00 12/01/2012 23:13

[SM=g1740771] MILANO - È stato un gruppo di archeologi italiani, guidati da Francesco D'Andria, a scoprire in Turchia, nella provincia sud occidentale di Denizli, la tomba dell'apostolo Filippo.

Il ritrovamento, annunciato dalle agenzie turche, è avvenuto nel sito di Hierapolis (l'odierna Pamukkale), da tempo inserito nella lista tra i luoghi Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco: non però sulla collina dove da tempo si concentravano gli scavi, ma tra le rovine di una chiesa riportata alla luce appena un mese fa. Proprio qui Filippo (uno degli apostoli di Gesù che aveva a lungo predicato in Grecia, Siria, Frigia) sarebbe stato martirizzato nell'anno 80 come confermerebbe anche l'esistenza di un "martyrion" eretto nel luogo dove Filippo sarebbe stato ucciso (secondo alcune fonti a testa in giù).

«La tomba non è stata ancora aperta - ha dichiarato D'Andria, da anni impegnato con il suo team proprio nella ricerca della sepoltura dell'apostolo - ma certamente lo sarà molto presto, anche perché si tratta di una scoperta davvero importantissima non soltanto per gli studiosi, ma per tutto il mondo cristiano».


di: Stefano Bucci
da: Il Corriere della Sera
data: 28 luglio 2011





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Tomb of Apostle Philip Found

Discovery made at Hierapolis, one of the major Christian sites in Turkey

Tomb of Apostle Philip Found

Amid the remains of a fourth or fifth century church at Hierapolis, one of the most significant Christian sites in Turkey, Francesco D’Andria found this first-century Roman tomb that he believes once held the remains of the apostle Philip.

At about the same time as the July/August 2011 issue of Biblical Archaeology Review was hitting the newsstands, containing an article about St. Philip’s Martyrium,* author and excavation director Francesco D’Andria was making an exciting new discovery in the field at Hierapolis, one of the most significant sites in Christian Turkey. A month later he announced it: They had finally found the tomb of the martyred apostle Philip.

The tomb wasn’t discovered at the center of the octagonal hilltop martyrium as long expected, however, but in a newly excavated church about 40 yards away. D’Andria’s team found a first-century Roman tomb located at the center of the new church, which he says originally contained Philip’s remains. This early church of Christian Turkey was built around the tomb in the fourth or fifth century, and the nearby martyrium was built around the same time, in the early fifth century.

The remains of the apostle Philip are no longer in the tomb, however. According to D’Andria, the saint’s relics were very likely moved from Hierapolis to Constantinople at the end of the sixth century and then possibly taken to Rome and placed in the newly dedicated Church of St. Philip and St. John (now the Church of the Holy Apostles), although 12th-century reports describe seeing Philip’s remains still in Constantinople, the seat of Christian Turkey.

Tomb of Apostle Philip Found

This sixth-century bread stamp shows two churches from the site of Hierapolis in Christian Turkey: the domed martyrium on the right, and the newly-discovered church containing Philip’s tomb on the left.

This new discovery also sheds light on the wonderful imagery of the rare sixth-century bronze bread stamp from the Virginia Museum of Fine Arts that we published in our article about Philip’s Martyrium. The structures on either side of the saint can now be identified as the domed martyrium (on the right) and the new Byzantine basilical church containing the tomb of the apostle Philip (on the left), both of which were important Christian sites in Turkey.

 


 

Notes

* Francesco D’Andria, “Conversion, Crucifixion and Celebration,” Biblical Archaeology Review, July/August 2011.

 


 

Based on Strata, “Philip’s Tomb Discovered—But Not Where Expected,” Biblical Archaeology Review, January/February 2012.







[SM=g1740771] http://youtu.be/4rNut4k2-OA

23 agosto, 2011

In Ultimissima 14/8/11 riportavamo la notizia che la Missione Archeologica Italiana in Turchia, guidata da Francesco D’Andria, ha portato alla luce la tomba di San Filippo Apostolo, ennesima scoperta archeologica a conferma dell’attendibilità storica dei Vangeli.

Alfredo Valvo, docente di Storia romana ed Epigrafia latina all’Università Cattolica di Milano, commenta su “La Bussola Quotidiana” l’importante ritrovamento: «Innanzitutto conferma della tradizione. Archeologia ed epigrafia si dimostrano una volta di più indispensabili per confermare le notizie delle fonti letterarie, prime fra tutte i Vangeli e gli Atti degli Apostoli (per quanto riguarda Filippo)». Diventa dunque certa la presenza di Filippo a Hierapolis di Frigia nell’ultima parte della sua vita. «Le notizie letterarie confermate», continua Valvo, «provengono dagli Atti di Filippo che sono testi apocrifi, cioè non riconosciuti come ispirati ma non per questo da rifiutare. Altre notizie sulla vita dell’Apostolo troviamo in Eusebio di Cesarea, storico del IV secolo, che a sua volta le mutua da Papia, vescovo di Hierapolis, vissuto fra I e II secolo e perciò quasi contemporaneo di Filippo e come tale fonte attendibile sulla vita dell’Apostolo». Filippo era di Betsaida, in Galilea, è uno dei primissimi apostoli di Gesù ed è tra coloro che vengono citati nella moltiplicazione dei pani e dei pesci (vicino al sepolcro è stato trovato un mosaico con raffigurazione di pesci), è anche tra i protagonisti del Vangelo di Giovanni e degli Atti degli Apostoli, e la scoperta della tomba conferma inoltre, ancora una volta, «che il cristianesimo, predicato a tutte le genti, all’inizio si radicò saldamente nella penisola anatolica prima che altrove. Infine la terza e forse più solida ragione per considerare la rilevante importanza del ritrovamento è una ennesima prova della continuità apostolica da Gesù in poi. Il ritrovamento troverebbe nello schietto “linguaggio” archeologico una testimonianza molto vicina al tempo in cui Cristo visse».

Ruggero Sangalli, esperto di storia della Chiesa e archeologia sacra, aggiunge: «in questi ultimi decenni la credibilità storica cristiana ha beneficiato molte volte del lavoro degli archeologi, a danno di chi, con faciloneria mista a tendenziosità, desiderebbe tanto confinare il cristianesimo nella sezione “miti, saghe e leggende”». Cita così lo sconquassamento avvenuto in casa laicista dopo la scoperta dei Rotoli di Qumran, della scoperta della piscina dei cinque portici a Gerusalemme, delle iscrizioni di Cesarea Marittima, della croce rinvenuta sotto le ceneri di Pompei ed Ercolano ecc.. «Tutta la Tradizione», continua Sangalli, «lungi dall’essere una sfilacciata somma di fantasiose aggiunte ed interessate interpretazioni, non fa che mostrarsi radicata in precisi fatti che l’hanno determinata fin dalle origini del cristianesimo».


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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)