00 04/04/2021 12:50
Orazione 8

LA LUCE CHE SALVA

1. CRUDELTÀ E PIETÀ
O Dio eterno! O Dio eterno, abbi pietà di noi!
Se tu, alta ed eterna Trinità, dici che la pietà che genera misericordia ti è propria - perché ti è propria la misericordia, che non è senza la pietà, poiché per pietà tu hai misericordia di noi - io lo confesso, poiché solo per la tua pietà hai dato alla morte il Verbo tuo Figlio per la nostra redenzione.
E la pietà è scaturita dalla fonte dell’amore col quale tu avevi fatto la tua creatura. E poiché lei ti piaceva molto, avendo perduto la veste dell’innocenza, ti sei mosso a rivestirla della tua grazia riconducendola allo stato di prima; non le hai tolto però il potere di offenderti, ma le hai conservato il libero arbitrio e la legge perversa che si erge sempre contro lo spirito, e seguendo questa legge l’anima è disposta a cadere nella colpa del peccato.
Poiché tu, Dio eterno, sei tanto pietoso, come mai l’uomo è così crudele con se stesso? Perché non può avere una crudeltà maggiore di quella di uccidere se stesso con la colpa del peccato mortale. Egli è pietoso verso la sensualità, e con tale pietà usa grande crudeltà contro l’anima e contro il corpo, poiché il corpo del dannato sarà punito insieme con l’anima. Vedo che ciò deriva dall’essere egli privato della luce, per cui non ha conosciuto la tua pietà verso di noi; per cui tu mostri che la tua pietà non gioverebbe all’uomo senza la sua pietà. E in ciò si manifesta che tu hai creato l’uomo senza di lui, ma non lo vuoi salvare senza di lui.
Tu, Padre misericordioso e pietoso, vuoi che l’uomo guardi la tua smisurata pietà verso di noi, perché impari a essere pietoso, prima verso se stesso, poi verso il suo prossimo, come dice il glorioso Paolo: «Ogni carità comincia da se stessi». Sicché tu vuoi che l’anima guardi la tua pietà, perché si tolga dalla sua crudeltà e prenda il cibo che la nutre e le dà vita.
O Dio eterno! O fuoco e abisso di carità, il tuo occhio è su di noi; e perché la tua creatura veda che tu hai posato su di noi gli occhi della tua pietà e misericordia, oppure gli occhi della tua giustizia a seconda delle nostre opere, tu le hai dato l’occhio dell’intelletto affinché veda.
Da qui appare manifestamente che ogni male ci viene dall’essere privati della luce, e ogni bene ci viene dalla luce, perché non si può amare quello che non si conosce, e niente si può conoscere senza la luce.
O Dio eterno! O pietoso, o misericordioso Padre, abbi pietà e misericordia di noi, perché noi siamo ciechi senza alcuna luce; soprattutto io, povera miserabile; e perciò sempre sono stata crudele con me stessa.


2. LA LUCE DELLA PIETÀ
Con quell’occhio della pietà col quale hai creato noi e tutte le cose, guarda la necessità del mondo e provvedi ad esso.
Tu ci hai dato l’essere dal nulla: illumina dunque questo essere che è tuo. Tu al tempo del bisogno ci hai dato la luce degli apostoli: ora, in questo tempo in cui abbiamo bisogno ancora di più della luce, suscita un altro Paolo che illumini tutto il mondo. Col velo della tua misericordia chiudi e copri l’occhio della giustizia e apri l’occhio della pietà; col vincolo della carità lega te stesso e con esso placa la tua ira.
O dolce e soave luce, o principio e fondamento della nostra salvezza, poiché con la tua luce hai visto la nostra necessità, nella stessa luce vediamo la tua eterna bontà, e conoscendola la amiamo.
O unione e legame dite Creatore con la creatura e della creatura con te Creatore! Con la fune della tua carità l’hai legata e con la tua luce le hai dato luce; perciò se apre l’occhio dell’intelletto con la volontà di conoscere te, allora ti conosce, poiché la tua luce entra in ciascuna anima che apre la porta della volontà.
La luce infatti sta alla porta dell’anima e non appena le viene aperto entra dentro, come il sole che bussa alla finestra chiusa e non appena è aperta entra in casa. Così conviene che l’anima abbia la volontà di conoscere, con la quale apra l’occhio dell’intelletto, e allora tu, sole vero, entri nell’anima e la illumini dite.
E dopo che sei entrato, che fai tu, luce di pietà, dentro l’anima? Ne scacci la tenebra e le dai la luce, ne estrai l’umido dell’amor proprio e rimane il fuoco della tua carità; rendi il cuore libero, perché nella tua luce ha conosciuto quanta libertà tu ci hai dato tirandoci fuori dalla schiavitù del demonio, nella quale il genere umano era caduto per la sua crudeltà.
Poi l’anima odia la causa della crudeltà, cioè la pietà verso la propria sensualità, e perciò diventa pietosa alla ragione e crudele contro la sensualità chiudendo le facoltà dell’anima. Chiude la memoria alle miserie del mondo e ai vani piaceri, mandando via il loro ricordo con la volontà, e l’apre ai tuoi benefici ripensandoli con buona sollecitudine; chiude la volontà perché non ami alcuna cosa all’infuori dite, ma ti ami sopra tutte le cose e ogni cosa in te secondo la tua volontà, e vuole seguire soltanto te. Allora l’uomo è veramente pietoso a se stesso, e come è pietoso a sé, così al suo prossimo, disponendo di dare la vita del corpo per la salvezza dell’anima. In tutte le cose usa l’atto della pietà con prudenza, perché ha visto con quanta prudenza tu hai operato in noi tutti i tuoi misteri.


3. LA CARITÀ ORDINATA
Tu, luce, rendi il cuore schietto e non doppio, largo e non stretto, tanto che vi trova posto ogni creatura ragionevole per l’amore di carità; con carità ordinata cerca la salvezza di tutti, e poiché la luce non è senza prudenza e sapienza, dispone il suo corpo alla morte per la salvezza dell’anima del suo prossimo, e non dà l’anima alla colpa - poiché non è lecito all’uomo commettere una minima colpa per salvare tutto il mondo, se gli fosse possibile, poiché per l’utilità della creatura, che non è nulla per sé, non si deve offendere il Creatore, il quale è ogni bene - ma per il corpo del prossimo dà le sostanze materiali.
Tanto è aperto questo cuore che non è finto per nessuna persona, ma ognuno può intenderlo, perché non mostra una cosa in faccia e nella lingua avendone dentro un’altra. Questi dimostra veramente di essere spogliato del vestito vecchio e rivestito del nuovo della tua volontà. Cosicché la nostra crudeltà, eterno Padre, deriva dal fatto che noi non vediamo la pietà che hai usato per le nostre anime, ricomprandole con il prezioso sangue del tuo Figlio unigenito.
Volgi, volgi Padre misericordioso, l’occhio della pietà sulla tua sposa e sul tuo vicario: nascondilo sotto le ali della tua misericordia, perché gli iniqui superbi non possano nuocergli; e a me concedi la grazia che io stilli il sangue e coli le midolla delle mie ossa in questo giardino della santa Chiesa. Se io guardo in te, vedo che niente è nascosto al tuo occhio, e questo non lo vedono gli uomini del mondo offuscati dalla nube dell’amor proprio: che se essi lo vedessero non sarebbero tanto crudeli verso le loro anime, ma nella tua pietà diventerebbero pietosi. Perciò ci è necessaria la luce, e io con tutto l’amore supplico che tu la doni a tutte le creature ragionevoli.
Nel Verbo hai usato pietà e giustizia: giustizia sul suo corpo e pietà verso le tue creature, O bontà infinita, come mai non si scioglie il cuore dell’uomo, e come non esce il mio cuore dalla bocca? Perché la nube ha offuscato l’occhio della mia mente, che non ti lascia, anima mia, vedere questa ineffabile pietà. Quale padre vi fu mai che per il servo desse il proprio figlio alla morte? Solo tu, eterno Padre. La nostra carne della quale hai rivestito il Verbo sostenne la morte e noi ne riceviamo il frutto, se lo vogliamo. Così vuoi che patisca la nostra sensualità perché l’anima riceva frutto in te.
O dottrina fondata nella verità! Disse la tua Verità: «Io sono la via, la verità e la vita». Se vogliamo seguire la tua pietà, ci conviene andare per debito per quella via per la quale tu sei andato per grazia. Io mi lamento di me stessa di fronte a te, eterna verità, affinché tu faccia giustizia di me che sono crudele verso la mia anima e pietosa verso la mia sensualità. Ho peccato contro il Signore, pietà di me. Gesù dolce, Gesù amore!

4. LA PIETOSA CRUDELTÀ
O pietosa crudeltà, che schiacci la sensualità in questo tempo finito per esaltare l’anima in eterno! Da dove procede la pazienza? Da dove la fede, la speranza e la carità? Dalla pietà, che partorisce misericordia. Chi scioglie l’anima da se stessa e la lega a te? Questa pietà acquistata con la luce. O pietà amabile, o pietà che sei unguento, tu spegni l’ira e la crudeltà nell’anima. Questa pietà, Padre pietoso, ti prego di donare a tutte le tue creature, e specialmente a coloro che tu mi hai dato perché li ami di speciale amore: rendili pietosi, perché usino perfetta pietà e perfetta crudeltà, con la quale essi uccidano la loro perversa volontà.
Questa pietosa crudeltà sembra che tu Verità ci abbia insegnato quando hai detto: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la sua stessa vita, non può essere mio discepolo».
Quest’ultima cosa sembra difficile - le altre spesso le fanno i servi del mondo, benché non per amore della virtù - ma non è difficile: è più difficile per l’uomo uscire dalla sua natura che seguirla. La nostra natura è ragionevole, dunque dobbiamo seguire la ragione.

5. LA VERA GIUSTIZIA
O verità eterna! Tu profumo sopra ogni profumo, tu larghezza sopra ogni larghezza; tu pietà sopra ogni pietà; tu giustizia sopra ogni giustizia. Anzi, tu sei fonte di giustizia e a ciascuno dai secondo le sue opere, per cui giustamente permetti che l’uomo iniquo sia insopportabile a se stesso, perché si mette a desiderare una cosa inferiore a se stesso, desiderando i piaceri mondani e le ricchezze; poiché tutte le cose create sono inferiori all’uomo, e fatte a suo servizio, non perché egli se ne faccia servo.
Solo tu sei maggiore di noi, perciò te dobbiamo desiderare, te cercare e servire. E giustamente fai gustare al giusto la vita eterna in questa vita, con pace e quiete della sua anima, perché ha posto l’affetto in te, che sei vera e somma quiete; e a quelli che virilmente hanno corso per questa vita mortale, giustamente e con misericordia dai la vita eterna. Tu sei eterna e infinita bontà, che nessuno può comprendere, né pienamente conoscere se non quanto tu ne dai a conoscere, e tanto ne dai quanto
noi disponiamo il vaso della nostra anima a ricevere.
O dolcissimo amore, non ti ho mai amato in tutta la mia vita?
Io ti raccomando i miei figli, che mi hai posto sulle spalle (Santa Caterina oppone alla sua debolezza umana la fortezza di Dio affinché svegli Lui coloro che l’ascoltano), io che sempre dormo. O Padre pietoso e benigno, cui l’uomo è stato rivestito grazie all’incarnazione del Verbo, destali tu, perché l’occhio del loro intelletto vegli sempre in te, fortezza di Dio. Ho peccato contro il Signore, pietà di me. Dio, vieni a salvarci, Signore vieni presto in nostro aiuto. Così sia.
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)