Costanza Miriano 13-01-16
Che vuol dire che la Chiesa deve assumere un atteggiamento di “umiltà, disinteresse, beatitudine” – le tre parole d’ordine consegnate da Papa Bergoglio all’ultimo convegno ecclesiale di Firenze? Che cosa significa questo nel caso specifico della battaglia sulle unioni civili: niente battaglie politiche, niente posizioni pubbliche, niente piazze, nessuna approvazione esplicita a chi giudica sbagliato un determinato disegno di legge?
La vulgata, cara ai politici che vogliono salvare la faccia davanti ai cattolici, e accolta a braccia aperte dalla massa di non credenti e ipocredenti (copyright Camillo Langone), vuole che questo atteggiamento disinteressato si traduca in una chiesa che dice di non avere nulla contro il riconoscimento dei diritti individuali delle persone omosessuali, a patto che si investa anche sulla famiglia. Questa in soldoni la posizione. Io credo che, al contrario, questa sia una posizione eminentemente politica (parola alla quale non do affatto un’accezione negativa: magari ci fosse un partito di veri cattolici, io per esempio sono piena di amici che non sanno più chi votare). Non condivido la posizione, ma credo appunto che sia una posizione politica, cioè di una chiesa che vuole dire la sua sulle leggi dello stato.
Una chiesa umile e disinteressata, per come la vedo, dovrebbe invece preoccuparsi prima di tutto del destino ultimo dei suoi figli, e non degli equilibri politici. Una chiesa della beatitudine è una chiesa che per fede sta in mezzo al mondo tormentato rimanendo serena; è una chiesa che insegna ai suoi a prendere sul serio le beatitudini – non vi è altra strada: la beatitudine, per esempio, di avere fame e sete della giustizia, e quella di non temere le conseguenze delle proprie posizioni, fossero anche persecuzioni (sugli insulti stiamo già a posto, grazie).
Noi credenti abbiamo bisogno di pastori che siano padri con noi, che sappiamo dirci la verità con dolcezza e fermezza, abbiamo bisogno di padri che vogliono la verità sull’uomo, non di uomini pubblici che dicono allo stato come fare le leggi, perché tanto i parlamentari fanno già tranquillamente come pare loro senza aspettare benedizioni, e tra l’altro una chiesa così è sempre meno influente sul piano politico (vedasi legge sul divorzio breve). Non vogliamo pastori come tanti di quelli tedeschi, che strizzano l’occhio al mondo, e poi hanno le chiese vuote, perché la gente è attratta dalla grandezza, le cose a buon mercato le trova ovunque. Ma non è la debolezza politica di una chiesa siffatta che mi preoccupa. Ben venga l’irrilevanza e la marginalità, se ci salviamo l’anima. O non ci crediamo più che c’è una vita eterna dopo questa?
Nel 2012 ha fondato il gruppo Femen del Brasile. Con altre 4 a seno nudo si è poi scatenata in una serie di “manifestazioni” fra le quali, a Rio de Janeiro, il bacio con una collega seminuda sullo sfondo di una croce davanti la chiesa di Nostra Signora di Candelaria. Ma le Femen non le bastavano (“un business”) e nel 2013 dà vita al gruppo femminista Bastardxs, anch’esso nemico di ogni valore e soprattutto di ogni vestito.
Parliamo di Sara Fernanda Giromin, in arte “Sara Winter”, tutta piercing e tatuaggi, che però… è mamma da poco (dopo avere regolarmente abortito il primo figlio). Scrive nel libro che ha pubblicato: “Mi sono pentita di aver abortito e oggi chiedo perdono. Ieri mio figlio [il secondo] ha compiuto un mese e la mia vita ha assunto un nuovo significato. Mentre scrivo, lui dorme serenamente nel mio grembo. È la sensazione più bella del mondo”. Il pentimento comporta interessanti ammissioni circa l’uso di droghe, rapporti sessuali e la propria bisessualità, resa necessaria nel mondo del femminismo, nonchè circa il carattere settario di quel mondo: “Le donne lesbiche e bisessuali hanno molta più voce e molto più rispetto all’interno del movimento, per cui cercando il riconoscimento della mia lotta ho decostruito la mia eterosessualità e l’ho sostituita con una bisessualità artificiale”.
E ancora:“Per la setta femminista, le donne non sono l’ispirazione, ma la materia prima nel senso peggiore della definizione. Sono oggetti convenienti utili allo scopo di infiammare l’odio contro la religione cristiana, contro gli uomini, contro la bellezza delle donne, contro l’equilibrio delle famiglie. Il femminismo è questo, e posso garantire che è così perché ci stavo dentro!” Effettivamente, vedendo Femen in azione, il dubbio è venuto a molti. Non è il solo dubbio. Dove trovano i soldi per vivere, spostarsi in aereo in tutto il mondo e disporre di alberghi, avvocati e impunità giudiziaria? Nel 2013 hanno profanato la cattedrale parigina di Notre-Dame, danneggiando furiosamente (sempre a seno nudo, bastoni alla mano) una campana ricoperta d’oro e urlando slogan contro Benedetto XVI.
Capire cosa ci sia dietro certi movimenti sarebbe utile a comprenderne i reali obiettivi. Ma tornando alla Giromin è interessante misurare il suo pentimento nel video di YouTube I ask Christians for forgiveness for feminist protest (Chiedo perdono ai cristiani per le proteste femministe), in cui ella riconosce che “Chiedere perdono non è sicuramente una cosa facile da fare”,
anche se “Siamo andate troppo oltre e abbiamo finito per offendere molte persone religiose e non”.
E sul perdono dei cristiani aggiunge in una intervista al portale Guia-me: “Mi sento molto felice e benaccolta. Non avrei mai immaginato che le persone religiose prendessero sul serio il ‘perdono’.
“ Sarà per questo, sarà perché è mamma, la ex Femen devolverà una percentuale degli incassi del libro alle cause pro-life ed è in giro a tenere conferenze contro il femminismo ed il gender con la psicologa Marisa Lobo, psicologa e nota attivista cristiana, che sponsorizza i metodi di cura per gli omosessuali.
Diego Torre
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)