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§2.-Il domma si rivolge a tutti gli uomini.


La dottrina della Chiesa è adatta a tutte le situazioni. - La dottrina della Chiesa ha la singolare caratteristica d'essere adatta tanto ai geni, sia d'ordine religioso, come Sant'Agostino, San Bernardo, San Tommaso d'Aquino, Bossuet, Lacordaire, sia d'ordine scientifico, come Pascal, Ampère, Cauchy, Pasteur, quanto agli spiriti di media cultura, agl'ignoranti e ai bambini.


Le parole, registrate da Giovenale (Sat. VI, 221): " O insensato, uno schia vo è forse uomo? o demens, ita servus homo est? " e da Lucano (Phars., V, 342). a Humanum paucis vivit genus: il genere umano vive per un piccolo numero di uomini ", sono assolutamente opposte al cristianesimo. Altrettanto opposto al cristianesimo è il disprezzo d'un Renan che diceva (Revue des Deux Mondes, gennaio 1860, p. 378) : " Io non vedo la ragione perché il Papuasiano sia immortale " : e d'un Voltaire che scriveva in una lettera a d'Alembert, (6 dicembre 1757): a non s'è mai preteso illuminare i ciabattini e le serve: è prerogativa degli apostoli ". In realtà la Chiesa degli apostoli non si disinteressa né dei ciabattini, né delle serve, né dei Papuasiani perché sa che hanno un'anima e che la " buona novella " di Cristo è per tutte le anime. Le stesse verità che nutrono e affascinano le più sublimi intelligenze, sono distribuite ai fedeli più umili.


San Tommaso d'Aquino (Expositio symboli, Opera, Parma, t. XVI, p. 135) scrive : " Nessuno tra i filosofi anteriori alla venuta di Cristo, riguardo a Dio e alle cose necessarie alla vita eterna, malgrado tutti gli sforzi, non poteva saperne quanto ne sa una vecchietta (vetula) dopo la venuta del Cristo ". La vetula di San Tommaso è non meno avvantaggiata quando si tratta non più della conoscenza, ma dell'amore. Un giorno fratel Egidio grida davanti a San Bonaventura: Ohimè, noi ignoranti e semplici, che cosa faremo per meritare la bontà di Dio? Fratello mio, gli rispose San Bonaventura, lo sai bene che basta amare Dio. Ne siete sicuro? replicò Egidio. Credete che una semplice donna, possa piacergli quanto un maestro in teologia? Alla risposta affermativa del dottore, frate Egidio corse in giardino e guardando verso la città gridò : —O vecchie-rella poverella, semplice e idiota, ama il Signore Iddio e potrai essere più grande di frate Bonaventura. (Cfr. Fra Leone, Vita di Frate Egidio, e. XLVII nella recensione di Feo Belcari, Prose, ed. Gigli, Roma, 1843, t. II, p. 235).


Ritroviamo l'idea di San Tommaso in scrittori razionalisti, come V. Cousin e J. Simon. Sentiamo Cousin (Premiers assais de Philosophie, 3.a ed., 1855, p. XV) : " il riassunto di quanto c'è di meglio nel Fedone e nel Timeo, nelle Meditations, nella Connaissance de Dieu et de soimème, nei più bei capitoli della Crìtica della ragion pratica, è tutto quanto nelle prime pagine del catechismo, che è il nutrimento dei poveri di spirito, dei bambini, della donna, del pecoraio, dell'operaio, mentre la Connaissance de Dieu et de soi-mém, le Meditations, il Fedone, il Timeo, si rivolgono a ben pochi individui della specie umana ". E altrove (Du vrai, du beau, du bien, 16 ed. 1875, pp. 428431): convelliti Che gioia avrebbero provato un Socrate, un Platone se avessero trovato il genere umano in braccio al cristianesimo! " Meglio ancora J. Simon (La liberti de coscience, 1859, p. 10): " Nella religione cristiana trovo un carattere che mi rapisce: essa unisce la metafisica più sapiente alla più perfetta e, se cosi posso dire, più efficace semplicità. Certamente il Timeo di Platone e il XII libro della Metafisica d'Aristotele sono una meraviglia; ma io non m'attendo che ne possa uscire un simbolo che si possa far recitare ai bambini. Finora soltanto la religione cristiana ebbe insieme la Somma di San Tommaso e il catechismo ".


La dottrina della Chiesa si adatta a tutte le categorie. Dotti e ignoranti, poveri e ricchi. Lélite cristiana, cioè i santi, viene reclutate tra gli uni e gli altri. E in tutte le condizioni le fisionomie individuali sono sorprendentemente diverse, come la grazia di Dio che le ha plasmate a somiglianzà di Cristo, multiformis gratiae Dei (I Piet., 4, 10).


b) II Vangelo conviene a tutti i luoghi e a tutti i tempi. - II problema del destino umano, attorno al quale gravita tutta la dottrina della Chiesa, è identico per tutti gli uomini di tutti i paesi e di tutti i tempi; perciò questa dottrina ha valore per gli uomini di tutti i luoghi e di tutti i tempi.


La Chiesa si stabilisce prima nel mondo greco-romano, donde s'irradia nelle nazioni barbare e in tutta l'Europa, poi, successivamente in tutte le parti dell'universo. Può darsi che tra " due o tre secoli sia stabilita ovunque " come pensa il P. ( La prióre missionaire, 1935, p. 83). Constatiamo che in tutte le età, essa ha penetrato le civiltà più diverse, affermando la sua fecondità, la sua duttilità, sposando i secoli, i regimi, sempre combattuta, sempre rinascente e viva, impossessandosi dei migliori che le si accostano, elevando tutte le anime, senza cancellare quanto i secoli e i regimi hanno di buono, senza abdicare a una briciola dei suoi dommi. Secondo il detto di Sant'Ireneo, (C. Haer., Ili e. XXIV, n. 1), essa fu e rimane a colei che con l'azione dello Spirito Santo, mantiene sempre la verità divina come un vaso prezioso, e che, sempre giovane, fa continuamente ringiovanire lo stesso vaso che la contiene, quae semper a Spiritu Dei quasi in vose bonum exìmium quoddam depositimi juvenescens, et juvenescere faciens ipsum vas in quo est ". Dopo tanti secoli il Vangelo è più attuale che mai.


c) La parabola del Genere umano di Raimondo Brucker. - Raimondo Brucker, sansimoniano convertito dal P. de Ravignan nel 1848, era un forte oratore popolare. L. Gautier (Portrait du XlX.e siede, s. d., t. II, pp. 343-345) ricostruì un suo discorso, che si potrebbe intitolare la parabola del Genere umano e che mostra al vivo l'adattamento della dottrina della Chiesa a tutti gli uomini di tutti i paesi e di tutti i tempi. Eccone larghi estratti:


" In quel tempo tutto quanto il Genere umano, quello che fu, quello che è, quello che sarà, si raduna in una grande pianura e vi convoca tutti i filosofi, passati, presenti e futuri.


E il Genere umano così parla ai filosofi: Ho letto tutte le vostre opere; si, tutte, e devo dire che mi sono tremendamente annoiato; io sbadiglio ancora... Ho letto tutte le vostre opere... E dopo averle lette e rilette, mi sono trovato circondato da tenebre lugubri e spaventose. Ne sapevo meno di prima. Perciò vi ho convocati per porvi nuovamente il grande problema che mi agita, e per rivolgervi tre domande.


lo voglio un libro, un piccolo libro, di dieci o venti pagine, che contenga tutta la verità in forma elementare e assolutamente trasparente; un piccolo libro, che si possa mettere in tasca e che costi solo pochi soldi; un piccolo libro che sia egualmente alla portata del pensatore, del poeta, e anche di quelle moltitudini che vivono unicamente la vita pratica e materiale. Questo il libro, questa la lezione che io voglio.


I filosofi si guardano con stupore... e molti cominciano a nascondersi e a scomparire.


Il Genere umano continua: Non solo io voglio un piccolo libro, che contenga tutta la verità in dieci pagine e la volgarizzi universalmente nel tempo e nello spazio; ma voglio che un giorno venga qualcuno a offrirmi l'esempio di tutte le virtù che sono insegnate in questo piccolo libro. E voglio che quest'esempio possa essere facilmente imitato dall'uomo, dalla donna e dal bambino... Potete darmi il libro? potete darmi l'esempio?


I tre quarti dei filosofi sono già scomparsi. 11 Genere umano, che se ne accorge, comincia ad essere triste in cuor suo. E dice ancora: Non è tutto. Non solo ho bisogno d'una lezione; non solo mi occorre un esempio immortale, ma ho ancora bisogno d'un'istituzione immortale... che garantisca e perpetui la lezione e l'esempio, rendendoli eternamente viventi.


 


Quando il Genere umano ebbe terminato queste parole gettò uno sguardo sui filosofi; ed erano fuggiti tutti spaventati.


Allora il Genere umano, il povero Genere umano, pianse calde lacrime... E mentr'era cosi immerso nel suo dolore, ecco apparire, non so in che angolo, una specie d'Uomo, vestito con una specie di blusa, che portava sulle spalle una specie di trave, un grosso pezzo di legno tutto insanguinato. La trave era attraversata da un altro pezzo di legno; era come dire una croce. E l'Uomo aveva tutti i suoi bei capelli biondi coperti di sangue; il sangue gli scendeva sugli occhi; il sangue colava in grosse gocce lungo tutto il suo corpo; egli guardava il povero Genere umano, cosi dolcemente, così dolcemente, così dolcemente!


Poi s'avanzò con che lentezza, con che maestà! Camminava portando il legno enorme; egli disse con voce tanto tenera, tanto tenera: Tu vuoi la verità? te la porto io; tu vuoi un piccolo libro, che in dieci pagine contenga tutta la verità e che sia capito da tutti. Ecco, prendi questo libretto. E nella prima pagina il Genere umano lesse : Catechismo.


L'Uomo prosegui: Tu mi hai chiesto non solo una lezione, ma un esempio vivente. Ecco: guardami. Io sono il tuo Dio, che s'è fatto uomo per offrirti un tipo eterno e condurti alla beatitudine. Infine tu m'hai chiesto un'istituzione. Prendi : ecco la Chiesa.


E il Genere umano cadde in ginocchio e adorò Gesù Cristo "




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)