00 27/01/2016 18:52

UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro
Mercoledì, 27 gennaio 2016

[Multimedia]



 

5. Dio ascolta il grido e fa alleanza

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nella Sacra Scrittura, la misericordia di Dio è presente lungo tutta la storia del popolo d’Israele.

Con la sua misericordia, il Signore accompagna il cammino dei Patriarchi, dona loro dei figli malgrado la condizione di sterilità, li conduce per sentieri di grazia e di riconciliazione, come dimostra la storia di Giuseppe e dei suoi fratelli (cfr Gen 37-50). E penso ai tanti fratelli che sono allontanati in una famiglia e non si parlano. Ma quest’Anno della Misericordia è una buona occasione per ritrovarsi, abbracciarsi e perdonarsi e dimenticare le cose brutte.

Ma, come sappiamo, in Egitto la vita per il popolo si fa dura. Ed è proprio quando gli Israeliti stanno per soccombere, che il Signore interviene e opera la salvezza.

Si legge nel Libro dell’Esodo: «Dopo molto tempo il re d’Egitto morì. Gli Israeliti gemettero per la loro schiavitù, alzarono grida di lamento e il loro grido dalla schiavitù salì a Dio. Dio ascoltò il loro lamento, Dio si ricordò della sua alleanza con Abramo, Isacco e Giacobbe. Dio guardò la condizione degli Israeliti, Dio se ne prese cura» (2,23-25). La misericordia non può rimanere indifferente davanti alla sofferenza degli oppressi, al grido di chi è sottoposto a violenza, ridotto in schiavitù, condannato a morte. E’ una dolorosa realtà che affligge ogni epoca, compresa la nostra, e che fa sentire spesso impotenti, tentati di indurire il cuore e pensare ad altro. Dio invece «non è indifferente» (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2016, 1), non distoglie mai lo sguardo dal dolore umano. Il Dio di misericordia risponde e si prende cura dei poveri, di coloro che gridano la loro disperazione. Dio ascolta e interviene per salvare, suscitando uomini capaci di sentire il gemito della sofferenza e di operare in favore degli oppressi.

È così che comincia la storia di Mosè come mediatore di liberazione per il popolo. Egli affronta il Faraone per convincerlo a lasciare partire Israele; e poi guiderà il popolo, attraverso il Mar Rosso e il deserto, verso la libertà. Mosè, che la misericordia divina ha salvato appena nato dalla morte nelle acque del Nilo, si fa mediatore di quella stessa misericordia, permettendo al popolo di nascere alla libertà salvato dalle acque del Mar Rosso. E anche noi in quest’Anno della Misericordia possiamo fare questo lavoro di essere mediatori di misericordia con le opere di misericordia per avvicinare, per dare sollievo, per fare unità. Tante cose buone si possono fare.

La misericordia di Dio agisce sempre per salvare. È tutto il contrario dell’opera di quelli che agiscono sempre per uccidere: ad esempio quelli che fanno le guerre. Il Signore, mediante il suo servo Mosè, guida Israele nel deserto come fosse un figlio, lo educa alla fede e fa alleanza con lui, creando un legame d’amore fortissimo, come quello del padre con il figlio e dello sposo con la sposa.

A tanto giunge la misericordia divina. Dio propone un rapporto d’amore particolare, esclusivo, privilegiato. Quando dà istruzioni a Mosè riguardo all’alleanza, dice: «Se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli; mia infatti è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa» (Es 19,5-6).

Certo, Dio possiede già tutta la terra perché l’ha creata; ma il popolo diventa per Lui un possesso diverso, speciale: la sua personale “riserva di oro e argento” come quella che il re Davide affermava di aver donato per la costruzione del Tempio.

Ebbene, tali noi diventiamo per Dio accogliendo la sua alleanza e lasciandoci salvare da Lui. La misericordia del Signore rende l’uomo prezioso, come una ricchezza personale che Gli appartiene, che Egli custodisce e in cui si compiace.

Sono queste le meraviglie della misericordia divina, che giunge a pieno compimento nel Signore Gesù, in quella “nuova ed eterna alleanza” consumata nel suo sangue, che con il perdono distrugge il nostro peccato e ci rende definitivamente figli di Dio (cfr 1 Gv3,1), gioielli preziosi nelle mani del Padre buono e misericordioso. E se noi siamo figli di Dio e abbiamo la possibilità di aver questa eredità - quella della bontà e della misericordia - in confronto con gli altri, chiediamo al Signore che in quest’Anno della Misericordia anche noi facciamo cose di misericordia; apriamo il nostro cuore per arrivare a tutti con le opere di misericordia, l’eredità misericordiosa che Dio Padre ha avuto con noi.


Saluti:

Je salue cordialement les pèlerins de langue française, en particulier l’Institut Saint Dominique de Rome et les nombreux jeunes, ainsi que les personnes venues de Côte d’Ivoire. 
Nous sommes chacun précieux et unique aux yeux de Dieu. Que le Seigneur, par sa miséricorde, nous donne la grâce d’approfondir chaque jour la relation qu’il entretient avec nous et de répondre à son appel de tout notre cœur.
Que Dieu vous bénisse !

[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare l’Istituto Saint Dominique di Roma e i numerosi giovani, come pure le persone venute dalla Costa d’Avorio. Ciascuno di noi è prezioso e unico agli occhi di Dio. Che il Signore, attraverso la sua misericordia, ci doni la grazia di approfondire ogni giorno la relazione che egli instaura con noi e di rispondere al suo appello con tutto il nostro cuore.
Che Dio vi benedica!
]

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially those from the United States of America. With prayerful good wishes that the present Jubilee of Mercy will be a moment of grace and spiritual renewal for you and your families, I invoke upon all of you joy and peace in our Lord Jesus Christ. God bless you all!

[Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti dagli Stati Uniti d’America. Con fervidi auguri che il presente Giubileo della Misericordia sia per voi e per le vostre famiglie un tempo di grazia e di rinnovamento spirituale, invoco su voi tutti la gioia e pace del Signore Gesù. Dio vi benedica!]

Mit Freude heiße ich die Pilger und Besucher deutscher Sprache willkommen. Insbesondere grüße ich die Mitglieder derUnabhängigen Opferschutzkommission in Österreich in Begleitung von Kardinal Christoph Schönborn und Bischof Klaus Küng. Der Herr verlässt uns nie. Lassen wir uns von seiner barmherzigen Liebe umwandeln, um echte Kinder Gottes zu sein. Von Herzen segne ich euch alle.

[Sono lieto di accogliere i pellegrini e visitatori di lingua tedesca. In particolare saluto i membri della Commissione indipendente per la Protezione delle Vittime in Austria, accompagnati dal Cardinale Christoph Schönborn e dal Vescovo Mons. Klaus Küng. Il Signore non ci abbandona mai. Lasciamoci trasformare dal suo amore misericordioso per essere veri figli di Dio. Di cuore vi benedico tutti.]

Queridos peregrinos de língua portuguesa, sede bem-vindos! A todos vos saúdo, especialmente aos fiéis de Brasília e São José dos Campos, desejando-vos que nada e ninguém possa impedir-vos de viver e crescer na amizade de Deus Pai; mas deixai que o seu amor sempre vos regenere como filhos e vos reconcilie com Ele e com os irmãos. Desça, sobre vós e vossas famílias, a abundância das suas bênçãos.

[Carissimi pellegrini di lingua portoghese, benvenuti! Nel salutarvi tutti, specialmente i fedeli di Brasília e São José dos Campos, vi auguro che niente e nessuno possa impedirvi di vivere e crescere nell’amicizia di Dio Padre; lasciate invece che il suo amore sempre vi rigeneri come figli e vi riconcili con Lui e con i fratelli. Scenda su di voi e sulle vostre famiglie l’abbondanza delle sue benedizioni. ]

أتوجه بتحية قلبية للحجاج الناطقين باللغة العربية، وخاصة القادمين من العراق ومن الشرق الأوسط.‏ ‏إن الله لا يبقى صامتا أمام آلام وصراخ أبنائه، وأمام الظلم والاضطهاد بل يتدخل ويمنح برحمته الأبدية‏ ‏الخلاص والمعونة.‏ فهو يمهل الخاطئ حتى يتوب، ويبحث عن الضال حتى يعود، لأن الله "يريد أن جميع ‏الناس يخلصون وإلى معرفة الحق يقبلون" (1 تي 2، 4). ليبارككم الرب جميعا ويحرسكم من الشرير!‏‏

[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in ‎particolare a quelli provenienti dall’Iraq e dal Medio Oriente. Dio non rimane ‎in silenzio dinanzi alle sofferenze e alle grida dei suoi figli, o dinanzi ‎all’ingiustizia e alla persecuzione, ma interviene e dona, con la Sua ‎Misericordia, la salvezza e il soccorso. Egli usa pazienza con il peccatore per ‎indurlo alla conversione e cerca lo smarrito affinché ritorni, perché Dio ‎‎“vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della ‎verità” (1 Tim. 2, 4)‎. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga dal maligno!‎]

Witam przybyłych na tę audiencję pielgrzymów polskich. Nadzwyczajny Jubileusz zaprasza nas, byśmy otworzyli serca na dary Bożego Miłosierdzia: nawrócenia, przebaczenia grzechów, odnowy ducha, miłości i pokoju. Umocnieni tymi darami pamiętajmy, że Bóg nieustannie nas kocha, słucha, oczekuje naszej wierności przymierzu, które zawarł z nami w dniu naszego Chrztu świętego. Bądźmy dla bliźnich i świata całego świadkami Jego miłości. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Do il mio saluto ai pellegrini polacchi venuti a quest’udienza. Il Giubileo Straordinario ci invita ad aprire i cuori ai doni della Divina misericordia: conversione, perdono dei peccati, rinnovamento dello spirito, amore e pace. Confermati da questi doni, ricordiamo che Dio ci ama costantemente, ci ascolta, attende la nostra fedeltà all’alleanza stretta con noi il giorno del battesimo. Per il nostro prossimo e per il mondo intero siamo testimoni del suo amore. Sia lodato Gesù Cristo.]


Saluti

Un pensiero speciale ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Domani ricorre la memoria liturgica di San Tommaso d’Aquino, patrono delle scuole cattoliche.
Il suo esempio spinga voi, cari giovani, a vedere in Gesù misericordioso l’unico maestro di vita;
la sua intercessione ottenga per voi, cari ammalati, la serenità e la pace presenti nel mistero della croce;
e la sua dottrina sia un incoraggiamento per voi, cari sposi novelli, ad affidarvi alla sapienza del cuore per adempiere la vostra missione.

 



 

GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA

PAPA FRANCESCO

UDIENZA GIUBILARE

Sabato, 30 gennaio 2016

[Multimedia]

Stamane papa Francesco ha tenuto la prima delle udienze del sabato che, nell'Anno Santo, “duplicheranno” in Piazza San Pietro quelle del mercoledì. Il Papa ha proseguito la catechesi sulla misericordia, proponendo una meditazione sul nesso inscindibile tra misericordia e missione.



 

Misericordia e Missione

Cari fratelli e sorelle,

entriamo giorno dopo giorno nel vivo dell’Anno Santo della Misericordia. Con la sua grazia, il Signore guida i nostri passi mentre attraversiamo la Porta Santa e ci viene incontro per rimanere sempre con noi, nonostante le nostre mancanze e le nostre contraddizioni. Non stanchiamoci mai di sentire il bisogno del suo perdono, perché quando siamo deboli la sua vicinanza ci rende forti e ci permette di vivere con maggiore gioia la nostra fede.

Vorrei indicarvi oggi lo stretto legame che intercorre tra la misericordia e la missione. 

Come ricordava san Giovanni Paolo II: «La Chiesa vive una vita autentica, quando professa e proclama la misericordia e quando accosta gli uomini alle fonti della misericordia» (Enc. Dives in misericordia, 13). Come cristiani abbiamo la responsabilità di essere missionari del Vangelo. Quando riceviamo una bella notizia, o quando viviamo una bella esperienza, è naturale che sentiamo l’esigenza di parteciparla anche agli altri. Sentiamo dentro noi che non possiamo trattenere la gioia che ci è stata donata: vogliamo estenderla. La gioia suscitata è tale che ci spinge a comunicarla.

E dovrebbe essere la stessa cosa quando incontriamo il Signore: la gioia di questo incontro, della sua misericordia, comunicare la misericordia del Signore. Anzi, il segno concreto che abbiamo davvero incontrato Gesù è la gioia che proviamo nel comunicarlo anche agli altri. E questo non è “fare proselitismo”, questo è fare un dono: io ti do quello che mi dà gioia. Leggendo il Vangelo vediamo che questa è stata l’esperienza dei primi discepoli: dopo il primo incontro con Gesù, Andrea andò a dirlo subito a suo fratello Pietro (cfr Gv 1,40-42), e la stessa cosa fece Filippo con Natanaele (cfr Gv 1,45-46). Incontrare Gesù equivale a incontrarsi con il suo amore. Questo amore ci trasforma e ci rende capaci di trasmettere ad altri la forza che ci dona. In qualche modo potremmo dire che dal giorno del Battesimo viene dato a ciascuno di noi un nuovo nome in aggiunta a quello che già danno mamma e papà, e questo nome è “Cristoforo”: tutti siamo “Cristofori”. Cosa significa? “Portatori di Cristo”. E’ il nome del nostro atteggiamento, un atteggiamento di portatori della gioia di Cristo, della misericordia di Cristo. Ogni cristiano è un “Cristoforo”, cioè un portatore di Cristo!

La misericordia che riceviamo dal Padre non ci è data come una consolazione privata, ma ci rende strumenti affinché anche altri possano ricevere lo stesso dono. C’è una stupenda circolarità tra la misericordia e la missione. Vivere di misericordia ci rende missionari della misericordia, ed essere missionari ci permette di crescere sempre più nella misericordia di Dio. Dunque, prendiamo sul serio il nostro essere cristiani, e impegniamoci a vivere da credenti, perché solo così il Vangelo può toccare il cuore delle persone e aprirlo a ricevere la grazia dell’amore, a ricevere questa grande misericordia di Dio che accoglie tutti.


Saluti:

Je suis heureux d’accueillir les personnes de langue française. 
Je vous invite tous à être d’authentiques missionnaires de la miséricorde pour que l’Evangile puisse toucher le cœur des personnes et les ouvrir à la grâce de l’amour de Dieu. Que Dieu vous bénisse !

[Sono lieto di accogliere i fedeli di lingua francese. Vi invito tutti ad essere autentici missionari della misericordia, perché il Vangelo possa toccare il cuore degli uomini e aprirli alla grazia dell’amore di Dio. Che Dio vi benedica!]

I offer an affectionate greeting to all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience. May your stay in the Eternal City confirm you in love for our Lord, and may he make you his missionaries of mercy, especially for all those who feel distant from God. May God bless you all!

[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua inglese presenti a questa Udienza. Il vostro soggiorno nella Città eterna vi confermi nell’amore di Cristo, ed Egli ci faccia suoi missionari di misericordia, specialmente per tutti coloro che si sentono lontani da Dio. Dio vi benedica tutti!]

Einen herzlichen Gruß richte ich an alle Pilger deutscher Sprache. Bitten wir die selige Jungfrau Maria, die Mutter der Barmherzigkeit, dass wir immer mehr zu Missionaren der Barmherzigkeit werden. Gott segne euch alle.

[Rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini di lingua tedesca. Preghiamo la beata Vergine Maria, Madre della Misericordia, affinché ci aiuti a diventare sempre più missionari della Misericordia. Dio vi benedica tutti.]

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los venidos de España y Latinoamérica. Hermanos y hermanas, los animo a ser portadores de Cristo, y ser verdaderos misioneros de la misericordia de Dios en medio de las circunstancias que les toca vivir. Muchas gracias.

De coração saúdo todos os peregrinos de língua portuguesa. Sede bem-vindos! Neste Ano Santo da Misericórdia, somos chamados a reconhecer que necessitamos do perdão que Deus nos oferece gratuitamente, pois quando somos humildes, o Senhor nos torna mais fortes e alegres na nossa fé cristã. Desça, generosa, pela intercessão da Virgem Maria, a Bênção de Deus sobre cada um de vós e vossas famílias.

[Di cuore saluto tutti i pellegrini di lingua portoghese: benvenuti! In quest’Anno Santo della Misericordia, siamo chiamati a riconoscere che abbiamo bisogno del perdono che Dio ci offre gratuitamente perché, quando siamo umili, il Signore ci rende più forti e gioiosi nella nostra fede cristiana. Scenda generosa, per intercessione della Vergine Maria, la Benedizione di Dio su ognuno di voi e sulle vostre famiglie.]

أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربيّة وخصوصًا بالقادمينَ من الشّرق الأوسط! كمسيحيّين لدينا مسؤوليّة أن نكون مرسلين للإنجيل وحاملين للمسيح! لذلك، لنأخذ على محمل الجدّ حقيقة كونِنا مسيحيّين ولنلتزم بالعيش كمؤمنين. ليبارككم الربّ!  

[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, come cristiani abbiamo la responsabilità di essere missionari del Vangelo e portatori di Cristo! Prendiamo dunque sul serio il nostro essere cristiani e impegniamoci a vivere da credenti. Il Signore vi benedica!]

Serdecznie pozdrawiam Polaków przybyłych na pierwszą, jubileuszową audiencję Roku Świętego. Dzisiaj uświadamiamy sobie, że wszyscy mamy stać się misjonarzami Bożego miłosierdzia. Prośmy Chrystusa, by umocnił naszą wiarę, utwierdził w świętości, abyśmy na co dzień byli dla siebie dobrzy i miłosierni, przebaczając sobie nawzajem, tak jak i Bóg nam przebaczył (por. Ef 4, 32). Zachęcając każdego z was do podjęcia misji miłosierdzia z serca wam błogosławię.

[Saluto cordialmente i Polacchi venuti alla prima udienza giubilare dell’Anno Santo. Oggi ci rendiamo conto che tutti dobbiamo diventare missionari della Divina misericordia. Chiediamo a Cristo che rafforzi la nostra fede, che ci confermi nella santità, affinché ogni giorno possiamo essere benevoli e misericordiosi fra di noi, perdonandoci a vicenda come Dio ci ha perdonato (cfr. Ef 4,32). Incoraggiando ognuno di voi a realizzare la missione di misericordia, vi benedico di cuore.]

* * *

Qualcuno di voi si è domandato come è la casa del Papa, dove abita il Papa. Il Papa abita qui dietro, a Casa Santa Marta. E’ una casa grande, dove abitano una quarantina di sacerdoti e alcuni vescovi che con me lavorano in Curia, e ci sono anche ospiti di passaggio: Cardinali, Vescovi, laici che vengono a Roma per gli incontri nei Dicasteri, e queste cose...

E c’è un gruppo di uomini e donne, che portano avanti i lavori della casa, sia nei lavori della pulizia, nella cucina, nella sala da pranzo. E questo gruppo di uomini e donne sono parte della nostra famiglia, formano una famiglia: non sono dipendenti lontani, perché noi li consideriamo come parte della nostra famiglia. E vorrei dirvi che oggi il Papa è un po’ triste perché ieri è mancata una signora che ci aiuta tanto, da anni … Anche suo marito lavora qui, con noi, in questa casa. Dopo una lunga malattia, il Signore l’ha chiamata a sé. Si chiama Elvira. E io vi invito, oggi, a fare due opere di misericordia: pregare per i defunti e consolare gli afflitti. E vi invito a pregare un’Ave Maria per la pace eterna e la gioia eterna della signora Elvira, e perché il Signore consoli suo marito e i suoi figli.

Porgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. 

Mi rivolgo, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Domani ricorderemo san Giovanni Bosco, apostolo della gioventù. Guardate a lui, cari giovani, come all’educatore esemplare. Voi, cari ammalati, apprendete dalla sua esperienza spirituale a confidare sempre in Cristo crocifisso. E voi, cari sposi novelli, ricorrete alla sua intercessione per assumere con impegno generoso la vostra missione coniugale.

   


[Modificato da Caterina63 31/01/2016 16:30]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)