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Così Ignazio redasse i seguenti consigli ai quattro gesuiti presenti e attivi al Concilio di Trento:

"Sarò pacato nei parlare, e lo farò in maniera riguardosa e cordiale... Cercherò di ascoltare tranquillamente in modo da poter capire e valutare il punto di vista e le intenzioni di colui che parla, in modo che io possa rispondere meglio oppure tacere. Nel discutere, si dovrebbero portare le ragioni delle due parti in modo che non sembriate prevenuti, e starete attenti a non spiacere a nessuno...
Se le cose discusse sono così evidentemente giuste che non si debba stare zitti, dovreste dire la vostra opinione con la maggior compostezza e modestia possibile, e concludere richiamandovi ad un miglior giudizio...
La maggior gloria di Dio è il fine dei nostri padri a Trento, e questo fine si otterrà predicando, ascoltando confessioni, tenendo conferenze, insegnando ai fanciulli, visitando i poveri negli ospedali ed esortando i vicini, ciascuno secondo le proprie capacità di muovere la gente a devozione ed a preghiera, così che tutti possiamo pregare Dio affinché faccia scendere il Suo Spirito divino su tutti coloro che sono impegnati con le cose del Concilio...
Nel predicare, io non toccherei mai le divergenze fra protestanti e cattolici, ma mi limiterei esclusivamente ad esortare alle buone abitudini e alla devozione, inducendo la gente a conoscere veramente se stessi e ad acquistare una maggiore conoscenza ed amore del loro Creatore e Signore.


Nelle mie prediche ritornerei sempre sul tema del Concilio e le terminerei tutte con preghiere a questo fine. Così, nelle conferenze, il mio desiderio sarebbe di infiammare le anime all'amore per il loro Creatore e Signore, e concluderei con preghiere per il Concilio stesso. Nell'ascoltare confessioni, parlerei in modo tale che quanto io dico si possa ripetere in pubblico, e come penitenza darei alcune preghiere per il Concilio... Gli ospedali dovrebbero essere visitati nelle ore più indicate, e dovreste confortare i poveri ed anche portar loro tutto quello che potete, senza dimenticare di ottenere le loro preghiere per il Concilio".

I quattro gesuiti da Trento avevano un vastissimo campo per le attività suggerito loro dal loro Padre, perché il Concilio vi aveva richiamato una straordinaria collezione dei più intraprendenti vagabondi d'Europa. Questi tenaci cavalieri della strada dormivano all'aperto finché qualche cardinale compassionevole trovava loro un rifugio. I gesuiti si prendevano cura di loro, e con le elemosine che andavano raccogliendo furono presto in grado di dire ad Ignazio che essi avevano "fornito vestito a settantasei poveri, dando a ciascuno una camicia, una giacca, calzoni e scarpe".

(da Le origini dei Gesuiti - J.Brodrich S.J. - Un buon soldato di Gesù Cristo)





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)