00 20/09/2017 13:53

UDIENZA GENERALE


Mercoledì, 20 settembre 2017


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La Speranza cristiana - 33. Educare alla speranza

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

La catechesi di oggi ha per tema: “educare alla speranza”. E per questo io la rivolgerò direttamente, con il “tu”, immaginando di parlare come educatore, come padre a un giovane, o a qualsiasi persona aperta ad imparare.

Pensa, lì dove Dio ti ha seminato, spera! Sempre spera.

Non arrenderti alla notte: ricorda che il primo nemico da sottomettere non è fuori di te: è dentro. Pertanto, non concedere spazio ai pensieri amari, oscuri. Questo mondo è il primo miracolo che Dio ha fatto, e Dio ha messo nelle nostre mani la grazia di nuovi prodigi. Fede e speranza procedono insieme. Credi all’esistenza delle verità più alte e più belle. Confida in Dio Creatore, nello Spirito Santo che muove tutto verso il bene, nell’abbraccio di Cristo che attende ogni uomo alla fine della sua esistenza; credi, Lui ti aspetta. Il mondo cammina grazie allo sguardo di tanti uomini che hanno aperto brecce, che hanno costruito ponti, che hanno sognato e creduto; anche quando intorno a sé sentivano parole di derisione.

Non pensare mai che la lotta che conduci quaggiù sia del tutto inutile. Alla fine dell’esistenza non ci aspetta il naufragio: in noi palpita un seme di assoluto. Dio non delude: se ha posto una speranza nei nostri cuori, non la vuole stroncare con continue frustrazioni. Tutto nasce per fiorire in un’eterna primavera. Anche Dio ci ha fatto per fiorire. Ricordo quel dialogo, quando la quercia ha chiesto al mandorlo: “Parlami di Dio”. E il mandorlo fiorì.

Ovunque tu sia, costruisci! Se sei a terra, alzati! Non rimanere mai caduto, alzati, lasciati aiutare per essere in piedi. Se sei seduto, mettiti in cammino! Se la noia ti paralizza, scacciala con le opere di bene! Se ti senti vuoto o demoralizzato, chiedi che lo Spirito Santo possa nuovamente riempire il tuo nulla.

Opera la pace in mezzo agli uomini, e non ascoltare la voce di chi sparge odio e divisioni. Non ascoltare queste voci. Gli esseri umani, per quanto siano diversi gli uni dagli altri, sono stati creati per vivere insieme. Nei contrasti, pazienta: un giorno scoprirai che ognuno è depositario di un frammento di verità.

Ama le persone. Amale ad una ad una. Rispetta il cammino di tutti, lineare o travagliato che sia, perché ognuno ha la sua storia da raccontare. Anche ognuno di noi ha la propria storia da raccontare. Ogni bambino che nasce è la promessa di una vita che ancora una volta si dimostra più forte della morte. Ogni amore che sorge è una potenza di trasformazione che anela alla felicità.

Gesù ci ha consegnato una luce che brilla nelle tenebre: difendila, proteggila. Quell’unico lume è la ricchezza più grande affidata alla tua vita.

E soprattutto, sogna! Non avere paura di sognare. Sogna! Sogna un mondo che ancora non si vede, ma che di certo arriverà. La speranza ci porta a credere all’esistenza di una creazione che si estende fino al suo compimento definitivo, quando Dio sarà tutto in tutti. Gli uomini capaci di immaginazione hanno regalato all’uomo scoperte scientifiche e tecnologiche. Hanno solcato gli oceani, hanno calcato terre che nessuno aveva calpestato mai. Gli uomini che hanno coltivato speranze sono anche quelli che hanno vinto la schiavitù, e portato migliori condizioni di vita su questa terra. Pensate a questi uomini.

Sii responsabile di questo mondo e della vita di ogni uomo. Pensa che ogni ingiustizia contro un povero è una ferita aperta, e sminuisce la tua stessa dignità. La vita non cessa con la tua esistenza, e in questo mondo verranno altre generazioni che succederanno alla nostra, e tante altre ancora. E ogni giorno domanda a Dio il dono del coraggio. Ricordati che Gesù ha vinto per noi la paura. Lui ha vinto la paura! La nostra nemica più infida non può nulla contro la fede. E quando ti troverai impaurito davanti a qualche difficoltà della vita, ricordati che tu non vivi solo per te stesso. Nel Battesimo la tua vita è già stata immersa nel mistero della Trinità e tu appartieni a Gesù. E se un giorno ti prendesse lo spavento, o tu pensassi che il male è troppo grande per essere sfidato, pensa semplicemente che Gesù vive in te. Ed è Lui che, attraverso di te, con la sua mitezza vuole sottomettere tutti i nemici dell’uomo: il peccato, l’odio, il crimine, la violenza; tutti nostri nemici.

Abbi sempre il coraggio della verità, però ricordati: non sei superiore a nessuno. Ricordati di questo: non sei superiore a nessuno. Se tu fossi rimasto anche l’ultimo a credere nella verità, non rifuggire per questo dalla compagnia degli uomini. Anche se tu vivessi nel silenzio di un eremo, porta nel cuore le sofferenze di ogni creatura. Sei cristiano; e nella preghiera tutto riconsegni a Dio.

E coltiva ideali. Vivi per qualcosa che supera l’uomo. E se un giorno questi ideali ti dovessero chiedere un conto salato da pagare, non smettere mai di portarli nel tuo cuore. La fedeltà ottiene tutto.

Se sbagli, rialzati: nulla è più umano che commettere errori. E quegli stessi errori non devono diventare per te una prigione. Non essere ingabbiato nei tuoi errori. Il Figlio di Dio è venuto non per i sani, ma per i malati: quindi è venuto anche per te. E se sbaglierai ancora in futuro, non temere, rialzati! Sai perché? Perché Dio è tuo amico.

Se ti colpisce l’amarezza, credi fermamente in tutte le persone che ancora operano per il bene: nella loro umiltà c’è il seme di un mondo nuovo. Frequenta le persone che hanno custodito il cuore come quello di un bambino. Impara dalla meraviglia, coltiva lo stupore.

Vivi, ama, sogna, credi. E, con la grazia Dio, non disperare mai.


Saluti:

Pozdrawiam serdecznie pielgrzymów polskich. W poniedziałek obchodziliście w Polsce wspomnienie św. Stanisława Kostki, patrona dzieci i młodzieży. On, pragnąc wyższego celu życia, ściśle zjednoczony z Bogiem, wbrew woli rodziców, wstąpił do zakonu Jezuitów. Ustawiczna modlitwa, częsta spowiedź, codzienna Msza św., praca nad sobą ukształtowały jego świętość już w młodzieńczym wieku. Niech jego przykład przypomina rodzicom i młodzieży, że perspektywa zdobycia pozycji społecznej nie może zagłuszać życiowego powołania otrzymanego od Boga. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Lunedì, in Polonia, avete celebrato la memoria di San Stanislao Kostka, patrono dei bambini e dei giovani. Desideroso di dare uno scopo più alto alla propria vita, unito strettamente con Dio, entrò tra i Gesuiti contro la volontà dei genitori. La continua preghiera, la confessione frequente, la S. Messa quotidiana, lavoro spirituale su se stesso, formò la sua santità già in età giovanile. Il suo esempio ricordi ai genitori e ai giovani, che la prospettiva di raggiungere una posizione sociale non faccia chiudere le proprie orecchie alla chiamata del Signore. Sia lodato Gesù Cristo.]

Zo srdca vítam slovenských veriacich. Osobitne pozdravujem účastníkov Dvanástej púte Ordinariátu ozbrojených síl a ozbrojených zborov, vedených vojenským ordinárom biskupom Monsignorom Františkom Rábekom. Drahí bratia a sestry, prajem vám, aby ste boli odvážnymi svedkami Krista v špecifickom prostredí, v ktorom žijete a pracujete. Ochotne žehnám vás, vašu službu i vašich drahých vo vlasti. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua slovacca. In particolare saluto i partecipanti al Dodicesimo pellegrinaggio dell’Ordinariato delle Forze armate e dei Corpi armati, guidato dall’Ordinario militare, Monsignore František Rábek. Cari fratelli e sorelle, vi auguro di essere coraggiosi testimoni di Cristo nell’ambiente particolare in cui vivete ed operate. Volentieri benedico voi, il vostro servizio ed i vostri cari in Patria. Sia lodato Gesù Cristo!]

* * *

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. 

Saluto i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli. Domani ricorre la Festa di San Matteo, Apostolo ed Evangelista. La sua conversione sia di esempio a voi, cari giovani, per vivere la vita con i criteri della fede; la sua mansuetudine sostenga voi, cari ammalati, quando la sofferenza sembra insopportabile; e il suo abbandono dei calcoli del mondo ricordi a voi, cari sposi novelli, l’importanza della logica d’amore nella vita matrimoniale che avete intrapreso.




PAPA FRANCESCO

UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro
Mercoledì, 27 settembre 2017

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La Speranza cristiana - 34. I nemici della speranza

Cari fratelli e sorelle, buongiorno! 

In questo tempo noi stiamo parlando della speranza; ma oggi vorrei riflettere con voi sui nemici della speranza. Perché la speranza ha i suoi nemici: come ogni bene in questo mondo, ha i suoi nemici.

E mi è venuto in mente l’antico mito del vaso di Pandora: l’apertura del vaso scatena tante sciagure per la storia del mondo. Pochi, però, ricordano l’ultima parte della storia, che apre uno spiraglio di luce: dopo che tutti i mali sono usciti dalla bocca del vaso, un minuscolo dono sembra prendersi la rivincita davanti a tutto quel male che dilaga. Pandora, la donna che aveva in custodia il vaso, lo scorge per ultimo: i greci la chiamano elpìs, che vuol dire speranza.

Questo mito ci racconta perché sia così importante per l’umanità la speranza. Non è vero che “finché c’è vita c’è speranza”, come si usa dire. Semmai è il contrario: è la speranza che tiene in piedi la vita, che la protegge, la custodisce e la fa crescere. Se gli uomini non avessero coltivato la speranza, se non si fossero sorretti a questa virtù, non sarebbero mai usciti dalle caverne, e non avrebbero lasciato traccia nella storia del mondo. È quanto di più divino possa esistere nel cuore dell’uomo.

Un poeta francese – Charles Péguy – ci ha lasciato pagine stupende sulla speranza (cfr Il portico del mistero della seconda virtù). Egli dice poeticamente che Dio non si stupisce tanto per la fede degli esseri umani, e nemmeno per la loro carità; ma ciò che veramente lo riempie di meraviglia e commozione è la speranza della gente: «Che quei poveri figli – scrive – vedano come vanno le cose e che credano che andrà meglio domattina». L’immagine del poeta richiama i volti di tanta gente che è transitata per questo mondo – contadini, poveri operai, migranti in cerca di un futuro migliore – che ha lottato tenacemente nonostante l’amarezza di un oggi difficile, colmo di tante prove, animata però dalla fiducia che i figli avrebbero avuto una vita più giusta e più serena. Lottavano per i figli, lottavano nella speranza.

La speranza è la spinta nel cuore di chi parte lasciando la casa, la terra, a volte familiari e parenti – penso ai migranti –, per cercare una vita migliore, più degna per sé e per i propri cari. Ed è anche la spinta nel cuore di chi accoglie: il desiderio di incontrarsi, di conoscersi, di dialogare… La speranza è la spinta a “condividere il viaggio”, perché il viaggio si fa in due: quelli che vengono nella nostra terra, e noi che andiamo verso il loro cuore, per capirli, per capire la loro cultura, la loro lingua. E’ un viaggio a due, ma senza speranza quel viaggio non si può fare. La speranza è la spinta a condividere il viaggio della vita, come ci ricorda la Campagna della Caritas che oggi inauguriamo. Fratelli, non abbiamo paura di condividere il viaggio! Non abbiamo paura! Non abbiamo paura di condividere la speranza!

La speranza non è virtù per gente con lo stomaco pieno. Ecco perché, da sempre, i poveri sono i primi portatori della speranza. E in questo senso possiamo dire che i poveri, anche i mendicanti, sono i protagonisti della Storia. Per entrare nel mondo, Dio ha avuto bisogno di loro: di Giuseppe e di Maria, dei pastori di Betlemme. Nella notte del primo Natale c’era un mondo che dormiva, adagiato in tante certezze acquisite. Ma gli umili preparavano nel nascondimento la rivoluzione della bontà. Erano poveri di tutto, qualcuno galleggiava poco sopra la soglia della sopravvivenza, ma erano ricchi del bene più prezioso che esiste al mondo, cioè la voglia di cambiamento.

A volte, aver avuto tutto dalla vita è una sfortuna. Pensate a un giovane a cui non è stata insegnata la virtù dell’attesa e della pazienza, che non ha dovuto sudare per nulla, che ha bruciato le tappe e a vent’anni “sa già come va il mondo”; è stato destinato alla peggior condanna: quella di non desiderare più nulla. E’ questa, la peggiore condanna. Chiudere la porta ai desideri, ai sogni. Sembra un giovane, invece è già calato l’autunno sul suo cuore. Sono i giovani d’autunno.

Avere un’anima vuota è il peggior ostacolo alla speranza. È un rischio da cui nessuno può dirsi escluso; perché di essere tentati contro la speranza può capitare anche quando si percorre il cammino della vita cristiana. I monaci dell’antichità avevano denunciato uno dei peggiori nemici del fervore. Dicevano così: quel “demone del mezzogiorno” che va a sfiancare una vita di impegno, proprio mentre arde in alto il sole. Questa tentazione ci sorprende quando meno ce lo aspettiamo: le giornate diventano monotone e noiose, più nessun valore sembra meritevole di fatica. Questo atteggiamento si chiama accidia che erode la vita dall’interno fino a lasciarla come un involucro vuoto.

Quando questo capita, il cristiano sa che quella condizione deve essere combattuta, mai accettata supinamente. Dio ci ha creati per la gioia e per la felicità, e non per crogiolarci in pensieri malinconici. Ecco perché è importante custodire il proprio cuore, opponendoci alle tentazioni di infelicità, che sicuramente non provengono da Dio. E laddove le nostre forze apparissero fiacche e la battaglia contro l’angoscia particolarmente dura, possiamo sempre ricorrere al nome di Gesù. Possiamo ripetere quella preghiera semplice, di cui troviamo traccia anche nei Vangeli e che è diventata il cardine di tante tradizioni spirituali cristiane: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio vivo, abbi pietà di me peccatore!”. Bella preghiera. “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio vivo, abbi pietà di me peccatore!”. Questa è una preghiera di speranza, perché mi rivolgo a Colui che può spalancare le porte e risolvere il problema e farmi guardare l’orizzonte, l’orizzonte della speranza.

Fratelli e sorelle, non siamo soli a combattere contro la disperazione. Se Gesù ha vinto il mondo, è capace di vincere in noi tutto ciò che si oppone al bene. Se Dio è con noi, nessuno ci ruberà quella virtù di cui abbiamo assolutamente bisogno per vivere. Nessuno ci ruberà la speranza. Andiamo avanti!


 


Saluti:

Je suis heureux de saluer les pèlerins venus de France et de Suisse, en particulier les jeunes de Luçon. Que le Seigneur, par l’intercession de saint Vincent de Paul, nous aide à combattre le désespoir en nous et à partager l’espérance autour de nous. Que Dieu vous bénisse !

[Sono lieto di salutare i pellegrini provenienti dalla Francia e dalla Svizzera, specialmente i giovani di Luzon. Il Signore, attraverso l’intercessione di San Vincenzo de’ Paoli, vi aiuti ad affrontare con coraggio le delusioni della vita e a seminare speranza intorno a voi. Dio vi benedica!]

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in the Audience, particularly the groups from England, Scotland, Ireland, Australia, Malaysia, the Philippines, Sri Lanka, Vietnam, Canada and the United States of America. Today marks the start of the worldwide Caritas campaign “Share the Journey”, to assist families forced to migrate. I encourage you to support this praiseworthy initiative as an expression of our solidarity with our many brothers and sisters in need. Upon all of you, and your families, I invoke joy and peace in our Lord Jesus Christ.

[Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Irlanda, Australia, Malaysia, Filippine, Sri Lanka, Vietnam, Canada e Stati Uniti d’America. Inizia oggi la campagna della Caritas Internationalis, “Condividere il Viaggio”, a sostegno delle famiglie costrette a migrare; vi incoraggio ad aderire a quest’iniziativa lodevole come segno di solidarietà con questi nostri fratelli e sorelle bisognosi. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo.]

Von Herzen grüße ich die Pilger deutscher Sprache. Besonders heiße ich die vielen Jugendlichen willkommen, vor allem die Schülerinnen und Schüler der Coelestin-Maier-Realschule Vilshofen, der Paulus-Schule Oldenburg und der Domschule Osnabrück. Man sieht ja euer Transparent dort, sehr schön! Gott ist uns immer nahe, auch in den Schwierigkeiten und Prüfungen des Alltags. Mit ihm können wir alle Verzweiflung überwinden. Wenn Gott mit uns ist, kann uns niemand die Hoffnung rauben. Der Heilige Geist erfülle euch mit seiner Freude.

[Con affetto saluto i pellegrini di lingua tedesca. Un benvenuto speciale ai numerosi giovani, in particolare agli studenti della Coelestin-Maier Realschule di Vilshofen, della Paulus-Schule di Oldenburg e della Domschule di Osnabrück. Si vede il cartello, lì: bello! Dio ci è sempre vicino, anche nelle difficoltà e prove della vita quotidiana. Con lui vinciamo ogni disperazione. Se Dio è con noi, nessuno ci ruberà la speranza. Lo Spirito Santo vi riempia della sua gioia.]

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en especial a los grupos provenientes de España y Latinoamérica. Les pido que hoy tengamos un recuerdo en la oración por las víctimas y los damnificados que deja tras de sí el huracán que en estos días ha azotado el Caribe, y en modo especial Puerto Rico. Que Dios los bendiga.

Saúdo todos os peregrinos de língua portuguesa, em particular os fiéis de Arruda dos Vinhos e Sobral e os diversos grupos do Brasil. Queridos amigos, a esperança cristã nos leva a olhar para o futuro como homens e mulheres que não se cansam de sonhar com um mundo melhor. Que Maria, causa da nossa esperança, vos guie nesse caminho.

[Rivolgo il mio saluto a tutti i pellegrini di lingua portoghese, in particolare ai fedeli di Arruda dos Vinhos e Sobral e ai diversi gruppi dal Brasile. Cari amici, la speranza cristiana ci spinge a guardare verso il futuro come uomini e donne che non si stancano di sognare un mondo migliore. Maria, causa della nostra speranza, vi guidi su questa strada.]

أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربية، وخاصةً بالقادمينَ منالشرق الأوسط. أيّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزّاء، إنَّ الله قد خلقنا للفرح والسعادة ولا للتكاسل في أفكار تعيسة. وحيث تبدو قوانا ضعيفة والمعركة ضدّ اليأس صعبة، يمكننا أن نلجأ على الدوام إلى اسم يسوع قائلين: "أيها الرب يسوع المسيح، ابن الله، إرحمني أنا الخاطئ!" ليبارككُم الرب!

[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, Dio ci ha creati per la gioia e per la felicità, e non per crogiolarci in pensieri malinconici. E laddove le nostre forze apparissero fiacche e la battaglia contro l’angoscia particolarmente dura, possiamo sempre ricorrere al nome di Gesù, invocandolo: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore!”. Il Signore vi benedica!]

Serdeczne pozdrowienie kieruję do polskich pielgrzymów. Drodzy bracia i siostry, nadzieja chrześcijańska opiera się na zaufaniu Bożej wszechmocy i dobroci. Kiedy doświadczamy trudności i cierpień, które zagrażają naszej nadziei, bezzwłocznie prośmy Pana, aby otworzył nasze oczy na dobro, obudził w nas na nowo pragnienie szczęścia i wolę zaangażowania na rzecz budowania lepszego świata dla nas i dla innych. Niech Bóg wam błogosławi!

[Un cordiale saluto rivolgo ai pellegrini polacchi. Cari fratelli e sorelle, la speranza cristiana si basa sulla fiducia nell’onnipotenza e nella bontà di Dio. Quando avvertiamo difficoltà e sofferenze che minacciano la nostra speranza, non esitiamo a chiedere al Signore che apra i nostri occhi al bene, susciti in noi un nuovo desiderio di felicità e risvegli la voglia di impegno a favore di un mondo migliore, per noi e per gli altri. Dio vi benedica!]

* * *

Un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana!

Sono lieto di accogliere i fedeli provenienti da diverse parrocchie, i sacerdoti che celebrano il 25° di ordinazione sacerdotale, i partecipanti al Capitolo generale dei Missionari della Fede, le Suore di Santa Elisabetta che oggi ricordano il 175° di Fondazione, i Sacerdoti del Pontificio Collegio Missionario Internazionale San Paolo Apostolo di Roma e i membri dell’Istituto Missionarie laiche di Maria Madre del Redentore. Vi esorto tutti ad essere sempre fedeli al carisma ricevuto, testimoniando nei luoghi di apostolato l’amore misericordioso del Padre. Saluto l’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, i Finanzieri del Comando Regione d’Abruzzo, l’Associazione Nazionale Carabinieri di Tagliacozzo e la comunità filippina di Venezia.

Porgo infine il mio saluto ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. L’esempio di carità di san Vincenzo de’ Paoli, che oggi ricordiamo quale patrono delle associazioni di carità, conduca voi, cari giovani, ad attuare i progetti del vostro futuro con un gioioso e disinteressato servizio ai più bisognosi. Aiuti voi, cari ammalati, ad affrontare la sofferenza con fede oblativa. E solleciti voi, cari sposi novelli, a costruire una famiglia sempre aperta ai doveri dell’ospitalità e al dono della vita.



[Modificato da Caterina63 28/09/2017 10:29]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)