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Predica di Padre Konrad sulle Virtù e la santificazione personale 20.3.2011

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.
C'è gente che sembra vivere senza chiedersi "perchè" e tra loro anche molte persone buone, ma non pensano mai al significato della loro vita, oppure se la vita abbia un significato, c'è altra gente che cerca il significato della vita, e ci siamo anche noi che sappiamo il perchè.
Il Signore dice "beati i vostri occhi perchè vedono, e i vostri orecchi perchè sentono, in verità vi dico molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l' udirono".
Sappiamo noi il significato della vita, ossia, come San Paolo dice nell'Epistola di oggi, in due parole: vostra santificazione - sanctificatio vestra.
 
Cos'è la nostra santificazione?
La santificazione, la santità è la perfezione della carità, così il Signore ci comanda: siate voi, dunque, perfetti, come è perfetto il Padre vostro Celeste, e così il Signore ci comanda di amare Dio con tutto il cuore, e tutta l'anima, e tutta la forza, e tutta la mente, la perfezione della carità, di fatti, perchè l'unico scopo della nostra vita è questo: di raggiungere il Cielo, ma non solo raggiungere il Cielo, ma raggiungere quel grado di gloria in Cielo che Dio ci prevede da tutta l'Eternità. Chi non si santifica quaggiù, secondo la parola di un santo Sacerdote, deve essere messo dunque nel manicomio!
E' l'unico scopo della nostra vita, e la nostra vita dura poco tempo, paragonando con l'Eternità, niente in tempo, ma in significato tutto, perchè stabilirà, determinerà la nostra eternità, ogni nostra azione, ogni nostro pensiero ha il suo peso per la nostra eternità.

Qualcuno dirà forse: "è impossibile per me divenire un santo, come posso io essere come San Francesco?" per esempio, la risposta a questa domanda è molto semplice: se Dio ci comanda qualche cosa, deve essere possibile! Ma come? Qualcuno ha chiesto una volta a san Tommaso d'Aquino come divenire santo, e ha risposto: "se vuoi!", tutto dipende dalla nostra volontà, dunque, se la santificazione nostra supera le nostre forze naturali, possiamo sapere che Dio ci darà la grazia per raggiungerla, e quanto a San Francesco, lui ha ricevuto una capacità molto grande per la santità che ha realizzato, diciamo, pienamente. Noi abbiamo ricevuto meno capacità, ma questa capacità dobbiamo anche noi realizzarla, ossia, pienamente e questa, si può dire, è la santità: realizzare pienamente la capacità nostra per la santità.

Come santificarci?
Non vivendo come molti altri una vita agiata e mediocre, essendo simpatici, al solito, buoni, facendo il minimo o un pò di più di ciò che la Chiesa mi chiede questo è come, dopo aver trovato la via stretta, camminare adagio, con cadute qua e là, senza preoccuparcene, verso la Città Celeste; siamo sulla strada, ma bisogna avanzare a grandi passi verso il Paradiso. Siamo  qua in un deserto, in una terra d'esilio, facciamo uno sforzo per arrivare al Paradiso quanto prima, si tratta della nostra santificazione, della perfezione, di amare Dio con tutto il cuore.

Come facciamo, dunque, sul livello pratico?
Prima dobbiamo combattere il peccato, se pecco mortalmente bisogna afferrare i mezzi per convertirmi, la Confessione che anche mi rinforza contro la tentazione, la preghiera seria evitando le occasioni del peccato e la pratica delle virtù opposte, l'ascesi, e poi bisogna combattere anche il peccato veniale con gli stessi mezzi.
La vita di santificazione, la vita cattolica, comprende però non solo il combattere il peccato, ma anche la pratica delle virtù.

Parliamo brevemente di sette virtù principali, le virtù teologali:
- la Fede: bisogna crescere nella fede, nella fiducia in Dio, vedendo tutta la nostra vita nella luce della fede, accettando tutto che avviene come permesso da Dio, o come la volontà di Dio, con pazienza;
- la Speranza: bisogna fissare gli occhi solo sulla Città Celeste, alla fine della nostra strada;
- e la Carità: pregando e facendo bene, pregando a Dio e facendo tutto per Dio, essendo buoni, a tutti coloro che Dio mette sulla strada della nostra vita.

Le virtù cardinali:
- la giustizia: con i soldi che con tutti gli affari con altrui devo corrispondere ad ognuno il suo debito;
- moderazione: il temperamento delle emozioni, ne ho parlato in passato, quando ho detto che dopo il peccato originale siamo non più in controllo completo delle nostre emozioni, delle nostre passioni, dunque dobbiamo controllarle con uno sforzo continuo;
- la fortezza: per esempio parlando senza rispetto umano, quando occorre;
- e la prudenza: essendo cauti e chiedendo consiglio agli altri.

La pratica delle virtù è necessaria dunque e anche la mortificazione almeno nelle piccole cose, per esempio, non mangiando o bevendo tutto ciò che vogliamo, e ciò che non mangio o non bevo, risparmiamo per un altro giorno, e dopo la mortificazione degli occhi non guardando ogni persona che passa per strada o ogni oggetto nei negozi, devo combattere la concupiscenza della carne e degli occhi e poi la mortificazione dell'immaginazione e, come si può dire, la mortificazione anche del mio tempo libero, non passando troppo tempo con il chiacchierare al telefono, o al computer, giornali, libri leggeri, televisione, eccetera.
Meglio sarebbe  trovare i  tempi di silenzio, preghiera, il tempo per la lettura sacra o spirituale.
Finalmente la Preghiera, ogni mattina e ogni sera nella compagnia della Santissima Vergine Maria, offrendo la giornata a Dio, chiedendo il Suo aiuto e ringraziandoLo per tutto, per le gioie, ma anche per le pene. Proviamo a pregare almeno una parte del Santo Rosario, o forse la Via Crucis il venerdì, soprattutto in questo Tempo di Quaresima, vivendo nella presenza di Dio, indirizzando il nostro cuore, via dai pensieri ed affanni inutili, verso Dio, e anche una meditazione di almeno dieci minuti, la domenica per esempio, il giorno del Signore sul brano del Vangelo, soprattutto la Passione del Signore, ma meglio se possiamo farlo ogni giorno.

Ecco qualche mezzo principale della santificazione: combattendo il peccato, esercitando le virtù, mortificandoci e pregando, affinchè alla fine dei nostri giorni, Dio Padre possa dire di noi ciò che ha detto sul Figlio Divino alla Trasfigurazione, come abbiamo sentito oggi nel Vangelo: "Ecco  il mio Figlio diletto",
finchè possiamo risplendere anche noi nella luce con cui brillava allora Nostro Signore Gesù Cristo + che è la manifestazione della Divinità increata alla quale siamo chiamati ad unirci in Cielo, alla gloria dell'Altissimo.
Amen!

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)