00 10/10/2017 17:55
Risultati immagini per san Padre Pio Pietrelcina


CONCLUSIONE

Tutta la vita personale, sacerdotale, apostolica del Serafino di Pietrelcina ha avuto come centro l'Euca-restia.

Non vi è stato momento dell'esistenza del Padre che non sia stato sorretto da Gesù sacramentato: a lui si è sempre unito, con lui si è fatto vittima all'altare, incontro a lui ha convogliato tutte le anime che sono ricorse a lui durante i lunghi anni del suo apostolato sacerdotale.

L'Eucarestia è stata quindi il punto costante di ri-ferimento per l'intero arco della sua vita terrena. Le cose con la morte non sono cambiate. Padre, quando non ci sarete più, come faremo sen-za di voi? gli fu chiesto.

- Andate innanzi a un tabernacolo: in Gesù tro-verete anche me, rispose Padre Pio.

Durante la vita terrena, in Padre Pio era presente Gesù. Ora che egli non è più, i nostri occhi, quelli del-la fede, possono vederlo ancora.

Andando dinanzi a un tabernacolo: Padre Pio si trova in Gesù. 

APPENDICE 

CAPITOLO II

del decreto PRESBYTERORUM ORDINIS sul ministero e la vita sacerdotale

IL MINISTERO DEI PRESBITERI

Funzioni dei presbiteri 

I presbiteri ministri della parola di Dio

4. Il popolo di Dio viene adunato innanzitutto per mezzo della parola del Dio vivente, che tutti hanno il diritto di cercare sulle labbra dei sacerdoti. Dato infatti che nessuno può essere salvo se prima non ha creduto, i presbiteri, nella loro qualità di cooperato-ri dei vescovi, hanno anzitutto il dovere di annuncia-re a tutti il Vangelo di Di o, seguendo il mandato del Signore: « Andate nel mondo intero e predicate il Vangelo a ogni creatura » (Mc 16, 15), e possono co-sì costituire e incrementare il popolo di Dio. Difatti, in virtù della parola salvatrice, la fede si accende nel cuore dei non credenti e si nutre nel cuore dei cre-denti, e con la fede ha inizio e cresce la comunità dei credenti, secondo quanto ha scritto l'Apostolo: « La fede è possibile per l'ascolto, e l'ascolto è possibile per la parola di Cristo » (Rm 10, 17). Pertanto i presbi-teri sono debitori verso tutti, nel senso che a tutti de-vono comunicare la verità del Vangelo, di cui il Si-gnore li fa beneficiare. Quindi, sia che offrano in mezzo alla gente la testimonianza di una vita esem-plare, che induca a dar gloria a Dio  sia che annun-cino il mistero di Cristo ai non credenti con la predi-cazione esplicita; sia che svolgano la catechesi o illu-strino la dottrina della Chiesa; sia che si applichino a esaminare i problemi del loro tempo alla luce di Cri-sto: in tutti questi casi il loro compito non è di inse-gnare una propria sapienza, bensì di insegnare la pa-rola di Dio e di invitare tutti insistentemente alla conversione e alla santità. Inoltre se la predicazione sacerdotale, che nelle circostanze attuali del mondo è spesso assai difficile, vuole avere piti efficaci risultati sulle menti di coloro che ascoltano, non può limitarsi ad esporre la parola di Dio in termini generali e astratti, ma deve applicare la perenne verità del Van-gelo alle circostanze concrete della vita.

In tal modo il ministero della parola viene esercita-to sotto forme diverse, in rapporto alle diverse neces-sità degli ascoltatori e secondo i diversi carismi dei predicatori. Nelle regioni o negli ambienti non cri-stiani, per mezzo del messaggio evangelico gli uomini vengono attratti alla fede e ai sacramenti della salvez-za; e nella comunità dei cristiani, soprattutto per quanto riguarda coloro che mostrano di non capire o non credere abbastanza ciò che praticano, la predica-zione della parola è necessaria per lo stesso ministero dei sacramenti, trattandosi di sacramenti della fede, la quale nasce e si alimenta con la parola. Ciò vale soprattutto nel caso della liturgia della parola nella celebrazione della messa, in cui si realizza un'unità inscindibile fra l'annuncio della morte e risurrezione del Signore, la risposta del popolo che ascolta e l'of-ferta con la quale Cristo ha confermato nel suo san-gue la Nuova Alleanza; offerta cui si uniscono i fedeli sia con i loro voti e preghiere sia con la ricezione del sacramento. 

I presbiteri ministri della santificazione con i sacra-menti e l'eucarestia

5. Dio, il quale solo è santo e santificatore, ha vo-luto assumere degli uomini come soci e collaboratori, perché servano umilmente nell'opera di santificazio-ne. Per questo i presbiteri sono consacrati da Dio, mediante il vescovo, in modo che, resi partecipi in maniera speciale del sacerdozio di Cristo, nelle sacre celebrazioni agiscano come ministri di colui che inin-terrottamente esercita la sua funzione sacerdotale in favore nostro nella liturgia, per mezzo del suo Spi-rito. Essi infatti, con il battesimo, introducono gli uomini nel popolo di Dio; con il sacramento della pe-nitenza riconciliano i peccatori con Dio e con la Chiesa; con l'olio degli infermi alleviano le sofferenze degli ammalati; e soprattutto con la celebrazione del-la messa offrono sacramentalmente il sacrificio di Cristo. Ma ogni volta che celebrano uno di questi sa-cramenti i presbiteri - come già ai tempi della Chiesa primitiva attesta S. Ignazio martire - sono gerarchicamente collegati sotto molti aspetti al vescovo, e in tal modo lo rendono in un certo senso presente in ciascuna adunanza dei fedeli.

Tutti i sacramenti, come pure tutti i ministeri ec-clesiastici e le opere d'apostolato, sono strettamente uniti alla sacra eucaristia e ad essa sono ordinati. Infatti, nella santissima eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostro pasqua, lui il pane vivo che, mediante la sua carne vivificata dallo Spirito Santo e vivificante, dà vita agli uomini i quali sono in tal modo invitati e in-dotti a offrire assieme a lui se stessi, il proprio lavoro e tutte le cose create. Per questo l'eucaristia si pre-senta come fonte e culmine di tutta l'evangelizzazio-ne, cosicché i catecumeni sono introdotti a poco a poco a parteciparvi, e i fedeli, già segnati dal sacro battesimo e dalla confermazione, ricevendo l'eucari-stia trovano il loro pieno inserimento nel corpo di Cristo.

L'assemblea eucaristica è dunque il centro della comunità dei cristiani presieduta dal presbitero. I presbiteri insegnano dunque ai fedeli a offrire la vitti-ma divina a Dio Padre nel sacrificio della messa, e a fare, in unione con questa vittima, l'offerta della pro-pria vita. Nello spirito di Cristo pastore insegnano al-tresì a sottomettere con cuore contrito i propri pecca-ti alla Chiesa nel sacramento della penitenza, per po-tersi così convertire ogni giorno di più al Signore, ricordando le sue parole: « Fate penitenza, poiché si avvicina il regno dei cieli » (Mt 4, 17). Insegnano inol-tre ai fedeli a partecipare così intimamente alle cele-brazioni liturgiche, da poter arrivare anche in esse al-la preghiera sincera; li spingono ad avere per tutta la vita uno spirito di orazione sempre più attivo e per-fetto, in rapporto alle grazie e ai bisogni di ciascuno; e invitano tutti a compiere i doveri del proprio stato, inducendo quelli che hanno fatto maggiori progressi a seguire i consigli del Vangelo, nel modo che meglio convenga a ciascuno. Quindi istruiscono i fedeli in modo che possano cantare in cuor loro al Signore in-ni e cantici spirituali, rendendo sempre grazie per ogni cosa a Dio Padre nel nome di nostro Signore Ge-sti Cristo.

Le lodi e il ringraziamento che rivolgono a Dio nella celebrazione eucaristica, i presbiteri li estendo-no alle diverse ore del giorno con il divino ufficio, mediante il quale pregano Iddio in nome della Chiesa e in favore di tutto il popolo loro affidato, anzi in fa-vore di tutto il mondo.

La casa di preghiera - in cui l'eucaristia è celebra-ta e conservata; in cui i fedeli si riuniscono; in cui la presenza del Figlio di Dio nostro Salvatore, offerto per noi sull'altare del sacrificio, viene venerata a so-stegno e consolazione dei fedeli - dev'essere nitida e adatta alla preghiera e alle celebrazioni liturgiche. In essa i pastori e i fedeli sono invitati a rispondere con riconoscenza del dono di colui che di continuo infonde la vita divina, mediante la sua umanità, nelle membra del suo corpo. Abbiano cura i presbiteri di coltivare adeguatamente la scienza e l'arte liturgica, affinché per mezzo del loro ministero liturgico le co-munità cristiane ad essi affidate elevino una lo-de sempre più perfetta a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. 

I presbiteri, guide ed educatori del popolo di Dio

6. Esercitando la funzione di Cristo capo e pastore per la parte di autorità che spetta loro, i presbiteri, in nome del vescovo, riuniscono la famiglia di Dio come fraternità viva e unita e la conducono al Padre per mezzo di Cristo nello Spirito Santo 2°. Per questo mi-nistero, così come per le altre funzioni, viene conferi-ta al presbitero una potestà spirituale, che è appunto concessa ai fini dell'edificazione' 1. Nell'edificare la Chiesa i presbiteri devono avere con tutti dei rapporti improntati alla più delicata bontà, seguendo l'esem-pio del Signore. E nel trattare gli uomini non devono regolarsi in base ai loro gusti, bensì alle esigenze della dottrina e della vita cristiana, istruendoli e an-che ammonendoli come figli carissimi, secondo le parole dell'Apostolo: « Insisti a tempo e fuor di tem-po: rimprovera, supplica, esorta con ogni pazienza e dottrina » (2 Tm 4, 2)

Perciò spetta ai sacerdoti, nella loro qualità di edu-catori nella fede, di curare, per proprio conto o per mezzo di altri, che ciascuno dei fedeli sia condotto nello Spirito Santo a sviluppare la propria vocazione personale secondo il Vangelo, a praticare una carità sincera e attiva, ad esercitare quella libertà con cui Cristo ci ha liberati. Di ben poca utilità saranno le cerimonie più belle o le associazioni più fiorenti, se non sono volte ad educare gli uomini alla maturità cristiana  Per promuovere tale maturità, i presbiteri sapranno aiutarli a diventare capaci di leggere negli avvenimenti stessi - siano essi di grande o di minore portata - quali siano le esigenze naturali e la volontà di Dio. I cristiani inoltre devono essere educati a non vivere egoisticamente, ma secondo le esigenze della nuova legge della carità, la quale vuole che ciascuno amministri in favore del prossimo la misura di grazia che ha ricevuto', e che in tal modo tutti assolvano cristianamente i propri compiti nella comunità uma-na. Ma, anche se sono tenuti a servire tutti, ai presbi-teri sono affidati in modo speciale i poveri e i più de-boli, ai quali lo stesso Signore volle dimostrarsi parti-colarmente unito, e la cui evangelizzazione è presentata come segno dell'opera messianica. Anche i giovani vanno seguiti con cura particolare, e così pu-re i coniugi e i genitori; è auspicabile che tali persone si riuniscano amichevolmente in gruppo, per potersi aiutare a vicenda a vivere più pienamente come cri-stiani nelle circostanze spesso difficili in cui si trova-no. Ricordino inoltre i presbiteri che i religiosi tutti - sia uomini che donne - costituiscono una parte insi-gnita di speciale dignità nella casa del Signore e meri-tano quindi particolare attenzione, affinché progredi-scano sempre nella perfezione spirituale per il bene di tutta la Chiesa. Infine, abbiano cura specialmente dei malati e dei moribondi, visitandoli e confortando-li nel Signore.

Ma la funzione di pastore non si limita alla cura dei singoli fedeli: essa va estesa alla formazione di un'autentica comunità cristiana. Per fomentare op-portunamente lo spirito comunitario, bisogna mirare non solo alla Chiesa locale ma anche alla Chiesa uni-versale. A sua volta la comunità locale non deve limi-tarsi a prendersi cura dei propri fedeli, ma è tenuta anche a sentire lo zelo missionario, che spinge ad aprire a tutti gli uomini la strada che conduce a Cri-sto.

In primo luogo poi alla comunità incombe il dovere di occuparsi dei catecumeni e dei neofiti, che vanno educati gradualmente alla conoscenza e alla pratica della vita cristiana.

D'altra parte non è possibile che si formi una comu-nità cristiana se non assumendo come radice e come cardine la celebrazione della sacra eucaristia, dalla quale deve quindi prendere le mosse qualsiasi educa-zione tendente a formare lo spirito di comunità 31.A sua volta la celebrazione eucaristica, per essere piena e sincera, deve spingere sia alle diverse opere di carità e al reciproco aiuto, sia all'azione missionaria e alle varie forme di testimonianza cristiana.

Inoltre, mediante la carità, la preghiera, l'esempio e le opere di penitenza, la comunità ecclesiale esercita una vera azione materna nei confronti delle anime da avvicinare a Cristo. Essa infatti viene ad essere, per chi ancora non crede, uno strumento efficace per in-dicare o per agevolare il cammino che porta a Cristo e alla sua Chiesa; e per chi già crede è stimolo, ali-mento e sostegno per la lotta spirituale.

Infine, nell'edificare la comunità cristiana i presbi-teri non si mettono mai al servizio di una ideologia o umana fazione, bensì, come araldi del Vangelo e pa-stori della Chiesa, si dedicano pienamente all'incre-mento spirituale del corpo di Cristo.

 

     
 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)