00 20/12/2008 14:41
UDIENZA GENERALE La catechesi del Santo Padre per i fedeli

Salmo 148 Glorificazione di Dio Signore e Creatore


Lodi Domenica 3ª settimana



"Un vero "cantico delle creature", una sorta di Te Deum dell'Antico Testamento, un alleluia cosmico che coinvolge tutto e tutti nella lode divina":  con queste parole Giovanni Paolo II ha definito il Salmo 148 "Glorificazione di Dio Signore e Creatore" - delle Lodi della Domenica della 3ª settimana - nel corso dell'udienza generale di mercoledì 17 luglio.
Durante l'incontro settimanale con i fedeli di tutto il mondo - che da mercoledì 10 ha luogo nella cittadina laziale dove il Papa sta trascorrendo un periodo di riposo - il Santo Padre ha proseguito nel commento della Liturgia delle Ore, soffermandosi sui versetti 1-6 del Salmo 148.
Questo è il testo della catechesi: 

1. Il Salmo 148 che ora si è levato a Dio costituisce un vero "cantico delle creature", una sorta di Te Deum dell'Antico Testamento, un alleluia cosmico che coinvolge tutto e tutti nella lode divina.

Così lo commenta un esegeta contemporaneo:  "Il salmista, chiamandoli per nome, mette in ordine gli esseri:  sopra il cielo, due astri secondo i tempi, e a parte le stelle; da un lato gli alberi da frutto, dall'altro i cedri; su di un piano i rettili, e su un altro gli uccelli; qui i principi e là i popoli; in due file, forse dandosi la mano, giovani e fanciulle... Dio li ha stabiliti dando loro posto e funzione; l'uomo li accoglie, dando loro posto nel linguaggio, e così disposti li conduce alla celebrazione liturgica. L'uomo è "pastore dell'essere" o liturgo della creazione" (L. Alonso Schökel, Trenta salmi:  poesia e preghiera, Bologna 1982, p. 499).
Seguiamo anche noi questo coro universale, che risuona nell'abside del cielo e che ha come tempio il cosmo intero. Lasciamoci conquistare dal respiro della lode che tutte le creature innalzano al loro Creatore.

2. Nel cielo troviamo i cantori dell'universo stellare:  gli astri più lontani, le schiere degli angeli, il sole e la luna, le stelle lucenti, i "cieli dei cieli" (cfr v. 4), cioè lo spazio stellare, le acque superiori che l'uomo della Bibbia immagina conservate in serbatoi prima di riversarsi come piogge sulla terra.
L'alleluia, cioè l'invito a "lodare il Signore", echeggia almeno otto volte e ha come meta finale l'ordine e l'armonia degli esseri celesti:  "Ha posto una legge che non passa" (v. 6).
Lo sguardo si volge poi all'orizzonte terrestre dove si snoda una processione di cantori, almeno ventidue, cioè una specie di alfabeto di lode, disseminato sul nostro pianeta. Ecco i mostri marini e gli abissi, simboli del caos acquatico su cui è fondata la terra (cfr Sal 23, 2), secondo la concezione cosmologica  degli  antichi  semiti.
Il Padre della Chiesa san Basilio osservava:  "Neppure l'abisso fu giudicato spregevole dal salmista, che lo ha accolto nel coro generale della creazione, anzi con un linguaggio suo proprio completa anch'egli armoniosamente l'inno al Creatore" (Homiliae in  hexaemeron,  III,  9:   PG 29, 75).

3. La processione continua con le creature dell'atmosfera:  il fuoco delle folgori, la grandine, la neve, la nebbia  e  il  vento  tempestoso, considerato un veloce messaggero di  Dio  (cfr  Sal 148, 8).
Subentrano poi i monti e le colline, ritenute popolarmente le creature più antiche della terra (cfr v. 9a). Il regno vegetale è rappresentato dagli alberi da frutto e dai cedri (cfr v. 9b). Il mondo animale, invece,  è  presente  attraverso  le  fiere, il  bestiame,  i  rettili  ed  i  volatili (cfr v. 10).
E infine, ecco l'uomo che presiede  la  liturgia  della  creazione. Egli è definito secondo tutte le età e distinzioni:   fanciulli,  giovani  e vecchi,  principi,  re  e  nazioni  (cfr vv. 11-12).

4. Affidiamo ora a san Giovanni Crisostomo il compito di gettare uno sguardo complessivo su questo immenso coro. Egli lo fa con parole che rimandano anche al Cantico dei tre giovani nella fornace ardente, da noi meditato nella scorsa catechesi.
Il grande Padre della Chiesa e patriarca di Costantinopoli afferma:  "Per la loro grande rettitudine d'animo i santi, quando si accingono a rendere grazie a Dio, usano chiamare molti a partecipare alla loro lode, esortandoli a intraprendere insieme con loro questa bella liturgia. Questo fecero anche i tre fanciulli nella fornace, quando chiamarono l'intera creazione a dar lode per il beneficio ricevuto e a cantare inni a Dio (Dn 3).
Lo stesso fa anche questo Salmo, chiamando ambedue le parti del mondo, quella che sta in alto e quella che sta in basso, quella sensibile e quella intelligibile. Così fece anche il profeta Isaia, quando disse:  "Giubilino i cieli e si rallegri la terra, perché Dio ha avuto pietà del suo popolo" (Is 49, 13). E di nuovo così si esprime il Salterio:  "Quando Israele uscì dall'Egitto, la casa di Giacobbe da un popolo barbaro, i monti saltellarono come arieti e le colline come agnelli di un gregge" (Sal 113, 1.4). E altrove in Isaia:  "Le nubi facciano piovere la giustizia" (Is 45, 8). Infatti i santi, non ritenendosi sufficienti essi soli  nel  dar  lode  al  Signore, si volgono da ogni parte coinvolgendo tutti nell'innodia comune" (Expositio in psalmum CXLVIII:  PG 55, 484-485).

5. Siamo invitati anche noi ad associarci a questo immenso coro, divenendo voce esplicita di ogni creatura e lodando Dio nelle due dimensioni fondamentali del suo mistero. Da un lato, dobbiamo adorare la sua grandezza trascendente, "perché solo il suo nome è sublime, la sua gloria risplende sulla terra e nei cieli", come dice il nostro Salmo (v. 13). D'altro lato, riconosciamo la sua bontà condiscendente, poiché Dio è vicino alle sue creature e viene specialmente in aiuto al suo popolo:  "Egli ha sollevato la potenza del suo popolo... popolo che egli ama" (v. 14), come ancora afferma il Salmista.

Di fronte al Creatore onnipotente e misericordioso raccogliamo, allora, l'invito di sant'Agostino a lodarlo, esaltarlo e celebrarlo attraverso le sue opere:  "Quando tu osservi queste creature e ne godi e ti sollevi all'Artefice di tutto e dalle cose create per via d'intelletto contempli i suoi attributi invisibili, allora si leva la sua confessione sulla terra e nel cielo... Se son belle le creature, quanto non sarà più bello il Creatore?" (Esposizioni sui Salmi, IV, Roma 1977, pp. 887- 889).

Sia lodato Gesù Cristo!

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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)