00 06/10/2015 11:21

 





Gesù insegna come vivere


Insegna che esiste l'anima da salvare, che la vita terrena è soltanto un episodio, un passaggio seppur importante per l'identità dei singoli dai quali meriti o colpe dipenderà la destinazione eterna.


Gesù trasporta il significato e la finalità della vita terrena (leggasi le Beatitudini) in quell'aldilà che per i pagani e le altre religioni è l'oscuro regno del mistero.


Gesù instaura ed insegna l'autentica fratellanza umana, la solidarietà che rende più umana la società, e quindi i padroni e gli schiavi sono uguali per dignità. Il progetto di Dio per l'uomo e la donna è inscritto nella legge naturale, di come devono andare le cose per una società più giusta: la moglie è e sarà sempre la compagna del marito e né il divorzio né l'adulterio possono spezzare ciò che Dio ha unito, il vincolo indissolubile del matrimonio; i bambini non si possono abusare o uccidere.


Le vicende terrene dell'uomo nei suoi istinti peggiori di violenza, lussuria, concupiscenza, di superbia e di avarizia, devono essere combattuti e superati con le virtù, l'uomo deve sottomettersi, per il suo bene, al dominio dello Spirito Santo.


E sebbene Gesù non condanna la felicità su questa terra, Egli la condanna quale colpa ed ostacolo se, per inseguirla, gli uomini dimenticano la vera meta che è il Cielo con tutto ciò che Cristo insegna e laddove Egli non obbliga nessuno alla sofferenza, sollecita però ognuno a prendere la propria croce e a seguirlo sul Calvario.


Questo e quant'altro Gesù insegnava veniva fedelmente ripetuto dalle labbra dei Cristiani che, anche a costo della propria vita come infatti accadeva ed accade, le mettevano in pratica dando vita alla prima forma autentica di una nuova società, di un nuovo ordine a servizio dell'uomo e per l'uomo.


A prova di ciò leggiamo un famoso passo della Lettera a DiognetoIl mistero cristiano


V. 1. I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini.


2. Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale.


3. La loro dottrina non è nella scoperta del pensiero di uomini multiformi, né essi aderiscono ad una corrente filosofica umana, come fanno gli altri.


4. Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale.


5. Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera.


6. Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati.


7. Mettono in comune la mensa, ma non il letto.


8. Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne.


9. Dimorano nella terra, ma hanno la loro cittadinanza nel cielo.


10. Obbediscono alle leggi stabilite, e con la loro vita superano le leggi.


11. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati.


12. Non sono conosciuti, e vengono condannati. Sono uccisi, e riprendono a vivere.


13. Sono poveri, e fanno ricchi molti; mancano di tutto, e di tutto abbondano.


14. Sono disprezzati, e nei disprezzi hanno gloria. Sono oltraggiati e proclamati giusti.


15. Sono ingiuriati e benedicono; sono maltrattati ed onorano.


16. Facendo del bene vengono puniti come malfattori; condannati gioiscono come se ricevessero la vita.


17. Dai giudei sono combattuti come stranieri, e dai greci perseguitati, e coloro che li odiano non saprebbero dire il motivo dell'odio.


 





Questo è il nuovo ordine portato dal Cristo e non ne attendiamo altri.


E qui ci fermiamo perchè dell'incalzare degli eventi poi, che si sono succeduti nel tempo e nella storia, ognuno può fare le più svariate ricerche. Ciò che qui vi abbiamo proposto è quanto invece non può essere messo affatto in discussione, neppure con la moda del dialogare a "tutti i costi" o in nome del rispetto e della tolleranza o delle varie ecumanie perchè, ed è bene dirlo, il primo rispetto e la prima forma di tolleranza la dobbiamo proprio a quel Dio che rivelandosi nell'Incarnazione, parlandoci, morendo per noi e risorgendo, facendosi uomo come noi si è davvero guadagnato questo diritto, il diritto ad essere ascoltato senza contestazioni.


Queste e non altre sono le fondamenta dell'autentica civiltà Cristiana nata dal progetto di Dio per il bene dell'uomo, solo in questo nuovo ordine: «Il tempo è compiuto, il regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete al Vangelo» (Mc.1,15), l'uomo progredisce e le società si arricchiscono. Tutto ciò che gli rema contro conduce alla degradazione dell'uomo, alla disgregazione delle società, al regresso della cultura stessa.


Nella conclusione del testo di Padre Spiazzi O.P. (e da me utilizzato per dare vita a questo articolo) non si nasconde le problematiche associate al nostro tempo.


Possono essere fioriere di gravi conseguenze per la civiltà del nostro tempo e per la stessa civiltà Cristiana, la imponenza migratoria numerica della moltitudine non cattolica, e che non intende convertirsi, fermenti espansionistici delle regioni asiatiche, la diffusione delle eresie del protestantesimo disgregate nell'America meridionale e persistente in Europa attraverso le nuove ideologie liberiste, la sterile litigiosità delle nazioni che si dicevano cristiane e le loro odierne politiche ideologiche devastanti sia a livello economico quanto a livello etico e morale, il senso di pigrizia di molti cattolici, l'avanzare dell'edonismo, del relativismo e di certa irreligiosità come di certa dissacrazione di ciò che è sacro.


Per non tacere sull'impossibilità di un certo dialogo con l'Islam. Infatti l'Islam porta con sé un modello di società assolutamente estranea al Vangelo e per certi versi incompatibile con la civiltà Cristiana, non basta condividere quattro voci dalle Beatitudini per dirsi cristiani o in comune crescita. L'Islam tende ad unire le popolazioni attraverso una sottomissione politica espansionistica che da origine allo "Stato islamico" e procede con leggi che provengono dal Corano, leggi alle quali tutti sono poi obbligati. Essi procedono per tappe migratorie, raggiunto lo scopo il mondo infedele verrà posto sotto l'egida della loro confessione. Insomma, tutto questo unito alla grave apostasia interna alla Chiesa, stanno portando alla scristianizzazione dell'Europa e del mondo.


Ma c'è sempre una speranza perché la vittoria è di Cristo!


La religione Cristiana non si ferma mai davanti alle tragedie, davanti alle persecuzioni, davanti alle vicende drammatiche, essa ha per postulato mandato divino la concordia nella carità e a questo fine, che è soprannaturale nella sfera della fede ed è di storica preveggenza in campo politico, mira e tende la Chiesa nella quale si realizza la sublime legge di sintesi e di vita che sant'Agostino ha così espresso: "libertà, novità, carità". Sintesi, forse, copiata e stravolta da una certa Rivoluzione con il suo trittico: "libertè, egalitè, fraternitè".


 





Ad ogni modo è bene per noi riprendere le parole profetiche del venerabile Pio XII:


"La chiesa di Cristo, fedelissima depositaria della divina educatrice saggezza, non può pensare né pensa d'intaccare o disistimare le caratteristiche particolari, che ciascun popolo con gelosa pietà e comprensibile fierezza custodisce e considera qual prezioso patrimonio. Il suo scopo è l'unità soprannaturale nell'amore universale sentito e praticato, non l'uniformità, esclusivamente esterna, superficiale e per ciò stesso debilitante.


Tutte quelle direttive e cure, che servono ad un saggio ordinato svolgimento di forze e tendenze particolari, le quali hanno radici nei più riposti penetrali d'ogni stirpe, purché non si oppongano ai doveri derivanti all'umanità dall'unità d'origine e comune destinazione, la chiesa le saluta con gioia e le accompagna con i suoi voti materni. Essa ha ripetutamente mostrato, nella sua attività missionaria, che tale norma è la stella polare del suo apostolato universale.


Innumerevoli ricerche e indagini di pionieri, compiute con sacrificio, dedizione e amore dai missionari d'ogni tempo, si sono proposte di agevolare l'intera comprensione e il rispetto delle civiltà più svariate, e di renderne i valori spirituali fecondi per una viva e vitale predicazione dell'evangelo di Cristo. Tutto ciò che in tali usi e costumi non è indissolubilmente legato con errori religiosi troverà sempre benevolo esame e, quando riesce possibile, verrà tutelato e promosso." (5)


Vogliamo concludere con un appello bellissimo che Benedetto XVI rivolse all'Urbe e all'Orbe nel Natale del 2005:


“Svegliati, uomo: poiché per te Dio si è fatto uomo” (Sant’Agostino, Discorsi, 185). Svegliati, uomo del terzo millennio! A Natale l’Onnipotente si fa bambino e chiede aiuto e protezione. Il suo modo di essere Dio mette in crisi il nostro modo di essere uomini; il suo bussare alle nostre porte ci interpella, interpella la nostra libertà e ci chiede di rivedere il nostro rapporto con la vita e il nostro modo di concepirla. L’età moderna è spesso presentata come risveglio dal sonno della ragione, come il venire alla luce dell’umanità che emergerebbe da un periodo buio. Senza Cristo, però, la luce della ragione non basta a illuminare l’uomo e il mondo. Per questo la parola evangelica del giorno di Natale - “Veniva nel mondo / la luce vera, / quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9) – echeggia più che mai come annuncio di salvezza per tutti.


(...) Uomo moderno, adulto eppure talora debole nel pensiero e nella volontà, lasciati prender per mano dal Bambino di Betlemme; non temere, fidati di Lui!La forza vivificante della sua luce ti incoraggia ad impegnarti nell’edificazione di un nuovo ordine mondiale, fondato su giusti rapporti etici ed economici. Il suo amore guidi i popoli e ne rischiari la comune coscienza di essere “famiglia” chiamata a costruire rapporti di fiducia e di vicendevole sostegno...".


 


 Sia lodato Gesù Cristo +


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NOTE


1) Padre Raimondo Spiazzi O.P. in Civiltà Cristiana - 1957


2) ABC di  Joseph Ratzinger, a cura di Robert Zollitsh, LEV 2013 pag.114


3) Padre Raimondo Spiazzi O.P. in Civiltà Cristiana - 1957


4) ibidem sopra


5) Enciclica Summi Pintificatus di Pio XII 20.10.1939 - vedi qui


 







Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)