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2.3/ La scelta della fede: l’opzione fondamentale della ricerca di piacere a Dio

dagli Esercizi spirituali [23] PRINCIPIO E FONDAMENTO.
L'uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e così raggiungere la salvezza; le altre realtà di questo mondo sono create per l'uomo e per aiutarlo a conseguire il fine per cui è creato
. Da questo segue che l'uomo deve servirsene tanto quanto lo aiutano per il suo fine, e deve allontanarsene tanto quanto gli sono di ostacolo. Perciò è necessario renderci indifferenti verso tutte le realtà create (in tutto quello che è lasciato alla scelta del nostro libero arbitrio e non gli è proibito), in modo che non desideriamo da parte nostra la salute piuttosto che la malattia, la ricchezza piuttosto che la povertà, l'onore piuttosto che il disonore, una vita lunga piuttosto che una vita breve, e così per tutto il resto, desiderando e scegliendo soltanto quello che ci può condurre meglio al fine per cui siamo creati.

da A. Sicari, Il terzo libro dei ritratti dei santi, Jaca, Milano, 1993, p. 31
Si recò quindi a Manresa, una città che Ignazio definì poi «la mia chiesa primitiva». Qui gli accaddero le cinque visioni che lo plasmarono dal punto di vista cristiano.
È un momento importante. Prima della conversione Iñigo si riteneva, tutto sommato, un buon cristiano - nonostante le sue debolezze - ed era fiero de a sua fede. Ma, dopo la conversione, egli diventa cristiano: la luce della rivelazione lo afferra e dilaga nel suo cuore e nella sua intelligenza; la pretesa e la novità dell' avvenimento cristiano lo afferrano e lo dominano
.

Parliamo di «visioni», ma Ignazio insisterà sempre che non si trattò di immagini o di forme distinte (nemmeno quando vide Cristo o Maria), ma piuttosto di illuminazioni interiori. La sua formula è questa: «Vide con li occhi interiori».
La prima «Visione» riguardò la Trinità: il mistero vivo, caldo, delle tre Persone divine
, lo penetrò con una tale forza e un tale struggimento di cuore che egli pianse a lungo, e ciò gli capiterà poi spesso nella vita (cfr. n. 28).

La seconda «visione» riguardò la Creazione
: «Gli si rappresentò nell'intelletto, accompagnato da grande allegria spirituale, il modo con cui Dio aveva creato il mondo» (n. 29).
La terza «visione» riguardò «come nostro Signore stava nel Sacramento dell'altare»
 (n. 29).
La quarta «visione» riguardò «l'umanità di Cristo e la figura di Maria»
 (n. 29).
La quinta «visione» riguardò il significato di tutta l'esistenza
, e fu così importante che «in tutto il corso della sua vita, fino a sessantadue anni suonati, sommando tutti gli aiuti di Dio e tutto ciò che ha imparato, anche riunito tutto assieme, non gli pare di aver appreso tanto come in quella sola volta».

Essa accadde lungo le rive del fiume Cardoner. Ascoltiamone il racconto, sempre dall'Autobiografia:
«Camminando così assorto nelle sue devozioni, egli si sedette un momento, rivolto verso l'acqua che scorreva in basso, e stando lì seduto, cominciarono ad aprirglisi gli occhi dell'intelletto. Non già che avesse una visione, ma capì e conobbe) molte cose della vita spirituale, della fede, e delle Scritture, con una tale luce che tutte le cose gli parevano nuove» (n. 30).
Un confidente di Ignazio lo udì dire che gli sembrò allora «d'essere un altro uomo e che l'intelletto fosse diverso da quello di prima».

Trinità, Creazione, Eucaristia, Umanità di Cristo e di Maria, il significato unitario di tutto (oggi diremmo: «una cultura nuova»): furono le basi dogmatiche e spirituali su cui Ignazio poté iniziare la sua costruzione.

-l’opzione fondamentale

2.4/ La I settimana degli Esercizi spirituali: solo la coscienza del peccato rivela la misericordia

dagli Esercizi spirituali

[50] Primo punto. Il primo peccato è quello degli angeli: su questo devo esercitare la memoria, poi l'intelletto ragionando, infine la volontà. Voglio ricordare e capire tutto questo per vergognarmi e umiliarmi sempre più, confrontando l'unico peccato degli angeli con i miei tanti peccati: essi sono andati all'inferno per un solo peccato, e io l'ho meritato innumerevoli volte per i miei tanti peccati. Devo dunque richiamare alla memoria il peccato degli angeli: essi furono creati in grazia, ma non vollero usare la libertà per prestare rispetto e obbedienza al loro Creatore e Signore; perciò, divenuti superbi, passarono dalla grazia alla perversione e furono precipitati dal cielo nell'inferno. Devo poi ragionare più in particolare con l'intelletto e suscitare gli affetti con la volontà.

[51] Secondo punto. Il secondo peccato è quello di Adamo ed Eva: anche su questo devo esercitare le tre facoltà dell'anima. Richiamerò alla memoria che, in seguito a questo peccato, essi fecero penitenza per tanto tempo, e fra gli uomini dilagò tanta corruzione, per cui molti andarono all'inferno. Devo dunque richiamare alla memoria il secondo peccato, quello dei nostri progenitori: dopo che Adamo fu creato nella regione di Damasco e posto nel paradiso terrestre, e dopo che Eva fu formata da una sua costola, fu loro proibito di mangiare il frutto dell'albero della scienza; ma essi ne mangiarono e così peccarono; perciò, coperti di pelli e scacciati dal paradiso, trascorsero tutta la vita fra molti travagli e molta penitenza, senza la giustizia originale che avevano perduto. Devo poi ragionare più in particolare con l'intelletto ed esercitare la volontà nel modo già indicato.

[52] Terzo punto. Devo fare ancora lo stesso sul terzo peccato particolare: è il caso di una persona che per un solo peccato mortale è andata all'inferno, e di moltissime altre persone che vi sono andate per meno peccati di quanti ne ho fatto io. Devo dunque fare lo stesso sul terzo peccato particolare, richiamando alla memoria la gravità e la malizia del peccato contro il mio Creatore e Signore. Devo poi ragionare con l'intelletto, considerando che chi ha peccato e agito contro la bontà infinita, giustamente è stato condannato in eterno, e concludere con la volontà nel modo già indicato.

[53] Colloquio. Immaginando Cristo nostro Signore davanti a me e posto in croce, farò un colloquio: egli da Creatore è venuto a farsi uomo, e dalla vita eterna è venuto alla morte temporale, così da morire per i miei peccati. Farò altrettanto esaminando me stesso: che cosa ho fatto per Cristo, che cosa faccio per Cristo, che cosa devo fare per Cristo. Infine, vedendolo in quello stato e appeso alla croce, esprimerò quei sentimenti che mi si presenteranno.

[54] Il colloquio deve essere spontaneo, come quando un amico parla all'amico, o un servitore parla al suo padrone, ora chiedendo un favore, ora accusandosi di una colpa, ora manifestando un suo problema e chiedendo consiglio. Alla fine si dice un Padre nostro.

[55]SECONDO ESERCIZIO: MEDITAZIONE SUI PECCATI. DOPO LA PREGHIERA PREPARATORIA E DUE PRELUDI, COMPRENDE CINQUE PUNTI E UN COLLOQUIO.

La preghiera preparatoria è la stessa.
Il primo preludio è la stessa composizione.
Il secondo preludio consiste nel domandare quello che voglio: qui sarà chiedere un profondo e intenso dolore e lacrime per i miei peccati.

[56] Primo punto. Il primo punto consiste nel passare in rassegna i miei peccati: devo cioè richiamare alla memoria tutti i peccati della mia vita, esaminando anno per anno o periodo per periodo. A questo proposito sono utili tre considerazioni: rivedere il luogo e la casa dove ho abitato, le relazioni che ho avuto con altri, le attività che ho svolto.

[57] Secondo punto. Valuto i miei peccati, considerando la bruttura e la malizia che ogni peccato mortale commesso ha per sua natura, anche se non si trattasse di cosa proibita.


[58] Terzo punto. Considero chi sono io, ridimensionando me stesso mediante confronti.

- la confessione generale

-cfr. la banalizzazione frequente del cristianesimo: Dio è buono, Dio ci ama, qualsiasi cosa facciamo ci ama... ma è questo il cristianesimo?

appunti da p. Daniele

comprendere quanto sia brutto il peccato in sé. Prima usiamo l'intelligenza... perché non dovremmo desiderare il male? Perché brutto, è detestabile, fa male... noi non faremo il peccato quando ci disgusterà. Come fare perché il peccato non ci dia più gusto?


coinvolgere l'emotività. Considerare il peccato di un uomo, vedere la cronaca... mettersi nei panni di coloro che hanno subito il male (es. Natan che parla al re Davide), far scattare la ribellione al peccato, prendere atto emotivamente del peccato ed esserne disgustato (per questo per Ignazio sono importanti gli affetti o mozioni o emozioni)


vedere il peccato nella propria vita. Vedere l'effetto oggettivo del peccato: Cristo crocifisso. Nessuno può dire più... mi dispiace che tu sia lì, ma io non c'entro. No! anche io sono responsabile. Io che mi appello spesso alla giustizia ho fatto le stesse cose, ma Dio non mi ha fulminato. Provare grande stupore dinanzi alla misericordia di Dio! Percepire di non poter pagare il debito

Abbiamo annullato la Legge ma la gente ha lo stesso sensi di colpa! Perché il peccato è l’esperienza dell’uomo!

Ecco la grazia, il fare grazia... ti devo uccidere, ma ti mando vivo. A questo punto io non desidererò più il male.... desidererò di essere grato! Che cosa posso fare per te che hai fatto tanto per me?

2.5/ La memoria e la “sensibilità”/vedere e gustare nella vita spirituale

da A. Sicari, Il terzo libro dei ritratti dei santi, Jaca, Milano, 1993, p. 32

Vi si recò infatti [in Terra Santa], ma pur cogliendo l'essenziale del viaggio, la decisione di restare si rivelò irrealizzabile
 (venne addirittura minacciato di scomunica, se non ripartiva). Ci era andato per respirare la stessa aria che aveva respirato Cristo, vedere gli stessi luoghi, le stesse città, percorrere gli stessi sentieri.
Meditava e ricostruiva nel suo intimo paesaggi, suoni, immagini, odori: tutto ciò che serviva a tener desto il realismo dell'Incarnazione
.

Addirittura, quando tornò aveva imparato a esprimersi come pensava che avesse fatto Gesù (ad esempio: usando il «voi» nel rivolgersi alle persone!).
Su questa esperienza di «immersione» nell'ambiente vivo di Cristo incarnato, egli fondò a sua pedagogia: il mistero di Cristo va accostato «come se fossimo presenti e partecipando alla totalità del suo mistero».
Il nostro Papini giustamente a commentato:
«Ignazio ha ricondotto i cristiani alla familiarità visiva, uditiva, quasi tattile e spirante, di Cristo figlio del Dio vero; il suo metodo sopprime l’illusione dei secoli e fa di tutti i cristiani obbedienti i contemporanei di Pilato e di san Giovanni».

dagli Esercizi spirituali

[91] LA CHIAMATA DEL RE TERRENO AIUTA A CONTEMPLARE LA VITA DEL RE ETERNO.
Il primo preludio è la composizione vedendo il luogo
: qui sarà vedere con l'immaginazione le sinagoghe, le città e i paesi attraverso i quali Cristo nostro Signore predicava.

2.6/ L’indifferenza delle scelte particolari rispetto a  ciò che realmente si desidera!

dagli Esercizi spirituali [23] PRINCIPIO E FONDAMENTO.
L'uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e così raggiungere la salvezza; le altre realtà di questo mondo sono create per l'uomo e per aiutarlo a conseguire il fine per cui è creato. Da questo segue che l'uomo deve servirsene tanto quanto lo aiutano per il suo fine, e deve allontanarsene tanto quanto gli sono di ostacolo. Perciò è necessario renderci indifferenti verso tutte le realtà create (in tutto quello che è lasciato alla scelta del nostro libero arbitrio e non gli è proibito), in modo che non desideriamo da parte nostra la salute piuttosto che la malattia, la ricchezza piuttosto che la povertà, l'onore piuttosto che il disonore, una vita lunga piuttosto che una vita breve, e così per tutto il resto, desiderando e scegliendo soltanto quello che ci può condurre meglio al fine per cui siamo creati.







Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)