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[SM=g1740717] 26 luglio Memoria dei Santi Anna e Gioacchino. Riscopriamo questa storia meravigliosa....

genitori della Beata Vergine Maria
e patroni dei nonni

in video a cura del

Movimento Domenicano del Rosario

Chiariamo subito che i Testi Sacri nulla ci dicono sui genitori della Vergine Maria. Lo Spirito Santo ha permesso che neppure i loro autentici nomi giungessero fino a noi. Quello che sappiamo dei Santi Anna e Gioacchino, fu diffuso fin dal II secolo ad opera del Protovangelo di Giacomo, testo apocrifo di ispirazione cristiana, che anticamente si chiamava Storia della Natività di Maria. Il resto ci viene dalla pia Tradizione attraverso la quale, la Chiesa, ha voluto preservare proprio l'aspetto del contesto familiare in cui Maria nacque e visse, preparandosi a divenire ciò per cui Dio la volle per sé nel progetto dell'Incarnazione divina.

L’affermazione del culto in Occidente fu graduale. La sua immagine si trova già tra i mosaici dell’arco trionfale di S. Maria Maggiore (sec. V) e tra gli affreschi di S. Maria Antiqua (sec. VII); ma il suo culto cominciò verso il X secolo a Napoli e poi man mano estendendosi in altre località, fino a raggiungere la massima diffusione nel XV secolo, al punto che Papa Gregorio XIII (1502-1585), decise nel 1584 di inserire la celebrazione di Sant' Anna nel Messale Romano, estendendola a tutta la Chiesa; ma il suo culto fu più intenso nei Paesi dell’Europa Settentrionale anche grazie al libro di Giovanni Trithemius “Tractatus de laudibus sanctissimae Annae” (Magonza, 1494).

Gioacchino, invece, fu lasciato discretamente in disparte per lunghi secoli e poi inserito nelle celebrazioni in data diversa; Anna il 25 luglio dai Greci in Oriente e il 26 luglio dai Latini in Occidente, Gioacchino dal 1584 venne ricordato prima il 20 marzo, poi nel 1788 alla domenica dell’ottava dell’Assunta. San Pio X nel 1913 stabilì il culto al 16 agosto, fino a ricongiungersi nel nuovo calendario liturgico, alla sua consorte il 26 luglio.

Dice Gesù nel Vangelo “Dai frutti conoscerete la pianta” e noi conosciamo il fiore e il frutto derivato dalla annosa pianta: la Vergine, Immacolata fin dal concepimento, Colei che preservata dal peccato originale doveva diventare il tabernacolo vivente del Dio fatto uomo. Dalla santità del frutto, cioè di Maria, la Chiesa ha sempre dedotto la santità dei suoi genitori Anna e Gioacchino, ma anche esempio e modello di famiglia, modello per i coniugi, esempio e modello per i nonni dei quali sono i patroni.

Il “Protovangelo di san Giacomo” narra che Gioacchino, sposo di Anna, era un uomo pio e molto ricco e abitava vicino Gerusalemme, nei pressi della fonte Piscina Probatica; un giorno mentre stava portando le sue abbondanti offerte al Tempio come faceva ogni anno, il gran sacerdote Ruben lo fermò dicendogli: “Tu non hai il diritto di farlo per primo, perché non hai generato prole”.

Gioacchino ed Anna erano sposi che si amavano veramente, ma non avevano figli e ormai data l’età non ne avrebbero più avuti; secondo la mentalità ebraica del tempo, il gran sacerdote scorgeva la maledizione divina su di loro, perciò erano sterili. L’anziano ricco pastore, per l’amore che portava alla sua sposa, non voleva trovarsi un’altra donna per avere un figlio;

pertanto addolorato dalle parole del gran sacerdote si recò nell’archivio delle dodici tribù di Israele per verificare se quel che diceva Ruben fosse vero e una volta constatato che tutti gli uomini pii ed osservanti avevano avuto figli, sconvolto non ebbe il coraggio di tornare a casa e si ritirò in una sua terra di montagna e per quaranta giorni e quaranta notti supplicò l’aiuto di Dio fra lacrime, preghiere e digiuni.

Anche Anna soffriva per questa sterilità, a ciò si aggiunse la sofferenza per questa ‘fuga’ del marito; quindi si mise in intensa preghiera chiedendo a Dio di esaudire la loro implorazione di avere un figlio. Durante la preghiera le apparve un angelo che le annunciò: “Anna, Anna, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tu concepirai e partorirai e si parlerà della tua prole in tutto il mondo”. Così avvenne e dopo alcuni mesi Anna partorì. Il “Protovangelo di san Giacomo” conclude: “Trascorsi i giorni necessari si purificò, diede la poppa alla bimba chiamandola Maria, ossia prediletta del Signore”.

L’iconografia orientale mette in risalto rendendolo celebre, l’incontro alla porta della città, di Anna e Gioacchino che ritorna dalla montagna, noto come “l’incontro alla porta aurea” di Gerusalemme; aurea perché dorata, di cui tuttavia non ci sono notizie storiche. I pii genitori, grati a Dio del dono ricevuto, crebbero con amore la piccola Maria, che a tre anni fu condotta al Tempio di Gerusalemme, per essere consacrata al servizio del tempio stesso, secondo la promessa fatta da entrambi, quando implorarono la grazia di un figlio.

Dopo Gioacchino non compare più nei testi, mentre invece Anna viene ancora menzionata in altri vangeli apocrifi successivi. Il culto di Gioacchino e di Anna si diffuse prima in Oriente e poi in Occidente (anche a seguito delle numerose reliquie portate dalle Crociate); la prima manifestazione del culto in Oriente, risale al tempo di Giustiniano, che fece costruire nel 550 ca. a Costantinopoli una chiesa in onore di Sant' Anna.

Qualunque sia il luogo e il tempo in cui Sant'Anna diede alla luce la Madre di Dio, un fatto è certo, che essa con il marito fu la stretta parente del Verbo Incarnato, la nonna. Il suo primo titolo di gloria perciò è di essere stata la Madre dell'Immacolata, sia pure in maniera inconscia. La sua santità, come quella di Gioacchino, è fuori discussione perché la Chiesa, sia orientale che occidentale, lo attestano. Insegna la teologia cattolica che, quando Iddio elegge qualcuno ad un ufficio, gli da anche la grazia efficace necessaria per adempierlo bene.

Quando La Vergine Maria giunse all'età di circa 12 anni, Gioacchino e Anna si preoccuparono di cercarle un fidanzato tra la loro parentela, secondo l'usanza giudaica. Rimanere vergine, morire senza l'affetto di un marito e l'orgoglio di un figlio era reputato da tutti una vera disgrazia. Maria ubbidì ai suoi genitori, fidente che Dio le avrebbe fatto incontrare un giovane disposto a rispettare per tutta la vita il suo voto di verginità. Non è improbabile quindi che Sant' Anna abbia avuto pure la felice sorte di stringere al suo seno il Figlio di Dio o di cantargli la ninna nanna.

Spiegava Benedetto XVI: "Un secondo spunto di riflessione ci viene dall’odierna memoria dei Santi Gioacchino e Anna, genitori della Madonna e, dunque, nonni di Gesù. Questa ricorrenza fa pensare al tema dell’educazione, che ha un posto tanto importante nella pastorale della Chiesa. In particolare, ci invita a pregare per i nonni, che nella famiglia sono i depositari e spesso i testimoni dei valori fondamentali della vita.

Il compito educativo dei nonni è sempre molto importante, e ancora di più lo diventa quando, per diverse ragioni, i genitori non sono in grado di assicurare un’adeguata presenza accanto ai figli, nell’età della crescita.

Affido alla protezione di Sant’Anna e San Gioacchino tutti i nonni del mondo, indirizzando ad essi una speciale benedizione. La Vergine Maria, che – secondo una bella iconografia – imparò a leggere le Sacre Scritture sulle ginocchia della madre Anna, li aiuti ad alimentare sempre la fede e la speranza alle fonti della Parola di Dio. (Angelus 26.7.2009)


qui il testo in video [SM=g1740722]

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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)