00 05/04/2011 23:11

San Pio X denuncia i preti modernisti

da cordialiter:

Venerabili Fratelli [...] per opera del nemico dell'uman genere, mai non mancarono "uomini di perverso parlare (Act. X, 30), cianciatori di vanità e seduttori (Tit. I, 10), erranti e consiglieri agli altri di errore (II Tim. III, 13)".

Pur nondimeno gli è da confessare che in questi ultimi tempi, è cresciuto oltre misura il numero dei nemici della croce di Cristo; che, con arti affatto nuove e piene di astuzia, si affaticano di render vana la virtù avvivatrice della Chiesa e scrollare dai fondamenti, se venga lor fatto, lo stesso regno di Gesù Cristo. [...] i fautori dell'errore già non sono ormai da ricercarsi fra i nemici dichiarati; ma, ciò che dà somma pena e timore, si celano nel seno stesso della Chiesa, tanto più perniciosi quanto meno sono in vista.

Alludiamo, o Venerabili Fratelli, a molti del laicato cattolico e, ciò ch'è più deplorevole, a non pochi dello stesso ceto sacerdotale, i quali, sotto finta di amore per la Chiesa, scevri d'ogni solido presidio di filosofico e teologico sapere, tutti anzi penetrati delle velenose dottrine dei nemici della Chiesa, si dànno, senza ritegno di sorta, per riformatori della Chiesa medesima; e, fatta audacemente schiera, si gittano su quanto vi ha di più santo nell'opera di Cristo, non risparmiando la persona stessa del Redentore divino, che, con ardimento sacrilego, rimpiccioliscono fino alla condizione di un puro e semplice uomo.

[Brano tratto dall'Enciclica "Pascendi Dominici gregis" di San Pio X]

e val la pena di riflettere sulle parole profetiche di san Pio X:

San Pio X, nella sua prima enciclica E supremi apostolatus, del 4 ottobre 1903, esprime il timore che l’epoca di apostasia in cui la Chiesa entrava fosse il tempo dell’Anticristo:


...ci atterriscono, sopra ogni altra cosa, le funestissime condizioni, in cui ora versa l'umano consorzio. Giacché chi non scorge che la società umana, più che nelle passate età, trovasi ora in preda ad un malessere gravissimo e profondo, che, crescendo ogni dì più e corrodendola insino all'intimo, la trae alla rovina? Voi comprendete, o Venerabili Fratelli, quale sia questo morbo: l'apostasia nei confronti di Dio, e senza dubbio non c’è nulla che conduca più sicuramente alla rovina, stante la parola del profeta: «Ecco che coloro i quali da te si dilungano, periranno» (Psal. LXXII, 26). […] Del che se dubitassimo, dovremmo, ingiustamente, ritenervi o inconsci o noncuranti di quella guerra sacrilega che ora, può darsi in ogni luogo, si muove e si mantiene contro Dio.

Giacché veramente contro il proprio Creatore «fremettero le genti e i popoli meditarono cose vane» (Psal. II, 1), talché è comune il grido dei nemici di Dio: «Allontanati da noi» (Iob. XXI, 14). E conforme a ciò, vediamo nei più degli uomini estinto ogni rispetto verso Iddio Eterno, senza più riguardo al suo supremo volere nelle manifestazioni della vita privata e pubblica; che anzi, con ogni sforzo, con ogni artifizio si cerca che fin la memoria di Dio e la Sua conoscenza sia del tutto distrutta.

Chi tutto questo considera, bene ha ragione di temere che siffatta perversità di menti sia quasi un saggio e forse il cominciamento dei mali, che agli estremi tempi son riservati; che già sia nel mondo il figlio di perdizione, di cui parla l'Apostolo (II Thess. II, 5). Tanta infatti è l'audacia e l'ira con cui si perseguita dappertutto la religione, si combattono i dogmi della fede e si adopera sfrontatamente a sterpare, ad annientare ogni rapporto dell'uomo colla Divinità! In quella vece, ciò che appunto, secondo il dire del medesimo Apostolo (Sap. XI, 24), è il carattere proprio dell'Anticristo, l'uomo stesso, con infinita temerità si e posto in luogo di Dio, sollevandosi soprattutto contro ciò che chiamasi Iddio; per modo che, quantunque non possa spegnere interamente in se stesso ogni notizia di Dio, pure, manomessa la maestà di Lui, ha fatto dell'universo quasi un tempio a sé medesimo per esservi adorato: «Si asside nel tempio di Dio mostrandosi quasi fosse Dio» (II Thess. II, 2).

(PIO X, Lettera Enciclica, E supremi apostolatus, 1903)



[Modificato da Caterina63 28/05/2011 10:07]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)