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Guglielmo Marconi, l'inventore della radio.... Wink

L’ultimo gesto
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Quando Gugliemo Marconi celebrò le sue nozze, il papa Pio XI regalò, a lui e alla consorte, una preziosa corona del Rosario. Quando il grande scienziato si trovò sul letto di morte, a chi gli chiese se non avesse messaggio per la sposa assente, rispose: Le direte che tenevo in mano la mia corona e che l’ultimo gesto fu di baciare il Crocifisso



(Da "Esempi catechistici Jesus - Jesus rosarii" - Editrice domenicana italiana, Napoli)

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Ave Maria in lettere d'oro


Un racconto grazioso ha dato origine a uno dei più venerati e frequentati santuari mariani di Francia, quello di Folgoet nella Bretagna. Folgoet, nella lingua di quella regione, significa il "pazzo del bosco". Così era stato chiamato un povero giovane, tardo d'ingegno, ma dal cuore aperto alle cose di Dio e all'amore della Vergine. S'era dato a una vita da eremita internandosi in una fitta foresta. Non conosceva che una sola preghiera, l'Ave Maria, che recitava innumerevoli volte nel giorno. Dopo la morte fu veduto spuntare dal suo sepolcro un giglio sulla cui corolla spiccava a lettere d'oro l'Ave Maria. La fama del prodigio fece sorgere sul luogo un magnifico santuario la cui rinomanza si estese a tutta la Francia e altrove.

(Cfr. Campana, Maria nel culto cattolico, V. I, p. 475, II ed., Torino 1946)

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Sulla forca con Maria

«Maria è l'esca meravigliosa, che Dio adopera per prendere gli uomini, soprattutto peccatori». (S. Gabriele dell'Addolorata) Nella vita di S. Giuseppe Cafasso, chiamato "il prete della forca", perché confessava e accompagnava al luogo del supplizio i condannati a morte, si narra questo fatto. Carlo Demichelis doveva essere giustiziato. Furono vani tutti i tentativi per accostarlo alla Confessione e a Dio. Il "prete della forca" però lo accompagnò ugualmente con amabilità, stando con lui sulla fatale carretta. Passando davanti ad un'edicola della Madonna, che il condannato da tempo conosceva, Don Cafasso gli fece cenno di guardarla.

Il cuore del povero uomo fu allora pervaso da mille dolci sentimenti: si ricordò di sua madre, delle preghiere che gli aveva insegnato; si ricordò d'essere passato tante volte davanti a quella Madonna si ricordò di Dio. Si pentì amaramente dei suoi delitti; li confessò tutti a don Cafasso; si riconciliò completamente con Dio e, come riparazione del male compiuto in vita, accettò serenamente la terribile sorte. Il "prete della forca", dopo aver assistito fino alla fine e benedetto questo uomo suo "amico", disse: Grazie, o Madonna! Per tua intercessione, anche questo tuo figlio è salvo per sempre.

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Dai poveri col rosario

Madre Teresa di Calcutta, parlando del lavoro delle sue suore con i più poveri dei poveri, precisava:

Noi non andiamo mai dai poveri senza dire il Rosario. Lo recitiamo sempre, anche camminando.



Il Sabato, 30 maggio - 5 giugno

Dai poveri col rosario (2)

Al Capitolo Generale dei Missionari della Consolata che le chiedevano:

È vero che le sue suore pregano quattro ore al giorno? Sì, rispondeva, cominciano alle quattro e mezzo del mattino.

E quando sono per strada sgranano continuamente il Rosario.

(Missioni Consolata, 1987 - n. 7 - pag. 45)





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Madre della divina pietà

In una tremenda visione, una volta la B. Anna Maria Taigi vide il mondo sprofondato nel fango dei suoi peccati, e comprese che la giustizia di Dio stava per scatenarsi, a castigo del mondo malvagio. Tutto sembrava perduto e il castigo di Dio avrebbe travolto l'umanità, percotendola con sofferenze spaventose. Ma ecco levarsi il grido materno e supplichevole di Maria, la Mediatrice universale, la "Madre della divina pietà": ai piedi della Croce, la Madonna solleva le mani verso Dio Padre e gli offre il Sangue preziosissimo di Gesù, a salvezza degli uomini. Quella voce, quelle mani, quel Sangue fermano la giustizia di Dio e muovono la divina pietà ad usare, ancora una volta, misericordia agli uomini. Quante volte la Madonna ha salvato l'umanità dai giusti castighi di Dio? Lo sapremo soltanto nell'aldilà. E la B.Anna Maria ci assicura che la potenza misericordiosa di Maria è tanto sconfinata da superare ogni nostra misura. Confidenza, quindi, confidenza senza limiti dobbiamo avere verso la "Madre della divina pietà".

(Da "I Santi e la Madonna" - 8 - P. Stefano Maria Manelli)

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Rosario per la libertà

Daniele O' Connel, il grande statista e liberatore dell'Irlanda dall'Inghilterra, quando girava di paese in paese per organizzare i suoi compatrioti alla difesa della coscienza e della libertà, prima di incominciare i suoi discorsi infuocati, faceva recitare da tutti il Rosario, a segnale di riscossa e ad invocazione di aiuto dall'alto. E più volte fu veduto lungo i corridoi del Parlamento di Londra con la corona in mano recitare con gran devozione il Rosario, mentre attendeva il suo turno per parlare a difesa della sua patria conculcata. Ed era solito dire che, per il trionfo della grande causa che difendeva, egli aveva più fiducia nelle Ave Marie del suo Rosario che in tutti i suoi discorsi.

(Da Florilegio di esempi mariani 1953, pag. 124-25)

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Un rosario per Miss Universo

Armi Kunsela, Miss Finlandia, venne proclamata Miss Universo nel 1952 a Long Beach. Fu lì che la incontrò un giovane filippino, Vingilio, che accompagnava al concorso la sorella, Miss Filippine. All'atto della proclamazione a Miss Universo, Vingilio insieme con la sampagnita (caratteristica corona di fiori fatta venire dalle Filippine) le regalò una magnifica corona del Rosario di perle. Armi se la mise al collo e la portò anche ai ricevimenti negli studi cinematografici della Metro Goldwin Mayer. Non era cattolica.

Ma una sera, chiusa in camera d'albergo per sottrarsi all'assalto dei fotoreporters, fu presa da una crisi di sconforto e si mise a piangere. Per consolarsi, si aggrappò alla Corona e cominciò a ripetere l'Ave Maria. Vingilio la condusse in chiesa. Era il mese di ottobre e si stava svolgendo la novena del Rosario. Si inginocchiò e pregò. Armi osservava: la colpì la serenità e la pace che trasparivano dal volto dei fedeli. lei rispose che desiderava sposare non soltanto lui, ma anche la sua religione cattolica. Così fu il giorno di Pasqua 1953.

(Da "Esempi catechistici Jesus - Jesus rosarii" - Editrice domenicana italiana, Napoli)

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Una corona

In Francia. Il tempo della persecuzione contro gli Ebrei. Una giovane Ebrea che amava teneramente la Madonna, abbraccia la religione cattolica. Praticava in modo tutto speciale la devozione del Rosario. Un giorno pregò la sua mamma di tenere sempre nella sua borsa una corona. La mamma anche se non troppo volentieri, acconsentì a questo desiderio. La persecuzione diventava sempre più violenta. La giovane e la sua figlia cambiarono nome e andarono altrove. Improvvisamente due membri della Gestapo vennero alla loro casa per compiere una perquisizione. Uno di essi apre un armadio prende la borsa della signora, la apre e vi trova la corona, la prende in mano la guarda e dice non senza stupore: "Abbiamo sbagliato. Certamente non è questa la casa" e se ne andarono.

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[Modificato da Caterina63 10/01/2011 21:08]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)