00 07/01/2011 15:52

Maria.... «Sei dignità della terra»
   

Il notevole contributo di sant’Agostino dato alla mariologia parlando della maternità spirituale della Vergine.
  

Sant’Agostino, vescovo e dottore della Chiesa, nacque a Tagaste, nella Numidia dell’Impero romano, attuale Algeria, il 13 novembre 354. Quando trentatreenne venne battezzato da sant’Ambrogio il 24 aprile 387, erano passati più di cinquant’anni dal Concilio di Nicea (325) e solo 6 anni dal Concilio di Costantinopoli (381) in cui la Chiesa cattolica aveva messo al sicuro la sua fede in Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, e nello Spirito Santo, terza persona della Santa Trinità. Agostino morì l’anno prima del celebre Concilio di Efeso (431), in cui Maria venne proclamata, fra il tripudio del popolo cristiano, vera madre di Dio, Theotokos in greco. Non esiste in Agostino un trattato di mariologia, ma certamente nei discorsi, nei commenti ai Vangeli, negli scritti contro gli eretici ha parlato molto e molto bene della Madonna.

Sono numerosi e decisivi per la storia della dogmatica i testi in cui questo grande Vescovo parla di Maria madre di Dio. Egli non solo usa il titolo "Maria, madre di Dio", ma lo difende: «Maria partorì il suo Signore»; «Maria partorì il Signore del cielo e della terra» (Discorsi 51,12; 193,1). Forse la celebre espressione di Dante Alighieri "Figlia del tuo Figlio" può essere fatta risalire a questa frase di Agostino: «Il Creatore di Maria è nato da Maria» (Discorso 187,4). Il Vescovo di Ippona pronuncia parole stupende sulla divina maternità di Maria e contemporaneamente illustra la verità di fede che in Cristo non ci sono due persone, ma una persona in due nature: «Il Verbo si è fatto carne. Non significa che cessò di essere Verbo per divenire carne mortale, ma che la carne si unì al Verbo per non essere più mortale. Come l’uomo è formato di anima e di corpo, così Cristo è Dio e uomo. È uomo e insieme Dio; è Dio e insieme uomo: senza confusione della natura, ma nell’unità della persona» (Discorso 189,2).

Una   novità 2009 delle Paoline: Agostino d’Ippona, Lettera a Proba. La   preghiera .
Una novità 2009 delle Paoline: Agostino d’Ippona, Lettera a Proba. La preghiera (pp. 120, € 8,00).
Il pensiero di un gigante della spiritualità cristiana su un argomento sempre attuale.

Agostino ha esposto e difeso strenuamente, in particolare nei discorsi sul Natale, la verginità perpetua di Maria, prima del parto, nel parto e dopo il parto; egli sostiene che il «Non conosco uomo», detto da Maria all’arcangelo Gabriele nel momento dell’Annunciazione, esprime il suo essere vergine e la sua volontà di rimanere tale. La perpetua verginità di Maria significa in sintesi almeno tre cose: Gesù Cristo è stato concepito verginalmente per opera dello Spirito Santo; è nato miracolosamente senza violare la verginità della madre; dopo la nascita di Gesù Maria non ha avuto altri figli. Agostino ha un profondo senso del mistero ed afferma che questa verità trova la sua spiegazione nell’onnipotenza divina.

Una sottolineatura: il grande contributo dato da Agostino alla mariologia parlando della maternità spirituale di Maria. È il punto dove Agostino ha lasciato il segno indelebile del suo genio e della sua fede. Secoli prima della Lumen gentium Agostino propone Maria come figura e modello della Chiesa. A proposito dell’affermazione di Gesù: «Chi è mia madre» e della sua risposta alla popolana che tra la folla dice beata la donna che lo ha fatto e le mammelle che lo hanno allattato…, Agostino risponde attribuendo a Maria, in grado sommo, quella maternità che viene dal fare la volontà del Padre: «Forse che non fece la volontà del Padre la Vergine Maria, che per fede credette, per fede concepì, che fu scelta perché da lei nascesse per gli uomini la salvezza, che fu creata da Cristo, prima che in essa venisse creato Cristo? Certo che fece la volontà del Padre santa Maria e perciò è cosa più grande per Maria essere stata discepola di Cristo, che essere stata madre di Cristo» (Discorso 72 A).

Da Agostino raccolgo alcune espressioni, che diventano preghiera. «Felice te, Maria, perché ancor prima di dare alla luce il Cristo, hai accolto il Maestro, hai ascoltato la Parola di Dio e l’hai messa in pratica. Beata per averlo concepito, ma ancor più beata per averlo accettato con la tua fede. In te si è formato colui che ti ha creato; in te, Maria, si è fatto carne il Verbo di Dio. Il Verbo si è congiunto alla carne ed è il tuo grembo il talamo del grande connubio. Vergine ti ha trovato nel suo concepimento; vergine ti ha lasciato nella sua nascita. Ti ha concesso la fecondità, ma non ti ha privato dell’integrità. Sei vergine, sei santa, sei dignità della terra».

Giustino Casciano

http://www.stpauls.it/madre/0909md/0909md18.htm

 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)