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S.E.R. Monsignor Giuseppe Valerga (1813-1872), Patriarca Latino di Gerusalemme

(nota: fu il primo patriarca latino di Gerusalemme dai tempi della fine dei regni crociati. Fu nominato patriarca a 34 anni da Pio IX nel 1847.)

Estratti da un discorso tenuto al Concilio Vaticano il 31 maggio 1870

[...]I fatti hanno un'eloquenza propria, più sana dal momento che è lontana dalle intemperanze smodate dell'animo e dai rispetti verso le persone.
Ascoltiamo la storia che parla; questa maestra di verità fornirà risposte antiche ma non meno valide alle nuove, o meglio rinnovate, o ancor più correttamente ripetute obiezioni. E da quello che avvenne ai tempi del monotelismo, si capirà ancor meglio come bisognerà comportarsi col gallicanesimo. [...]A entrambe le controversie, ovvero del monotelismo e del gallicanesimo, diede origine quell'infausta prurigine di quei regnanti che non hanno timore a porre le proprie mani profane sull'Arca di Dio e a manomettere le cose di fede a proprio libito o a mutarle secondo i propri interessi.
Non ci fermeremo su cose note: di là abbiamo un piissimo imperatore (Eraclio) e qui un re cristianissimo (Luigi XIV).
Da tali progenitori chi non si meraviglierebbe che sia sortito una tale malconsigliata gemmazione di falsi dogmi?
Eppure questo fu comune ad entrambe le controversie: Eraclio volle direttamente e formalmente che si insegnasse il monotelismo, Luigi il gallicanesimo. E allora il Patriarca Sergio ritenne di doversi adeguare al piissimo imperatore e il clero gallicano al cristianissimo Re, al punto tale da emettere un formale dichiarazione per questo "dogma" rispettivamente imperiale e reale.
[...] Di grazia, cosa abbiamo letto, reverendissimi padri, cosa abbiamo udito tanto eloquentemente quanto pateticamente proferire da questo ambone, per implorar il nostro silenzio sull'infallibilità pontificia, che da Sergio non sia stato messo in campo all'epoca della controversia monotelitica?
Si chiede al Sommo pontefice Pio riguardo la causa gallicana, ciò che si chiedeva a Papa Onorio nelle causa sulle operazioni di Cristo.
Si chiede la medesima cosa, con il medesimo scopo, coi medesimi motivi, con le stesse paure, con lo stesso paventar pericoli.[...]
Cosa avrebbero fatto, se fossero vissuti ai tempi del Patriarca Sergio, coloro che oggi ci chiedono di eliminare la questione dell'infallibilità? Forse si sarebbero adeguati alle prudentissime ragioni di Sergio? Forse avrebbero consigliato a Papa Onorio il silenzio? Questo fece Onorio e fu biasimato per questo da tutta la Chiesa ma quello che fece Onorio, non lo farà Pio IX, nè lo faranno i padri del Concilio Vaticano. Ma vediamo se sia diversa la ragione e la natura del Monotelismo e del Gallicanesimo da un punto di vista intrinseco.
Il Monotelismo vedeva il divino e invisibile capo della Chiesa, Nostro Signore, e diceva di ammettere in lui, secondo il Concilio di Calcedonia, due nature integre e perfette, tuttavia diminuiva l'integrità della natura umana in Cristo, togliendogli la volontà e le proprie operazioni. Il Gallicanesimo guarda il capo visibile della Chiesa, il vicario di Cristo, il Sommo Pontefice, cui i padri del concilio di Lione e di Firenze avevano riconosciuto la pienezza del sommo primato e il principato sopra tutta la Chiesa ovvero la potestà, affidata da Cristo, di pascere ovvero di insegnare, reggere e governare. Ma diminuisce questa pienezza di potestà e in ciò che le è sostanziale e mentre la chiama piena, ne nega la pienezza.[...]

E' duplice la potestà del Papa, una di regime, l'altra di magistero, nessuno lo ignora: ognuna ha un oggetto proprio e tende ai suoi fini, ognuna nel suo ordine è asserita come piena[...] e questo nessun nega.
Ma in che modo e quando entrambe le potestà possono essere definite piene? Quando ognuna possegga il necessario per raggiungere il suo scopo e per conseguire l'effetto cui è ordinata.[...] Chi nega l'infallibilità al Capo e Maestro della Chiesa universale, contro la definizione di Lione e di Firenze, diminuisce in lui la pienezza di podestà, come contro la fede di Calcedonia i monoteliti diminuivano la pienezza e l'integrità della natura umana in Cristo.
[...] Si escluda quindi dal Corpo Mistico il gallicanesimo come il Monotelismo fu escluso da Cristo e la dottrina cattolica rimanga salda e forte, mantenendo ogni cosa nel suo buon ordine.[...] [SM=g1740721]

[SM=g1740771]

S.E.R. Cardinale Jean Baptiste Francois Pitra O.S.B. (1812-1889)

Estratti da un discorso tenuto il 18 giugno 1870 al Concilio Vaticano

"E ora sorgano gli innografi anonimi e perciò antichi, forse anche più santi, ragion per cui il proprio nome ci nascosero, sorgano dunque, celebrino Pietro, non tanto l'apostolo, chiuso nel tempo dell'umana vita ma il pontefice della Chiesa, maestro e araldo, IMMORTALE nei suoi romani successori.
"O Pietro, pietra inconcussa nella tua fede, Tu conservi la pienezza della Chiesa", "Pietro è la pietra della Fede", "Tu, fatto tempio della Santissima Trinità, Tu, divino interprete, annunziatore di verità, santifica ed illumina quelo che con fede ti venerano".
"Te beato ti chiamò Cristo, ti chiamò Pietro con proprio nome, pietra e base della Chiesa, pietra che non può essere distrutta".
"Sei stato fatto primo vescovo di Roma, tu base e colonna della città ortodossa sopra tutte le altre, fulcro della Chiesa di Cristo, che le porte dell'Inferno, per la promessa del Signore, non abbatteranno."
"Hai dato stabilità alla tua chiesa, o Signore, sulla stabilità di Pietro". "O Pietro, tu basamento degli apostoli, tu pietra della Chiesa cristiana, tu primizia dei cristiani che pasci le pecorelle, che difendi gli armenti del tuo ovile". "Tu meritatamente e veramente designato, sei pietra di fede e clavigero di grazia". "O Pietro, pietra di fede, Tu con giusto nome sei chiamato pietra, quando il Signore fortificò l'inconcussa fede della Chiesa, ti fece sommo pastore di tutte le pecore immaginabili, ti fece ottimo custode delle porte celesti, affinchè tu le apra a tutti coloro che vi bussano con fede. In te fondò la Chiesa immobile, su cui non prevarranno le porte degli inferi, affinchè non vincano le ciarle degli eretici, nè la distrugga l'arroganza dei barbari"[...]"Noi celebriamo, fedeli, Pietro, pietra di fede". "Vedendo in Te, Pietro,la forza inespugnabile della tua fede, Cristo Cristo ti stabilì come fondamento della Chiesa".
"Comprasti, onestissimo Pietro, una perla inestimabile e trovasti la prima cattedra che esista sotto il cielo, Tu fulcro della fede, Tu basamento della Chiesa, Tu sigillo e coronide, Tu che sei la sublimità sacra dei sommi apostoli, Tu che sei anche la solidissima base della Chiesa, o Pietro, fortunatissimo tra tutti, tu Duce del coro degli Apostoli, patrono e divino Prototrono".
"O beato, come bocca di tutti e ispirato da Dio esclamasti: tu sei figlio del Dio vivente, perciò hai ricevuto un premio pari ai tuoi meriti e Cristo, che è egli stesso fondamento, chiamandoti pietra e fondamento, ti ha stabilito su una cattedra irreprensibile.[...]


[SM=g1740771]

S.E.R. Monsignor Bartolomeo d'Avanzo, vescovo di Calvi e Teano (1811-1884)
Membro della deputazione conciliare De Fide
cardinale nel 1876

Estratti da un discorso tenuto il 20 giugno 1870 al Concilio Vaticano


"Eminentissimi e Reverendissimi padri, non facciamo delle ipotesi, è la triste esperienza che ci insegna. Ci basti richiamare alla memoria ciò che avvenne in Francia ai tempi della Bolla Unigenitus.
Di primo acchito i giansenisti richiedevano l'assenso dei vescovi di Francia come necessario; quando questo venne, richiesero il consenso dei vescovi di tutto l'Orbe cattolico. Passati cinque anni, con l'aiuto e la collaborazione del governo civile, vennero le risposte attraverso i legati del Re cristianissimo che affermavano che nessuno dei vescovi cattolici dissentiva.
Forse che la causa fu finita? No. Quegli stessi resistevano, dicendo che i vescovi erano giudici e il giudizio senza discussione non poteva avvenire ed allora bisognava radunarli in un concilio perchè proferissero il loro giudizio a ragion veduta.
Avete capito, Eminentissimi e Reverendissimi Padri? Dunque se aggiungessimo la clausola [...] riguardo il consenso dei vescovi come giudici e come testimoni, avverrà che mentre a Roma si discuterà, Sagunto verrà espugnata e questa nostra definizione sarà resa vana e senza alcun effetto. [SM=g1740733]

E dunque dal momento che oggi, a causa del progresso, come lo chiamano, ci sono cento lingue e cento bocche attraverso le quali ogni singolo giorno si propagano errori in nuove forme e ognidove, è assolutamente necessario che OGNI SINGOLO GIORNO vi sia anche un supremo giudice infallibile che, in quanto infallibile, condanni e respinga quegli scrittori erranti e deviati che ogni giorno decretano a se stessi l'infallibilità e li sconfigga con una vera e divina infallibilità.
NESSUNA CONDIZIONE, NESSUNA LIMITAZIONE, può essere posta nella definizione, tranne per ciò che è stato detto ovvero che per quanto riguarda il soggetto non parli da dottore privato ma con ruolo docente, per quanto riguarda l'oggetto che si tratti di fede e costumi, per quanto riguarda la causa efficiente e formale questa sia l'assistenza dello Spirito Santo.[...]

Avete quindi, Eminentissimi e Reverendissimi Padri, udito ciò che hanno detto i reverendissimi e illustrissimi oratori che tuttavia combattono contro l'opportunità[...] e certamente l'illustrissimo e reverendissimo arcivescovo di Parigi fece bene a descrivere lo stato della presente società.
Gesù Cristo è allontanato dalla società odierna, dalle elezioni, dalla magistratura, dalle pubbliche istituzioni, dalla legge, dagli stessi istituti di carità e anche dalle famiglie, a causa del matrimonio civile. Questo è ciò che pertiene alla società , come la chiamano, ufficiale.
Ma, di grazia, donde è nata tutta questa calamità se non dal fatto che Satana regna ed è il principe di questo mondo ufficiale?
E da ognidove noi vediamo i figli di Satana che gridano di voler seguire Satana, che Satana è il loro re e, da servi del peccato quali sono, si gloriano di essere figli di Satana.
Come fece Satana a ottenere questo risultato? Attraverso una scienza di falso nome, attraverso un disordinato amore per le cose mondane, cosicchè questi suoi figli negassero totalmente quell'ordine sovranaturale il cui institutore, autore e completatore è Cristo stesso.

Dunque, Eminentissimi e Reverendissimi Padri, ad una così tanto sfrontata negazione dell'ordine sovrannaturale, si opponga l'affermazione sublimissima dell'ordine stesso, esca, esca da quest'aula questa voce che è degna di un Concilio. E conoscerete la Verità e la Verità vi renderà liberi. E la Verità, soprattutto di questi tempi, necessaria, opportunissima, è la Verità
dell'Ordine sovrannaturale. Si levi, quindi, si levi in Vaticano il glorioso vessillo di quest'Ordine attraverso la definizione dell'Infallibilità pontificia, perchè allora tutte le genti sappiano che il Papa è, per così dire, l'incarnazione dell'Ordine sovrannaturale. IN LUI definente, lo stesso Spirito Santo vive e CONTINUAMENTE è presente e quindi nel Papa docente tutte le genti vedano l'Ordine sovrannaturale e attraverso l'Ordine sovrannaturale vedano Cristo stesso, che, in tutte le cose e per tutti, sarà NEL PAPA, COL PAPA e ATTRAVERSO IL PAPA. E attraverso il Papa, Cristo si mostrerà in tutte le cose e sopra tutte le cose, Cristo che vince, Cristo che regna, Cristo che impera, e allora tutti diranno: Sia lodato Gesù Cristo. Ho concluso.

[SM=g1740771]

S.E.R. Monsignor Miguel Payà y Rico, vescovo di Cuenca (1811-1891)

poi Arcivescovo di Santiago di Compostela
Cardinale nel 1877
poi Arcivescovo di Toledo e Patriarca delle Indie orientali

Estratti da un discorso tenuto il 1 luglio 1870 al Concilio Vaticano

[...]Perchè Cristo ha detto "Tu es petrus"? Perchè ha detto "Rogavi pro te"? Perchè ha detto "Pasce oves meas?
Forse che Cristo ha parlato invano? Egli parlava a Pietro DA SOLO, solo a Pietro ha conferito il Primato e insieme l'infallibilità.
[...]Vedo quindi un fiume grande e limpido, tanto splendente quanto cristallino, che sgorga dalle pendici del monte di Cristo, per dodici fonti che sono gli apostoli e viene a noi attraversando diciannove secoli, integro e senza diminuzione. Nell'ultimo tratto del fiume scorgo una piccola isola che emerge dalle acque; e poichè è piccola e nuova, nonn può frenare l'impeto di questo fiume che giunge sino a noi. Quest'isola è la scuola gallicana, nuova tra noi e per questo sospetta. Sempre il nuovo è sospetto.
[...]Eppure vi è un principio che è certo ed ammesso da tutti: il Romano pontefice è il centro di tutta l'unità della Chiesa.
Chi osa impugnare questa verità? Nessuno! Un'unità doppia, di comunione attraverso l'obbedienza, di fede attraverso la sottomissione.
Se il Papa non è infallibile, non vi può essere unità della fede. Perchè? Perchè la voce centro è una voce metaforica desunta dal centro della terra.
Che accade al centro della terra? Vi è una forza di attrazione generale che sul globo terraqueo è detta di gravità.
Per codesta legge tutti i corpi tendono al centro della terra ed esso li attrae fortemente. Da ciò deriva la conservazion del globo terraqueo, Da questo viene che questa cattedra e chi vi parla aderisce stabilmente alla terra. Altrimenti senza questa forza che accadrebbe? I corpi volerebbero e il globo terraqueo si dissolverebbe.
Il pontefice e' quindi il centro della Chiesa che, come il centro della terra attrae fortemente e invincibilmente, non solo i cuori attraverso l'obbedienza ma le menti attraverso la fede.[...] Ma questa attrazione delle menti non può essere così forte se il centro non e'infallibile, poichè contro questa attrazione verso il centro milita un altra forza che potremmo definire centrifuga.
La superbia della nostra mente: il "non serviam". Questa superbia sarebbe forte, anzi fortissima, se non vi fosse un'invincibile forza di attrazione verso il centro.
[...] E'certo e di fede che il governo della Chiesa e' monarchico.[...]Taluni pero' dicono che questa dottrina dell'infallibilità non possa essere ammessa perche' sarebbe un dispotismo papale ed il dispotismo consta essere mostro orrendo.
Dispotismo? Inorridisco al suono di questa parola. Ma vi domando cosa sia il dispotismo. Parlo con dei sapienti, non con degli idioti. Che e' mai il dispotismo? In cosa consiste? Nel governo di uno solo? Allora il governo di Dio su tutti e' dispotico. Il governo di Cristo
sulla Chiesa e' dispotico perche' Cristo e' il vero capo della Chiesa intera. Allora e' dispotico il governo del capofamiglia che pure viene dalla legge naturale. Erano dispotici i governi dei patriarchi, di Abramo, Isacco e Giacobbe, governi tuttavia lodati da Dio. Era dispotico il governo di Mosè ed i governi di Giosuè e di Davide che furono governi di uno solo mentre il governo della repubblica francese del 1793 era un governo angelico, un governo dolce, un governo soave, caritativo e umano, legale e accettabile... perche' era governo di molti.
Capite bene, reverendissimi padri, che il dispotismo non consta del numero di quanti governino ma della legge moderatrice quale sia e se vi sia. [...]

[SM=g1740771]


S.E.R. Monsignor Paolo Angelo Ballerini (1814-1897)
Patriarca titolare di Alessandria D'Egitto
Già Arcivescovo di Milano dal 1859 al 1867, senza poter prendere possesso della Sede per ordine del governo sabaudo

Estratto da un discorso tenuto il 20 giugno 1870 al Concilio Vaticano
...
[...]Benchè dunque la conclusione di tale capitolo (sull'Infallibilità pontificia) sia tale da bastare per marchiare l'errore opposto alla definizione con la nota dell'eresia, tuttavia la ragione dell'uniformità con le altre dottrine della presente e della precedente costituzione dogmatica già pubblicata esige che i principali errori ad essa opposti sia colpiti con l'anatema attraverso i canoni. Io stesso non rifiuterei alcun canone, affinchè gli errori opposti all'infallibilità siano condannati in modo più diretto.[...]
Venga dunque l'agognata definizione di questa dottrina, dottrina già di San Francesco di Sales, di San Vincenzo de Paoli, di Sant'Alfonso Maria de Liguori e, come con l'istituzione della festa del Corpus Domini, la Chiesa,
che era apparsa alla Beata Giuliana di Liegi sotto forma di luna, doveva brillare di luce più piena, così ora, attraverso questa definizione, brillerà di un nitore fulgidissimo, renderà i cattolici più sicuri nella fede, attrarrà più efficacemente gli acattolici e mostrerà a tutti, con piena forza e chiarezza, la presenza indefettibile del Divin Pastore in mezzo alle sue pecore.

[SM=g1740738]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)