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festa dei popoli senza Cristo1

TRENTO, DALLA PENTECOSTE A BABELE

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Nella città del glorioso concilio ecumenico in cui veramente soffiò tutta la potenza dello Spirito Santo — la rinnovata Pentecoste — adesso si festeggia la babelica “festa dei popoli”.

Non si tratta di una iniziativa del Comune, ma dell’Arcidiocesi di Trento che dall’Anno 2000, quello del “grande Giubileo”, ha dato vita alla Manifestazione della Festa di tutti i Popoli, patrocinata poi dalla Provincia e dal Comunità Europea che paga.

Si chiarisce subito che non è in discussione la Festa e l’iniziativa in sé che è lodevole e di grande opportunità per una autentica integrazione, ma quanto sia opportuno come questa venga svolta, soprattutto perché ad organizzarla non sarebbe qualche partito, ma la chiesa locale e, di conseguenza, vista come viene svolta e trattandosi della Chiesa, qualche domanda ce la dobbiamo pur fare.

La didascalia dice testualmente: “Far festa insieme è lo scopo di questa iniziativa che sogna di coinvolgere tutta la comunità senza distinzione di razza, di lingua, di cultura, di religione e gustare la gioia della diversità che ci rende più ricchi, più veri, più simili a quella famiglia universale sognata da sempre dal Padre di ogni uomo”.

Alcune domande lecite: ma la domenica non è la Festa del Signore? Ed è naturale – visto che è organizzata dall’Arcidiocesi – farla cadere proprio nella Solennità di Pentecoste?

Sì, un legame lo hanno fatto: la Pentecoste è per loro la festa di tutti i popoli, senza distinzione di religione, perché tanto siamo tutti figli dello stesso Padre…

Peccato però che in questa manifestazione hanno eliminato il Protagonista, Il Cristo Risorto, hanno eliminato quel Padre di cui rivendicano la paternità senza convertirsi necessariamente al Figlio, ed hanno messo da parte lo Spirito Santo perché, se leggiamo bene gli Atti degli Apostoli, in questo giorno grazie alla loro predicazione su Gesù:

“All’udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa». Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone” (At.2,37-41).

Questa è la vera Festa di tutti i Popoli!

Così la “Festa di tutti i popoli”, quella vera descritta in Atti, dove si convertirono circa tremila persone, l’Arcidiocesi l’ha trasformata nella festa della Babele di tutti i popoli, ed hanno sostituito il Protagonista con il dio integrazione, tolleranza e rispetto. Rispetto per tutti, fuorché al Dio Uno e Trino, al Suo giorno che è la domenica come ci rammenta il terzo Comandamento: ricordati di santificare le feste.

Va detto, infatti, che nelle celebrazioni della manifestazione, dove alle 12,00 (l’Ora dell’Ave Maria, dell’Angelus) l’arcivescovo fa un saluto di benvenuto ai manifestanti, non vi è alcun riferimento religioso cristiano e neppure una Messa. È domenica, una festa organizzata dall’Arcidiocesi, eppure non c’è alcun riferimento a Dio, nessuna funzione religiosa, neppure un Crocefisso, in compenso era pieno di bandiere di tutti i popoli, e dalle ore 13 si balla, si canta, si danza, con tutte le tradizioni folkloristiche dei popoli. Non siamo solo alla scristianizzazione, ma ad una vera Babele dei popoli, una paganizzazione, organizzata da una chiesa locale.

Ma senza Cristo, dove pensano di arrivare?



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)