00 07/12/2008 17:34
Dalla ML del Totus Tuus:

Caro Don Alfredo,
ieri sera, durante la lettura quotidiana della Bibbia, per il primo dei cinque brani, mi sono imbattuto in "Levitico 15", e sono rimasto perplesso e confuso e, mi sono chiesto: Qual è l'interpretazione tipologica che ne dà la Chiesa alla luce della Nuova ed Eterna Alleanza di Nostro Signore Gesù Cristo?
AVE, O MARIA
Emanuele
________



Carissimo,
nel libro del Levitico sono contenute anche delle norme igieniche e alimentari che il popolo ebraico doveva osservare.
Queste norme – pur mantenendo una finalità pratica indispensabile all'epoca– avevano un senso spirituale già al tempo della loro redazione: la purità esterna, l'igiene del corpo, una alimentazione corretta erano presentate come figura della purezza e della santità interiore della persona, e segno della partecipazione alla santità di Jahvé.

I cap 17-26 del Levitico sono chiamati il "codice di santità" per la continua esortazione a essere santi contenuta in essi. La ragione dell'obbligo di ricercare la santità sta nel fatto che Jahvé è santo ed è il Dio del popolo ebraico: questo non può essere diverso da un Dio che si dichiara "proprio" del popolo ("Siate santi, perché io, il Signore, *Dio vostro*, sono santo"; Lev 19,1), e nel contempo lo dichiara "suo": "vi ho separati dagli altri popoli, perché siate miei" (Lev 20,26. Cf anche Es 19.3-6). Le norme igieniche esterne costituiscono un segno sensibile e un memoriale della santità di Dio e ricordano il dovere di conformare a questa stessa santità la propria condotta.

Ecco alcuni esempi dove questo giro mentale – proprio di tutto il libro - è maggiormente esplicitato:

[11,43] Non rendete le vostre persone abominevoli con alcuno di questi animali che strisciano; non vi rendete immondi per causa loro, in modo da rimaner così contaminati. [44] Poiché io sono il Signore, il Dio vostro. Santificatevi dunque e siate santi, perché io sono santo; non contaminate le vostre persone con alcuno di questi animali che strisciano per terra. [45] Poiché io sono il Signore, che vi ho fatti uscire dal paese d'Egitto, per essere il vostro Dio; siate dunque santi, perché io sono santo.

[20,25] Farete dunque distinzione tra animali mondi e immondi, fra uccelli immondi e mondi e non vi renderete abominevoli, mangiando animali, uccelli o esseri che strisciano sulla terra e che io vi ho fatto distinguere come immondi. [26]Sarete santi per me, poiché io, il Signore, sono santo e vi ho separati dagli altri popoli, perché siate miei.

[21,7] Non prenderanno in moglie una prostituta o già disonorata; né una donna ripudiata dal marito, perché sono santi per il loro Dio. [8]Tu considererai dunque il sacerdote come santo, perché egli offre il pane del tuo Dio: sarà per te santo, perché io, il Signore, che vi santifico, sono santo.

Ma vediamo ora come queste norme siano state date in vista di Gesù. Lei mi chiede infatti l'interpretazione tipologica che ne dà la Chiesa alla luce della Nuova ed Eterna Alleanza di Nostro Signore Gesù Cristo.

Le categorie del Levitico sono usate da San Luca e da san Giovanni per indicare la nascita verginale del Messia

1) Lc 1,35
"Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio".

La nuova versione della Bibbia della CEI ritraduce più esattamente la seconda parte del versetto:
"perciò Colui che nascerà santo sarà dunque chiamato Figlio di Dio".

Cosa significa "nascerà santo"?
Poiché con il termine "santo" e "santità" si intende una purezza da ogni contaminazione esterna -sebbene segno di una santità interiore-, "nascita santa" significa dunque una nascita incontaminata, priva da tutti quei traumi che caratterizzano un parto normale, per cui la donna che aveva partorito avrebbe dovuto sottoporsi a particolari purificazioni.


2) Gv 1,13
"i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo,ma da Dio sono stati generati".

Sarebbe meglio tradurre "i quali non da sangui" invece che " i quali non da sangue": in effetti, il testo greco è al plurale: sangui al plurale significa sangue sparso traumaticamente, o per un'uccisone, oppure per il parto (che è sempre un trauma): con questa espressione viene indicata la nascita spirituale dei cristiani sul modello della nascita Verginale del Messia, avvenuta "non da sangui" (1)



In conclusione, i precetti che riguardano le malattie, l'igiene e l'alimentazione, contenuti nel libro del Levitico, erano norme pratiche indispensabili all'epoca dell'antico popolo ebraico, erano già arricchite di un senso spirituale (esigenza di purezza interiore e memoriale della santità di Dio), hanno contribuito a forgiare la categoria di "nascita santa" e non "da sangui", con la quale viene indicata nel Nuovo testamento la nascita verginale del Messia.

In Jesu et Maria
Don Alfredo M. Morselli

(1) Ometto qui per brevità la questione se si debba scegliere la variante testuale "il quale non da sangui": questa ipotesi, propugnata con validissimi argomenti da I. de la Potterie, è un argomento di straordinario valore a favore del dogma della verginità perpetua – e quindi anche "nel" parto – della B.V. Maria.
_________________
Portale di cattolici: www.totustuus.net/