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SULLE ERESIE

1. I SIMONIANI prendono il loro nome da Simon Mago, il quale, battezzato dal diacono Filippo, come si legge negli Atti degli Apostoli, volle acquistare con denaro dai santi apostoli il potere di impartire, mediante l'imposizione delle sue mani, lo Spirito Santo. Con le sue magiche macchinazioni aveva ingannato un gran numero di persone 1. Insegnava inoltre la detestabile sconcezza di rapporti sessuali con donne, svincolati da ogni legge morale. Insegnava che Dio non fosse il creatore del mondo e negava la risurrezione della carne. Asseriva di essere Cristo; parimenti voleva esser creduto Giove, e che fosse ritenuta per Minerva una certa meretrice Elena, che egli aveva fatto cooperatrice delle sue scelleratezze. Offriva ai suoi discepoli, perché li adorassero, una sua immagine e quella della sua meretrice, ritratti che aveva sistemato, con pubblica autorizzazione, persino a Roma, come si trattasse di icone divine. Fu in quella città che l'apostolo Pietro lo annichilì in virtù dell'autentico potere di Dio onnipotente.

2. I MENANDRIANI prendono il loro nome da Menandro, un discepolo di Simone, mago anch'egli, il quale sosteneva che il mondo fosse stato creato non da Dio, ma dagli angeli.

3. I SATURNINIANI traggono il loro nome da un certo Saturnino, del quale si dice che abbia predicato in Siria le turpi dottrine di Simone; a suo avviso il mondo venne creato da sette angeli da soli, all'insaputa di Dio Padre.

4. I BASILIDIANI traggono il loro nome da Basilide, le cui dottrine si discostavano da quelle dei Simoniani perché credeva vi fossero trecentosessantacinque cieli, tanti quanti sono i giorni che compongono un anno. Di qui egli raccomandava, come se fosse un nome santo, la parola . Secondo il sistema greco di calcolo le lettere di questa parola, sommate, davano infatti lo stesso numero. Le lettere sono sette:  più  più  più  più  più  più ; ovvero: uno, più due, più cento, più uno, più duecento, più uno, più sessanta. La loro somma dà appunto trecentosessantacinque.

5. I NICOLAITI prendono il loro nome da Nicolao, di cui si dice che sia uno di quei sette ordinati diaconi dagli apostoli 2. Ritenuto colpevole di amare smodatamente la sua splendida moglie, si narra che, per espiare la sua colpa, permettesse, a chiunque lo volesse, di unirsi a lei. Questo gesto diede origine ad una setta abominevole che consentiva di accoppiarsi indiscriminatamente a tutte le donne. Costoro non separavano neppure i propri cibi da quelli immolati agli idoli e non rigettavano altri riti pagani e superstizioni 3. Dicono anche varie fantasticherie sulla formazione del mondo, inserendo nelle loro trattazioni non so quali nomi barbarici di potenze celesti, per spaventare con essi i loro seguaci, ma suscitando, nei più avveduti, più il riso che non il terrore. Sono noti anche perché non attribuiscono a Dio la creazione, ma a certe potestà celesti, che essi con somma insipienza si immaginano e credono.

6. Gli GNOSTICI si vantano di essere così chiamati, o del fatto che dovrebbero venir chiamati così, per la superiorità della loro scienza, mentre sono soltanto più vanitosi e turpi di quelli sinora nominati. In ogni caso vengono chiamati dagli uni o dagli altri, in vari punti della terra, in modi differenti e alcuni li chiamano Borboriti, termine che significa " immondo ", a causa delle indicibili oscenità che si dice essi perpetrino nei loro riti misterici. Alcuni ritengono che derivino dai Nicolaiti, altri da Carpocrate, del quale parleremo più avanti. Tramandano dottrine colme delle più ardite fantasie. Anch'essi fanno loro le anime dei più deboli con terribili nomi di angeli e di potenze celesti, e intessono su Dio e sul mondo racconti fantastici di ogni genere lungi dall'integrità del vero. Affermano che la sostanza delle anime è di natura divina, e, in conformità a questi loro errori, con le medesime fantasticherie oltremodo lunghe e stolte introducono l'infusione di esse nei corpi e il loro ritorno a Dio. Pertanto, fanno sì che quelli che prestano fede a costoro, non acquistino, come essi ritengono, una grande scienza, ma, mi sia concesso dirlo, diventino sciocchi, per il loro fantasticare. Tra le dottrine di questi eretici, c'è anche affermata, come è noto, l'esistenza di un dio buono e quella di un dio cattivo.

7. I CARPOCRAZIANI prendono il loro nome da Carpocrate. Costui insegnava ogni specie di immoralità ed escogitava ogni espediente per peccare, poiché, diversamente, non si sarebbero potuti sfuggire e oltrepassare i principati e le potestà, cui sono gradite tali azioni, e, così, si avrebbe la capacità di giungere al cielo superiore. Questo eretico, come ci viene tramandato, riteneva inoltre che Gesù era un puro uomo ed era nato da entrambi i sessi, ma che aveva ricevuto un'anima tale che gli dava la facoltà di sapere e di annunciare le cose del cielo. Insieme con la resurrezione del corpo respingeva anche la legge. Negava che il mondo fosse stato creato da Dio e lo reputava creato da non so quale potenza. Si dice che fosse membro della sua setta una certa Marcellina, che venerava le immagini di Gesù e Paolo, Omero e Pitagora, adorandole e bruciando ad esse incenso.

8. I CERINTIANI hanno origine da Cerinto e sono anche detti MERINTIANI da Merinto Ritenevano che il mondo fosse stato creato dagli angeli, che fosse necessario circoncidere la carne e osservare anche le altre prescrizioni della legge. Asserivano che Gesù è stato soltanto un uomo, che non è risorto ma che risusciterà. Inoltre favoleggiano che dopo la resurrezione ci saranno mille anni in un regno di Cristo sulla terra, in mezzo a piaceri dello stomaco e della libidine. Di qui costoro vengono anche chiamati CHILIALISTI.

9. I NAZOREI sebbene ammettano che Cristo sia il figlio di Dio, osservano tuttavia i precetti dell'antica legge. Ma i Cristiani hanno appreso dalla tradizione apostolica che essi non vanno osservati secondo la carne, ma intesi secondo lo spirito.

10. Anche gli EBIONITI affermano che Cristo sia soltanto un uomo. Osservano i precetti carnali della legge, come la circoncisione della carne e tutte le altre pratiche dalle quali siamo stati liberati grazie al Nuovo Testamento. Epifanio unisce questa eresia ai SAMPSEI e gli ELCESEI, trattandole tutte nello stesso paragrafo come se fossero una sola eresia, mettendo però in evidenza che qualche cosa le distingue. In seguito, però, parla di costoro, assegnando loro il numero di serie ad esse spettante. Eusebio, quando menziona la setta degli Elcesaiti, riferisce che costoro hanno insegnato la liceità di negare la fede durante la persecuzione, purché venisse conservata nel cuore.

11. I VALENTINIANI prendono il loro nome da Valentino. Costui escogitò molte fantasticherie sulla costituzione dell'universo: asserì, infatti, che ci sono stati trenta eoni, cioè secoli, il cui principio sono il profondo e il silenzio. Il profondo viene da lui chiamato anche padre. Da questi due principi, presi quasi come coniugi, riteneva fossero proceduti l'intelletto e la verità, che, a loro volta, avrebbero prodotto, in onore del padre, altri otto eoni. Poi dall'intelletto e dalla verità sarebbero discesi il verbo e la vita e, da questi ultimi, altri dieci eoni. Dal verbo e dalla vita sarebbero poi discesi l'uomo e la chiesa, origine, essi, di dodici eoni. Così dunque otto più dieci più dodici fanno trenta eoni che hanno, come abbiamo detto, come loro primo principio il profondo e il silenzio. Cristo sarebbe stato mandato dal padre, ossia dal profondo, e avrebbe portato con sé un corpo spirituale o celeste. Dalla vergine Maria non avrebbe preso nulla: passò per essa come attraverso un fiume o un canale, senza esserci stata alcuna assunzione di carne presa da Lei. Inoltre non ammette la resurrezione della carne, affermando che soltanto lo spirito e l'anima ricevono la salvezza per mezzo di Cristo.

12. I SECONDIANI, come è affermazione comune, si distinguono dai Valentiniani per il fatto che aggiungono pratiche immorali.

13. TOLOMEO, anch'egli discepolo di Valentino, desiderando fondare una nuova eresia, volle distinguersi da lui, affermando che ci sono quattro Eoni, ai quali se ne aggiungono altri quattro.

14. MARCO ancora, ma non so chi fosse, fondò un'eresia che nega la resurrezione della carne e afferma che Cristo non ha sofferto realmente, ma soltanto apparentemente. Ha professato anche l'esistenza di due principi tra loro contrari; sosteneva poi, quanto agli eoni, una dottrina simile a quella di Valentino.

15. COLORBASO ha seguito gli eretici ora menzionati senza grandi differenze dottrinali e sostenendo che la vita e la generazione di tutti gli uomini dipendono da sette stelle.

16. Gli ERACLEONITI prendono il nome da Eracleone, discepolo degli eretici ora ricordati, che ammette l'esistenza di due principi: l'uno deriva dall'altro, e da questi due moltissimi altri. Si dice che redimano, per così dire, gli adepti in fin di vita in un modo insolito, ovvero ungendoli con olio, balsamo ed acqua e formule invocatorie, che proferiscono con parole ebraiche sul capo di quelli.

17. Gli OFITI traggono il loro nome dal serpente che, in greco, si dice . Ritengono che esso sia Cristo; hanno anche un serpente in carne ed ossa addestrato in modo tale da sfiorare i loro pani e in questo modo essi li santificano come se fossero l'eucarestia. Alcuni ritengono che tali Ofiti derivino dai Nicolaiti e dagli Gnostici e ad opera delle invenzioni mitologiche di costoro siano arrivati alla venerazione del serpente.

18. I CAIANI sono chiamati in questo modo perché onorano Caino dichiarandolo essere un personaggio di straordinaria virtù. Ugualmente ritengono anche Giuda, il traditore, una qualche entità divina, e giudicano il suo misfatto un'azione benefica, poiché asseriscono che costui aveva la prescienza di quanto grande bene per il genere umano sarebbe stata causa la passione di Cristo, e, perciò, egli lo consegnò ai Giudei, perché lo uccidessero. Di loro si dice che venerino anche quanti provocarono uno scisma nel primo popolo di Dio e morirono inghiottiti dalla terra 4, così come anche i Sodomiti. Bestemmiano la legge e Dio, autore della Legge, e negano la risurrezione della carne.

19. I SETIANI traggono il loro nome dal figlio di Adamo, che si chiamava Set. Codesti, come è evidente, lo onorano, ma con l'insipienza propria della mitologia e degli eretici. Lo dicono, infatti, nato dalla madre celeste, che, come essi affermano, si sarebbe unita al padre celeste, affinché avesse origine un'altra divina discendenza, in certo qual modo, quella dei figli di Dio. Anche questi inventano molte ed astruse fole sui principati e sulle potestà. Alcuni autori affermano che costoro identificano Sem, figlio di Noè, con Cristo.

20. Gli ARCONTICI prendono il loro nome dai principi (arconti); sostengono che l'universo che Dio ha creato è opera dei principi. Praticano, inoltre, una certa immoralità. Negano la resurrezione della carne.

21. I CERDONIANI derivano il loro nome da Cerdone. Questi riteneva vi fossero due principi contrapposti e affermava che il Dio della legge e dei profeti non è il padre di Cristo e non è il Dio buono, ma quello giusto; che è il padre di Cristo ad esser buono; affermava che Cristo stesso non era nato da donna e non ebbe natura umana, non morì veramente né ha in qualche modo patito, ma ha simulato la passione. Alcuni autori dicono che questo eretico in questi suoi due principi professava due dèi, dei quali l'uno sarebbe il dio buono, l'altro il cattivo. Nega la resurrezione della carne e, inoltre, non tiene in alcuna stima l'Antico Testamento.

22. Anche MARCIONE, da cui traggono il loro nome i MARCIONITI, accetta la dottrina dei due principi di Cerdone. Tuttavia Epifanio scrive che egli ne abbia ammessi tre: il buono, il giusto, il cattivo. Ma Eusebio scrive che un certo Sinero e non Marcione è stato l'autore dei tre principi o, piuttosto, nature.

23. Gli APELLITI sono coloro che hanno per capostipite Apelle. Costui, a sua volta, introduce due dèi, l'uno buono, l'altro cattivo: però essi non consistono in due principi diversi e contrari fra loro, ma uno solo è il principio, cioè il dio buono, e da questo è stato fatto l'altro; e questo, che risultò essere cattivo, fece, in conformità alla sua cattiveria, il mondo. Alcuni autori dicono che codesto Apelle formulò tesi tanto false su Cristo da affermare che egli non ha portato la carne con sé dal cielo, ma l'ha ricevuta dagli elementi del mondo che restituì al mondo quando, resuscitando senza carne, ascese al cielo.

24. I SEVERIANI sono sorti da Severo. Costoro non bevono vino, poiché nel loro vaniloquio mitologico dicono che la vite è germinata nella terra di Satana. Anch'essi ricolmano le loro insane dottrine con i nomi delle potenze che più gli aggradano e rigettano, assieme all'Antico Testamento, la resurrezione della carne.

25. I TAZIANI, istituiti da un certo Taziano, e che sono chiamati anche Encratiti, condannano il matrimonio e lo mettono sullo stesso piano della fornicazione e delle altre dissolutezze, neppure accettano nella loro setta quanti vivono coniugalmente, siano uomini, siano donne. Non mangiano alcuna sorta di carne, anzi la detestano del tutto. Anche costoro professano di intendersi di certe emanazioni mitologiche dei secoli. Contestano la salvezza del primo uomo. Epifanio distingue i Taziani dagli Encratiti sotto questo aspetto, affermando che gli Encratiti sono gli scismatici di Taziano.

26. I CATAFRIGI sono coloro i cui fondatori furono Montano, considerato il paraclito, e due sue profetesse, Prisca e Massimilla. La provincia della Frigia ha dato loro il nome, poiché là essi nacquero e vissero, ed anzi anche adesso hanno in quelle stesse parti la loro gente. Asseriscono che la discesa dello Spirito Santo, promessa dal Signore, è avvenuta su di loro e non sugli apostoli. Considerano le seconde nozze alla stregua della fornicazione e perciò ritengono che l'apostolo Paolo le abbia consentite perché la sua scienza e la sua profezia erano imperfette: infatti non era ancora giunto ciò che è perfetto 5. Nei loro deliri sostengono che la perfezione sia scesa su Montano e sulle sue profetesse. Si dice che abbiano dei sacramenti spaventosi: si racconta infatti che prelevino il sangue a un neonato di un anno mediante piccole punture su tutto il corpo, lo impastino con la farina e ne facciano un pane che utilizzano per celebrare così una sorta di eucarestia. Se poi il bambino muore, viene considerato da loro come un martire; se invece sopravvive, un sommo sacerdote.

27. I PEPUZIANI (o QUINTILLIANI) traggono il loro nome da una certa località che Epifanio dice essere una città abbandonata. Costoro, invece, la chiamano Gerusalemme, poiché la ritengono essere un qualcosa di divino. Danno alle donne una supremazia tale, che vengono da costoro insignite perfino del sacerdozio. Infatti dicono che Cristo si sia rivelato sotto figura femminile nella stessa città di Pepuza a Quintilla e a Priscilla. Pertanto dalla sopraddetta donna costoro sono anche chiamati Quintilliani. Anche costoro usano il sangue di un neonato così come abbiamo sopra detto facciano i Catafrigi: si dice infatti che i Pepuziani abbiano preso origine da quelli. Vi sono ancora altri autori che raccontano che Pepuza non sia una città, ma la villa di Montano e delle sue profetesse Priscilla e Massimilla, e, poiché era lì che vivevano, quel luogo meritò di venire chiamato Gerusalemme.

28. Gli ARTOTIRITI sono chiamati in questo modo per la natura delle loro offerte sacrificali. Offrono infatti pane e formaggio, sostenendo che già i primi uomini celebrassero offrendo i frutti della terra e delle greggi. Epifanio li accosta ai Pepuziani.

29. I TESSARESCEDECATITI vengono chiamati così perché celebrano la Pasqua soltanto alla quattordicesima luna, qualunque sia il giorno corrente della settimana; se capita di domenica, essi fanno di questo giorno un giorno di digiuno e veglia.

30. Gli ALOGI sono chiamati così, ovvero: senza verbo (infatti verbo in greco si dice ), perché si rifiutano di accettare Dio Verbo e rigettano il Vangelo di Giovanni e la sua Apocalisse, negando che egli sia l'autore di quegli scritti.

31. Gli ADAMIANI derivano il loro nome da Adamo, del quale imitano la nudità che gli fu propria nel Paradiso, prima del peccato. Così condannano anche il matrimonio, poiché Adamo non conobbe carnalmente la sua donna prima di peccare e prima di essere cacciato dal paradiso. Credono infatti che se non vi fosse stato nessun peccatore non vi sarebbe stato neppure il matrimonio. Così uomini e donne si riuniscono in assemblea nudi, nudi ascoltano le letture, nudi pregano, nudi celebrano i sacramenti e per questo credono che la loro chiesa sia il paradiso.

32. Gli ELCESEI e i SAMPSEI sono ricordati da Epifanio a questo punto della sua serie, come aspettante ad essi. Lo scrittore afferma che costoro furono ingannati da un falso profeta di nome Elci e che due donne della sua famiglia venivano adorate come dee. Per il resto erano simili agli Ebioniti.

33. I TEODOZIANI, fondati da un certo Teodozione, affermano che Cristo sia stato solo un uomo. Si dice lo insegnasse lo stesso Teodozione perché, rinnegata la fede nel corso di una persecuzione, pensava di poter così evitare l'obbrobrio della sua caduta dando l'impressione che non aveva rinnegato Dio, ma soltanto un uomo.

34. I MELCHISEDECHIANI credevano che Melchisedech, sacerdote dell'Altissimo 6, non sia stato un uomo, ma una potenza divina.

35. I BARDESANISTI prendono il loro nome da un certo Bardesane a proposito del quale si dice che fosse, originariamente, un'autorità quanto alla dottrina di Cristo, ma poi divenne vittima, sebbene non in ogni sua dottrina, dell'eresia di Valentino.

36. I NOEZIANI erano così chiamati per via di un certo Noeto, il quale affermava che il Cristo, nella sua stessa persona, sarebbe sia il Padre, sia lo Spirito Santo.

37. I VALESII evirano se stessi e i loro ospiti poiché credono che è in questo modo che si debba servire Dio. Si dice anche che insegnano altre dottrine eretiche e turpi, ma Epifanio non dice quali siano e io non l'ho potuto rinvenire da nessuna parte.

38. I CATARI, che hanno dato a se stessi questo nome alludendo, in modo colmo di superbia e detestabile, alla loro purezza, non ammettono le seconde nozze, non concedono la penitenza. Poiché in ciò seguono l'eretico Novato, sono chiamati anche NOVAZIANI.

39. Gli ANGELICI sono dediti al culto degli angeli. Secondo Epifanio sono ormai completamente scomparsi.

40. Gli APOSTOLICI, con grande arroganza, hanno dato a se stessi questo nome poiché non ammettono tra loro chi abbia contratto matrimonio e chi possieda un patrimonio privato. La Chiesa cattolica ha molti monaci e chierici che vivono in questo modo. Ma i sopraddetti sono eretici proprio perché si separano dalla Chiesa e pensano che chi faccia uso delle cose a cui loro rinunciano non abbia speranza di salvezza. Essi assomigliano agli Encratiti e vengono chiamati anche APOTACTITI. Si dice anche che insegnino non so quali altre dottrine eretiche loro proprie.

41. I SABELLIANI si dice abbiano avuto origine da quel Noeto di cui abbiamo parlato sopra. Alcuni autori, infatti, dicono che Sabellio fu suo discepolo. Ma non so dire per quale motivo Epifanio computi come due eresie le loro dottrine, poiché, come ci è evidente, può essere avvenuto che codesto Sabellio sia stato più noto, e che, quindi, da lui questa eresia abbia avuto la sua denominazione più usuale. Infatti difficilmente essi sono conosciuti da qualcuno con il nome di Noeziani; invece come Sabelliani sono sulla bocca di tutti. Alcuni li chiamano Prasseani, da Prassea, ma avrebbero potuto chiamarli anche Ermogeniani, da Ermogene: questi due, infatti, Pràssea ed Ermògene, professano la stessa dottrina e si sa che sono stati in Africa. Né, perciò, le loro dottrine formano più sette, ma sono molteplici nomi di una sola setta, derivati dai sopraddetti personaggi, che furono i più conosciuti in quella eresia, come Donatisti è sinonimo di Parmenianisti, e Pelagiani lo è di Celestiani. Per qual ragione sia avvenuto che il sopraddetto vescovo Epifanio abbia messo i Noeziani e i Sabelliani non come due nomi di una sola eresia, ma come due eresie distinte, non mi è stato possibile trovarne una chiara spiegazione: infatti le differenze che ci potrebbero essere fra di esse, egli le ha rivelate così oscuramente, nell'intento, forse, di essere breve, che io non riesco a capirle. Ed invero precisamente su questo punto [del suo scritto], che corrisponde a quello in cui noi ci troviamo adesso, il vescovo nel trattare dei Sabelliani, posti a così grande distanza dai Noetiani, dice: " I Sabelliani professano un credo simile a quello di Noeto, fatta eccezione della tesi secondo cui non è stato il Padre a soffrire nella passione ". Tale asserzione come può riferirsi ai Sabelliani, i quali sono diventati noti proprio perché dicono che il Padre ha patito, sì da essere denominati più frequentemente Patripassiani che Sabelliani? Ma se era intenzione di Epifanio che si intendessero i Noezioni là dove dice " fatta eccezione della tesi secondo cui non è stato il Padre a soffrire nella passione ", quale lettore potrebbe, davanti ad una frase così ambigua, riconoscervi costoro? O come si possono rilevare quelli che tra di essi affermano che il Padre non ha patito, dal momento che dicono che la stessa persona è Padre, e Figlio, e Spirito Santo? Filastrio, vescovo di Brescia, a sua volta, nel suo voluminoso libro sulle eresie, nel quale si credette in dovere di raccogliere centoventotto eresie, pone i Sabelliani subito dopo i Noeziani, e dice: " Sabellio, discepolo di costui, seguì parimenti la stessa dottrina del suo maestro. Perciò [i suoi seguaci] furono anche chiamati Sabelliani, oltre che Patripassiani; ed ancora Prasseani da Pràssea, ed Ermogeniani da Ermògene; questi due eretici furono in Africa. Essi e i loro seguaci vennero espulsi dalla Chiesa cattolica ". Senza dubbio questo autore ha detto che quegli stessi eretici che professavano la dottrina di Noeto, vennero, in seguito, chiamati Sabelliani, e ha ricordato anche gli altri nomi della medesima setta. Ma, ciò nonostante, egli ha messo i Noeziani e i Sabelliani sotto due numeri, come se fossero due eresie: per quale motivo è lui a saperlo.

42. Gli ORIGENIANI traggono il loro nome da un certo Origene, che, però, non è quello noto quasi a tutti, ma non so da quale altro. Epifanio parlando di lui e dei suoi seguaci dice: " Gli Origeniani prendono nome da un certo Origene; dediti ad azioni turpi commettono atti nefandi e abbandonano i loro corpi alla corruzione ".

43. Invece [il menzionato scrittore] riguardo agli altri ORIGENIANI, che egli mette immediatamente appresso, dice: " Gli altri Origeniani, sono i seguaci di Adamanzio, il trattatista. Costoro respingono la resurrezione dei morti, inoltre professano che Cristo è un ente creato e così pure lo Spirito Santo, e interpretano allegoricamente il paradiso, i cieli e tutti gli altri testi biblici ". Questo è quanto dice Epifanio su Origene. Ma quanti lo difendono sostengono che egli abbia insegnato che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo siano di un'unica e medesima sostanza e che non abbia mai contestato la risurrezione dei morti. Tuttavia coloro che hanno letto molte sue opere si premurano di confutarlo anche riguardo a tutti questi temi. Questo Origene ha anche altri dogmi rigettati dalla Chiesa cattolica che, a questo proposito, non lo accusa a sproposito, né i suoi difensori possono venire in suo aiuto. Ciò soprattutto quanto alla dottrina della purificazione, della liberazione e del ritornare, dopo un lungo intervallo, di tutte le creature razionali alle medesime colpe. Ora, quale cristiano cattolico, dotto o ignorante, non proverebbe orrore dinnanzi a ciò che Origene chiama purificazione dai mali? Stando a lui anche coloro che muoiono dopo una vita colma di scelleratezze, crimini e sacrilegi e delle più grandi nefandezze nonché lo stesso satana con i suoi angeli, sebbene dopo un lunghissimo periodo di tempo, saranno restituiti redenti e liberi al Regno di Dio e della luce. Poi però, dopo un lunghissimo lasso di tempo, tutti quelli che erano stati liberati torneranno a cadere negli stessi peccati. E questo alternarsi di beatitudine e perdizione della creatura razionale vi è sempre stato e sempre vi sarà. Su questa dottrina empia, del tutto infondata, ho disputato con grandissima cura nei Libri La città di Dio, polemizzando contro quei filosofi, dai quali Origene apprese codeste sue affermazioni.

44. I PAOLIANI traggono il loro nome da Paolo di Samosata e insegnano che Cristo non è sempre esistito, ma che prese ad esistere nel momento in cui nacque da Maria; né credono che sia nulla di più di un uomo. Questa fu, per un certo tempo, l'eresia di un tale Artemone, ma, dopo la sua morte, la riprese Paolo e poi la consolidò Fotino, cosicché i suoi adepti vengono ora chiamati FOTINIANI piuttosto che Paoliani. Il Concilio di Nicea ha stabilito che codesti Paoliani devono essere battezzati, quando vengono alla Chiesa cattolica. Di qui siamo tenuti e credere che essi non hanno un valido battesimo, che molti eretici si sono portato via, allorché si sono separati dalla Chiesa, e che conservano.

45. FOTINO è messo da Epifanio non subito dopo Paolo, né è trattato insieme con Paolo, ma dopo un'interposizione di altri eretici. Non si omette neppure di dire che costui professò le dottrine paoline, tuttavia, si ricorda che in alcuni punti egli ha contraddetto Paolo, ma non si dicono affatto quali siano questi punti. Filastrio, invece li pone ambedue di seguito con una numerazione propria e distinta, come se si trattasse di due eresie, nonostante che egli dica che Fotino ha seguito in tutti i punti la dottrina di Paolo.




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)