00 11/01/2016 19:39

  Mons. Léonard, appello al Papa

Poco dopo essere stato congedato da Bruxelles-Malines, l'arcivescovo Léonard rivolge   un appello al Papa. Interessante perché tocca il Sinodo della Famiglia, e il documento – l’esortazione post-sinodale – che il Pontefice secondo alcuni renderebbe pubblica il mese prossimo.






(qui quando il Vescovo fu umiliato e attaccato)


11/01/2016
 

Uno dei siluramenti meno spiegabili, fra quelli, poco comprensibili anch’essi, compiuti nel regno di papa Francesco, ha toccato l’arcivescovo di Malines-Bruxelles, mons. André-Joseph Léonard. Mons. Léonard è stato congedato alla scadenza dei suoi cinque anni di servizio, senza ricevere la berretta cardinalizia che normalmente si accompagna a Bruxelles; è stato attaccato fisicamente e pubblicamente dalle Femen, ha difeso la dottrina cattolica, e avendo ricevuto una diocesi che nel 2010 aveva quattro seminaristi ha lasciato un seminario con 55 presenze.  

Professore a Lovanio per vent’anni, per tredici superiore del seminario universitario e vescovo a Namur prima che a Bruxelles, è probabile che sia rimasto vittima dell’antipatia che godeva presso alcuni vescovi colleghi, che lo giudicavano troppo conservatore, e della scarsa sintonia con il consigliere del Papa (Francesco), il discusso card. Danneels.  

Poco dopo aver lasciato il suo incarico, ha risposto a La Croix a una serie di domande; e anche se l’intervista è di qualche giorno fa, ci sembra utile riproporne alcuni brani ai lettori italiani, rimandando all’originale QUI  

Léonard rivolge anche un appello al Papa.

Interessante perché tocca il Sinodo della Famiglia, e il documento – l’esortazione post-sinodale – che il Pontefice secondo alcuni renderebbe pubblica il mese prossimo.
Dopo aver detto di essere rimasto un po’ deluso dal testo finale, perché “si è coltivata l’ambiguità nei punti più delicati. Alcuni vescovi mi hanno detto che i testi sono stati redatti volontariamente in maniera ambigua cosicché siano interpretati in direzioni diverse”.

Ed ecco l’appello: “Spero dunque che avremo una parola benevola e sfumata, ma chiara, sui temi della dottrina e della disciplina della Chiesa cattolica riguardo a matrimonio e famiglia. La palla è ora nel campo del Papa. E’ il momento per lui di esercitare il suo ruolo petrino di unità e di continuità della Tradizione come aveva dichiarato nel suo discorso di chiusura del primo Sinodo sulla famiglia”. 







58 famiglie CRISTIANE messe sul lastrico dal governo Israeliano e derubate dei propri terreni di sopravvivenza, ma i Media italiani ed Europei e pure Americani, tacciono.....


Terra Santa: vietato accesso a delegazione vescovi a Cremisan

Cristiani nella Valle di Cremisan dove passerà il Muro di separazione israeliano - AFP

Cristiani nella Valle di Cremisan dove passerà il Muro di separazione israeliano - AFP

11/01/2016 da Radio Vaticana

Nella mattinata di ieri i vescovi dell’Holy Land Coordination (Hlc), formato da presuli di Usa, Ue, Canada e Sud Africa, con rappresentanti delle Chiese europee Ccee e Comece, si sono recati in visita nella zona di Beir Onah, nella valle di Cremisan dove Israele sta costruendo il Muro di separazione. Una costruzione - riporta l'agenzia Sir - contestata da 58 famiglie cristiane, del vicino villaggio di Beit Jala, che si sono viste espropriare le proprie terre in gran parte oliveti e frutteti che davano loro da vivere. 

Impedito ai vescovi l'accesso alla Valle di Cremisan
Al loro arrivo sul posto, ai vescovi, che erano accompagnati da membri dell’associazione “St.Yves” che da anni assiste legalmente le famiglie davanti la Corte israeliana, è stato impedito l’accesso da militari israeliani. A nulla sono valsi i tentativi di avvicinarsi alla zona dei lavori del Muro. I vescovi, dopo aver pregato insieme il Padre Nostro, sono tornati indietro.

La popolazione cristiana sta perdendo le proprie terre
​“La storia continua – ha dichiarato mons. Rodolfo Cetoloni, vescovo di Grosseto, membro italiano dell’Hlc presente sul posto – con queste gravi difficoltà. La popolazione è sempre davanti al rischio di perdere le loro terre e la libertà. Siamo nella valle tra Beit Jala e la colonia israeliana di Gilo dove l’esercito sta prendendo terreni e ha già sradicato piante di olivo. Siamo qui per dimostrare vicinanza nel tentativo di impedire questi fatti”. (R.P.)



 

[Modificato da Caterina63 11/01/2016 19:51]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)