00 20/11/2010 19:47
ATTENZIONE!!!

dal Blog di Raffaella è stata data questa notizia:


Papa: Preservativi possono essere giustificati in singoli casi

Ma non è modo combattere aids e rischio banalizzazione sessualità

Città del Vaticano, 20 nov. (Apcom)

Storica apertura del Papa sul tema dei preservativi. Benedetto XVI risponde ad una domanda sul tema della sessualità nel libro-intervista con il giornalista tedesco Peter Seewald '
Luce del mondo', che verrà presentato martedì prossimo e di cui oggi l''Osservatore romano' anticipa vari stralci.

"Concentrarsi solo sul profilattico - risponde Ratzinger - vuol dire banalizzare la sessualità, e questa banalizzazione rappresenta proprio la pericolosa ragione per cui tante e tante persone nella sessualità non vedono più l'espressione del loro amore, ma soltanto una sorta di droga, che si somministrano da sé. Perciò anche la lotta contro la banalizzazione della sessualità è parte del grande sforzo affinché la sessualità venga valutata positivamente e possa esercitare il suo effetto positivo sull'essere umano nella sua totalità".
"Vi possono essere - aggiunge però il Papa - singoli casi giustificati, ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico, e questo può essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità per sviluppare di nuovo la consapevolezza del fatto che non tutto è permesso e che non si può far tutto ciò che si vuole. Tuttavia, questo non è il modo vero e proprio per vincere l'infezione dell'Hiv. E' veramente necessaria una umanizzazione della sessualità".

Quanto alla controversa enciclica di Paolo VI sui metodi contraccezionali, "le prospettive della 'Humanae vitae' - afferma Benedetto XVI - restano valide, ma altra cosa è trovare strade umanamente percorribili". 

Apcom


 la prima saggia risposta nel Blog sottolinea:

fr. A.R. ha detto...


Mi raccomando, ricordiamoci che questo libro è un'intervista al Papa, non è un atto di magistero, e nemmeno - come invece i libri su Gesù di Nazareth - il pensiero espresso dal papa come "dottore privato". Meglio mettere le mani avanti: non si sa mai che qualcuno gridi che la dottrina e la morale della Chiesa sono cambiate....




io aggiungo:

Concordo con fr.A.R.
e aggiungo che <b>l'interpretazione NON è affatto di apertura ma di monito che quella del profalittico NON sarebbe comunque la strada giusta....</b>
analizziamo le frasi, il Papa dice infatti:
1) "Vi possono essere - aggiunge però il Papa - singoli casi giustificati, ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico, e questo può essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità per sviluppare di nuovo la consapevolezza del fatto che non tutto è permesso e che non si può far tutto ciò che si vuole.

- il Papa non sta APRENDO, al contrario, fa emergere il problema, il danno, la MORTIFICAZIONE E LA CONSAPEVOLEZZA , ossia, sta dicendo il Papa, <b>ammesso anche che la prostituta usi il profilattico ( che per altro è in uso all'uomo) QUESTO "PUO' ESSERE UN PRIMO PASSO ALLA COMPRENSIONE CHE NON TUTTO E' PERMESSO E CHE NON SI PUO' FARE TUTTO CIO' CHE SI VUOLE</b>
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2  Tuttavia, questo non è il modo vero e proprio per vincere l'infezione dell'Hiv. E' veramente necessaria una umanizzazione della sessualità".
- ergo <b>ribadisce il Papa, ammesso che pertanto che si usi il profilattico, QUESTO NON E' LA SOLUZIONE ALL'AIDS....</b>
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3) Quanto alla controversa enciclica di Paolo VI sui metodi contraccezionali, "le prospettive della 'Humanae vitae' - afferma Benedetto XVI - restano valide, ma altra cosa è trovare strade umanamente percorribili".
- esatto!! è quello che già diceva Pio XII, la cui strada umanamente percorribile è e rimane IL METODO NATURALE....insieme alla castità ed alla morigeratezza dei costumi...
Nell'Humanae Vitae l'argomento del metodo naturale non fu infatti affrontato da Paolo VI che si occupò solo della contraccezione avanzatnte...
Senza dubbio queste parole del Papa saranno travisate....e strumentalizzate, sarebbe opportuno che anche il Papa, quando risponde in forma privata, visto il ruolo che ricopre, facesse tuttavia più attenzione per ricordarsi sempre che il Signore LO HA MANDATO IN MEZZO A LUPI VORACI....
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Ecco qualche punto fermo per aggiungere ulteriori tasselli alle nostre considerazioni.
dal Blog Raffaella

PAPA: CHIESA CONDANNA PROMISCUITA' PRIMA CHE IL CONDOM

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 20 nov.

"La posizione della Chiesa in merito all'uso del preservativo come prevenzione dell'Aids non e' cambiata, resta quella di Giovanni Paolo II".

Lo aveva dichiarato il 18 marzo 2009 a Yaounde' il portavoce vaticano padre Federico Lombardi sommerso dalla marea montante delle polemiche suscitate dalla frettolosa sintesi diffusa il giorno prima dai media circa le affermazioni fatte dal Papa sull'aereo che lo portava in Africa: "L'Aids non si puo' superare con la distribuzione dei preservativi che al contrario aumentano il problema. La soluzione puo' essere solo duplice: la prima, un'umanizzazione della sessualita' cioe' un rinnovamento spirituale e umano che porta con se' un nuovo modo di comportarsi l'uno con l'altro. La seconda, una vera amicizia soprattutto con le persone sofferenti, una disponibilita' anche con sacrifici e con rinunce personali per stare con i sofferenti".

Le stesse polemiche, d'altra parte, avevano accolto Giovanni Paolo II a San Francisco nel 1987 e anche in quel caso non ci fu nulla da fare per frenarle, nemmeno basto' che il Papa abbracciasse e baciasse un bambino malato di Aids.
Fuori dal Centro visitato dal Pontefice polacco, infatti, gay e lesbiche vestiti da "papa" distribuivano ai passanti condom come se fossero caramelle . Ed e' proprio questo che la Chiesa non vuole fare: distribuire essa stessa i condom. Un rifiuto che davvero non ne impedisce il libero commercio, anche in Africa.

Quanto a verificare se questi mezzi poi sono sufficienti a sradicare l'Aids, il problema resta aperto: i medici cattolici, ad esempio, sono d'accordo con Ratzinger e dicono di no, avvertendo anzi che il preservativo puo' dare una falsa sicurezza e quindi ha l'effetto di favorire i rapporti promiscui e finisce cosi' con il favorire anche la diffusione dell'Aids.

Il problema riguardo al "no" ribadito dal Vaticano pero' e' un altro, sganciato dagli effetti pratici del condom sull'epidemia: la Chiesa ha legittimamente una sua dottrina morale sul matrimonio, unico luogo lecito per i rapporti sessuali e distribuire i condom confliggerebbe proprio con il Catechismo che al numero 2391 recita: "l'unione carnale e' moralmente legittima solo quando tra l'uomo e la donna si sia instaurata una comunita' di vita definitiva. L'amore umano non ammette la prova". Esige un dono totale e definitivo delle persone tra loro".

Inoltre, per il Catechismo (come per l'enciclica 'Humanae Vitae' e il Magistero convergente degli ultimi Papi) "e' intrinsecamente cattiva ogni azione che, o in previsione dell'atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione". Sono questi in realta' i termini del problema.

Alcuni teologi, vescovi e cardinali, tra i quali l'ex arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini, hanno pero' sostenuto la liceita' del preservativo se utilizzato all'interno di una coppia sposata, quando uno dei coniugi e' sieropositivo e non puo' sottrarsi ai doveri coniugali. Ed e' solo cosa fare in questa disgraziata eventualita' che divide dalla dottrina tradizionale quanti nella Chiesa sostengono la linea piu' morbida.

"Non sara' la Chiesa a promuovere il profilattico" e su questo punto non possono esserci posizioni diverse, ha assicurato qualche mese fa il card. Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, sottolineando che fuori dal matrimonio i rapporti sessuali non sono mai leciti e dunque il problema non e' il condom. Su questo, ha rilevato, c'e' identita' di vedute anche con l'ex arcivescovo di Milano. Quanto all'ipotesi di un pronunciamento in merito, che sembra ora piuttosto improbabile, Barragan ha spiegato: "abbiamo chiesto ai nostri teologi ed ai nostri consultori di condurre uno studio su questo punto specifico, se cioe' all' interno di una coppia di cui uno dei due coniugi si e' infettato puo' essere lecito l'uso. Al termine daremo le nostre conclusioni al Papa e lui dira' cosa e' piu' conveniente fare". Il cardinale messicano ha raccontato che anche Giovanni Paolo II era preoccupato della piaga dell'Aids ma ha precisato che sara' ora Benedetto XVI a decidere se pronunciarsi su questo problema, con un documento che, dunque, "potrebbe esserci come non esserci". 




 

[Modificato da Caterina63 21/11/2010 00:16]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)