00 16/01/2009 15:03
Come recita il salmo: “Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi? Fino a quando mi nasconderai il tuo volto? Fino a quando nell'anima mia proverò affanni, tristezza nel cuore ogni momento?”

Questo “fino a quando?” è il lamento che percorre tutta la Scrittura, in lungo e in largo, indica lo sconforto del cuore e suona l’arpa scordata della desolazione. E’ il sonno anestetizzante dei discepoli che non riescono a vegliare neanche un’ora col loro Signore, tanto è lo sconforto e lo lasciano solo…
E’ la voce divenuta rauca per il tanto invocare il nome del Signore, è la vista annebbiata per la fatica di volerlo scorgere oltre l’orizzonte visivo, è la sordità causata dai mille rumori del mondo.

La fatica si sente, pesa, sconquassa cuore e anima… Il salmo in questione sembra la colonna sonora del pessimismo.

Ma, ecco, che il salmo prosegue, quasi inaspettatamente, quasi in un nuovo accordo della cetra: “Nella tua misericordia ho confidato. Gioisca il mio cuore nella tua salvezza e canti al Signore, che mi ha beneficato.”
La misericordia arriva inaspettata, risponde alla fiducia: è allora che il cuore torna a gioire nel battito nuovo di un’energia di grazia, senza aritmie e senza vuoti di suono. Allora il cuore si rinfranca, gusta la salvezza e canta, canta con una voce che non immaginava di possedere. Questo cantare è il rendere grazie, sempre e comunque, a Colui che fa nuove tutte le cose, anche quando il sonno prende il sopravvento e si cede alla tentazione dello sconforto.

Non c’è da aver timore: il salmista ce lo ha detto chiaramente e, se la musica della cetra è la sua, il testo è di un grande Paroliere, ma così grande che nessuno spartito ha potuto contenerlo. Allora, il grande Paroliere ha “cantato” la sua Parola come melodia e ha “cantato” noi come accompagnamento…
Siamo note di una musica che magari non capiamo, ma proviamo a cantare lo stesso…

Chisolm


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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)