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2. La messa di Padre Pio

Dopo aver visto in un diagramma direi quasi gene-rico l'eccezionalità di Padre Pio come liturgo, convie-ne dare ora uno sguarado all'atto liturgico, che lo ha reso famoso nel mondo: «La Messa di Padre Pio».

Il Vaticano II nel Decreto sul ministero e vita sa-cerdotale ha un tratto che è indicativo a riguardo. « Nel sacrificio della messa, i presbiteri agiscono in modo speciale nella persona di Cristo, il quale si è offerto come vittima per santificare gli uomini; sono pertanto invitati a imitare ciò che trattano, nel senso che, celebrando il mistero della morte del Signore, de-vono cercare di mortificare le proprie membra... Così i presbiteri, unendosi con l'atto di Cristo sacerdote, si offrono ogni giorno totalmetne a Dio, e nutrendosi del corpo di Cristo partecipano nell'anima alla carità di colui che si dà come cibo ai fedeli » (Cf. PO, 13). Nella santa messa i presbiteri agiscono nella per-sona di Cristo, sono cioè sacramenti della sua presen-za. Come Cristo ancora si debbono offrire per la san-tificazione degli uomini imitando ciò che trattano, of-frendosi cosf ogni giorno a Dio.

- Che cosa è, Padre, la vostra messa? è stato chie-sto a Padre Pio.

- Un sacro miscuglio con la passione di Gesù, è stata la risposta.

- Padre, che cosa dobbiamo leggere nella vostra messa? è stato chiesto ancora.

- Tutto il calvario, ha risposto Padre Pio. L'identificazione a Cristo, voluta dal Vaticano II da parte del presbitero, nello Stigmatizzato del Gar-gano non può essere più perfetta. Non da meno è pu-re lo stato vittimale che il Crocifisso di Pietrelcina as-sume sull'altare.

- Padre, ditemi tutto quello che soffrite nella san-ta messa, gli è stato chiesto un giorno.

- Tutto quello che ha sofferto Gesù nella sua pas-sione, inadeguatamente, lo soffro anch'io, per quanto a umana creatura è possibile. E ciò contro ogni mio merito e per sola sua bontà, ha egli confidato.

Ed è una sofferenza la sua che all'altare va sempre crescendo, specialmente dalla consacrazione alla co-munione.

Certo conoscere la passione del Padre all'altare è difficile. Una metodologia per conoscerla, per quanto è possibile, l'ha indicata lui stesso.

- Padre, come possiamo conoscere la vostra pas-sione?

- Conoscendo la passione di Gesti: in quella di Gesù troverete la mia.

Indicazione, questa, facile e difficile allo stesso tempo. Facile, perché il paradigma da scoprire non è difficoltoso. Difficile, in quanto la passione di Gesti è un mistero; misteriosa quindi è anche quella dello Stigmatizzato del Gargano.

I momenti della passione di Gesù, Padre Pio li vi-ve uno per uno all'altare: agonizza con il Signore nel Getsemani; subisce la flagellazione e coronazione di spine. Un diadema, questo, che non lo lascia mai.

Il Padre soffre ancora quello che Gesù soffrì nella via dolorosa.

Sull'altare poi è sospeso alla croce come Gesù sul Calvario. Recita sospeso al legno le sette parole di Gesti in croce. Soffre pure la sete e l'abbandono. Alla comunione, infine, misticamente, muore come Cristo, più per amore che per dolore.

L'unione di Padre Pio con Gesù eucaristico non termina con la messa: le specie eucaristiche si conser-vano incorrotte in lui da un giorno all'altro.

« Mi avete fatto comprendere - insinua una crea-tura a lui tanto devota - che le sacre specie in voi non si corrompono. Siete un ostensorio vivente? »

« Tu lo dici! » rispose Padre Pio, con una frase di genuino sapore evangelico.

L'unione di Padre Pio con Gesù eucaristico, di-ventato all'altare singolare ed eccezionale liturgo, lo fa passare tra le anime, terminati i divini misteri, co-me un ostensorio vivente. Non è forse questo il segre-to in cui trova la sua legittima spiegazione quell'ac-correre, quell'accalcarsi, quello stringersi delle folle intorno a lui, come lo fu un giorno per Gesù? 


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)