00 23/07/2016 09:20
EDITORIALE
Il beato Charles de Foucauld
 

«Secondo la loro fede, i musulmani ritengono l’islam come la loro vera casa e i popoli non-musulmani come destinati a essere sopraffatti da loro o dai loro discendenti… La loro fede li assicura che usciranno vincitori da questo scontro con gli europei». Lo scriveva già un secolo fa il beato Charles de Foucauld. Una profezia.

di Charles de Foucauld

Forse nessun europeo è stato così vicino ai musulmani d’Africa come il beato Charles de Foucauld (1858-1916), che a loro ha dedicato la vita fino al martirio. A distanza di quasi cent’anni, una sua lettera a René Bazin, scritta due mesi prima della morte, suona come una vera profezia che fa riflettere. Eccola

 

Ritengo che se, lentamente, dolcemente, i musulmani del nostro impero coloniale del Nord Africa non si convertono, sorgerà un movimento nazionalista simile a quello della Turchia. Si formerà un’élite intellettuale nelle grandi città, educata in Francia, ma senza lo spirito né il cuore francese, un’élite che avrà perso la fede islamica, ma che ne conserverà il nome per influenzare attraverso di essa le masse. 

D’altra parte, la massa dei nomadi e dei contadini resterà ignorante e distante da noi, fermamente maomettana, portata all’odio e al disprezzo contro i francesi, contro la nostra religione, contro il nostro dominio, non sempre benevolo. Il sentimento nazionalista e barbaresco crescerà nell’élite colta. Quando troverà l’occasione, per esempio durante qualche situazione difficile per la Francia, interna o esterna, utilizzerà l’islam come una leva per sobillare le masse ignoranti e così cercare di creare un impero musulmano indipendente in Africa.

L’impero francese in Africa — Algeria, Marocco, Tunisia, Africa occidentale — ha 30 milioni di abitanti.Grazie alla pace, potrà averne il doppio in meno di cinquant’anni. Questa crescita demografica sarà accompagnata da un grande sviluppo materiale. I Paesi si arricchiranno, saranno solcati da ferrovie, popolati da persone agguerrite e addestrati all’uso dei nostri armamenti, guidati da un’élite educata nelle nostre scuole. O noi impariamo a fare i membri di questa élite dei francesi, oppure prima o poi ci cacceranno via. E l’unico modo per diventare francesi è diventare cristiani.

Non si tratta di convertirli in un giorno, né tanto meno con la forza, ma dolcemente, in silenzio, con la persuasione, l’esempio, la buona educazione e l’istruzione, attraverso un contatto stretto e affettuoso. Questo è un lavoro soprattutto per i laici, che possono avere con i musulmani dei contatti assai più numerosi e più intimi che non i preti.

I musulmani possono diventare dei veri francesi? Eccezionalmente sì, ma in generale no. Molti dogmi fondamentali dell’islam si oppongono ai nostri principi. Con alcuni, e penso ai musulmani liberali che hanno ormai perso la fede, ci sono accomodazioni possibili. Ma con altri, e mi riferisco a coloro che aspettano il Madhì, non v’è nessuna possibilità di accordo. Escludendo i liberali, i musulmani credono che, giungendo i tempi del Giudizio Universale, verrà il Madhì che proclamerà una guerra santa per stabilire l’islam su tutta la terra, dopo aver sterminato o soggiogato tutti i non-musulmani.

Secondo la loro fede, i musulmani ritengono l’islam come la loro vera casa e i popoli non-musulmanicome destinati a essere sopraffatti da loro o dai loro discendenti. Considerano la sottomissione a una nazione non-musulmana come una situazione transitoria. La loro fede li assicura che usciranno vincitori da questo scontro con gli europei che oggi li dominano. La saggezza consiglia loro di patire con calma questa prova: “Quando un uccello intrappolato si agita, perde le piume e si spezza le ali, invece se resta tranquillo sarà integro il giorno della liberazione”.

Loro possono preferire un Paese a un altro, come preferiscono la Francia alla Germania perché ciritengono più miti; possono intrecciare amicizie con tale o tal’altro francese; possono combattere con grande coraggio per la Francia, per sentimento o per onore; possono dimostrare spirito guerriero, fedeltà alla parola, come d’altronde i mercenari dei secoli XVI e XVII. Ma, di norma, esclusa qualche eccezione, finché saranno musulmani, non saranno dei veri francesi. Aspetteranno con più o meno pazienza il giorno del Madhì, quando allora attaccheranno la Francia.

Ecco perché sempre più musulmani algerini si mostrano così ansiosi di chiedere la cittadinanzafrancese. Come possono chiedere di far parte di un popolo straniero che sanno sarà irrimediabilmente sconfitto e sottomesso? Diventare francesi davvero, implicherebbe una sorta di apostasia, una rinuncia alla fede nel Madhì.

 

(Lettera del beato Charles de Foucauld a René Bazin, dell’Accademia Francese, 29 luglio 1916)








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La Santa Messa - Breve esposizione dogmatica di Padre Gabriele Maria Roschini, Presentazione di mons. B. Gherardini.

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CHI PREGA SI SALVA

Il libro di preghiere con l'introduzione di Joseph Ratzinger

di 30Giorni

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Presentazione

Da che l’uomo è uomo, prega. Sempre e ovunque l’uomo si è reso conto che non è solo al mondo, che c’è qualcuno che lo ascolta. Sempre si è reso conto che ha bisogno di un Altro più grande e che deve tendere a Lui perché la sua vita sia ciò che deve essere. Ma il volto di Dio è sempre stato velato e solo Gesù ci ha mostrato il Suo vero volto. Chi vede Lui vede il Padre (cfr. Gv 14, 9). Così, se da una parte all’uomo risulta naturale pregare (chiedere nel momento del bisogno e ringraziare nel momento della gioia), d’altra parte c’è sempre anche la nostra incapacità di pregare e di parlare a un Dio nascosto.  Non sappiamo cosa conviene domandare, dice san Paolo (cfr. Rm8, 26). Perciò dobbiamo sempre dire al Signore, come i discepoli: «Signore, insegnaci tu a pregare» (Lc 11, 1). Il Signore ci ha insegnato il Padre nostro come modello dell’autentica preghiera e ci ha donato una Madre, la Chiesa, che ci aiuta a pregare. La Chiesa ha ricevuto dalla Sacra Scrittura un grande tesoro di preghiere. Nel corso dei secoli sono salite, dai cuori dei fedeli, numerose preghiere con cui essi sempre di nuovo si indirizzano a Dio. Nel pregare con la Madre Chiesa noi stessi impariamo a pregare. Sono molto contento perciò che 30Giorni faccia una nuova edizione di questo piccolo libro contenente le preghiere fondamentali dei cristiani maturatesi nel corso dei secoli. Ci accompagnano lungo tutte le vicende della nostra vita e ci aiutano a celebrare la liturgia della Chiesa pregando. A questo piccolo libro auguro che possa diventare un compagno di viaggio per molti cristiani.       

Cardinal Joseph Ratzinger, Roma 18 febbraio 2005

Un sacerdote risponde

Come prepararsi alla morte e come disporre per i propri suffragi

Quesito

Caro Padre Angelo!
Da quando, or sono alcuni anni, ho sentito dire che la grazia della buona morte è una grazia straordinaria che Dio accorda in modo speciale, ho l’abitudine di rivolgere più volte al giorno al Cielo la bella preghiera dell’Anima Christi santifica me etc., quasi come facessi la comunione spirituale. Colà, infatti, è racchiusa la bella supplica a Dio per cui lo si prega di accoglierci in cielo al momento della nostra morte.
Io, infatti, vorrei andare in Paradiso ma so che, per quanto mi sforzi, le mie giornate si chiudono piene di imperfezioni, pure quando, coll’aiuto di Dio, mi riesce di scampare il peccato grave. Per questo, spesso, prego come le ho descritto sopra.
Ora vengo a un paio di domande.
1.  La morte mi può cogliere in ogni momento e mille sono le occasioni che ha per prendermi. Che valore, che merito può avere la mia morte improvvisa? Io spero e prego che Iddio mi conceda di essere cosciente mentre muoio (possibilmente sazio di giorni), sicché io possa offrire la mia morte e tutto quel che comporta per l’espiazione dei miei peccati e per il bene della Chiesa. So che non è un bell’offrire, visto che tanto devo morire per forza… Nel caso però che non abbia il tempo di pensare al fatto che sto morendo (un incidente, un colpo, etc.), come mi presenterò di là, con che merito?
2. Io viaggio spesso; e spesso visito le chiese. Mi capita di vedere qualche vecchia tomba in esse e mi soffermo a pregare per il defunto che vi riposa. Dal momento che il suffragio dei vivi molto aiuta le anime nel Purgatorio, che strategie mi suggerisce per accaparrarmi quante più preghiere, dopo che sarò morto? La gente va sempre meno nei cimiteri: ci si può far seppellire in chiesa o fare un contratto con qualche convento di clausura, per cui i frati o le monache recitino regolarmente preghiere in mio suffragio?
Mentre le domando una benedizione e le assicuro le mie preghiere, la saluta e abbraccia il suo
Andrea

PS
Le direi “mi risponda con tutto il comodo”, ma ciò suonerebbe ironico, avendo appena parlato di come la morte sa essere intempestiva….


Risposta del sacerdote

Caro Andrea,
1. mi compiaccio anzitutto per la recita della bella preghiera dell’Anima Christi santifica me che ripeti varie volte al giorno.
Mi auguro che qualche visitatore ti sappia imitare.

2. Guardando alla nostra morte ci viene quasi istintivo pensare che moriremo su un letto, circondati da persone che ci vogliono bene e che ci stringeranno la mano fino all’ultimo.
Ma sappiamo che tante volte non avviene così e che in alcuni casi la morte è così improvvisa che non si ha neanche il tempo di pensare a Dio e alla nostra eternità.
Penso che capiti a tutti di schivare diverse volte la morte per un pelo e che in quel frangente si è pensa a tutto eccetto che a Dio.

3. Pertanto conviene preparare per tempo quel momento nella speranza che il Signore tenga conto delle nostre volontà e delle nostre determinazioni nel medesimo modo in cui i nostri posteri terranno conto delle nostre volontà testamentarie.
Alcuni Santi hanno fatto così. Tra questi mi piace pensare a San Giuseppe Cafasso, direttore spirituale di don Bosco e definito come la gemma o la perla del clero italiano.

4. Trascrivo a beneficio tuo e dei nostri visitatori l’atto di accettazione della morte composto e recitato da questo Santo che morì all’età di 49 anni il 23 giugno 1960.
Grande Iddio, io accetto e adoro la sentenza di morte pronunziata sopra di me, e portandomi col pensiero sul mio letto di morte, voglio fare adesso per allora una ultima e solenne protesta di quei sentimenti ed affetti con cui intendo terminare la mia mortale carriera.
Siccome questo miserabile corpo fu la cagione per cui offesi tanto il caro mio Dio, così per sua punizione e castigo ne fo ben di cuore un totale sacrificio all'offeso mio Signore. Per quello che riguarda il tempo o le circostanze tutte della mia morte, io mi rassegno pienamente, ad esempio del mio Divin Redentore, a tutto ciò che il Padre Celeste avrà disposto di me.
Accetto quella morte qualunque che Iddio nei suoi decreti crederà migliore per me.
Per compiere la volontà sua, intendo accettare da Lui o per Lui tutti quegli spasimi e dolori, che sarà in voler suo che io soffra in quel punto.
Questa è la mia ferma e precisa volontà, con cui intendo vivere e morire in qualunque momento Iddio voglia disporre di me.
Io mi metto tra le mani della mia cara madre Maria, del mio buon Angelo Custode, di san Giuseppe, dei Santi miei protettori, quali tutti attendo sul punto di mia morte e pel viaggio alla mia eternità. Amen”.

5. Ho letto anche che san Giuseppe Cafasso lasciò nel testamento la disposizione che si facessero celebrare per lui al più presto 400 Messe di suffragio e che per ogni Messa si desse l’elemosina di 150 centesimi.
Inoltre lasciò la disposizione che nella sua parrocchia natale ogni sera si recitasse il Rosario per lui col canto delle litanie, la recita del De profundis per la sua anima e si elevasse una lode alla Madonna, lasciando 400 lire annue per chi svolgeva questo incarico.
Per noi oggi è impensabile il secondo tipo di suffragio di cui si provvide San Giuseppe Cafasso. Ma il primo sì, si può fare. Le Messe verranno sempre celebrate fino alla fine del mondo.
Penso che tra le disposizioni testamentarie più necessarie vi debbano essere anche quelle relative ai suffragi.
Il Cafasso, che era un santo, vi ha provvisto molto bene.
Ricordo ancora che si può provvedere al proprio suffragio attraverso opere di carità. Il Cafasso volle che dopo la sua morte venisse data una lira a ogni carcerato. Era infatti anche confessore dei carcerati.
Anche oggi vi sono persone che lasciano in beneficenza a conventi e monasteri alcune somme perché si facciano i dovuti suffragi.
Oggi invece non è più possibile farsi seppellire in Chiesa. Viene concesso solo ai vescovi.

5. Tu sei ancora molto giovane. Ma non è mai sbagliato provvedere per tempo almeno con le parole di provvedere ai suffragi dopo la propria morte.

Ti auguro ogni bene per il tuo soggiorno permanente in Vienna, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo


     


[Modificato da Caterina63 19/08/2016 18:00]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)