00 14/07/2016 19:39

  Correggere i superiori?






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Dopo il cardinal Burke, il cardinal Napier, altri cardinali che lo hanno fatto personalmente, anche il cardinal Caffarra ha “ripreso” pubblicamente, con rispetto profondo ed amore, papa Francesco, in particolare sul documento Amoris Laetitia.


Cosa succede? Accade che nella Chiesa vi è un dibattito,


che non toglie a Pietro il suo ruolo e il suo compito. Caffarra è un cardinale che è stato vicinisismo a Giovanni Paolo II, che lo stimava immensamente, e a Benedetto XVI. Anche Francesco ha avuto modo di esprimergli la sua stima in varie occasioni.


E allora? Ritornare sull’argomento è importante, per evitare di smarrirsi. Il papa, del resto, non può che essere contento: ha chiesto più volte il dibattito, che certo non può limitarsi al parere di un Alberto Melloni, di un Eugenio Scalfari, o di un Antonio Spadaro.


Lo facciamo riportando un vecchio articolo, del padre domenicano Raimondo Spiazzi, su una rivista, 30 Giorni, su cui allora scrivevano Andrea Tornielli, Luigi Giussani, Antonio Socci…e che l’allora cardinal Bergoglio leggeva  e apprezzava.


Vi si spiega quando e come è lecito riprendere i propri superiori, compreso il papa, rimamendo nel rispetto della fede e della Tradizione di Agostino, Tommaso….


 
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“Correggere” il Papa? Sì, si può. Lo spiega il padre domenicano Spiazzi

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Abbiamo trascritto per voi quest’articolo (ne manca solo un parte) del teologo domenicano P. Raimondo Spiazzi — riportato oggi dal sito Libertà&Persona — riguardo la correzione dei superiori da parte dei sudditi. La Chiesa non solo lo permette, ma in certi casi, addirittura lo raccomanda.

Correggere i superiori? A volte è carità

di Padre Raimondo Spiazzi, O.P.

D’altra parte, se esclude il timore servile, afferma anche in questo caso la necessità del timore reverenziale, che ispira anche il “debito modo” nel fare la correzione fraterna (che anzi si direbbe filiale) a chi è costituito in autorità: “Essa cioè non va fatta con insolenza né con durezza, ma con mansuetudine e con rispetto”. San Paolo diceva: “Come a un padre” (1Tim 5,3). Paolo VI raccomandava: “Con amore, senza amarezza”.

La critica nella Chiesa e alla Chiesa ha preso negli ultimi decenni toni di amarezza e di arroganza che difficilmente sono conciliabili con la legge della carità che comanda la correzione fraterna (e filiale). Oltre la conformazione allo spirito e alle mode del secolo, denunciata a suo tempo, da padre Henri de Lubac, in molti casi — anche ben noti — era ed è presente un fattore di patologia psicologica che porta ben oltre l’esercizio dell’opera di misericordia e può comportare errori teologici e falli di ordine spirituale oggettivamente gravi.

In particolare occorre riflettere sulla necessità dell’amore filiale e del timore reverenziale nei confronti del “prelato” – Papa, vicario di Cristo nella Chiesa che è tutta “sub uno”, come dice San Tommaso (cfr.II-II, q.39,a1) e commenta il Gaetano: ” Sono scismatici coloro che vogliono costituire per conto proprio una Chiesa particolare” (cfr. San Tommaso in IV Sent. D.13, q.2, a.1, ad 2); oggi si potrebbe dire una Chiesa parallela, o dei gruppi cristiani a sé stanti contestativi per principio. C’è da chiedersi se persone e gruppi del dissenso non si muovano su questa linea, che non è quella della carità.

Certo, non vi è uomo di Chiesa che già in terra possegga la perfezione. Forse nemmeno i Santi riconosciuti dalla Chiesa hanno superato tutti i difetti, tutte le imperfezioni derivanti dalla natura, mentre erano in terra, nemmeno San Pio X!

Il nostro maestro di noviziato ci spiegava che l’importante era che non ci fosse in loro (e in noi tutti) il peccato veniale deliberato, mentre poteva ancora esserci quellosemideliberato, ossia dovuto a una non pronta resistenza a un moto della natura (per esempio in un atto di impazienza o di golosità). Lasciamo stare.

Il Gaetano pone una questione ben più ardua: quella di un papa che, come persona, è in conflitto col suo ufficio, col suo dovere di papa (cfr. in II-II, q.39, a,1, n.6).

Charles Journet, in quel monumento di sapienza teologica, di ecclesiologia, di spiritualità che è la sua opera L’Eglise du Verbe Incarnè, esamina le ipotesi di un “papa cattivo, ma ancora credente” (vol. I, pag. 547 ss.), di un “papa eretico” (pag. 625), di un “papa scismatico” (vol. II, pag. 839 ss.). Ed applica a questi casi la dottrina del Gaetano, secondo il quale è lecito correggere anche in pubblico i superiori in due casi: quando errano nella fede e insegnano i propri errori agli altri; e quando scandalizzano gravemente il popolo con i loro costumi. “E a questo sono tenuti sia i prìncipi della Chiesa sia quelli del mondo civile, quando il papa scandalizzasse la Chiesa, e ammonito privatamente con rispetto, non desse segni di resipiscenza” (in II-II, q.33, a.4).

In caso, dunque, di pervicacia.

Oggi si tratta di ipotesi teoriche, delle quali nemmeno i più accaniti antipapisti e antiromani oserebbero seriamente asserire l’attuazione nella Chiesa contemporanea. Le critiche odierne sembrano aver di mira l’abbondanza o sovrabbondanza del Magistero centrale, che porterebbe alla riduzione dei limiti nel campo della ricerca e, come si diceva ai tempi di San Tommaso, della disputa teologica.

Forse sarebbe utile ricordare, con lo stesso Aquinate, che esistono due tipi di dispute. Una è quelle che tende a rimuovere i dubbi circa l’esistenza di una verità (an sit verum); e in tale disputa teologica bisogna servirsi al massimo delle autorità ammesse dalla controparte (Bibbia, Padri e Dottori della Chiesa). È chiaro che il Magistero centrale e locale ha una funzione essenziale soprattutto in questo campo, dove è sempre più intervenuto per l’insorgenza dei problemi di fede e di morale e il disorientamento prodotto spesso nei fedeli da maestri inidonei o ambigui.

“L’altro tipo di disputa è quello magistrale, volto non tanto a rimuovere l’errore, ma ad istruire gli uditori (o lettori) e portarli alla penetrazione della verità che si intende spiegare, per far capire la ragionevolezza di ciò che si dà (quomodo sit verum): altrimenti, se il maestro determina la questione con la sua autorità, l’uditore (o il lettore) verrà a sapere che quella è la verità (secondo la Chiesa) ma non acquisterà nulla dal punto di vista scientifico e se ne tornerà vuoto (vacuus abscedet)…”(Quodlibetum IV, q.9, n.3).

Qui è l’immenso campo di lavoro per il teologo, il quale però, come ogni credente, non potrà non tener conto “dell’autorità della Chiesa universale (…) la quale autorità risiede principalmente nel Pontefice” (II-II. q.11, a.2, ad 3).

Se poi si desse il caso di una correzione fraterna (o filiale) nei confronti dell’autorità della Chiesa, l’atto di carità non potrà non essere accompagnato dall’umiltà (cfr. II-II q.33, a.4, ad 3).

San Paolo nel “resistere in faccia a Pietro davanti a tutti” (Gal 2,14), non si presentava con presuntuosa superbia, ma con lealtà, tanto più che “in qualche modo era pari di Pietro in difesa della fede. E pur essendo anche suo suddito, lo rimproverò pubblicamente per il pericolo di scandalo nella fede. Sicché Sant’Agostino commenta: “Pietro stesso diede l’esempio ai superiori di non sdegnare di essere corretti dai sudditi, quando capita di allontanarsi dalla giusta via” (in Gal 2,14)” (II-II q,33, a.4, ad 2).

In questa linea di Sant’Agostino anche l’Aquinate conduce la sua analisi e spiegazione del comportamento di Paolo nel commento alla Lettera ai Galati (cfr Lectio III, vv. 11,14).

© 30Giorni – giugno 1992 n.6




Chi sono i 45 critici della Amoris Laetitia

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firmatari del documento di critica allaAmoris laetitiaredatto da 45 teologi, filosofi, storici e pastori di anime non sono anonimiIl loro elenco non è stato immediatamente  reso pubblico per il carattere riservato della iniziativa, direttamente rivolta al cardinale Angelo Sodano, decano del Sacro Collegio e ai 218 cardinali e patriarchi.

I firmatari chiedono ai cardinali, nella loro funzione di consiglieri ufficiali del Papa, «di inoltrare al Santo Padre la richiesta di ripudiare gli errori presenti nel documento in modo definitivo e finale, e di dichiarare autorevolmente che non è necessario che i credenti credano a quanto affermato dall’Amoris laetitia».

Il documento, di 13 pagine, non è stato ancora pubblicato, mentre la lista dei firmatari è apparsa il 22 luglio sul National Catholic Reporter, da cui la riprendiamo.

Dr. Jose Tomas Alvarado
Associate Professor
Institute of Philosophy, Pontifical Catholic University of Chile

Rev. Fr. Scott Anthony Armstrong PhD
Brisbane Oratory in formation

Rev. Claude Barthe

Rev. Ray Blake
Parish priest of the diocese of Arundel and Brighton

Fr. Louis-Marie de Blignieres FSVF
Doctor of Philosophy

Dr. Philip Blosser
Professor of Philosophy
Sacred Heart Major Seminary, Archdiocese of Detroit

Msgr. Ignacio Barreiro Carambula, STD, JD
Chaplain and Faculty Member of the Roman Forum

Rev. Fr. Thomas Crean OP, STD
Holy Cross parish, Leicester

Fr. Albert-Marie Crignion FSVF
Doctor designatus of Theology

Roberto de Mattei
Professor of History of Christianity, European University of Rome

Cyrille Dounot JCL
Professor of Law, the University of Auvergne
Ecclesiastical advocate, archdiocese of Lyon

Fr. Neil Feguson OP, MA, BD
Lecturer in sacred Scripture, Blackfriars Hall, University of Oxford

Dr. Alan Fimister STL, PhD
Assistant Professor of Theology, St. John Vianney Seminary, archdiocese of Denver

Luke Gormally
Director Emeritus, The Linacre Centre for Healthcare Ethics
Sometime Research Professor, Ave Maria School of Law, Ann Arbor, Michigan
Ordinary Member, The Pontifical Academy for Life

Carlos A. Casanova Guerra
Doctor of Philosophy, Full Professor of Universidad Santo Tomas de Chile

Rev. Brian W. Harrison OS, MA, STD
Associate Professor of Theology (retired), Pontifical University of Puerto Rico; Scholar-in-Residence, Oblates of Wisdom Study Center, St. Louis, Missouri; Chaplain, St. Mary of Victories Chapel, St. Louis, Missouri

Rev. Simon Henry BA (Hons), MA
Parish priest of the archdiocese of Liverpool

Rev. John Hunwicke
Former Senior Research Fellow, Pusey House, Oxford; Priest of the Ordinariate of Our Lady ofWalsingham

Peter A. Kwasniewski PhD, Philosophy
Professor, Wyoming Catholic College

Dr. John R.T. Lamont STL, D.Phil

Fr. Serafino M. Lanzetta, PhD
Lecturer in Dogmatic Theology, Theological Faculty of Lugano, Switzerland
Priest in charge of St. Mary’s, Gosport, in the diocese of Portsmouth

Dr. Anthony McCarthy
Visiting Lecturer in Moral Philosophy at the International Theological Institute, Austria

Rev. Stephen Morgan D.Phil (Oxon)
Lecturer & Tutor in Theology, Maryvale Higher Institute of Religious Sciences

Don Alfredo Morselli STL
Parish priest of the archdiocese of Bologna

Rev. Richard A. Munkelt PhD
Chaplain and Faculty Member, Roman Forum

Fr. Aidan Nichols OP, PhD
Formerly John Paul II Lecturer in Roman Catholic Theology, University of Oxford
Prior of the Convent of St. Michael, Cambridge

Fr. Robert Nortz MMA, STL
Director of Studies, Monastery of the Most Holy Trinity, Massachusetts (Maronite)

Rev. John Osman MA, STL
Parish priest in the archdiocese of Birmingham, former Catholic chaplain to the University of Cambridge

Christopher D. Owens STL (Cand.)
Adjunct Instructor, Faculty of Theology and Religious Studies, St. John’s University (NYC)
Director, St. Albert the Great Center for Scholastic Studies

Rev. David Palmer MA
Ordinariate of Our Lady of Walsingham
Chair of Marriage and Family Life Commission, Diocese of Nottingham

Dr. Paolo Pasqualucci
Professor of Philosophy (retired), University of Perugia

Dr. Claudio Pierantoni
Professor of Medieval Philosophy in the Philosophy Faculty of the University of Chile
Former Professor of Church History and Patrology at the Faculty of Theology of the PontificiaUniversidad Catolica de Chile
Member of the International Association of Patristic Studies

Fr. Anthony Pillari JCL (Cand.)
Priest of the archdiocese of San Antonio, chaplain to Carmelite nuns

Prof. Enrico Maria Radaelli
International Science and Commonsense Association (ISCA)
Department of Metaphysics of Beauty and Philosophy of Arts, Research Director

Dr. John C. Rao D.Phil (Oxford)
Associate Professor of History, St. John’s University (NYC)
Chairman, Roman Forum

Fr. Reginald-Marie Rivoire FSVF
Doctor designatus of canon law

Rt. Rev. Giovanni Scalese CRSP, SThL, DPhil
Ordinary of Afghanistan

Dr. Joseph Shaw
Fellow and Tutor in Philosophy at St. Benet’s Hall, Oxford University

Dr. Anna M. Silvas FAHA
Adjunct research fellow, University of New England, NSW, Australia

Michael G. Sirilla, PhD
Professor of Systematic and Dogmatic Theology, Franciscan University of Steubenville

Professor Dr. Thomas Stark
Phil.-Theol. Hochschule Benedikt XVI, Heiligenkreuz

Rev. Glen Tattersall
Parish priest, Parish of Bl. John Henry Newman, archdiocese of Melbourne
Rector, St. Aloysius’ Churchù

Giovanni Turco
Professor of the Philosophy of Public Law, University of Udine

Fr. Edmund Waldstein OCist.
Vice-Rector of the Leopoldinum seminary and lecturer in moral theology at the Phil.-Theol. HochschuleBenedikt XVI, Heiligenkreuz

Nicholas Warembourg
Professeur agrege des facultes de droit
Ecole de Droit de la Sorbonne – Universite Paris 1

(di Emmanuele Barbieri)




[Modificato da Caterina63 25/07/2016 12:29]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)