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IL PAPA: «HA RAGIONE BENEDETTO: IL GENDER È UN PECCATO CONTRO DIO CREATORE»

03/08/2016  Ecco le parole dell’incontro di Francesco con i vescovi polacchi, il 27 luglio a porte chiuse in Cattedrale a Cracovia, diffuse martedì. Il gender tra i temi affrontati, su cui il Pontefice si è detto d’accordo con Ratzinger: «Frutto di colonizzazione ideologiche. Come ha detto Benedetto “questa è l’epoca del peccato contro Dio Creatore”»

 

Un dialogo a porte chiuse quello tra il Papa e i vescovi polacchi che si è tenuto il 27 luglio in Cattedrale a Cracovia. Padre Federico Lombardi, da due giorni ex direttore della Sala stampa della Santa Sede, aveva parlato di un clima «molto semplice e familiare», ribadendo che «la maggior parte dei vescovi sono semplici, non sono le vecchie guardie che mettono un po’ in soggezione, ma non è che ci siano dei misteri, l’incontro si è svolto in totale familiarità». Nessun mistero, infatti, perché martedì il Vaticano ha pubblicato il resoconto dello scambio tra i presuli polacchi, che hanno sottoposto quattro domande, e il Pontefice. Il tema del gender è tra quelli affrontati in modo particolare da Papa Bergoglio, che ha affermato di essere d’accordo col suo predecessore Benedetto XVI: «Questa è l’epoca del peccato contro il Creatore».   

La domanda di monsignor Krzysztof Zadarko, vescovo ausiliare di Koszalin-Kołobrzeg, era sui rifugiati: «Padre Santo, uno dei problemi più angustianti con cui si confronta l’Europa di oggi è la questione dei rifugiati. Come possiamo aiutarli, giacché essi sono così numerosi? E cosa possiamo fare per superare la paura di una loro invasione o aggressione, che paralizza l’intera società?».

L'IDEOLOGIA DEL GENDER FRUTTO DELLE COLONIZZAZIONI IDEOLOGICHE

Ecco la risposta del Papa, piuttosto lunga e articolata: «Grazie! Il problema dei rifugiati… Non in tutti i tempi i rifugiati erano come adesso. Diciamo migranti e rifugiati, li consideriamo insieme. Il mio papà è un migrante. E io raccontavo al Presidente [della Polonia] che nella fabbrica dove lui lavorava c’erano tanti migranti polacchi, nel dopoguerra; io ero bambino e ne ho conosciuti tanti. La mia terra è una terra di immigranti, tutti… E lì non c’erano problemi; erano altri tempi, davvero. Oggi, perché c’è tanta migrazione? Non parlo dell’emigrazione dalla propria patria verso l’estero: questa è per mancanza di lavoro. E’ chiaro che vanno a cercare lavoro fuori. Questo è un problema di casa, che anche voi avete un po’… Parlo di quelli che vengono da noi: fuggono dalle guerre, dalla fame. Il problema è là. E perché il problema è là? Perché in quella terra c’è uno sfruttamento della gente, c’è uno sfruttamento della terra, c’è uno sfruttamento per guadagnare più soldi. 

Parlando con economisti mondiali, che vedono questo problema, dicono: noi dobbiamo fare investimenti in quei Paesi; facendo investimenti avranno lavoro e non avranno bisogno di migrare. Ma c’è la guerra! C’è la guerra delle tribù, alcune guerre ideologiche o alcune guerre artificiali, preparate dai trafficanti di armi che vivono di questo: danno le armi a te che sei contro quelli, e a quelli che sono contro di te. E così vivono loro! Davvero la corruzione è all’origine della migrazione. Come fare? Io credo che ogni Paese debba vedere come e quando: non tutti i Paesi sono uguali; non tutti i Paesi hanno le stesse possibilità. Sì, però hanno la possibilità di essere generosi! Generosi come cristiani. Non possiamo investire là, ma per quelli che vengono... Quanti e come? Non si può dare una risposta universale, perché l’accoglienza dipende dalla situazione di ogni Paese e anche dalla cultura.  Ma certo si possono fare tante cose. Per esempio la preghiera: una volta alla settimana l’orazione al Santissimo Sacramento con preghiera per coloro che bussano alla porta dell’Europa e non riescono ad entrare. Alcuni riescono, ma altri no… 

Poi entra uno e prende una strada che genera paura. Abbiamo Paesi che hanno saputo integrare bene i migranti, da anni! Hanno saputo integrarli bene.

In altri, purtroppo, si sono formati come dei ghetti. C’è tutta una riforma che si deve fare, a livello mondiale, su questo impegno, sull’accoglienza. Ma è comunque un aspetto relativo: assoluto è il cuore aperto ad accogliere. Questo è l’assoluto! Con la preghiera, l’intercessione, fare quello che io posso. Relativo è il modo in cui posso farlo: non tutti possono farlo nella stessa maniera. Ma il problema è mondiale! Lo sfruttamento del creato, e lo sfruttamento delle persone. Noi stiamo vivendo un momento di annientamento dell’uomo come immagine di Dio. 


E qui vorrei concludere con questo aspetto, perché dietro a questo ci sono le ideologie. In Europa, in America, in America Latina, in Africa, in alcuni Paesi dell’Asia, ci sono vere colonizzazioni ideologiche. E una di queste - lo dico chiaramente con “nome e cognome” - è il gender! Oggi ai bambini – ai bambini! – a scuola si insegna questo: che il sesso ognuno lo può scegliere. E perché insegnano questo? Perché i libri sono quelli delle persone e delle istituzioni che ti danno i soldi. Sono le colonizzazioni ideologiche, sostenute anche da Paesi molto influenti. E questo è terribile. Parlando con Papa Benedetto, che sta bene e ha un pensiero chiaro, mi diceva: “Santità, questa è l’epoca del peccato contro Dio Creatore!”. È intelligente! Dio ha creato l’uomo e la donna; Dio ha creato il mondo così, così, così…, e noi stiamo facendo il contrario. Dio ci ha dato uno stato “incolto”, perché noi lo facessimo diventare cultura; e poi, con questa cultura, facciamo cose che ci riportano allo stato “incolto”!  Quello che ha detto Papa Benedetto dobbiamo pensarlo: “È l’epoca del peccato contro Dio Creatore!”. 

E questo ci aiuterà. Ma tu, Cristoforo, mi dirai: “Cosa c’entra questo con i migranti?”. E’ un po’ il contesto, sai? Riguardo ai migranti dirò: il problema è là, nella loro terra. Ma come li accogliamo? Ognuno deve vedere come. Ma tutti possiamo avere il cuore aperto e pensare di fare un’ora nelle parrocchie, un’ora a settimana, di adorazione e di preghiera per i migranti. La preghiera muove le montagne! Queste erano le quattro domande. Non so… Scusatemi se ho parlato troppo, ma il sangue italiano mi tradisce… Grazie tante dell’accoglienza e speriamo che questi giorni ci riempiano di gioia: di gioia, di grande gioia. E preghiamo la Madonna, che è Madre e che ci tiene sempre per mano». 



EDITORIALE
Andreas Laun
 

Un vescovo austriaco affronta il tema dell'interpretazione di AL con un confratello che si è trovato in confessionale nella situazione di non assolvere un penitente more uxorio nonostante le sue insistenze e pezze giustificative. E conclude: «Questo conflitto deve essere affrontato e risolto, e senza un falso compromesso. Al Papa, come a un buon padre si possono fare domande, anche critiche».

di Marco Tosatti

Secondo il cardinale Reinhard Marx in Amoris Laetitia è tutto chiaro e in questa sua sicurezza riesce a trovare i codici per autorizzare ai sacerdoti tedeschi la comunione ai divorziati risposati. Ma ci sono anche vescovi che nutrono molti più dubbi sull'esortazione. Segno che il documento è continuamente sottoposto a continue interpretazioni. Per altri AL delinea un’ambiguità di fondo dagli effetti potenzialmente devastatanti per l’unità della Chiesa. Già un segnale di allarme viene dal fatto che sia possibile interpretare le norme in maniera radicalmente opposta, come accade a vescovi e conferenze episcopali. Ma c’è poi un altro pericolo: che tutte le tensioni e la non chiarezza si scarichino in ultima analisi sulla gente in trincea, cioè sui scaerdoti nei confessionali. 

Il vescovo ausiliare di Salisburgo, Andreas Laun, ha pubblicato su Kath.Net un commento e una lettera. Il commento riguarda, appunto, le contraddizioni possibili percepite da molti circa il documento. La lettera è scritta da un sacerdote tedesco, amico del presule, che lavora in America Latina.

“Caro Andreas, mentre le domande che riguardano i divorziati risposati rimangono vaghe e senza risposta – come spesso accade al Santo Padre – poi può accadere che si verifichi la situazione seguente, assurda: un penitente (nel confessionale) presenta la sua situazione, dicendo che vuole continuare a vivere come marito e moglie con la sua compagna, e poi chiede l’assoluzione, facendo riferimento a varie conferenze episcopali e infine al Papa stesso. Allora come prete mi dico: ‘la mia coscienza  mi dice che non possono dare l’assoluzione, anche se il papa mantiene la questione aperta; quindi io non posso darti l’assoluzione’. Ma l’altro, riferendosi al Papa insiste che vuole essere assolto, e fare la comunione. Devo allora cambiare la formula di assoluzione e dire: ‘Il Papa ti assolve dai tuoi peccati nel nome del Padre e così via..’. Per me questo è assolutamente assurdo! Ma non è la conseguenza di ciò?”

Il vescovo Laun commenta: “Ho paura che in questa domanda sia contenuta una logica da cui non si può sfuggire…Non esiste una cosa come una doppia verità, e a certe domande c’è solo un risposta vera – anche quando vescovi, e intere conferenze episcopali danno risposte contraddittorie. Alcune risposte sono vere, altre certamente false. I quattro cardinali che hanno presentato i Dubia possono essere soddisfatti del modo in cui questo sacerdote in Sud America ha presentato il problema”.

Mons Laun spiega poi ai suoi lettori che come cattolici non possono evitare questo conflitto. “Temo che non ci sia nessun modo per evitarlo; questo conflitto deve essere affrontato e risolto, e senza un falso compromesso”. Il Papa, conclude, è infallibile, ma questo carisma non può essere capito e rispettato senza prendere in considerazione i limiti, accuratamente delimitati, del carisma stesso.

Il vescovo ricorda che al Papa, come a un buon padre “si possono fare domande, anche critiche”. Talvolta è meglio restare in silenzio di fronte ad alcuni errori che possanno essere commessi da un Papa. Ma “non è questo il caso del conflitto in corso. Non si può mettere a riposo la questione di cui si discute. E’ relativa alla Chiesa, alla gente, alla sua relazione personale con Dio, e all’immagine della Chiesa verso chi ne è fuori”. E conclude: “C’è un dovere di obbedienza al papa e all’autorità della Chiesa; talvolta esiste nella Chiesa il diritto, e il dovere di parlare liberamente”. E anche se è difficile unire entrambi questi aspetti, Fede e Ragione devono cooperare. “Anche questo è davvero cattolico!”.





AMERICA/ARGENTINA - La Chiesa cattolica interrompe i legami con l'Associazione Scout del paese

La Plata (Agenzia Fides) – La Chiesa cattolica Argentina ha interrotto i suoi legami con l'Associazione Scout del paese a causa di recenti cambiamenti nel suo progetto educativo che riguardano il concetto di famiglia e questioni come l'aborto.
L'interruzione del rapporto è stata resa nota attraverso una lettera pubblicata dai media locali.

In un messaggio indirizzato al vescovo della città di La Plata (nella grande Buenos Aires), Sua Ecc. Mons. Héctor Aguer, il Cardinale Mario Poli, ha detto che "non si torna indietro" nel dissenso con l'Associazione Scout dell'Argentina, dopo diversi mesi di avvertimenti.  (Vedi Fides 14/12/2016).
(CE) (Agenzia Fides, 13/02/2017)



 

[Modificato da Caterina63 13/02/2017 21:01]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)