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§ 2. - La verità cattolica progredisce.

a) I dommi hanno una vita? - I dommi non sono paragonabili a pietre giacenti in un deserto, inerti per sempre; al contrario sono verità vive, ricevute in anime vive, verità generatrici di vita.

In ogni tendenza vitale c'è un principio statico o di continuità dell'essere iniziale, e un principio dinamico o di progresso per una spinta interna. La vita è uno sviluppo che suppone due cose; una parte immutabile, senza la quale l'essere svanirebbe; una parte mutabile, senza di cui l'essere si pietrificherebbe. Se non rimanesse nulla, ben presto non vi sarebbe più essere; e se nulla mutasse, non vi sarebbe più vita... O l'immutabilità senza progresso; o il progresso folle senz'unità.

In ogni tempo la Chiesa ha riconosciuto la legge del progresso. Dell'apostolo San Mattia, di cui conosciamo poco più che l'elezione all'apostolato, Clemente Alessandrino (Strom. 2) cita questo detto, che è una bella formula di vita cristiana: u Accrescere la propria anima con la fede e la scienza ". Ma è sempre stato pacifico che il progresso deve attuarsi nella stabilità della dottrina.

b) Che cos'è, e che cosa non è il progresso dommatico. -1. San Vincenzo di Lerino e il progresso della dottrina della Chiesa. - Tra tutti gli scrittori ecclesiastici, San Vincenzo di Lerino pare abbia avuto la missione d'esprimere questa verità in termini decisivi, come fece nel Commonitorium, redatto nel 434.

Ecco prima di tutto al c. XXII il suo commento al Depositimi custodi di San Paolo: "E oggi chi è Timoteo, se non la Chiesa universale e specialmente il corpo intero dei capi della Chiesa?... Conserva il deposito, dice l'Apostolo. Ma che cos'è il deposito? È ciò che ti è stato affidato, non dò che hai trovato; è quel che hai ricevuto, e non quello che hai pensato tu; è ciò che non dipende dall'ingegno tuo, ma dalla dottrina (rivelata)... Conserva il deposito, ossia conserva illibato e inviolato il talento della fede cattolica. Quello che ti fu affidato resti presso di te, per essere da te trasmesso. Hai ricevuto oro, e oro devi restituire; io non voglio che tu sostituisca una cosa all'altra; non voglio che al posto dell'oro mi presenti impudentemente piombo, o fraudolentemente rame; non voglio ciò che assomiglia all'oro, ma l'oro autentico ". Non si poteva esprimere più nettamente la stabilità della dottrina.

Però stabilità nel progresso. Passiamo al capitolo successivo. " Dirà forse qualcuno: Nella Chiesa di Cristo la religione non è dunque suscettibile di nessun progresso? Ci deve certo essere, e grande... Tale però che sia veramente un progresso e non un mutamento di fede. Proprio del progresso è che ciascuna cosa s'accresca, restando se stessa; al contrario è proprio del mutamento che una cosa si trasformi in un'altra. Bisogna quindi che cresca potentemente l'intelligenza, la scienza, la sapienza, tanto dei singoli come di tutti, tanto d'un solo uomo come di tutta quanta la Chiesa, col susseguirsi delle età e dei secoli, ma nei limiti dello stesso identico dogma, nello stesso significato, nella stessa dottrina! " Frase magnifica che il Concilio Vaticano ha fatto sua ed ha come canonizzata!

Vincenzo di Lerino si spiega poi con l'analogia della crescita del corpo umano e del chicco di frumento o d'una pianta. " I corpi umani, nel decorso degli anni, si sviluppano e assumono le loro giuste proporzioni, ma rimangono iden-tici a quello che erano. C'è una bella diversità tra il fiore della giovinezza e la maturità della vecchiaia, eppure i vecchi son quegli stessi individui che un tempo eran giovani... Cosi conviene che il dogma cristiano nel suo progresso segua queste leggi, cioè si rassodi con gli anni, si dilati col tempo, si perfezioni con l'età, rimanendo però incorrotto ed illibato...; che in semina non ammetta nessun'alterazione, non perda alcuno dei suoi caratteri specifici, non soffra la minima variazione in ciò che ha di definito ". Altra analogia: " I nostri maggiori anticamente nel campo della Chiesa seminarono il frumento della fede... Siccome la fine risponde pienamente agli inizi, ora che è cresciuto il frumento della dottrina è giusto e logico che raccogliamo il frutto del domma, anch'esso perfettamente puro. Ma se i germi originari in una certa misura si sono evoluti col tempo e ora sfoggiano piena maturità, almeno il carattere proprio del chicco non deve affatto cambiare. Diventino pur belli, formosi, splendenti, ma ciascuno conservi la sua specie! Dio non voglia che i rosai della dottrina cattolica si trasformino in cardi e spine! Dio non voglia, io dico, che in questo paradiso spirituale si vedano nascere improvvisi la zizzania e l'aconito dai bottoni del cinamomo e del balsamo! ".

2. Studio del progresso della dottrina della Chiesa. - II testo di Vincenzo di Lerino, sebbene sia uno fra i più ricchi nella letteratura dommatica, non dice tutto. Vincenzo pone il principio dello sviluppo, non ne da una teoria completa. Una tale teoria non esiste ancora. Newman stesso, pur tracciandone lineamenti preziosi nel suo Essay on thè develoment of christian doctrine, la presenta con molte lacune.

Non è il caso di entrare nei particolari della teoria; basterà rilevarne alcuni punti essenziali : il progresso non è- alterazione; è vitale; non è una nuova creazione; è opera dello Spirito Santo.

Non è alterazione. - Prima di tutto il progresso del domma non è un'alterazione della verità rivelata, tanto da esserle sostituita un'altra dottrina. La sostanza della verità rivelata rimane sempre identica, te Evolversi, disse Brune-tière {Discours de combat, 1902, t. II, p. 274-277), è finire di diventare se stesso a, però a condizione che l'evoluzione sia diretta da un principio indefettibile. L'immutabilità del domma, " ben lungi dall'ostacolare lo sviluppo, lo condiziona ". Non si svilupperebbe se nell'identità del suo principio e per cosi dire nella permanenza del suo essere, non avesse la causa finale del suo sviluppo. " Evolversi non è mutarsi. Non si cambia quando si continua ad essere se stessi... Il domma s'evolve, non cambia, e restando identico a se stesso, non varia, ma si sviluppa ".

È vitale. - Inoltre il progresso del domma non è puramente logico, come quello d'un assioma di geometria, dal quale lo studioso trae le conseguenze, ma è un progresso vitale, che incorpora elementi estranei. " Non l'elemento estraneo che resta estraneo, che si giustappone e non si assimila ", ma l'elemento estraneo che s'assimila, perché è assimilabile, perché era postulato o gradito in anticipo da proprietà concordanti con le sue, e che perciò vi era contenuto potenzialmente. Cosi gli elementi ceduti alla pianta dall'aria, dall'acqua, dalla terra, s'incorporano ad essa ed entrano sotto la sua legge di vita, lasciandole quindi la sua essenza " (Sertillanges, II miracolo della Chiesa, p. 73-74). A differenza di quella degli esseri viventi che, con l'assimilazione degli elementi nuovi, implica l'eliminazione di quelli vecchi, divenuti inutili e nocivi (la fissazione di questi elementi, che la circolazione vitale non riesce più a espellere, annuncia e causa la fine prossima), l'assimilazione che si opera attraverso il domma è definitiva.

Non è una nuova creazione. - Dunque non dommi nuovi, e nemmeno nuove formule in contraddizione con quelle anteriori. Le formule dommatiche sono sempre vere, sebbene possano essere incomplete. Esse corrispondono esattamente al loro oggetto, sebbene non lo esprimano tutto intero; sono positive, assolute,definitive, come l'oggetto stesso. La Chiesa, nel corso dei secoli e secondo i bisogni dei tempi, potrà proporne altre più ampie, più esplicite, che faranno risaltare e illumineranno altri aspetti del domma; ma non ne cancellerà né modificherà mai il tenore autentico di nessuna. Le definizioni papali o conciliari più antiche si adatteranno sempre da se stesse e senza alterazione alle più recenti, per formare il corpo armonioso della credenza cattolica.

È opera dello Spirito Santo. - Infine è capitale l'azione dello Spirito Santo, che presiede allo sviluppo del domma e lo preserva da ogni deviazione. Tale sviluppo considerato esternamente è simile agli altri sviluppi dottrinali, ma per l'azione immanente dello Spirito di Verità è unico e trascendente. Il Grandmai-son (Le dogme chrétien, 1928, p. 19) dta a questo riguardo The temporal mis-sion of thè Holy Gost, del cardinal Manning, libro in cui domina l'idea dello Spirito Santo anima della Chiesa e che, " da questo punto di vista, completa l'opera di Newman ".

e) La storia conferma l'esistenza d'uno sviluppo omogeneo. - In tutto il corso della storia della Chiesa constatiamo il progresso del domma nella sua stabilità.

Dal simbolo degli apostoli a quello di Nicea, da questo a quello di San-t'Atanasio, dal simbolo atanasiano, senza parlare delle intermedie professioni di fede, alla professione di fede del Concilio Tridentino e da questa a quelle del Concilio Vaticano e di Pio x, l'enunciazione delle principali verità di fede s'ampliò sempre più, ma la definizione anteriore di fede non fu mai ripudiata né misconosciuta. Il simbolo degli apostoli è rimasto nella preghiera quotidiana dei fedeli; quello di Nicea è rimasto nella liturgia della Messa; quello d'Atana-sio è recitato dai sacerdoti nel breviario; la professione di fede del Concilio di Trento, accresciuta da quelle del Concilio Vaticano e di Pio x, è imposta ai sacerdoti in varie circostanze importanti.

Non solo non viene sconfessato niente del passato, ma il passato si continua sempre. Il Credo apostolico si è sviluppato in quello di Nicea, questo nel simbolo d'Atanasio, e questo nelle diverse professioni di fede, e infine in quelle del Concilio di Trento, del Concilio Vaticano e di Pio x.

Enrico Newman, nel suo Saggio sullo sviluppo della dottrina cristiana, ha dato una celebre prova di questa continuità e della preservazione del tipo primitivo nel progresso dei dommi. Egli parti dalla tesi protestante che la dottrina della Chiesa cattolica, con i suoi accrescimenti nel còrso dei secoli, è un'alterazione, una corruzione del cristianesimo primitivo. Uno studio, approfondito degli scritti dei Padri, che egli conobbe alla perfezione, gli fece vedere che s'era ingannato. Ciò che aveva qualificato di corruzione, alla luce dei testi gli apparve un sviluppo legittimo, necessario. Più spingeva le sue ricerche e più scopriva la stabilità della dottrina in un progresso regolare, sapiente, diretto da una guida evidentemente superiore all'uomo. Lo splendore di questa verità lo condusse proprio là dove non pensava d'arrivare. Cominciando il suo libro (1845) Newman era anglicano, quando lo terminò non lo era più, e il 9 ottobre dello stesso anno fu ricevuto nella Chiesa cattolica.

Le due verità di fede definite tra la prima edizione del libro di Newman (1845) e la terza rimaneggiata dall'autore (1878), cioè l'Immacolata Concezione e l'infallibilità del papa, non produssero nessun cambiamento nel punto di vista del Newman: si veda la sua Apologià (Trad. ital. citata, p. 302-312). Il motivo è che i due dommi offrivano solo due nuovi casi, molto notevoli, del progresso compiuto da una dottrina sempre identica. L'Immacolata Concezione era implicitamente contenuta nel domma della divina maternità di Maria; l'infallibilità, nei testi del Vangelo; l'una e l'altra, nella vita della Chiesa. Se qualche nube (falsa esegesi, falsi dati scientifici) aveva impedito per un certo tempo, ad alcuni spiriti, anche tra i migliori, di riconoscerlo, sotto l'azione dello Spirito Santo l'oscurità s'era dissipata; e abbiamo sentito alcuni convertiti, come A. von Ruville (Retour à la sainte Eglise, p. 50, 51) dichiarare che è " proprio la dottrina dell'infallibilità che (lo ha) avvicinato alla Chiesa ", che " questo domma, ben compreso, è molto salutare, necessario, e che in definitiva ha la sua origine in Cristo Gesù ".




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)