"Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica,
è simile ad un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia".
(Mt 7, 24)
L’ascolto della Parola di Dio non può lasciare indifferenti né tantomeno inoperosi. Esso invita all’azione, ad edificare la propria vita sul fondamento di Cristo, la Roccia stabile. Dirsi cristiani è ben poca cosa; occorre esserlo e dimostrarlo nella vita concreta. (Cf Sermo 9, 21)
Dai "Discorsi" di Sant’Agostino Vescovo (Sermo 179, 8-9)
Gli ascoltatori della Parola
Non ingannate voi stessi, fratelli miei, che pure siete venuti con desiderio ad ascoltare la parola; se non mettete in pratica ciò che avete ascoltato, smentendo voi stessi. Considerate che, se è attraente l’ascoltare, quanto più il realizzare. Se non ascolti, se trascuri di ascoltare, non edifichi nulla. Se ascolti e non metti in pratica, metti mano ad una rovina. A questo riguardo è stata offerta da Cristo Signore una similitudine perfettamente rispondente. Egli dice: Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica lo rassomiglierò ad un uomo saggio che edifica la propria casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa ed essa non cadde. Perché non cadde? Perché era fondata sulla roccia (Mt 7, 24-25). Ne segue che ascoltare e mettere in pratica equivale ad edificare sulla roccia. L'ascolto stesso è appunto un edificare. Chi invece - dice - ascolta queste mie parole e non le mette in pratica lo rassomiglierò ad un uomo stolto che edifica. Anche costui edifica. Che cosa edifica? Questo: Edifica la propria casa; ma per il fatto che non mette in pratica ciò che ascolta, pur ascoltando edifica sulla sabbia (Mt 7, 26). Insomma, edifica sulla sabbia chi ascolta e non mette in pratica; sulla roccia chi ascolta e mette in pratica. Chi non ascolta affatto non edifica né sulla roccia, né sulla sabbia.
Quale necessità ho di ascoltare ciò che non intendo fare? - dice allora qualcuno. Ascoltando infatti e non mettendo in pratica - dice - io metterò mano ad una rovina. Non è più sicuro non ascoltare affatto? In realtà, nella similitudine da lui proposta, il Signore non volle toccare questo caso, ma lo diede ad intendere. Infatti, in questa vita non hanno tregua la pioggia, i venti, i fiumi. Non edifichi sulla roccia, per non farti precipitare, se vi si abbattono? Non edifichi sulla sabbia nell’intento che, venendo, non mandino in rovina la casa? In conseguenza, resterai così, senza il riparo di alcun tetto se nulla ascolti. Viene la pioggia, straripano i fiumi; sei forse più sicuro per il fatto di essere trascinato via privo di tutto? Considera dunque quale parte vai a scegliere. Non ascoltando, non sarai sicuro, come credi; privo di ogni riparo è di necessità che tu sia sepolto, asportato, sommerso. Pertanto, se è un male edificare sulla sabbia, è anche un male non edificare affatto; altro non resta di bene che edificare sulla roccia. Non ascoltare è quindi un male; ascoltare e non mettere in pratica è un male: rimane l’ascoltare e mettere in pratica. Dunque: Siate come quelli che mettono in pratica la parola e non ascoltatori soltanto, ingannando voi stessi (Gc 1, 19).
"Due ciechi lo seguivano urlando:
Figlio di Davide, abbi pietà di noi".
(Mt 9, 27)
Chi vive il Vangelo, chi ne propone gli insegnamenti e i valori mettendoli in pratica, è destinato alla persecuzione! Anzi, si potrebbe dire che l’opposizione della folla, di quanti vorrebbero spegnere questa voce che si leva a difesa dell’uomo, è la prova che si è sulla buona strada, che si vive autenticamente la radicalità del messaggio di Cristo. Il cristiano non scende a compromessi; e ciò non può non scatenare la reazione di quanti vorrebbero invece restare ancorati all’indifferenza o alla mediocrità della propria vita.
Dai "Discorsi" di Sant’Agostino Vescovo (Sermo 88, 13.12-14.13)
Gridare verso Cristo
Che significa gridare verso Cristo, fratelli, se non corrispondere alla grazia di Cristo con le opere buone? Dico ciò, fratelli, affinché non facciamo strepito con le parole e rimaniamo poi muti con le opere buone. Chi è che grida verso Cristo affinché sia rimossa la cecità interiore al suo passaggio, vale a dire quando ci dispensa i misteri temporali con cui siamo esortati a conseguire quelli eterni? Chi è che grida verso Cristo? Grida verso il Cristo chi disprezza il mondo. Grida a Cristo chi disprezza i piaceri mondani. Grida a Cristo chi non con la lingua, ma con la vita dice: Il mondo per me è morto e io per il mondo sono morto (Gal 6, 14). Grida a Cristo chi distribuisce e dà i suoi beni ai poveri, affinché la sua giustizia sia stabile per l’eternità (Cf. Sal 111, 9). Poiché colui che ascolta attentamente: Vendete i vostri beni e il ricavato datelo ai poveri. Procuratevi delle borse che non si consumano, un tesoro stabile in cielo (Lc 12, 33), sente come il rumore dei passi di Cristo, deve allora gridare verso di lui sull’esempio di quel cieco, cioè fare quanto fece lui. La sua voce deve realizzarsi nelle opere. Prenda a disprezzare il mondo, a distribuire le sue ricchezze ai poveri, a non stimare nulla i beni amati dagli uomini, disprezzi le offese, non brami vendicarsi, porga la guancia a chi lo percuote, preghi per i nemici; se uno gli ruba le proprie cose, non le richieda; se invece avrà tolto qualcosa a qualcuno, gli renda il quadruplo.
Quando però inizierà a praticare queste opere buone, tutti i congiunti e i parenti e gli amici si turbano. Gli amanti del mondo lo contestano: "Che pazzia è la tua? Sei esagerato; gli altri non sono forse cristiani? La tua è una stoltezza, anzi una pazzia!". (…) Non so effettivamente come esprimermi, ma ancor meno so come tacere. Orbene, ecco che cosa dico, e lo dico apertamente. Poiché temo non solo Gesù che passa ma anche Gesù che rimane, per questo non posso tacere. I cristiani cattivi e tiepidi cercano d’impedire i buoni cristiani veramente zelanti e desiderosi di mettere in pratica i precetti di Dio scritti nel Vangelo. La stessa folla che accompagna il Signore s’oppone a coloro che gridano, cioè s’oppone a coloro che gridano per impedire loro di essere guariti persistendo nel gridare. Ma essi continuino a gridare, non si stanchino, non si lascino trascinare per una malintesa autorità delle folle e non imitino quelli che sono diventati cristiani prima di loro, ma vivono male e sono maldisposti verso di loro a causa delle opere buone. Non dicano: "Cerchiamo di vivere come vivono tanti di questi tali". Perché non vivere piuttosto come insegna il Vangelo? Perché mai vuoi vivere seguendo la folla che ti rimprovera e t’impedisce, e non seguendo le orme del Signore? Quelli t’insulteranno, ti biasimeranno, ti dissuaderanno, ma tu continua a gridare finché la tua voce non giunga alle orecchie di Gesù. Orbene, coloro che persisteranno nel mettere in pratica i precetti di Cristo e non faranno caso alla folla che si oppone e non terranno in gran conto il fatto di sembrare d’essere seguaci del Cristo, cioè il fatto di chiamarsi cristiani, ma avranno più cara la luce che Cristo ridarà loro anziché temere lo strepito degl’individui che loro si oppongono; questi non saranno separati in alcun modo da Cristo, il quale si fermerà e li guarirà.
SABATO SOLENNITÀ DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE |
L’Avvento è il tempo mariano per eccellenza: il mistero dell’Incarnazione passa attraverso il fiat della Vergine Maria. Invochiamo Colei che ci offre, nel suo corpo non intaccato dal peccato, l’immagine della Chiesa redenta, della Chiesa trionfale "senza macchia e senza ruga". Si deve a P. Trapè l’aver raccolto alcune espressioni di Agostino riferite alla Vergine di Nazareth, componendo questa preghiera di elevazione.
Preghiera alla Vergine Maria
Celebriamo con gioia, o Maria,
il giorno in cui hai partorito il Salvatore:
tu, sposa, il creatore delle nozze;
tu, vergine, il principe dei vergini.
Felice, perché ancor prima di dare alla luce il Cristo,
hai accolto il Maestro,
ha ascoltato la Parola di Dio
e l’hai messa in pratica.
Hai accolto la verità nella mente
più che la carne nel ventre.
Beata per averlo concepito,
ma ancor più beata
per averlo accettato con la tua fede.
Con la carità fervente della tua fede
hai meritato che in te sbocciasse quel santo Germe,
Egli il Creatore che ti ha eletto
e ti ha eletto per essere tua creatura.
In te si è formato Colui che ti ha creato;
in te si è fatto carne il Verbo di Dio.
Il Verbo si è congiunto alla carne,
ed è il tuo grembo il talamo del grande connubio.
Vergine ti ha trovato nel suo concepimento,
vergine ti ha lasciato nella sua nascita.
Ti ha concesso la fecondità,
ma non ti ha privato dell’integrità.
Sei vergine, sei santa.
Molto è quanto hai meritato,
perché molto ti è stato donato,
molto hai ricevuto.
Hai meritato di dare alla luce
il Figlio dell’Altissimo,
ma eri umilissima.
Hai fatto al volontà del Padre,
e l’hai fatta per intero.
Per questo sei santa,
per questo sei beata!
Ascolto il saluto dell’angelo
e riconosco che in te è la mia salvezza.
Ave, piena di grazia!