Una settimana giusta prima del Venerdì Santo, il cardinale Joseph Ratzinger ha riletto da par suo il processo a Gesù.
L'ha fatto in San Pietro nell'omelia di chiusura del convegno sui 40 anni della "Gaudium et Spes".
La passione del Signore, ha detto il cardinale, mette in scena lo scontro tra Gesù e i suoi oppositori e tra le loro differenti concezioni della giustizia.
Gli avversari di Gesù non negano i prodigi di grazia, di compassione e di amore da lui compiuti, ma rifiutano che egli si proclami Figlio di Dio: "Essi rigettano il significato di ciò che hanno visto e sentito, rimangono a livello dellÕumana giustizia, e invocano la legge la quale richiede che la bestemmia sia punita con la lapidazione".
Ratzinger ha precisato che secondo la teologia classica la virtù della giustizia è composta da due elementi che i cristiani non devono separare: "La giustizia verso Dio è ciò che noi chiamiamo la virtù della religione", mentre "la giustizia verso gli esseri umani è il fondamentale atteggiamento di rispetto verso gli altri in quanto persone create da Dio".
Applicando al mondo d'oggi, il cardinale Ratzinger ha fatto notare che "quando la Chiesa si impegna a lavorare per la giustizia a livello umano - e ci sono poche istituzioni nel mondo che si impegnano come la Chiesa cattolica per aiutare i poveri e gli svantaggiati - allora il mondo elogia la Chiesa".
"Ma quando il lavoro per la giustizia della Chiesa tocca problemi come il diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento fino alla morte naturale, o quando la Chiesa confessa che il rispetto della giustizia include le nostre responsabilità nei confronti di Dio, allora non infrequentemente il mondo reagisce nello stesso modo di cui si parla nel Vangelo degli oppositori di Cristo".
"Come cristiani noi dobbiamo costantemente ricordare che il richiamo alla giustizia non è qualcosa che può essere ridotto alle categorie di questo mondo", ha affermato il Cardinale. "Per essere operatori di vera giustizia noi dobbiamo essere resi giusti attraverso il contatto con colui che è esso stesso giustizia: Gesù di Nazareth".
"Il luogo di questo incontro è la Chiesa, dove egli è potentemente presente nei sacramenti e nella liturgia".
Da questo punto di vista la celebrazione della Settimana Santa è "il trionfo della giustizia di Dio al di sopra del giudizio umano. Nel mistero del Venerdì Santo, Dio è condannato dagli uomini e dalla umana giustizia, nella vigilia della Pasqua la luce della giustizia di Dio scaccia il buio del peccato e della morte".