebbe vita; per innescare il meccanismo della vita serve altro; e che cosa serva a generare la vita è ancora un mistero fitto per la scienza, la quale può al massimo elencare altre condizioni necessarie alla vita, ma nessuna di loro sufficiente.
    Del resto, la possibilità che un pianeta abbia acqua in superficie è solo una stima teorica, non l’osservazione diretta di un fatto né l’esito di un rinvenimento empirico. Prendiamo Marte. Si dice e si ripete che il quarto pianeta del nostro sistema solare avrebbe acqua, ma non è vero.
    La Missione Mars Exploration Rover, lanciata dalla Nasa nel 2003, ha trovato sulla superficie marziana dell’ematite, il minerale del ferro che sulla Terra si forma in presenza di acqua, più alcune strutture sedimentarie determinate dall’azione di un liquido, quindi eventualmente compatibili anche con la presenza di acqua. Tutto qui. L’acqua su Marte non l’ha raccolta nessuno e nessuno ha documentato la vita.


    Torniamo a Kepler 425b. Alla sua scoperta si adattano perfettamente le considerazioni svolte un anno fa, a fronte della scoperta di Kepler 186f, dal periodico Query (clicca qui), la rivista ufficiale del Cicap, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, famoso per il positivismo razionalista di cui fanno regolarmente le spese i miracoli, le apparizioni, le fedi religiose. A maggior ragione Query non può essere tacciato di scetticismo antiscientifico magari in favore di una qualche ipotesi metafisica.
    Oltre all’acqua (presunta), Query ricorda che per l’“abitabilità” di un pianeta conta anche il suo stato. Kepler-186f è roccioso (e così anche Kepler 425b), e la cosa è utile alla causa. Ma «di pianeti rocciosi di dimensioni simili alla Terra se ne erano già scoperti diversi […]. Kepler-186f è il primo che abbia entrambe queste caratteristiche. Questa è la sua importanza, che alla fine da un punto di vista scientifico è abbastanza limitata: nessuno aveva dubbi che esistessero pianeti così […]». E però Kepler 186f come Kepler 425b «può essere pieno di metalli pesanti e avere una gravità insostenibile, o esserne privo, come la Luna, e non avere abbastanza gravità per trattenere un’atmosfera.
    L’atmosfera può essere troppo ricca di gas serra e il pianeta può essere una fornace come Venere, o essere troppo rarefatta e l’acqua può evaporare al primo raggio di sole». 

    Cosa sappiamo insomma di Kepler-186f o di Kepler 425b? Nulla. Kepler 425b lo ha “visto” solo un telescopio orbitante a poco meno di 150mila chilometri dalla Terra, mentre esso dista circa 1400 anni-luce, cioè 9461 miliardi di chilometri (un anno-luce) moltiplicato 1400 volte, pari, per intendersi, a 63.241 volte la distanza tra Terra e Sole (un anno-luce) moltiplicata sempre per 1400.
    Se pensiamo che il pianeta Plutone dista dalla Terra, a seconda del suo posizionamento rispetto a noi e al Sole, tra i 4200 e i 7500 milioni chilometri circa, e che solo quando la sonda spaziale New Horizons è arrivata, il 14 luglio 2015, a 12.472 chilometri dalla sua superficie (per intendersi l’atmosfera terrestre propriamente detta finisce a un centinaio di chilometri dal suolo) gli scienziati si sono accorti che sul suo aspetto si erano ingannati, capiamo che dei pianeti “abitabili” scoperti da Kepler non sappiamo proprio alcunché. 

    Fa dunque un po’ sorridere Ellen Stofan, capo ricercatore della Nasa, quando dice che gli scienziati sanno dove cercare gli alieni nello spazio e che tra 20 anni l’incontreremo… (clicca qui). A meno che ciò non serva per giustificare i budget faraonici delle missioni spaziali (la sola Missione Kepler è costata 550 milioni di dollari) che cercano quel che vogliono trovare e che così prima o poi lo “scoprono” anche se non c’è.

    È un vecchio vizio sofistico, e in cosmologia si chiama “principio antropico” (o è una sua “eresia”): la constatazione di condizioni fisiche compatibili con la vita diventa causa stessa della vita. Ma è solo idealismo hegeliano riciclato: ciò che la mente pensa esiste anche nella realtà, con la causa e l’effetto che si scambiano di posto.  

    In attesa di una notizia vera, vale allora la pena di rispolverare The Privileged Planet: How Our Place in the Cosmos is Designed for Discovery (Regnery, Washington 2004) di Gulliermo Gonzales e Jay Richards, nonché il dvd omonimo (clicca qui), del 2010, la cui voce narrante è quella dall’attore John Rhys-Davies, il nano Gimli deIl Signore degli Anelli cinematografico, dove l’irriducibilità della vita al calcolo statistico spalanca gli occhi e il cuore al vero mistero dell’universo.



       

     




    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    Caterina63
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    00 29/07/2015 11:53

     Gli extraterrestri noi e la Sacra Scrittura



    Cara Catechista,


    complimenti per la tua rubrica. Ti scrivo perché vorrei chiederti un tuo parere su un argomento che sta facendo molto discutere, almeno in internet. Come sicuramente avrai letto, gli scienziati hanno individuato un pianeta molto simile al nostro. Secondo Cecchi Paone, si tratta di una “rivoluzione copernicana”, perché dimostra che la religione cattolica ha fatto di un grande uomo come Gesù un Dio, distorcendo il suo messaggio di pace e di amore, mentre invece è evidente che esistono altre forme di vita. Non m’interessa minimamente il delirio di quel “pavone”, ma questo mi ha fatto pensare riguardo all’eventuale esistenza di altre forme di vita. Ammesso e non concesso che esistano, su altri pianeti, altre forme di vita, si tratta di esseri umani come (fatti di corpo e anima)? Quale rapporto Dio ha con loro? Spero tu possa aiutarmi. Grazie.


    Alfio G.

     


    Gentile Alfio, nel ringraziarla per il quesito, proviamo a chiarire alcuni aspetti.


    Il primo, come giustamente lei osserva: " Ammesso e non concesso che esistano, su altri pianeti, altre forme di vita..." infatti, fino ad oggi, non esiste alcuna prova scientifica, o persino medica, o astronoma o astrologa e via dicendo dell'esistenza di forme di vita simile alla nostra e comunque di vita; non hanno trovato piante o altri vegetali, non hanno trovato forme animali o "umanoide", o extra che si dica. Sono tutte supposizioni, studi, forse anche desideri e speranze per annientare quel senso di solitudine che l'uomo sente, avverte, dopo aver scoperto le dimensioni infinite dello spazio, o quel desiderio remoto (o rimosso dal peccato) di ritrovare in qualche modo quel paradiso perduto.


    Un'altro aspetto viene dalle affermazioni vaneggianti di Paone e sulla sua presunta "rivoluzione copernicana" dal momento che, la scoperta di questo pianeta, non prova assolutamente l'inesistenza di Dio e nello specifico non dimostra affatto che Gesù - vero Dio e vero Uomo - sia una invenzione. Per un approfondimento sull'ultima scoperta dell'uomo la invito a leggere- vedi qui - questo articolo interessante su LaNuovaBussolaQuotidiana, dove per altro dice: "L’acqua è infatti necessaria alla vita, ma non è sufficiente. Non è detto che se su un pianeta vi fosse acqua, automaticamente vi sarebbe vita; per innescare il meccanismo della vita serve altro...".


    Veniamo ora alla sua specifica ed interessante domanda con una necessaria premessa.


    La storia non si fa con i sé e con i ma, ci vuole ragionevolezza, ci vogliono i fatti, inoltre è bene liberarsi da molti dati acquisiti attraverso film e racconti di fantascienza o di ufologia, è bene essere più realisti e appoggiarsi sulla concretezza di fatti ed eventi. L'uomo attraverso la tecnologia è arrivato a fornire molti dati su pianeti, stelle e comete che prima guardava solo ad occhio nudo. Da quando esiste, l'uomo sulla terra, ha sempre cercato di sfogliare l'universo e, man mano che ne scopriva un pezzo, non è mai riuscito a dimostrare l'inesistenza di Dio, al contrario, il più delle volte queste scoperte hanno invece avvicinato l'uomo a Dio; l'uomo ha sempre cercato Dio perchè avendoci creato Lui portiamo nel nostro DNA il desiderio (inconscio) di ritrovarLo in qualche modo.


    Nella teologia cattolica la causa dell'allontanamento da Dio, che si chiama anche la dimenticanza di Dio, è il Peccato Originale. C'è un passo della Genesi molto interessante quando Adamo ed Eva dopo il peccato, si nascondono davanti a Dio, e Dio li cerca «Dove sei?» e Adamo risponde: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto», la domanda che pone Dio è interessante: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?» (3,8-11)


    Ora il fatto che l'uomo nel corso dei secoli e maggiormente oggi disputa su questi versi della Scrittura per negarli, non fa di Dio un mentitore o la Chiesa la mentitrice. Un fatto è accaduto, è avvenuto e l'uomo usa il suo libero arbitrio per credervi o non credervi. Da quel momento l'uomo "si nasconde" da Dio ma al tempo stesso lo cerca. La paura provata da Adamo è di fatto il sacro timore di Dio che non è il terrore ma la riverenza, la consapevolezza (inconscia) che Egli esiste, è Lui che fa il primo passo verso di noi e che a Lui dobbiamo rispondere di qualche cosa che non possiamo comprendere da noi stessi. Dio sapeva bene questo nostro limite e per questo ha mandato per noi il Suo Figlio, perchè non era un uomo divinizzato che avrebbe potuto salvarci, ma un Dio fatto uomo sì. Da allora l'uomo gioca su due fronti quello orizzontale della vita umana e quello trascendentale, in verticale, che ci riporta, ci riunisce a Dio per mezzo del Figlio Gesù.


    Quando l'uomo dimentica la sua dimensione orizzontale rischia di diventare - e spesso lo diventa - un fondamentalista, un presuntuoso, un superbo; così anche quando dimentica la dimensione verticale per vivere soltanto in orizzontale, l'uomo si allontana da Dio e, ancora peggio, fa di se stesso un dio. Ci vuole dunque l'equilibrio, il verticale e l'orizzontale insieme, mai separati, questa è in sostanza la battaglia che combattiamo nella vita, se viviamo davvero nella ricerca onesta delle nostre origini, e quando cerchiamo di rispondere alle domande: chi sono io? perchè nasciamo? siamo gli unici nell'universo? e dove siamo diretti? cosa c'è dopo la vita? possibile che tutto finisca con la morte?


    L'uomo onesto ha cercato di dare risposte guardando spesso i segni dal cielo, leggasi i re Magi (non maghi) alla nascita di Gesù a Betlemme (Mt.2,1-12), l'uomo disonesto invece ha sempre tentato non solo di negare i "segni" ma soprattutto di controbatterli attaccando, ingannando, mentendo. Questa è la base sulla quale imbastire ogni onesta discussione, o meglio la disputa, il disputare per cercare la Verità e non per nasconderla o mistificarla.

     

    Detto ciò il rapporto di Dio, con eventuali altre forme di vita nell'universo, sarebbe come il nostro?

    Partiamo da un punto fondamentale: la Sacra Scrittura su eventuali abitanti di altri mondi, tace! Ed in pratica dovremo tacere anche noi perchè se Dio non ce ne ha parlato, un motivo c'è.

    Restiamo dunque nella teoria ma non per provare l'esistenza di altre vite in altri mondi, quanto per focalizzare che se anche ci fossero, per noi non cambierebbe nulla.

    Difficile, allora, stabilire il come sarebbe questo rapporto, o come questi esseri sarebbero strutturati nella loro creazione, ma...! tuttavia possiamo ragionevolmente affermare (in base proprio alle Scritture) che come Dio ci ha creati e il come si è manifestato a noi qui sulla terra, potrebbe  essere del tutto naturale che anche altrove Dio possa (o potrebbe, condizionale d'obbligo, restiamo nella pura teoria) aver innescato qualcosa di simile per manifestarsi alla vita da Lui stesso sempre creata altrove.

    Con noi Dio "gioca a nascondino", dice il grande Benedetto XVI, a causa del nostro peccato originale e per non privarci del dono della libertà, dell'uso del libero arbitrio che è per la ricerca di Dio e non il fare quello che ci pare e piace, perchè Dio non ci vuole automatizzati come delle marionette. Ma se dovesse esistere la vita anche altrove nell'universo (restiamo sempre nelle ipotesi teoriche e tanto per parlarne), non è detto - per esempio - che quegli "abitanti" abbiano commesso il peccato originale e dunque potrebbero avere con Dio un rapporto del tutto diverso ma, attenzione, non con un Cristo diverso, non con un Dio-fatto-Uomo "diversamente-uomo" o diversamente-dio.

    Cosa significa?

    Dalla Scrittura noi onoriamo ed adoriamo "Cristo Re del Cielo e della Terra e di tutto l'Universo intero", San Paolo ha scritto pagine mirabili sulla vittoria di Cristo Re non solo sulla terra ma anche sulla natura e in tutto l'universo, Egli seda le tempeste: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?» (Mc.4,35-41); ordina agli alberi ciò che debbono fare: «Come mai il fico si è seccato immediatamente?». Rispose Gesù: «In verità vi dico: Se avrete fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che è accaduto a questo fico, ma anche se direte a questo monte: Levati di lì e gettati nel mare, ciò avverrà.  E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete» (Mt.21, 18-22), ma sempre con una lezione di vita per l'uomo, mai segni e prodigi fini a se stessi o, come diremo oggi, per scopo di lucro. La Donna vestita di Sole con la Luna sotto i suoi piedi (Ap.12).

     

    Gli esempi sono migliaia, tutta la Scrittura nell'istruire l'uomo sulla sua esistenza e sulla sua destinazione eterna, ha anche descritto l'uomo quale erede delle promesse divine ed erede della stessa divinità del Cristo nell'eternità e con tutto ciò che questo comporta. Come leggiamo chiaramente "gli eredi" siamo noi "terrestri".

    Il concetto di questa eredità che riceviamo in forma ordinaria mediante il Battesimo e anche gli altri Sacramenti (specialmente la Confessione e l'Eucaristia) si è resa necessaria, appunto, a causa del nostro peccato originale perciò, se dovesse esistere una qualche altra forma di vita nell'universo, escludendo per assurdo la medesima colpa del peccato originale, in qualche altro modo Dio opererebbe per mezzo del Figlio anche in altri mondi e, probabilmente, proprio perchè priva del peccato originale, sarebbe di certo in una forma superiore alla nostra ma sempre subordinata in qualche modo al Cristo.

    Se l'uomo terrestre loda Dio in quel "Felix Culpa" perchè Dio ha trasformato il nostro peccato in un tripudio di gloria e risurrezione, e ci ha dato il Cristo Salvatore e Redentore, in altri mondi anch'essi loderebbero Dio in Cristo Gesù.

    Il Sacrificio del Figlio è infatti universale, non riguarda solo la terra ma anche la natura tutta e tutte le opere che, da Lui create compreso l'universo e quanto contiene, ricevono da Lui la vita stessa e l'ordine per il suo mantenimento. Che esista un certo "ordine" nell'universo non lo diciamo solo "noi cattolici" attraverso l'insegnamento della Scrittura, ma è la scienza stessa che fino ad oggi non l'ha mai contraddetta. Certo la scienza chiama questo "ordine" in altri modi e lo giustifica con il metodo scientifico e matematico, ma ciò non contraddice mai ciò che Dio dice di essere e ciò che ha fatto e ancora fa.

     

    In termini di Universo ciò che è valido per noi sulla Terra - riguardo al Dio Creatore e a Gesù Cristo - è valido però anche nell'universo intero, comprese le eventuali vite sparse. Ricordando che la Scrittura non parla di altre vite extraterrestre, resta oggettivo che il rapporto di Dio con il mondo, l'universo e la vita da Lui creata, la conosciamo attraverso le Scritture e la rivelazione del Figlio, mentre diventa soggettivo discutere su queste eventuali forme di vita.

    Per esempio: è oggettivo che abbiamo a che fare con spiriti malvagi, i demoni, invisibili e che possono prendere forme umane ed animali (1 Pt 5,8-9), mentre è soggettivo l'avere a che fare con gli "extraterrestri" dal momento che la Scrittura non ne parla e di prove la scienza non ne ha ancora portate; è oggettivo parlare di Angeli, di Paradiso ed inferno, di San Michele Arcangelo e della battaglia contro il Demonio, così come di San Gabriele Arcangelo quando porta l'Annuncio alla Vergine Maria... ma è del tutto soggettivo cercare di portare gli extraterrestri nelle discussioni bibliche, dato che la Scrittura non ne parla e la scienza non ha ancora portato una sola prova della loro esistenza.

    Per contraddire questa verità non bastano le battute ad effetto o gli slogan alla Paone o di altri miscredenti, ci vogliono le prove, prove che loro non portano mai perchè non le hanno, mentre noi di prove ne abbiamo tante, ma non dipendono solo dall'aspetto orizzontale e che "si vedono" leggendo le vite, per esempio, dei Santi, o di quanto la scienza stessa ha fino ad oggi portato - o non suffragato - con le prove, ma anche da quello verticale, trascendente e queste non si vedono ad occhio nudo, ci vuole la fede la quale unisce l'orizzontale e il verticale con una unica visione più chiara e dettagliata.

    Facciamo l'esempio degli occhialetti per vedere il film in 3D, tridimensionale. Se non usi questi occhiali speciali, non potrai vedere questo genere di film, oppure lo puoi vedere ma nella forma normale e che magari non ci darebbe quelle emozioni che abbiamo scoperto usando la dimensione 3D. Così è il nostro rapporto con Cristo: la nostra dimensione 3D è la fede e questo vale sulla Terra quanto in tutto l'Universo e in tutto ciò contiene.

    Se l'esistenza di altre forme di vita altrove, nell'Universo, dovesse mai un giorno essere confermata, è probabile che altrove non abbiano bisogno di questi "occhialetti 3D" per il loro rapporto con Cristo, ma sempre con Cristo, in Cristo e per Cristo dovranno relazionarsi, questa è l'unica prova e verità certa che ricaviamo dalle Scritture e dallo stesso rapporto che Dio in Cristo ha con l'Universo intero, l'intero Cosmo, con noi "umani" e per la quale umanità Egli "si è fatto come noi" e non si è incarnato certo in altra forma....

     

    In conclusione

    Se... se dovesse esistere la vita altrove, oltre il nostro pianeta terra, anche lì troveremo Dio: «difatti lo spirito del Signore riempie l'universo e, abbracciando ogni cosa, conosce ogni voce...» (Sap.1,7); non dobbiamo temere cosa c'è nell'universo perchè: «l'universo si fa alleato dei giusti....» (Sap.16,17) e se questa alleanza è possibile lo sarebbe solo in funzione  del suo Creatore e di Cristo che ne è il legittimo e l'unico Re, perchè: « neppure i santi del Signore sono in grado di narrare tutte le sue meraviglie, ciò che il Signore onnipotente ha stabilito perché l'universo stesse saldo a sua gloria» (Sirac. 42,17). Quando pensiamo agli "altri mondi" nessuno ha saputo mai contraddire o provare che: « il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono e il suo regno abbraccia l'universo...» (Sal.102,19) non dica il vero, o dica addirittura il falso.

    A Paone e ad altri come lui si può rispondere solo come e con A.Einstein: « Non ho mai avuto in precedenza un interesse particolare per la Chiesa, ma ora sento verso di essa una grande ammirazione, poiché la Chiesa sola ha avuto il coraggio e la perseveranza per difendere la verità intellettuale e la libertà morale. Mi trovo quindi costretto a confessare: ciò che io un tempo disprezzavo, ora io lodo senza riserve» (Burleigh, In nome di Dio, Rizzoli, Milano, 2007, p. 249), nessuno infatti, in duemila anni di storia, ha saputo o potuto smentire il Cristo quando dice:

    « Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà» (Gv.11,25);

    «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv.8,12);

    « Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.» (Gv.14,6).

    Concludiamo con un saggio consiglio di San Paolo: « Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo.  In realtà, però, non ce n'è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!  Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!» (Gal.1,6-10)

     

    Sia lodato Gesù Cristo +

     

    suggeriamo di sfogliare altre risposte su altri argomenti, qui, nella Posta della Catechista, grazie.


     
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    Caterina63
    Post: 39.988
    Sesso: Femminile
    00 29/07/2015 11:59

      FOCUSdi Marco Respinti
    C'è una Terra genella? Una probabilità su 10 milioni
     

    Sembra una scena di Contact, il film diretto nel 1997 da Robert Zemeckis e basato sull’omonimo romanzo di Carl Sagan (1934-1996), e invece è la pura verità. Il fantastiliardario 53enne russo Yuri Milner ha stanziato 100 milioni di dollari per finanziare in 10 anni il più grande progetto di ricerca degli alieni mai varato prima. Ma non è il solo: altri si danno da fare per intercettare mondi e presenze aliene. Nella certezza che gli alieni sono lì, ma un complotto di politici ce li nasconde.


    Sembra una scena di Contact, il film diretto nel 1997 da Robert Zemeckis e basato sull’omonimo romanzo di Carl Sagan (1934-1996), e invece è la pura verità. Il fantastiliardario 53enne russo Yuri Milner ha stanziato 100 milioni di dollari per finanziare in 10 anni il più grande progetto di ricerca degli alieni mai varato prima, il Breakthrough Listen. Solennizzato il 27 luglio negli augusti locali della Royal Society di Londra, dell’accordo beneficerà un pool blasonato: il noto fisico e cosmologo britannico Stephen Hawking, l’altrettanto britannico astronomo reale Martin Rees, il cacciatore statunitense di esopianeti Geoffrey W. Marcy (70 dei primi 100 scoperti portano la sua firma) e non ultimo l’americano Frank D. Drake, il fondatore di quel programma Seti che per statuto cerca gli extraterrestri dal 1974, ma che finora non ne ha visto nemmeno l’ombra. Il perché è ovvio: come dice, l’astronomo Seth Shostak (clicca qui), direttore del Centro di ricerche Seti, gli alieni sono lì, ma un complotto di politici ce li nasconde. Come trattenere allora qualche considerazione?

    Primo. Seti è una organizzazione privata no-profit che ha sede a Mountain View, in California. Quel che fa è responsabilità sua, ma tra i suoi finanziatori (clicca qui) ci sono anzitutto la Nasa, poi la National Science Foundation e lo Us Geological Survey che sono agenzie governative, quindi il ministero dell’Energia degli Stati Uniti e la Jet Propulsion Survey, che per la Nasa costruisce le sonde spaziali senza equipaggio e che la Nasa ha preso in carico nel 1958, avendo essa cominciato (è una storia famosa, e un po’ mitica) studiando quelle V2 dei nazisti (impegnati anche loro a cercare alieni nell’Antartide?) nate da un’idea di Joseph Goebbels (1897-1945) e realizzate da Wernher von Braun (1912-1977). A ciò si aggiungono privati di tutto rispetto quali la Universities Space Research Association, un consorzio di 105 atenei del mondo intero; l’International Astronomical Union, che a Parigi riunisce luminari di 73 Paesi diversi; nonché fondazioni o aziende del calibro della Sun Microsystems, della Hewlett Packard Company «e molti altri». Impossibile insomma scambiare Seti per dei figli dei fiori che girano i deserti del Southwest a bordo di Volkswagen Westfalia irti di parabole per bombardare di “Peace and love” le orecchie dello spazio.

    Secondo. L’aplomb dell’internazionale ecologista, pauperista e pacifista, sempre prontissima a stracciarsi le vesti per (presunti) sprechi di cibo, acqua ed energia, non si scompone un secondo davanti a 100 milioni di dollari spesi per cercare nell’enormità incalcolabile del cosmo qualcosa che ha meno probabilità di esistere della possibilità che ha un ago di essere trovato non in un pagliaio, ma nella riserva di fieno del mondo nel corso di tutta la sua storia.

    Terzo. Il Drake che ha creato Seti che oggi prende i soldi di Milner è anche l’ideatore della cosiddetta“equazione di Drake”, la formula matematica utilizzata per… stimare il numero di civiltà extraterrestri… esistenti e in grado di comunicare nella nostra galassia… ma che sinora hanno taciuto. Il numero di Drake è dato dalla moltiplicazione tra loro di sette fattori: il tasso medio annuo con cui si formano nuove stelle nella Via Lattea, il numero di quelle stelle che possiedono pianeti, il numero medio di pianeti per sistema planetario in condizione di ospitare forme di vita, il numero di questi pianeti su cui si è effettivamente sviluppata la vita, di questi il numero di quelli su cui si sono evoluti esseri intelligenti, il numero di civiltà extraterrestri in grado di comunicare e la durata media stimata di dette civiltà evolute. 

    Per Isaac Asimov (1920-1992) nella solo nostra galassia le civiltà extraterrestri sarebbero 600mila, secondo il “pessimismo moderato” scenderebbero a 50 e stando al “pessimismo radicale” ci sarebbe una probabilità su 10 milioni che nella nostra galassia esista una civiltà tecnologica, parola del principe dei divulgatori scientifici Piero Angela (clicca qui).

    Se poi a uno scappa da ridere, non è che si può biasimarlo. Il numero delle variabili dell’equazione di Drake cui è impossibile dare un valore definito è tanto grande da renderla una petizione di principio. Le dà retta solo chi ha deciso a priori di credere nel suo assunto iniziale: che gli alieni esistano “a prescindere”. Presentata nel 1961 al National Radio Astronomy Observatory di Green Banck, in West Virginia, fu l’averla sciorinata lì che la rese accettabile. Fosse stata giudicata per il suo contenuto, Drake sarebbe stato accompagnato alla porta.

    Quarto. Mentre disprezzano come fiaba per mocciosi l’esistenza di Dio da millenni mostrata dall’abc dalla logica filosofica umana, i citati luminari accettano ogni superstizione sugli alieni. Il matematico e astronomo britannico Fred Hoyle (1915-2001), a cui sono stati intitolati asteroidi e medaglie, è uno dei padrini remoti del Seti da che il suo romanzo A come Andromeda (1962) introdusse l’argomento dei segnali extraterrestri dallo spazio siderale ed è famoso perché riteneva che l’universo pullulasse di vita nata dalla semina a pioggia di seme alieno (panspermia) e in continua evoluzione per effetto di virus trasportati da comete. Carl Sagan era un campione di scetticismo su tutto,  ma giurava sull’esistenza degli Et, e così continua a fare l’ateo impenitente Stephen Hawking.

    Sesto e ultimo. Sempre il 27, mentre Yuri Milner rifinanziava il Seti a Londra, a Milano il Corriere della Sera  pubblicava qualche riga di Flavio Vanetti per riferire che l’astronomo amatoriale statunitense Robert H. Gray, un cacciatore di segnali alieni legato al Seti, ha strappato al Nobel 1938 per la Fisica Enrico Fermi (1901-1954) la paternità del famoso paradosso omonimo: «Dove sono tutti quanti? Se ci sono così tante civiltà evolute, perché non abbiamo ancora ricevuto prove di vita extraterrestre come trasmissioni di segnali radio, sonde o navi spaziali?».
    Dice infatti Gray (ma non in un inesistente libro intitolato Astrobiology uscito fantomaticamente a marzo come scrive Vanetti, bensì nelle quattro pagine dell’articolo The Fermi Paradox Is Neither Fermi’s Nor a Paradox pubblicato sul n. 3, di marzo, del mensile Astrobiology  clicca qui) che il noto azzardo è invece dell’astrofisico Michael H. Hart, nobilitato falsamente solo per fare guerra volgare al povero paradosso di Drake e tagliare i fondi al Seti. 

    È dunque «giunto il momento», sentenzia Grey, «di dire che il paradosso non è valido» e «che non è mai esistito». E perché mai? Il paradosso resta cristallino anche se non fosse di Fermi, mille volte più sensato della panspermia di Hoyle, delle fantasie di Drake, delle elucubrazioni di Hawking e dello spreco di denaro di Milner. Oppure l’universo pullula davvero di piccoli alieni verdi che per starsene abbottonati prendono la stecca da quelli che prendono i soldi per cercarli?





    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)