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PREFAZIONE


1. A proposito di ciò che così di frequente e con insistenza mi chiedi, figlio santo Quodvultdeus, ovvero di stendere un'opera sulle eresie adatta alla lettura di chi desideri evitare formule di fede contrarie al credo cristiano e che traggono in inganno per il loro spacciarsi per cristiane, sappi che già molto tempo prima che tu avanzassi questa richiesta intendevo comporre una simile opera, e l'avrei già stesa se, considerata con scrupolo la difficoltà e la vastità dell'impresa, non avessi ritenuto che ciò fosse al di sopra delle mie forze. Ma, poiché confesso che nessuno come te ha insistito con le sue esortazioni, ho tenuto conto tanto del tuo nome quanto della tua ostinata richiesta e mi sono detto: " Tenterò e compirò ciò che vuole Iddio ". Ho fiducia, infatti, che Dio, servendosi della mia lingua, voglia, se mi farà arrivare alla fine di questa opera con la sua misericordiosa assistenza, o mostrare unicamente la grande difficoltà di questo lavoro, o, se mi darà un aiuto più abbondante, toglierla. La prima delle due remore menzionate - quella relativa alla difficoltà dell'impresa - è da molto tempo che la riesamino senza sosta e, dopo lunga meditazione, comincio a venirne a capo. La seconda, invece - quella relativa alla vastità -, ammetto di non averla superata. E mentre lavoro per raggiungere il primo scopo e mentre chiedo, interrogo e ricerco, continuo a non sapere se potrò perseguire anche il secondo scopo. So, tuttavia, che non potrò né chiedere, né domandare, né sollecitare, quanto basta, se non riceverò anche questa disposizione donatami da Dio che me la ispira.


2. In quest'opera dunque, che io ho intrapreso dietro le tue insistenti esortazioni e in accordo con la volontà di Dio, vedi bene che per portarla a compimento non devo tanto essere costretto dalle tue sempre più pressanti richieste che me ne fai, quanto essere aiutato da devote preghiere a Dio e non solo dalle tue, ma anche da quelle degli altri fratelli che sei stato in grado di rendere tuoi fedeli alleati in tale questione. Perché ciò avvenga ho avuto premura di comporre, con l'aiuto di Dio, questa prima parte del libro, che contiene anche questa prefazione, per inviarla alla tua Carità perché tutti voi, vedendo che questo vasto progetto che mi avete chiesto di realizzare ha preso il via, capiate quanto potete aiutarmi con le vostre preghiere nel completamento dell'opera.


3. Dunque mi chiedi, come riportano le tue lettere inviatemi quando hai cominciato a interrogarmi su queste cose, di esporre " brevemente, in modo succinto e per sommi capi, in virtù di cosa la religione cristiana ha ricevuto il titolo di eredità promessa, quali eresie vi siano state e quali ancora vi siano, quali errori gli eretici abbiano introdotto e tutt'ora diffondono, che cosa abbiano sostenuto contro la Chiesa cattolica e quali siano le loro opinioni riguardo la fede, la Trinità, il battesimo, la penitenza, l'umanità di Cristo, la divinità di Cristo, la risurrezione, il Nuovo ed il Vecchio Testamento ". Dato però che ti sei reso conto che tali questioni si moltiplicavano all'infinito, pensasti di compendiarle in una frase generale e comprensiva e, perciò, dicesti: " E, insomma, tutte le questioni in cui essi si allontanano dalla verità ". Hai poi aggiunto: " Quali eresie abbiano il battesimo; quali non lo abbiano; e dopo quale eresia la Chiesa battezzi, senza, tuttavia, ribattezzare; con quali modalità essa accolga gli eretici che vanno a lei; e che cosa risponda a ciascuna eresia con argomenti tratti dall'Antico Testamento, dall'autorità [del Nuovo] e dalla ragione ".


4. Quando mi chiedi che esponga tutto ciò, mi meraviglio che il tuo brillante ingegno sia assetato di verità su tante e tali questioni e che, allo stesso tempo, temendo la noia, chieda brevità. Ma tu stesso, comprendendo ciò che avrei potuto pensare riguardo a questo passo della tua lettera, quasi per metterti al riparo da critiche, hai anticipato il mio pensiero dicendo: " La tua Beatitudine non creda che io sia tanto sprovveduto da non comprendere di quanti ponderosi volumi vi sarebbe bisogno per affrontare esaurientemente tali questioni. Ma quanto a me non desidero che venga fatto ciò, né dubito che ciò sia già stato fatto molte volte ". E come a volermi suggerire come poter esser breve e insieme esporre la verità, aggiungi le parole che ho citato poco fa e affermi: " Ma io chiedo che tu esponga brevemente, in modo succinto e per sommi capi le tesi di ciascuna eresia e che venga aggiunto abbastanza per illustrare cosa la Chiesa cattolica contrappone loro ". E qui di nuovo mi richiedi un lavoro immane, non perché tutto ciò non si debba o non si possa trattare in breve, ma perché le questioni sono così tante che per quanto le si debba trattare brevemente richiedono comunque una lunga trattazione. E tu, ancora: " Cosicché con una sorta di compendio di tutto ciò, se qualcuno volesse conoscere in modo più profondo, completo e chiaro le critiche e le tesi a questo proposito, possa rivolgersi a grandi e magnifici volumi che si sa siano stati composti a questo proposito da vari autori e soprattutto - aggiungi - dalla tua Santità ". Quando mi dici questo, fai vedere che desideri da me uno scritto sotto forma di promemoria di tutte le questioni riguardanti le eresie. Ascolta, dunque, le mie parole, per renderti edotto della natura del lavoro che mi chiedi.


5. Un certo Celso ha raccolto in sei non esigui volumi le opinioni di tutti i filosofi che, sino alla sua epoca (né avrebbe potuto fare di più), avevano fondato diverse sette. Non ha formulato alcuna confutazione, ma si è limitato a dare una semplice esposizione delle dottrine di ciascuna di esse, trattandole con una sobrietà tale da utilizzare le parole adeguate senza lodare né criticare, senza acconsentire né difendere, ma così da ricorrere a quelle che bastano per esporre e descrivere. Menzionò circa cento filosofi; ma non tutti tra questi furono iniziatori di una loro propria scuola, poiché lo scrittore credette doveroso di non tralasciare nemmeno i discepoli che seguirono i loro maestri senza mai dissentirne.


6. Il nostro Epifanio, invece, vescovo di Cipro, scomparso non molto tempo fa, scrisse anch'egli sei libri in cui illustrava ottanta eresie, spiegando quanto alle circostanze storiche ogni cosa, nulla invece disputando per la confutazione della falsità e in difesa della verità. Gli opuscoli menzionati sono veramente brevi e, qualora si unissero in un unico libro, anche questo non sarebbe da paragonare per estensione ai libri nostri e a parecchi altri di altri autori. Se io, nel trattare le eresie, imiterò la brevità dell'autore sopraddetto, non avrai alcun motivo di chiedermi o di aspettarti una trattazione ancor più breve. Ma questo non è lo scopo principale del mio lavoro, come sarà chiaro anche a te o perché te lo avrò dimostrato o perché lo indovinerai tu stesso quando vedrai ciò che ho scritto. Ti accorgerai infatti senz'altro di quanto il vescovo ora menzionato resti al di sotto del genere d'opera che tu desideri venga fatta: e quanto al di sotto di ciò che io voglio. Infatti tu desideri, per quanto voglia che io scriva " brevemente, in modo conciso e per sommi capi ", una confutazione delle eresie menzionate: cosa che Epifanio non fece.


7. Quanto a me intendo fare più di questo, se Dio lo vuole: un testo grazie al quale poter evitare ogni eresia, nota o ignota che sia, e grazie al quale poter giudicare rettamente, non appena una dovesse manifestarsi. Infatti non ogni errore è un'eresia, invece ogni eresia, poiché si fonda nel vizio, non può essere eresia se non a causa di un errore. Racchiudere in una rigida definizione cosa sia ciò che rende un uomo eretico, a parer mio, è cosa o del tutto impossibile o molto difficile. Questa difficoltà apparirà chiaramente nel corso di questo mio lavoro, se Dio guiderà e condurrà al fine, che mi sono proposto, le parti che lo compongono. Al luogo opportuno, poi, si vedrà e si tratterà l'utilità che persegue questa ricerca, anche se non saremo stati capaci di enunciare in una formula le note che definiscono l'eretico. Infatti, se si riuscirà a comprendere come va definito, chi non vedrà quanto sia grande l'utilità di un simile risultato? Dunque, la prima parte di questa opera sarà dedicata alle eresie sorte dopo l'avvento e l'ascensione di Cristo e contrarie alla sua dottrina e ciò nella misura in cui ci è riuscito di conoscerle. Nella seconda parte discuteremo di ciò che rende un uomo eretico.

Dall'ascensione del Signore in cielo sono, dunque, apparsi questi eretici:





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)