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Scrisse così Giovanni Paolo II
Ricordo, in particolare, l'allora giovanissimo professor Ratzinger. Accompagnava al Concilio il cardinale Joseph Frings, arcivescovo di Colonia, in qualità di esperto di teologia. Fu successivamente nominato arcivescovo di Monaco da papa Paolo VI, che lo creò cardinale, e partecipò al Conclave che mi affidò il ministero petrino. Quando morì il cardinale Franjo Seper, gli chiesi di succedergli nell'incarico di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Rendo grazie a Dio per la presenza e l'aiuto del cardinale Ratzinger, che è un amico fidato


(Giovanni Paolo II, "Alzatevi, andiamo!", Mondadori 2004)

[SM=g27985]

SE AMATE VERAMENTE GIOVANNI PAOLO II NON GRIDATE "SANTO SUBITO" E POI NON APPLICATE IL SUO MAGISTERO.....E' UNA OFFESA ALLA SUA VERA SANTITA'....

Romani 16:17-18 - Or io vi esorto, fratelli, a guardarvi da quelli che fomentano le divisioni e gli scandali contro la dottrina che avete appreso, e ritiratevi da loro; costoro infatti non servono il nostro Signore Gesù Cristo ma il proprio ventre, (cioè il loro proprio interesse) e con dolce e lusinghevole parlare seducono i cuori dei semplici.

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IL GUERRIERO SCONFITTO DALLA STORIA

Marcello Veneziani

3 aprile 2005


Tutti vi parlano e più vi parleranno del Grande Papa e della Grande Impronta che ha lasciato sul mondo e sulla storia del nostro tempo. Tutti vi raccontano e vi racconteranno le sue grandi imprese, i suoi viaggi trionfali nel mondo, le folle osannanti e plaudenti, il suo pontificato lunghissimo e larghissimo, nel tempo e nello spazio. Io vi parlerò invece delle sue sconfitte, e delle sue imprese fallite, della sua maestosa solitudine, del suo pontificato difficile e sofferto.

Questo Papa ha fronteggiato la crisi più radicale che possa abbattersi su un Santo Padre: la scristianizzazione del mondo, a cominciare dall’Occidente. Ha navigato in un mondo e in un tempo in cui Dio si è ritirato, e la cristianità è stata presa a morsi e rimorsi, dal cinismo imperante, dal nichilismo e dall’ateismo pratico, e dal fanatismo islamico. A tutti i Papi era accaduto di fronteggiare nemici pagani e musulmani, eretici e satanici, miscredenti e carogne, a volte anche interne alla Chiesa. Ma non era mai accaduto di dover fronteggiare oltre i suddetti, anche uno spiegamento così profondo, così esteso, d’indifferenza, irrisione e ironia verso la fede cristiana. A Giovanni Paolo II questo è accaduto. La sua lotta da Papa contro l’Allegra Disperazione dell’Occidente è durata 27 anni ed è stata coronata da un magnifico insuccesso. E’ stato il Papa dell’Europa che si unisce e tramonta.

L’insuccesso più vistoso e più superficiale ha riguardato la pace. I suoi appelli, per definizione dei media “accorati”, non sono mai stati accolti, le guerre hanno continuato con i loro massacri, in ogni parte del mondo, a causa di amici e nemici della cristianità, oltre i semplici conoscenti. I suoi appelli rivolti agli europei di ricordare nell’atto costitutivo le radici cristiane dell’Europa sono caduti vergognosamente nel vuoto. Duemila anni di storia europea, di civiltà, di mentalità e di usi, cultura e costume, sono stati ritenuti irrilevanti. L’Europa è nata così da un parricidio.

Il suo costante appello in difesa della famiglia, contro l’aborto e la disgregazione, per la natalità d’Occidente, in difesa delle famiglie con padre, madre e figli contro le unioni omosessuali, per la dignità della donna contro la mercificazione del sesso e la liberazione sessuale, sono caduti tutti in un increscioso e sterminato oblio, appena interrotto da sorrisini di compatimento, ironie più o meno feroci, con aria di sufficienza. La difesa dei valori religiosi, del senso della vita e della morte, del dolore e della fede, della tradizione cattolica e dell’ispirazione cristiana, si sono inabissate nell’indaffarata indifferenza dei contemporanei, nel deserto che cresce, nell’edonismo più ottuso e diffuso. E’ duro il mestiere di Papa in queste condizioni.

Le sue encicliche sulla solidarietà, i suoi appelli alla generosità verso i poveri, all’economia sociale e al senso comunitario si sono scontrati con un sordido egoismo e individualismo mercantile, la volontà di potenza, il desiderio sfrenato di profitto e di possesso. E poi il dialogo interreligioso che il Papa ha avviato con cocciuta ostinazione e santa pazienza, è stato tragicamente spezzato dai fanatici dell’Islam, da orde di integralisti e fondamentalisti, anche occidentali. Quanti appelli del Papa a fermare la violenza, a non uccidere, a non decapitare, a non ammazzare, a non praticare la pena di morte, la tortura e la persecuzione, sono risuonati nel vuoto dei mass media come vane litanie, esercizi di pura e astratta precettistica?

No, signori, il Papa che salutiamo per l’ultima volta non esce trionfante dal mondo, come voi lo descrivete. Esce sconfitto, umiliato, disatteso; amatissimo e popolarissimo, certamente, ma non per questo ascoltato. Un fragoroso silenzio ha accompagnato la sua missione pastorale. Tanto è clamoroso il chiasso intorno alla sua figura quanto è sconfortante il mutismo intorno ai suoi principi. Mai un Papa ha parlato così tanto e a così tanta gente e mai è stato così inascoltato. Il pensiero debole del relativismo etico dispone di poteri forti; il pensiero forte di Papa Woytila ha avuto invece dalla sua poteri fragili e sommessi.

Dovremmo allora concludere che il suo papato si conclude con un maestoso fallimento? No, il contrario.

Sappiamo quanto ha contato il Papa nella storia del secolo, anzi del millennio, quanto ha pesato nella caduta del comunismo, nella nascita dell’Europa, nell’incontro dei popoli, nel vigore del messaggio cristiano, nel passaggio di millennio. Sappiamo che la sua impronta storica e mediatica è stata potente, ma la sua impronta pastorale e religiosa è stata impotente. Giovanni Paolo II è stato un Vinto, come Gesù Cristo. E tutto questo non induce ad un bilancio amaro e fallimentare. Per il Vicario di Cristo in terra, la sconfitta di Dio sul campo della storia è una vittoria nei cuori e in eterno, per chi crede. Il Papa ha perso, ma la sua non è una sconfitta infruttuosa: darà frutti. In terra e in Cielo. Ci sono sconfitte che grandeggiano assai più di oscene e pacchiane vittorie. Ci sono perdenti che vincono in cielo quel che perdono in terra, non solo per clemenza divina, ma perché hanno accumulato tesori nella banca dei cieli. Perché la verità non è di questo mondo, per quanto sia giusto cercarla ad ogni costo anche qui, in questa fettina di terra e di tempo. Il Papa ha perso, come i martiri e i santi, i veri eroi e i profeti inascoltati.
[Modificato da Caterina63 17/01/2011 19:07]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)