00 01/09/2015 15:31

Papa: Giubileo sia genuina esperienza di misericordia per tutti

Papa Francesco annuncia l'indizione del Giubileo della misericordia - AFP

Papa Francesco annuncia l'indizione del Giubileo della misericordia - AFP

01/09/2015 

“Desidero che l’indulgenza giubilare giunga per ognuno come genuina esperienza della misericordia di Dio”. Scrive così il Papa - in vista del Giubileo Straordinario della Misericordia - in una Lettera inviata oggi a mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione. Roberta Gisotti lo ha intervistato:

Nella Lettera le disposizioni di Francesco perché tutti possano “vivere e ottenere” il perdono dei peccati, compiendo un “breve pellegrinaggio e varcando “la Porta Santa aperta in ogni cattedrale o nelle chiese stabilite dal vescovo diocesano, e nelle quattro Basiliche papali a Roma”, oltre che nei Santuari e nelle chiese per tradizione giubilari. Particolare attenzione il Papa riserva agli ammalati, alle persone anziane, ai carcerati prevedendo per loro speciali condizioni. Indulgenza anche per i defunti. Tutti i sacerdoti potranno assolvere il peccato dell’aborto. Apertura ai fedeli della Fraternità San Pio X per il perdono dai loro sacerdoti.

D. – Mons. Fisichella, anzitutto qual è lo spirito che pervade la Lettera?

R. – Mi sembra che lo si trovi in un’espressione del Papa, dove subito all’inizio mi dice che desidera che il Giubileo possa essere l’esperienza viva della vicinanza del Padre e quindi poter toccare con mano la sua tenerezza. Io credo che questa sia la chiave di lettura di tutta la Lettera. E’ un desiderio con il quale il Papa ci mostra che la misericordia va soprattutto toccata con le proprie mani e vista con il proprio sguardo. E’ una esperienza di vicinanza di Dio, è un’esperienza di amore e un’esperienza di perdono.

D. – Ci sono elementi di novità in questa Lettera? Mi riferisco in particolare al peccato dell’aborto e ai fedeli della Fraternità san Pio X…

R. – Ci sono tre temi in modo particolare in questa Lettera. Due sono quelli accennati da lei e uno è quello che apre, vale a dire tutto il tema dell’indulgenza, che il Papa inserisce proprio all’interno di questo grande amore della misericordia di Dio, che porta fino agli estremi le conseguenze del peccato e quindi ci mostra come vivere di questa esperienza significhi il dover fare nella nostra propria vita quotidiana il senso di essere stati riscattati dal peccato e quindi di non dimenticarci mai di questa esperienza di saper chiedere perdono senza timore, perché Dio non si allontana mai da noi. E questa dimensione della esperienza che il Papa accenna può essere ottenuta anche per quanti sono defunti, proprio perché siamo legati per la testimonianza di fede e di carità che ci hanno tramandato. Quindi, da questa prospettiva, direi, ci si apre al secondo tema. C’è questa grande novità che il Papa inserisce nel voler estendere a tutti i sacerdoti del mondo, per l’intero periodo dell’Anno giubilare, la facoltà di perdonare quanti hanno procurato l’aborto e che, pentiti, chiedono il perdono per questo gesto così disumano e così grave, un dramma profondo che viene vissuto. Poi, c’è l’altra dimensione che fa capire ancora una volta quanto il Papa sia sensibile al disagio di molti fedeli e in questo caso quei fedeli che tante volte non hanno la certezza di aver ottenuto il perdono, mentre invece il Papa li rassicura: quanti si accosteranno per celebrare il Sacramento della riconciliazione con i sacerdoti della Fraternità di San Pio X dovranno avere la certezza di essere stati assolti dai loro peccati. Quindi, devo dire, una preoccupazione che giunge su diversi aspetti anche se differenti fra di loro, ma che mostra quanto la misericordia sia realmente coestensiva con tutta la vita della Chiesa.

D. – C’è un altro punto ancora che colpisce nella lettera, dove il Papa chiede espressamente di pregare per lui e per le intenzioni – scrive – che porta nel cuore per il bene della Chiesa e del mondo intero…

R. – Credo sia nello stile del Papa. Ci siamo abituati ad ascoltare questa sollecitazione che il Papa con ogni persona, ad ogni Angelus, ripete continuamente: “Non dimenticatevi di pregare per me”. E qui, credo che abbia voluto richiamare ugualmente la stessa dimensione. Perché l’esperienza dell’indulgenza e la celebrazione dell’indulgenza possa essere piena, il Papa chiede che ci sia la confessione, che ci sia la celebrazione dell’Eucaristia. Aggiunge anche l’esigenza di fare un breve pellegrinaggio a piedi verso la Porta santa e poi soprattutto di fare la professione di fede e di pregare per lui, per tutte le intenzioni che porta nel cuore. Credo che questa sia una delle indicazioni che saranno immediatamente colte dai fedeli, perché esprimono la semplicità del Papa, ma anche l’affetto che ricopre verso tutti quanti noi che facciamo sentire anche a lui la nostra vicinanza con la preghiera.

D. – Sottolinea Francesco che “la grazia del perdono completo ed esaustivo” per amore del Padre “nessuno esclude” e speciale vicinanza esprime, oltre che agli anziani e ai malati, ai carcerati…

R. – Anche qui, direi, un tema che merita di essere riflettuto, perché tante volte passiamo davanti a queste condizioni come se fosse una questione di mera giustizia, dimenticando invece che la misericordia deve raggiungere tutti. E quindi, mi piace sottolineare che il Papa ricorda anche questa condizione e il suo pensiero va a tutte quelle persone che, prive di libertà, non potendo attraversare la Porta santa potranno però – come indica Francesco – trasformare le sbarre della loro cella in una esperienza di libertà e di passaggio, di conversione, di rinnovamento, con la Porta santa. Mi sembra sia una Lettera che veramente ci aiuta ancora una volta a riflettere, a rimboccarci le maniche e a farci sentire pienamente coinvolti in questo cammino del Giubileo.




Lettera del Santo Padre Francesco al Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione all’approssimarsi del Giubileo Straordinario della Misericordia, 01.09.2015


Testo in lingua italiana

Testo in lingua francese

Testo in lingua inglese

Testo in lingua tedesca

Testo in lingua spagnola

Testo in lingua portoghese

Testo in lingua polacca

 

Testo in lingua italiana

Al Venerato Fratello
Mons. Rino Fisichella
Presidente del Pontificio Consiglio
per la Promozione della Nuova Evangelizzazione

La vicinanza del Giubileo Straordinario della Misericordia mi permette di focalizzare alcuni punti sui quali ritengo importante intervenire per consentire che la celebrazione dell’Anno Santo sia per tutti i credenti un vero momento di incontro con la misericordia di Dio. È mio desiderio, infatti, che il Giubileo sia esperienza viva della vicinanza del Padre, quasi a voler toccare con mano la sua tenerezza, perché la fede di ogni credente si rinvigorisca e così la testimonianza diventi sempre più efficace.

Il mio pensiero va, in primo luogo, a tutti i fedeli che nelle singole Diocesi, o come pellegrini a Roma, vivranno la grazia del Giubileo. Desidero che l’indulgenza giubilare giunga per ognuno come genuina esperienza della misericordia di Dio, la quale a tutti va incontro con il volto del Padre che accoglie e perdona, dimenticando completamente il peccato commesso. Per vivere e ottenere l’indulgenza i fedeli sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa, aperta in ogni Cattedrale o nelle chiese stabilite dal Vescovo diocesano, e nelle quattro Basiliche Papali a Roma, come segno del desiderio profondo di vera conversione. Ugualmente dispongo che nei Santuari dove si è aperta la Porta della Misericordia e nelle chiese che tradizionalmente sono identificate come Giubilari si possa ottenere l’indulgenza. È importante che questo momento sia unito, anzitutto, al Sacramento della Riconciliazione e alla celebrazione della santa Eucaristia con una riflessione sulla misericordia. Sarà necessario accompagnare queste celebrazioni con la professione di fede e con la preghiera per me e per le intenzioni che porto nel cuore per il bene della Chiesa e del mondo intero.

Penso, inoltre, a quanti per diversi motivi saranno impossibilitati a recarsi alla Porta Santa, in primo luogo gli ammalati e le persone anziane e sole, spesso in condizione di non poter uscire di casa. Per loro sarà di grande aiuto vivere la malattia e la sofferenza come esperienza di vicinanza al Signore che nel mistero della sua passione, morte e risurrezione indica la via maestra per dare senso al dolore e alla solitudine. Vivere con fede e gioiosa speranza questo momento di prova, ricevendo la comunione o partecipando alla santa Messa e alla preghiera comunitaria, anche attraverso i vari mezzi di comunicazione, sarà per loro il modo di ottenere l’indulgenza giubilare. Il mio pensiero va anche ai carcerati, che sperimentano la limitazione della loro libertà. Il Giubileo ha sempre costituito l’opportunità di una grande amnistia, destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto. A tutti costoro giunga concretamente la misericordia del Padre che vuole stare vicino a chi ha più bisogno del suo perdono. Nelle cappelle delle carceri potranno ottenere l’indulgenza, e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della Porta Santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà.

Ho chiesto che la Chiesa riscopra in questo tempo giubilare la ricchezza contenuta nelle opere di misericordia corporale e spirituale. L’esperienza della misericordia, infatti, diventa visibile nella testimonianza di segni concreti come Gesù stesso ci ha insegnato. Ogni volta che un fedele vivrà una o più di queste opere in prima persona otterrà certamente l’indulgenza giubilare. Di qui l’impegno a vivere della misericordia per ottenere la grazia del perdono completo ed esaustivo per la forza dell’amore del Padre che nessuno esclude. Si tratterà pertanto di un’indulgenza giubilare piena, frutto dell’evento stesso che viene celebrato e vissuto con fede, speranza e carità.

L’indulgenza giubilare, infine, può essere ottenuta anche per quanti sono defunti. A loro siamo legati per la testimonianza di fede e carità che ci hanno lasciato. Come li ricordiamo nella celebrazione eucaristica, così possiamo, nel grande mistero della comunione dei Santi, pregare per loro, perché il volto misericordioso del Padre li liberi da ogni residuo di colpa e possa stringerli a sé nella beatitudine che non ha fine.

Uno dei gravi problemi del nostro tempo è certamente il modificato rapporto con la vita. Una mentalità molto diffusa ha ormai fatto perdere la dovuta sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita. Il dramma dell’aborto è vissuto da alcuni con una consapevolezza superficiale, quasi non rendendosi conto del gravissimo male che un simile atto comporta. Molti altri, invece, pur vivendo questo momento come una sconfitta, ritengono di non avere altra strada da percorrere. Penso, in modo particolare, a tutte le donne che hanno fatto ricorso all’aborto. Conosco bene i condizionamenti che le hanno portate a questa decisione. So che è un dramma esistenziale e morale. Ho incontrato tante donne che portavano nel loro cuore la cicatrice per questa scelta sofferta e dolorosa. Ciò che è avvenuto è profondamente ingiusto; eppure, solo il comprenderlo nella sua verità può consentire di non perdere la speranza. Il perdono di Dio a chiunque è pentito non può essere negato, soprattutto quando con cuore sincero si accosta al Sacramento della Confessione per ottenere la riconciliazione con il Padre. Anche per questo motivo ho deciso, nonostante qualsiasi cosa in contrario, di concedere a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono. I sacerdoti si preparino a questo grande compito sapendo coniugare parole di genuina accoglienza con una riflessione che aiuti a comprendere il peccato commesso, e indicare un percorso di conversione autentica per giungere a cogliere il vero e generoso perdono del Padre che tutto rinnova con la sua presenza.

Un’ultima considerazione è rivolta a quei fedeli che per diversi motivi si sentono di frequentare le chiese officiate dai sacerdoti della Fraternità San Pio X. Questo Anno giubilare della Misericordia non esclude nessuno. Da diverse parti, alcuni confratelli Vescovi mi hanno riferito della loro buona fede e pratica sacramentale, unita però al disagio di vivere una condizione pastoralmente difficile. Confido che nel prossimo futuro si possano trovare le soluzioni per recuperare la piena comunione con i sacerdoti e i superiori della Fraternità. Nel frattempo, mosso dall’esigenza di corrispondere al bene di questi fedeli, per mia propria disposizione stabilisco che quanti durante l’Anno Santo della Misericordia si accosteranno per celebrare il Sacramento della Riconciliazione presso i sacerdoti della Fraternità San Pio X, riceveranno validamente e lecitamente l’assoluzione dei loro peccati.

Confidando nell’intercessione della Madre della Misericordia, affido alla sua protezione la preparazione di questo Giubileo Straordinario.

Dal Vaticano, 1° settembre 2015

FRANCISCUS



[Modificato da Caterina63 01/09/2015 15:42]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)