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    La Chiesa e l’anti-Chiesa

Papa Paolo VI (37) disse che il “fumo di Satana” era entrato nella Chiesa, e Suor Lucia disse che l’apostasia nella Chiesa sarebbe cominciata dai vertici. Per l’ultimo mezzo secolo c’è stata una crisi crescente nella Chiesa, derivante tanto dalla mancanza di un insegnamento chiaro e non ambiguo quanto dal clima di dissenso fra ipreti, i religiosi e i laici. All’interno della Chiesa contemporanea, la crisi è giunta al livello di guardia, se non al punto di rottura, a causa del rigetto del paradigma sì/no del Signore e l’erosione delle fondamenta delle posizioni dottrinali istituite per mezzo di pratiche pastorali proteiformi.

Un esempio recente è la dichiarazione eccentrica del vescovo Fernando Ocaris in difesa della proposta di Comunione per gli adulteri contenuta nell’Amoris Laetitia – testuale – “un nuovo impulso pastorale che richiede risposte concrete in continuità con la dottrina del Magistero” (39).

La marea insanguinata si innalza mentre emerge dalle tenebre e dalla confusione un conflitto reale e aperto fra coloro che restano leali e fedeli al Vangelo del Signore e il numero crescenti di non catechizzati che, aderendo alla prassi del “politicamente corretto” formulato dagli ideologhi LGBT, rigettano il Vangelo cristiano. L’imposizione aperta e unilaterale di questa ideologia politicamente corretta in molte parrocchie e diocesi sta convalidando una anti-Chiesa che si contrappone alla Chiesa cattolica, la vera Chiesa di Cristo.

L’anti-Vangelo dell’anti-Chiesa in molti casi non si distingue dall’ideologia secolare, che ha rovesciato sia la legge naturale sia i Dieci Comandamenti, le fonti che, da tempo immemore, hanno informato e protetto il benessere morale, spirituale e fisico dell’uomo. Questo anti-Vangelo, che cerca di elevare al di sopra della volontà di Dio la volontà dell’individuo al consumo, al piacere e al potere, fu rifiutato da Cristo quando fu tentato nel deserto (40).

Camuffato da “diritti umani”, è ricomparso, in tutta la sua hubris luciferina, per promulgare un atteggiamento narcisistico, edonistico che rigetta qualsiasi costrizione all’infuori di quella imposta dalle leggi fatte dall’uomo stesso. Così si avvicina al compimento la profezia di San Pio X sul “grande movimento di apostasia che si sta organizzando in ogni paese per l’istituzione di un’unica Chiesa Mondiale che non avrà né dogmi, né gerarchia, né disciplina per la mente, né freno alle passioni, e che, con il pretesto di libertà e dignità umana, riporterebbe nel monto (se una tale Chiesa fosse in grado di prevalere) il regno dell’astuzia  e della forza legalizzate, e l’oppressione dei deboli e di tutti coloro che faticano e soffrono.” (41)

Il Cardinale Carlo Caffarra, presidente fondatore dell’Istituto Pontificio Giovanni Paolo II per gli Studi sul Matrimonio e la Famiglia, scrisse a Suor Lucia chiedendo preghiere per questa nuova iniziativa. Ella dichiarò, nella risposta firmata che gli mandò (42) ,che “la battaglia finale fra il Signore e il regno di Satana riguarderà il matrimonio e la famiglia. Non abbia paura (aggiunse) perché chiunque lavori per la santità del matrimonio e  la famiglia sarà sempre combattuto e osteggiato in ogni modo, perché è questa la questione decisiva.” E poi concluse: “tuttavia, la Madonna gli ha già schiacciato la testa.” 

Il Cardinale osservò che per Giovanni Paolo IIera questo il punto cruciale, dato che tocca il pilastro fondante della creazione, la verità del rapporto fra l’uomo e la donna, e fra le generazioni. Si sa bene che mettere mano a una pietra fondante mette a rischio di crollo tutto l’edificio. La pietra fondante, la cellula di base della società, è il matrimonio e la famiglia. Con l’accettazione tacita della contraccezione e del divorzio, il recente abbraccio “misericordioso” ai divorziati e risposati e il benevolo cenno di assenso al “matrimonio” fra persone dello stesso sesso, si è andati a toccare la pietra fondante e si è raggiunto il punto omega. Su questo sfondo, si giunge naturalmente alla domanda se Amoris Laetitia vada trattato come un guanto di sfida o un cavallo di Troia.

Per quasi tre secoli i papi hanno affrontato l’oscura trinità di massoneria, liberalismo e modernismo, che nel nostro tempo, essendosi tramutati in secolarismo ateo, ha stretto in una morsa velenosa tutte le istituzioni di influenza globale, ma in particolare l’istruzione, le comunicazioni, la politica e il diritto. Il secolarismo ateo lavora per la morte della famiglia, trovando il suo spirito propulsore nell’ideologia LGBT; la sua faccia pubblica nel “politicamente corretto”; il suo vestito della domenica nell’“essere inclusivi e non giudicare”.

San Pio X fu il primo a identificare con chiarezza il Modernismo, quella ribellione sovversiva contro l’inamovibilità delle norme morali e della fede religiosa, come la sintesi di tutte le eresie e il nemico nascosto all’interno della Chiesa. Ma benché abbia smascherato il Modernismo con l’enciclica “Pascendi”, non riuscì a sradicarlo e, come la zizzania nel campo (43), questo ha continuato a crescere e sviluppare ideali, dottrine e scopi molto alieni, quando non diametralmente opposti, alla Chiesa Cattolica. Così il Modernismo, restando all’interno della Chiesa cattolica, è metastatizzato creando l’anti-Chiesa. 

Va da sé che la Chiesa cattolica e l’anti-Chiesa attualmente coesistono nello stesso spazio sacramentale, liturgico e giuridico. Quest’ultima, essendosi rafforzata, adesso cerca di farsi passare come la vera Chiesa, al fine di indurre , o coercizzare, tanto meglio i fedeli a diventare aderenti, promotori e difensori di una ideologia secolare (44).

Se l’anti-Chiesa dovesse riuscire a requisire tutto lo spazio della vera Chiesa, i diritti dell’uomo soppianteranno i diritti di Dio attraverso la dissacrazione dei sacramenti, il sacrilegio del santuario e l’abuso del potere apostolico. Così, i politici che votano per l’aborto e il “matrimonio” omosessuale saranno i benvenuti alla balaustra della comunione; i mariti e le moglie che avranno abbandonati i loro sposi e i loro figli e iniziato relazioni adulterine saranno ammessi ai sacramenti; i preti e i teologi che rigettano le dottrine e la morale cattoliche avranno ancora il diritto di esercitare il loro ministero e diffondere il dissenso, mentre i cattolici fedeli saranno messi ai margini, calunniati e screditati a ogni passo. Così, l’anti-Chiesa riuscirebbe a raggiungere il suo scopo di detronizzare Dio come Creatore, Salvatore e Santificatore e rimpiazzarlo con l’uomo  auto-creatore, auto-salvatore e auto-santificatore.

Per raggiungere i suoi obiettivil’anti-Chiesa, in collaborazione con i poteri secolari, usa la legge e I media per sottomettere la Chiesa con la prepotenza. Con un uso sapiente dei media, gli attivisti dell’anti-Chiesasono riusciti a intimidire i vescovi, il clero e la maggior parte della stampa cattolica fino a zittirli. Allo stesso modo anche i fedeli laici sono terrorizzati dalla paura dell’ostilità, della derisione e dell’odio di cui verrebbero fatti oggetto se dovessero fare obiezione all’imposizione dell’ideologia LGBT.

Ad esempio, nel 2015 la congregazione di St Nicholas of Myra nell’arcidiocesi di Dublino si è alzata in piedi ad applaudire il parroco quando ha dichiarato dal pulpito di essere gay esortandoli a votare a favore del “matrimonio” fra persone dello stesso sesso nel referendum irlandese. Non è difficile immaginare il tipo di trattamento che avrebbero riservato invece a un obiettore. Così, l’influenza oppressiva dell’anti-Chiesasi vede nel modo più chiaro quando si ha paura di sostenere apertamente la rivelazione di Dio sull’omosessualità, l’aborto o la contraccezione nella propria comunità parrocchiale.

Anzi, i fedeli cattolici, sia laici che clericali, sono sempre più soggetti alla paura legittima che il loro reddito e le loro carriere vengano messi a repentaglio nel caso dovessero prendere posizione contro l’anti-Chiesa (45).

I datori di lavoro sono particolarmente impauriti quando gli attivisti dei gruppi secolaristi lanciano accuse di “omofobia” o “transfobia” contro i loro dipendenti fedeli cattolici. Nel profondo timore della potenziale perdita di affari, i datori di lavoro in tutte queste situazioni si sentono spesso costretti al silenzio o perfino al licenziamento  dei cattolici accusati. E se la cattiva pubblicità da parte della lobby dei LGBT può danneggiare gli affari, la maggior parte dei datori di lavoro hanno un timore ancora più grande dei giudizi legali avversi che i conflitti con tali gruppi possono arrecargli.

Ciononostante, non si deve ignorare la realtà che ci sono ancora altri datori di lavoro pronti ad accodarsi ai reclami contro un cattolico fedele perché, consapevoli o meno, sono in simpatia conl’anti-Chiesa.  Come è risaputo da numerosi casi pilota, quando i datori di lavoro sono sotto pressione dagli attivisti LGBT, la libertà di parola e la libertà di coscienza dei loro dipendenti sono ignorate, quando non soppresse del tutto. La maggioranza dei cattolici fedeli, e in particolare quelli del settore pubblico, lo sanno, si sentono intimiditi, e quindi evitano di parlare della loro contrarietà all’ideologia secolarista.

I sacerdoti e I vescovi sono i leader più vicini e più naturali dei laici e sono i primi ad essere impigliati nello spettro di paura generata dall’Anti-Chiesa, che si va allargando sempre di più. In aggiunta, a causa del voto clericale di obbedienza e rispetto, la loro paura, essendo riverente, è assai esacerbata soprattutto quando si trovano a ranghi divisi; rotta l’unità; violate le discipline sacramentali di lungo corso, ignorata la legge canonica, sminuito il loro spirito evangelizzatore come proselitismo e solenne sciocchezza. Riguardo alle loro persone, si trovano etichettati come piccoli mostri che scagliano pietre contro i poveri peccatori, o che riducono il sacramento della riconciliazione a una stanza della tortura o che si nascondono dietro agli insegnamenti della Chiesa, seduti in giudizio sulla cattedra di Mosé talvolta con superiorità e superficialità.

Come figli chierici essi si vedono talvolta come meno meritevoli di un abbraccio papale dell’arci-abortista Emma Bonino e ancor meno degni di riabilitazione del rinomato falso profeta e propugnatore di aborti Paul Ehrlich. Come sacerdoti si dice loro che devono scusarsi con i gay e che la  “grande maggioranza” dei matrimoni cattolici che essi avrebbero benedetto non sono validi; in aggiunta, sono chiamati dicitori di preghiere e, poiché considerano importante l’andare a Messa e le confessioni frequenti, sono marchiati come Pelagiani. Da cattolici, sapendo che i primi cinque sabati furono chiesti in riparazione per le blasfemie contro la Madonna, sentono come un’offesa personale le riflessioni scurrili (46) secondo cui, sul Calvario, dove divenne la Madre (47) di tutti i redenti da Cristo, forse la Santa Vergine desiderava in cuor suo dire al Signore “Menzogne” Menzogne! Sono stata ingannata.”

Come gli alberi della foresta tremano col vento (48), così I cuori dei chierici tremano di paura davanti alla possibilità che potrebbero trovarsi ad essere addirittura più cattolici del Papa (49)!


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)