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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 03/03/2005 21.57

Le Chiese riformate di fronte a Maria

Il riferimento a Maria di queste Chiese è problematico, articolato e conosce alterne vicende che vanno dalla posizione sostanzialmente positiva, come abbiamo appena visto, di Lutero e di altri padri della Riforma come Zwingli e Calvino, alla fase polemica antimariana durata fino al Vaticano II, ad un atteggiamento chiaramente più positivo e costruttivo dei nostri giorni. Il momento attuale sembra essere caratterizzato da questi dati evidenti:
- Si è affermato che il Consiglio Ecumenico delle Chiese, ha volutamente ignorato il dibattito sulla Madre del Signore. In realtà, già nel 1937, dietro insistenza del teologo ortodosso Bulgakov, la Conferenza di Edimburgo elaborò un testo positivo a suo riguardo. L’argomento venne poi approfondito da una commissione mista di teologi delle quattro Chiese (ortodossa – riformata – anglicana e cattolica) e i contributi furono pubblicati nel 1951 nel capitolo “Mariology” della rivista “Faith and Order”. L’anno dopo, nel 1952, Max Thurian presentò una relazione alla Conferenza di Lund che però non pervenne ad un testo ufficiale. Nel 1975 la Conferenza di Nairobi trattò il “Significato della Vergine Maria nella Chiesa”;
- Nel 1982 le Chiese luterane tedesche pubblicarono un documento su Maria e le dichiarazioni ecumeniche circa la venerazione della Vergine, espresse dai gruppi misti di teologi partecipanti ai Congressi mariologici – mariani internazionali;
- Mentre il Concilio Vaticano II stabiliva un correttivo del modo di fare mariologia, richiamata efficacemente alle fonti bibliche e al quadro storico - salvifico, i teologi protestanti si cominciavano ad interrogare sulle ragioni dell’occultazione del tema mariano nella teologia protestante indicandole, Come vedremo dopo, nel momento storico – critico che liquida la concezione verginale di Cristo e nel puritanesimo che elimina il discorso femminile in mariologia;
- Il teologo W. Borowsky elabora un metodo ecumenico, secondo lui valido per cominciare a dialogare su Maria, distinto in tre aree: area comune costituita dalla Maria biblica; area del pluralismo in cui vengono collocati i due più recenti dogmi mariani; area del dissenso che riguarda i titoli e il culto di Maria. Secondo Borowsky, partendo dalla terza area, si dovrebbe via via giungere alla prima.
I contenuti mariologici, dunque, subiscono un positivo sviluppo: dal rifiuto della cooperazione di Maria alla salvezza in K. Barth e W. Wilchens, si comincia a ritiene oggi possibile una positiva presenza di lei nell’efficace unità e solidarietà salvifica che lega la Chiesa ormai perfetta in cielo e la Chiesa pellegrinante sulla terra, come vedremo esaminando l’importante documento mariologico del gruppo ecumenico di Dombes.

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 03/03/2005 22.14

101.   Notevoli invece sono i punti di divergenza tra la Chiesa cattolica e le Chiese della Riforma: il significato e la portata della cooperazione di Maria all’opera della salvezza; i dogmi della Concezione immacolata e dell’Assunzione corporea alla gloria celeste; il valore della dottrina sulla perpetua verginità di Maria; il senso e l’ambito dell’intercessione-mediazione della Vergine; la legittimità dell’invocazione a santa Maria. Su questi temi è in atto un non facile confronto tra i teologi delle varie Chiese: quel confronto vogliamo noi accompagnare con umile e tenace preghiera perché sia il Signore a chiarire il senso profondo di una tradizione che Roma ritiene una espressione concreta e genuina della vita della Parola e dello Spirito nella Chiesa.
      Ma siamo lieti di constatare che, relativamente a Maria di Nazareth, esistono pure molti punti di convergenza tra la Chiesa cattolica e le Chiese sorelle della Riforma: insieme, per una esigenza cristologica, riconosciamo che Maria è la gloriosa Theotokos che per opera dello Spirito ha generato il Cristo, Figlio di Dio, nostro Salvatore; insieme lodiamo Dio per le "grandi cose" che ha operato nella sua Serva (cf. Lc 1,49); insieme salutiamo Maria "colmata dal favore divino" (cf. Lc 1, 28) e in lei contempliamo la discepola intenta a compiere la volontà di Dio (cf. Lc 1, 38); ne apprezziamo la voce profetica e la testimonianza data a Cristo; ne lodiamo la fede, l’obbedienza, l’umiltà, il coraggio paziente, ma siamo consapevoli che tale lode rimane sterile se non è seguita da una fattiva imitazione; insieme professiamo la sua esemplarità per la Chiesa nell’ascolto della Parola e nel servizio del Signore e degli uomini; insieme ascoltiamo con rispetto la parola di Cristo al "discepolo che egli amava: [...] "Ecco la tua madre!"" (Gv 19, 26-27); insieme crediamo che Maria è alla presenza di Dio, accanto a suo Figlio "sempre vivo per intercedere" a nostro favore (cf. Eb 7, 25), e che, prima tra i Santi, prega con essi "per noi peccatori che sulla terra lottiamo e soffriamo";
123 insieme riteniamo che le nostre comunità, al seguito della comunità apostolica (cf. At 1, 14), possano con lei pregare e con lei invocare lo Spirito.124

102.   Nella nostra riflessione sulla promozione del movimento ecumenico a partire dalla pietà mariana abbiamo ristretto il dialogo a noi stessi, ai nostri fratelli e sorelle, servi e serve di Maria: il tema è delicato e sentiamo di non avere titoli per allargare i confini del nostro colloquio.
      Ma se la nostra parola dovesse giungere a qualche fratello o sorella delle Chiese della Riforma, vorremmo che essa fosse intesa quale rispettoso invito a una duplice riflessione:

se non sia giunto il momento di rimuovere ciò che alcuni teologi evangelici chiamano l’’occultamento del tema mariano’ nelle Chiese della Riforma. Al tempo dei grandi Riformatori quell’occultamento non si era prodotto: esso si produsse solo a partire dall’epoca illuministica;125

— se la pietà mariana, alla luce della Parola, non costituisca una possibilità e una opportunità offerta da Dio e radicata nel dato biblico per sviluppare la fede cristiana.

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La promozione della causa ecumenica (nn. 94-103)


 
     Una profonda conversione del cuore
(n. 96)

 
     La «purificazione degli occhi»
(n. 97)

 
     Un atteggiamento di comprensione
(n. 98)

 
     Le Chiese d’Oriente
(nn. 99-100)

 
     Le Chiese della Riforma (nn. 101-102)


http://www.testimariani.net/