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  In breve

Dopo quanto abbiamo detto circa la legislazione di Paolo VI sulla Nuova Messa, vorremmo, per concludere, fare un riassunto di ciò che è stato detto, e poi insistere su di un punto in particolare (66).
Abbiamo esaminato l’affermazione, portata avanti dal rev. Laisney e da numerosissimi altri scrittori tradizionalisti, secondo la quale Paolo VI impose “illegalmente” il Novus Ordo, e abbiamo dimostrato i punti seguenti:

1)Il fine della promulgazione di una legge è di manifestare che il legislatore vuole imporre un obbligo ai soggetti.
2) Nella Costituzione Apostolica Missale Romanum, Paolo VI manifestò la volontà di imporre la Nuova Messa come un obbligo. Ciò risulta evidente da:
a) Almeno sei passaggi particolari.
b) Vocabolario legislativo tipico del diritto canonico.
c) Parallelismo con la Quo Primum.
d) Promulgazione negli Acta Apostolicæ Sedis.
3) La Costituzione Apostolica di Paolo VI abrogò (revocò) la Quo Primum usando una formula tipica utilizzata abitualmente a questo scopo.
4)La Congregazione per il Culto Divino (CCD) promulgò successivamente tre documenti (che sono infatti dei “decreti generali”... che attuano la Costituzione di Paolo VI.
Questi documenti:
a) Impongono la Nuova Messa come obbligatoria.
b) Proibiscono (salvo alcuni casi) la vecchia Messa.
c) Fanno uso del vocabolario legislativo tipico.
d) Dicono espressamente di avere l’approvazione di Paolo VI.
e) Furono pubblicati regolarmente negli Acta.
5) La CCD pubblicò anche una Notifica del 1974 che ripeteva che soltanto la Nuova Messa poteva essere celebrata e che la vecchia Messa era proibita. Respingeva come “un pretesto” la formula della “consuetudine immemorabile”. Questo documento era un’interpretazione dichiarativa della legge, e come tale non doveva essere promulgata negli Acta per avere forza di legge.
6)I documenti pubblicati dalla CCD erano “un’interpretazione autorevole della legge” che, secondo il Codice, avevano “la stessa forza della legge”, poiché erano pubblicati da una congregazione Romana “alla quale il legislatore aveva delegato il potere di interpretare le leggi”.
7)L’obiezione che rifiuta di considerare la legislazione di Paolo VI come disciplina universale, perché non obbliga i riti orientali, è basata sull'incomprensione del termine “universale”. Il termine non si riferisce al rito, ma all'estensione territoriale della legge.

Le conseguenze inevitabili

Per tutte le suddette ragioni, quindi, se voi insistete nel dire che Paolo VI era veramente Papa, in possesso del pieno potere legislativo come Vicario di Cristo, dovete anche accettarne la conseguenza inevitabile, che è l’esercizio dell’autorità pontificia:
1) La Nuova Messa fu promulgata legalmente.
2) La Nuova Messa è obbligatoria.
3) La Messa tradizionale fu vietata.
Se insistete ancora dicendo che la Nuova Messa è cattiva [**], la logica vuole che arriviate alla conclusione, che la fede e le promesse di Cristo vi vietano di trarre: la Chiesa di Cristo è venuta meno. Infatti il Successore di Pietro, che possiede l’autorità di Cristo, ha usato questa stessa autorità per distruggere la fede di Cristo, imponendo una Messa che è cattiva. Dunque, per voi la promessa di Cristo a Pietro e ai suoi successori è una menzogna e un inganno: le porte dell’Inferno hanno prevalso.



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TUTTO QUESTO CI RICONDUCE al punto di partenza del nostro studio: la Nuova Messa è cattiva [**], e il principio per cui la Chiesa non può fare qualcosa di male.
Paolo VI rispettò tutte le forme legali che ogni vera autorità pontificia impiega normalmente, per imporre le leggi disciplinari universali. Canonicamente, egli rispettò la procedura alla lettera.
Ma ciò che Paolo VI impose era cattivo, sacrilego, distruttore della fede. È per questo che noi, in quanto cattolici, la rifiutiamo.
Poiché sappiamo che l’autorità della Chiesa è incapace d’imporre delle leggi universali cattive, noi dobbiamo di conseguenza concludere che Paolo VI, che ha promulgato delle leggi cattive, non possedeva in realtà l’autorità pontificia.
Perchè, se è impossibile che la Chiesa stessa venga meno, è possibile invece - come insegnano i papi, i canonisti e i teologi - che un Papa, in quanto individuo, perda la fede e automaticamente perda l’incarico e l’autorità pontificia.
In una parola, una volta che noi riconosciamo che la Nuova Messa non è cattolica, riconosciamo anche che il suo promulgatore, Paolo VI, non era né un vero cattolico né un vero Papa