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La vera missione di Maria e della Chiesa
   

Inserita nel ritmo dell’anno liturgico, la Visitazione si presenta quale inizio dei viaggi missionari di Gesù per mezzo di Maria. La Visitazione della Vergine agli inizi della salvezza si prolungherà nella "visitazione" degli apostoli dopo la Pentecoste.
  

Rinata nei sacramenti pasquali (Pasqua) e sostenuta dallo Spirito della Pentecoste (tempo pasquale), la Chiesa, in questo tempo ordinario (che ha inizio il 12 maggio) è chiamata ad annunciare la presenza del Signore nel mondo, a insegnare ai fedeli la fede e la preghiera di lode, a promuovere la loro santificazione con i sacramenti, e andare incontro agli uomini in atteggiamento di carità evangelica.

Ci stiamo ispirando alla festa della Visitazione (31 maggio), celebrazione rituale del viaggio "apostolico" della Vergine che, da annunciata a Nazaret in Galilea (Lc 1,26-38a), diviene annunciatrice a Elisabetta e alla casa di Zaccaria in Ain Karim di Giudea (Lc 1,39-56). Prima ancora della missione degli Apostoli, che avrà inizio dopo la Pentecoste, la Vergine è la prima missionaria con lo Spirito. Questa festa evidenzia la triplice missione dei credenti e illumina gli ambiti della carità evangelica che è egualmente tridimensionale.


Festa occidentale tardiva

Nell’antica liturgia romana del VI secolo la pericope evangelica della Visitazione veniva proclamata nel venerdì delle Tempora di Avvento in preparazione al Natale. Una festa vera e propria nella Chiesa di Roma si è avuta soltanto in tempi piuttosto recenti: è attestata al 2 luglio non prima del secolo XIII.

Oltre che memoria relativamente tardiva, è solo dell’Occidente. E non sembra ricollegabile a una festa bizantina più antica, celebrata a Costantinopoli il 2 luglio, fin dal VI secolo, che recava il titolo di "Deposizione della venerata veste della Tuttasanta Signora nostra e Madre di Dio in Blacherne".

Fu fissata al 2 luglio da Urbano VI, che nel 1389 ne istituiva la festa per la Chiesa universale, e ribadita poi dal suo successore Bonifacio IX nel 1390. Con la revisione di san Pio V dopo il concilio di Trento (1545-63), di Clemente VIII nel 1602 e di Pio IX nel 1850, si è giunti con la data del 2 luglio fino al 1969, quando con la revisione del calendario romano fu trasferita al 31 maggio.

Cadendo tra l’Annunciazione (25 marzo) e la Natività di Giovanni Battista (24 giugno), la data del 31 maggio si adatta meglio con la cronologia della narrazione evangelica. Il cambiamento, osservava Paolo VI, «ha permesso di inserire in modo più organico e con un legame più stretto la memoria della Madre nel ciclo dei misteri del Figlio» (Marialis cultus 2), senza offuscare i tempi forti dell’anno liturgico. L’attuale collocazione – alla conclusione del tempo pasquale-pentecostale e all’inizio del tempo ordinario – mostra meglio la presenza della Madre all’inizio della missione di Cristo e della Chiesa.

Celebrazione di un evento di salvezza

Inserita nel ritmo dell’anno liturgico, la Visitazione si presenta quale inizio dei viaggi missionari di Gesù per mezzo della Madre. Evento in cui Maria, che porta in sé il Figlio di Dio, rivela un mistero di salvezza.

L’avvenuta incarnazione del Verbo nel grembo verginale di Maria già produce i suoi effetti benefici: notiamo la professione di fede e la preghiera di lode di Elisabetta, l’effusione dello Spirito quale Pentecoste iniziale, la gioia messianica e la santificazione del Battista, la famiglia di Zaccaria visitata dal Signore e, non ultimo, la cooperazione di Maria all’opera di salvezza. Infatti, continuava Paolo VI, la festa della Visitazione si riferisce a «quelle celebrazioni che commemorano eventi salvifici, in cui la Vergine fu strettamente associata al Figlio» (Marialis cultus 7). Ossia indica la memoria evangelica «in cui la liturgia ricorda la beata Vergine Maria, che porta in grembo il Figlio e che si reca da Elisabetta per porgerle l’aiuto della sua carità e per proclamare la misericordia di Dio salvatore» (ivi). Nella visitazione è adombrato il mistero di Dio che «ha visitato e redento il suo popolo» e insieme il mistero della Chiesa che «sostenuta dai sacramenti» porta «sulle strade del mondo» l’annuncio che Cristo è «il Salvatore di tutte le genti» (Collectio Missarum de Beata Maria Virgine n. 3).

Evento paradigmatico dell’evangelizzazione della Chiesa

Arca che racchiude in sé il Mediatore della nuova alleanza e tempio santo in cui dimora lo Spirito, Maria nella Visitazione si presenta quale principio paradigmatico dell’evangelizzazione della Chiesa. Vale a dire, la Visitazione della Vergine agli inizi della salvezza si prolungherà e dilaterà nella "visitazione" degli apostoli dopo la Pentecoste, quando non ci sarà un’altra partenza di Maria verso la casa di Zaccaria, bensì la partenza degli apostoli verso tutti i popoli della terra. Lei in quel momento sarà presente per sostenere e accompagnare i nuovi annunciatori con la sua protezione materna e orante.

Si può scorgere, in effetti, uno stretto legame tra l’Annunciazione a Maria e la Pentecoste della Chiesa apostolica. Basta confrontare alcuni passi del vangelo di Luca e degli Atti degli Apostoli (Lc 1,35.46.49 con Lc 24,49 e At 1,8; 2,4.6-7.11). Adombrata dallo Spirito nell’intimo della sua persona (Lc 1,35), la Figlia di Sion si mette in cammino verso le montagne della Giudea (Lc 1,39) per annunciare le grandi opere compiute in lei dall’Onnipotente (Lc 1,46.49). La Chiesa apostolica, corroborata dal vigore dello Spirito (Lc 24,49; At 1,8) – mentre era radunata all’interno della casa (At 2,2) – lascia il suo ritiro per proclamare pubblicamente le grandi opere del Signore (At 2,4.6-7.11).


Tra i due eventi si nota che cambiano i protagonisti, ma non cambia l’azione dello Spirito: alla Visitazione, la missione di Maria è stata quella di portare Cristo, generato ad opera dello Spirito; alla Pentecoste, la missione degli Apostoli è quella di annunciare Cristo, risuscitato ad opera dello Spirito.

L’essenza della missione originaria della Chiesa

Nella Visitazione la Vergine svolge un triplice ministero:
1) annuncia e dona il Figlio salvatore ad Elisabetta,
2) consente la santificazione di Giovanni Battista, la professione di fede e la lode di Elisabetta;
3) rende servizio nella carità.

E la Chiesa missionaria proprio in questo evento riscopre il suo triplice ministero:
1) annuncio del Signore,
2) impegno per suscitare la fede, la santificazione e la preghiera dei fedeli,
3) la carità fraterna.

Realtà ribadita da Benedetto XVI nell’enciclica Deus caritas est. Per la Chiesa, precisa il Pontefice, il bene integrale dell’uomo passa attraverso:
1) l’evangelizzazione mediante la Parola,
2) i sacramenti,
3) il servizio della carità (cf n. 19).

La medesima triade riappare nei numeri 14, 22 e 25 della stessa enciclica; e poi il Pontefice conclude al n. 32: queste tre realtà «fanno parte dell’essenza della missione originaria della Chiesa». Il documento della Congregazione per la dottrina della fede Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione (3 dicembre 2007), ribadisce che ogni attività ecclesiale non deve mai essere separata dall’impegno per aiutare tutti a incontrare il Signore nella fede. Si spiega perché la beata Madre Teresa di Calcutta (1910-1997) ammoniva: «Se al povero non annunci Gesù, lo rendi povero due volte». E il noto scrittore Vittorio Messori precisa: «Non c’è opera sociale più preziosa e urgente che comunicare la speranza cristiana ai fratelli in umanità».

Sergio Gaspari - da Maria Madre di Dio maggio 2008





Maggio, il mese dedicato a Maria Santissima, madre della Chiesa. Ecco spiegato come e perché

di Patricia Navas

 

Milioni di persone partecipano nel mese di maggio a pellegrinaggi ai santuari mariani, recitano preghiere speciali in onore della Madonna e le fanno dei doni, sia spirituali che materiali.

Dedicare il mese di maggio – chiamato anche mese dei fiori – a Maria è una devozione popolare radicata da secoli.

La Chiesa l'ha incoraggiata, ad esempio concedendo indulgenze plenarie speciali e con riferimenti ad alcuni documenti del Magistero, come l'enciclica Mense Maio di papa Paolo VI del 1965.

“ Il mese di maggio ci incoraggia a pensare e a parlare in modo particolare di lei”, constatava papa San Giovanni Paolo II in un'udienza generale all'inizio del mese di maggio del 1979. “Infatti questo è il suo mese. Così, dunque, il periodo dell’anno liturgico e insieme il mese corrente chiamano e invitano i nostri cuori ad aprirsi in maniera singolare verso Maria”.

Perché, però, proprio questo mese, se altri contengono feste liturgiche più importanti dedicate a Maria? Il beato cardinale John Henry Newman offre varie ragioni di questo nel suo libro postumo Meditazioni e Devozioni.

“La prima ragione è perché è il tempo in cui la terra esplode in tenero fogliame e verdi pascoli, dopo le dure gelate e le nevi invernali e l'atmosfera rigida, il vento violento e le piogge primaverili”, scriveva da un Paese dell'emisfero nord.

“Perché i virgulti sbocciano sugli alberi e i fiori nei giardini. Perché le giornate si allungano, il sole sorge presto e tramonta tardi”, aggiungeva. “Perché una gioia simile e un tripudio esteriore della natura è il miglior accompagnamento della nostra devozione a Colei che è la Rosa Mistica e Casa di Dio”.

E se il mese di maggio è piovoso? “Anche così, nessuno può negare che sia almeno il mese della promessa e della speranza”, rispondeva l'ecclesiastico inglese. “Anche se il tempo è brutto, è il mese che costituisce il preludio dell'estate”.

“Maggio è il mese, se non della consumazione, almeno della promessa. Non è questo il senso in cui ricordiamo più propriamente la Santissima Vergine Maria, alla quale dedichiamo questo mese?”, chiedeva nella sua opera, pubblicata nel 1893.

Alcuni autori come Vittorio Messori vedono in questa manifestazione di religiosità popolare un'altra cristianizzazione di una celebrazione pagana: la dedicazione del mese di maggio alle dee della fecondità: in Grecia Artemisia, a Roma Flora. Maggio, del resto, deve il suo nome alla dea della primavera Maia.

In alcuni Paesi, inoltre, nel mese di maggio si celebra la Festa della Mamma, e il ricordo e gli ossequi si elevano spesso anche alla mamma del cielo.

Per molti, maggio è il mese più bello come Maria è la donna più bella. È il mese più fiorito, che porta il cuore a Lei, Parola diventata fiore.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

 


 

Comunicato numero 6: Le parole di San Pietro Canisio per conservare la vera fede


"Confesso ad alta voce per la mia salvezza tutto quello che i cattolici hanno sempre a buon diritto creduto nel loro cuore. Ho in abominio Lutero, detesto Calvino, maledico tutti gli eretici; non voglio avere nulla in comune con loro, perché non parlano né sentono rettamente, e non posseggono la sola regola della vera Fede propostaci dall’unica, santa, cattolica, apostolica e romana Chiesa.

Mi unisco invece nella comunione, abbraccio la fede, seguo la religione e approvo la dottrina di quelli che ascoltano e seguono Cristo, non soltanto quando insegna nelle Scritture ma anche quando giudica per bocca dei Concilii ecumenici e definisce per bocca della Cattedra di Pietro, testificandola con l’autorità dei Padri. Mi professo inoltre figlio di quella Chiesa romana che gli empii bestemmiatori disprezzano, perseguitano e abominano come se fosse anticristiana; non mi allontano in nessun punto dalla sua autorità, né rifiuto di dare la vita e versare il sangue in sua difesa, e credo che i meriti di Cristo possano procurare la mia o l’altrui salvezza solo nell’unità di questa stessa Chiesa.

Professo con franchezza, con san Girolamo, di essere unito con chi è unito alla Cattedra di Pietro e protesto, con sant’Ambrogio, di seguire in ogni cosa quella Chiesa romana che riconosco rispettosamente, con san Cipriano, come radice e madre della Chiesa universale. Mi affido a questa Fede e dottrina che da fanciullo ho imparato, da giovane ho confermato, da adulto ho insegnato e che finora, col mio debole potere, ho difeso. A far questa professione non mi spinge altro motivo che la gloria e l’onore di Dio, la coscienza della verità, l’autorità delle Sacre Scritture canoniche, il sentimento e il consenso dei Padri della Chiesa, la testimonianza della Fede che debbo dare ai miei fratelli e infine l’eterna salvezza che aspetto in Cielo e la beatitudine promessa ai veri fedeli.

Se accadrà che a causa di questa mia professione io venga disprezzato, maltrattato e perseguitato, lo considererò come una straordinaria grazia e favore, perché ciò significherà che Voi, mio Dio, mi date occasione di soffrire per la giustizia e perché non volete che mi siano benevoli quelle persone che, come aperti nemici della Chiesa e della verità cattolica, non possono essere vostri amici. Tuttavia perdonate loro, Signore, poiché, o perché istigati dal demonio e accecati dal luccichio di una falsa dottrina, non sanno quello che fanno, o non vogliono saperlo.

Concedetemi comunque questa grazia, che in vita e in morte io renda sempre un’autorevole testimonianza della sincerità e fedeltà che debbo a Voi, alla Chiesa e alla verità, che non mi allontani mai dal vostro santo amore e che io sia in comunione con quelli che vi temono e che custodiscono i vostri precetti nella santa romana Chiesa, al cui giudizio con animo pronto e rispettoso sottometto me stesso e tutte le mie opere. Tutti i santi che, o trionfanti nel Cielo o militanti in terra, sono indissolubilmente uniti col vincolo della pace nella Chiesa cattolica, esaltino la vostra immensa bontà e preghino per me. Voi siete il principio e il fine di tutti i miei beni; a Voi sia in tutto e per tutto lode, onore e gloria sempiterna."




Tre Ave Maria per la virtù della Purezza


Per la tua Immacolata Concezione o Maria, fa puro il corpo e santa l'anima mia.

Ave, Maria, grátia plena,

Dóminus tecum.
Benedícta tu in muliéribus,
et benedíctus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta María, Mater Dei,
ora pro nobis peccatóribus,
nunc et in hora mortis nostrae.
Amen.

Per la tua Immacolata Concezione o Maria, fa puro il corpo e santa l'anima mia.

Ave, Maria, grátia plena,

Dóminus tecum.
Benedícta tu in muliéribus,
et benedíctus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta María, Mater Dei,
ora pro nobis peccatóribus,
nunc et in hora mortis nostrae.
Amen.

Per la tua Immacolata Concezione o Maria, fa puro il corpo e santa l'anima mia.

Ave, Maria, grátia plena,

Dóminus tecum.
Benedícta tu in muliéribus,
et benedíctus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta María, Mater Dei,
ora pro nobis peccatóribus,
nunc et in hora mortis nostrae.
Amen.

   


[Modificato da Caterina63 02/05/2016 23:32]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)