00 05/01/2009 17:50
Concedetemi di proporvi qualcosa attraverso una storiella veramente accaduta.....il nome è per noi una garanzia di serietà: san Pier Damiani...vescovo e Dottore della Chiesa...della cui storia potete leggere cliccando qui:
Vissuto fra il 1007 e morto il 1070....ricordiamoci che anch'egli è stato BAMBINO......e dal suo diario di bordo....ci ha tramandato questo ricordo personale...e ricordiamoci che se dei santi non apprendiamo queste perle di saggezza, allora si che rischiamo di fare uno sterile culto che sfocerebbe nell'idolatria.......[SM=g7574]
San Pier Damiani nel racconto scritto parla di sè stesso in terza persona (tipico dei santi quando volevano tramandare un fatto personale)
" Un fanciullo vispo e abituato alla strada essendo orfano, trovò un giorno per via una moneta d'argento di discreto valore. Povero ed orfano com'era, al luccicare di quella moneta, esplose una gioia incontenibile, e nel percorrere la strada inizia a fare mille castelli in aria per come spendere quella moneta preziosa.
- Come spenderò questo tesoro?- iniziò a pensare.

Sedutosi sopra un sasso si guardava attorno per farsi venire un idea: aveva bisogno di vesti nuove, quelle che aveva erano ridotte a brandelli; forse un paio di scarpe nuove, quelle che aveva erano ridotte a delle sottili suole. Ma aveva anche fame....Desiderava il Pane! Allora una lacrima gli rigò il volto ricordandosi che fino all'anno prima la mamma, prima di morire, gli preparava del buon pane quando poteva. Ora tutto gli mancava e quella moneta iniziava a non bastare più. Quanti bisogni! Ma a quale dare la preferenza?

In quel mentre passa un sacerdote. Nel salutarsi, forse anche un santo intuito, il sacerdote non dice nulla, ma gli offre subito un tozzo di pane fragrante. Il fanciullo per nulla impressionato, mangia con avidità quella fraganza sotto lo sguardo sorridente del sacerdote che gli chiede:
- I tuoi genitori dove sono? -
Il fanciullo intristito risponde che sono entrambi morti. Il sacerdote in silenzio lo accerazza sulla testa con fare paterno.
Allora gli viene l'idea di come spendere la moneta. Guarda al sacerdote e gli dice:
- Prendetela voi usatemi la carità di ricordare nella Messa i miei poveri genitori ed anche altri amici che sono morti da poco.
Il sacerdote rimane titubante, poi lo invita a recarsi con lui.
Da quel giorno, il giovane fanciullo sentì dentro di sè la protezione della Anime Sante del Purgatorio, la sua vita cambiò completamente. Si ritrovò a studiare e ad avere una famiglia.
Qui finisce il racconto......quel giovane di ingegno acuto e di indole buona, crebbe in scienza, saggezza e sapienza e carità. Divenne un religioso, si fece prete e la Provvidenza lo portò a diventare un grande Dottore della Chiesa, un vescovo di grande umiltà...un santo: quel fanciullo era san Pier Damiani....[SM=g1740721]


[SM=g1740750] [SM=g7182]

Amici.....tutti noi conosciamo o le abbiamo sentite nominare...LE BEATITUDINI:
(Mt.5)....[SM=g7831]
Beati i misericordiosi...beati i puri di cuore, beati gli afflitti..ecc......ma sappiamo dire cosa sono queste Beatitudini e soprattutto COME ARRIVARCI?
Qui non esiste catechesi che tenga, occorre sperimentarlo sulla propria pelle.....occorre VIVERLE, PROVARLE, MAGARI ANCHE RIFIUTARLE qualche volta, quando la croce si fa pesante...insopportabile..., MA MAI ABBANDONARLE....
In tutta la Bibbia una sola persona si è potuta dire da sè stessa....TUTTE LE GENERAZIONI MI CHIAMERANNO BEATA.....già, Maria....la colma, la piena di Grazia che ha sviluppato in sè tutte queste beatitudini portandole a compimento...
Ma da dove ha iniziato  Maria questo cammino di perfezione? DA UN MOMENTO DI STUPORE....DA UN TURBAMENTO CHE FU PER LEI MERAVIGLIA E STUPORE.....che possiamo comprendere meditando il Magnificat (Lc.1,46)
Per farvi comprendere di che cosa sto parlando, non vi porto catechesi dottrinali, ma una storia breve..[SM=g1740717] ....
A Napoli, come in Provenza, tra le molte statue che abbelliscono il Presepio, se ne trova una molto curiosa della cui storia tutti ne parlano ed è entrata a far parte della saggezza popolare antica, quella che ti evitava psicanilisti e medicine antistress.....
Essa rappresenta un uomo con le mani in avanti, ma vuote, le braccia sono aperte, ma ciò che attira è il suo viso, meravigliosamente ritratto in un atto di stupore, dal quale sprigiona una misteriosa e stupenda "meraviglia".
In Provenza la chiamano "la statuetta INCANTATA";
a Napoli, "Il pastore MERAVIGLIOSO"....
in entrambi i casi parliamo del medesimo personaggio al quale è legata questa saggezza o leggenda popolare.

Un giorno le statuine del presepio rimproverarono "INCANTATO", perchè non aveva nulla tra le mani, e nulla portava a Gesù Bambino, e dicevano:
- Ma come, non hai vergogna? -
- Ma cosa fai? Ti presenti davanti al tuo Signore senza nulla portare? -
- Ma guarda che figura che ci fai fare! _
- Ma che razza di gente viene qui, presentandosi a mani vuote, è una vergogna!! -
Il povero INCANTATO però non rispondeva: era tutto assorto a guardare il Bambino Divino, sembrava rapito.

Poichè i rimproveri e l'umiliazione continuavano, Maria vedendo la scena prese le sue difese e disse:
- Figlioli, non vi rammaricate! Sembra che INCANTATO venga con le mani vuote da Gesù, invece fate bene attenzione, egli porta con sè il dono più bello: tutta la sua MERAVIGLIA E IL SUO STUPORE! Per INCANTATO vuol dire che la grandezza di Dio e il suo amore lo stupiscono e lo meravigliano! Quando io mi recai dalla mia cugina Elisabetta, non avevo con me nulla, ma le portai la cosa più preziosa che portavo nel grembo, il Salvatore, portai a Lei tutto il mio stupore tanto che il figlio suo che portava in grembo le sussultò appena l'ebbi salutata (Lc.1,39-45), Elisabetta comprese il grande dono e mi chiamò Beata, da allora scoprii tutte le Beatitudini, ma la più grande rimane lo STUPORE E LA MERAVIGLIA, per questo illuminata dallo Spirito Santo, io cantai il Magnificat....-

E Maria concluse dicendo:
- Il mondo sarà meraviglioso fin quando ci saranno persone, come INCANTATO, capaci di restare STUPITI dinanzi al Signore che, per amor nostro, si è fatto uomo come noi per salvarci e per renderci Figli di Dio. Con me ogni uomo potrà cantare ogni giorno il Magnificat perchè io l'ho cantato per lo stupore e per le persone come INCANTATO, per donare la speranza ad ogni uomo redento dal Sangue del mio unico Figlio, mio Signore e mio Dio. Solo meravigliandoci e rimanendo stupiti, potremmo vivere tutte le Beatitudine e conseguire la Beatitudine eterna....-
( Collana Jesus: Esempi catechistici -fatti e persone nelle omelie per i giovani- pag.24)[SM=g1740722]


 
[SM=g1740720] una proposta per te....

Il testo che segue è lungo, ma credetemi....vale la pena di stamparselo e meditarlo con serenità....
Charles Harold Dodd, grande studioso inglese della Sacra Scrittura, soprattutto del vangelo di san Giovanni, quasi novantenne scrisse un libro su Gesù, Il Fondatore del cristianesimo[1], che rimane il suo testamento spirituale. Nel primo capitolo, operando un procedimento a ritroso, fa interessanti osservazioni sull’eucaristia non solo come anima spirituale della Chiesa, ma come elemento di continuità che collega il Gesù storico a noi oggi e la comunità ecclesiale di oggi al grande evento dell’incarnazione. Dice Dodd:
«Ancora una volta, possiamo partire dall’osservazione della realtà contemporanea e andare poi a ritroso nel tempo. Per avere una visione interna del cristianesimo, dobbiamo prendere in considerazione la Chiesa, ogni Chiesa. Che cosa fa questo particolare gruppo di persone, che chiamiamo la Chiesa? Molte cose, alcune forse più utili e pertinenti di altre (...) Ma vi è una attività in cui la Chiesa non teme concorrenza: è il culto di Dio....(...) Tra i vari atti di culto della Chiesa, uno in particolare, sotto forme diverse, è praticato da tutte le comunità cristiane. Viene chiamato sacramento della Cena, santa Comunione, eucaristia, o ancora messa. Sotto tutte queste forme ritroviamo quelle riunioni domenicali cristiane che tanto impensierivano il romano Plinio nel 112 d.C. Oggi come allora il momento centrale dell’incontro è costituito da un pasto comunitario, oggi ridotto agli elementi essenziali del pane e del vino. Attorno a esso si raccolgono quasi tutti gli aspetti del culto che abbiamo prima esaminato.
Nel momento culminante del servizio religioso sentirete pronunciare parole come queste: Il Signore Gesù, la notte del suo arresto, prese del pane e dopo aver reso grazia a Dio lo spezzò e disse: “Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo dopo aver cenato prese il calice e disse: “Questo è il calice della nuova alleanza suggellata dal mio sangue. Ogni volta che ne berrete, fate questo in memoria di me”. Queste parole significano che il rito viene posto in relazione, nella sua globalità, con quanto Gesù ha detto, fatto e sofferto in tale occasione»...
...
Dodd non fa che constatare il fatto che oggi in ogni celebrazione eucaristica la Chiesa si ricollega a un evento realizzato da Gesù duemila anni fa. Si tratta di una tradizione viva. L’eucaristia non è legata a un episodio del passato dimenticato e poi riscoperto portando alla luce manoscritti antichi ritrovati casualmente. Tutte le generazioni cristiane, in una catena ininterrotta di preghiera e di lode, hanno adorato Gesù eucaristico, si sono nutrite del pane degli angeli, si sono rafforzate nella fede e nella testimonianza anche martiriale mediante il sacramento della presenza reale di Cristo tra noi...
La Chiesa di Cristo, dal giorno della Pentecoste, dopo la discesa dello Spirito Santo, non ha mai cessato di riunirsi per celebrare il mistero pasquale, nel giorno che è stato chiamato “domenica”, in memoria della risurrezione del Signore. Nell’assemblea domenicale la Chiesa proclama ciò che in tutta la Scrittura si riferisce a Cristo e celebra l’eucaristia come memoriale della morte e risurrezione del Signore, finché egli venga....
(Non solo il Papa nella sua Enciclica, ma anche altri pensatori intendono il Mistero allostesso modo come appunto così deve essere)
È la Chiesa che fa l’eucaristia, ma è anche l’eucaristia che fa la Chiesa. Nel primo caso si tratta della Chiesa in senso attivo, nell’esercizio del suo potere di santificazione; nel secondo caso si tratta della Chiesa in senso passivo, la Chiesa dei santificati. E attraverso questa misteriosa interazione, è sempre il corpo unico, in fin dei conti, che cresce e si costituisce, nelle condizioni della vita presente, fino al giorno del suo compimento......

Per questa presenza sacramentale di Gesù nel suo seno, la Chiesa ha protetto con cura materna questa sua preziosa e vivente eredità, difendendola da profanazioni e da false interpretazioni.

Prima di inoltrarci nel nostro studio, ricordiamo che in questo ambito, come in altri campi, il magistero della Chiesa ha svolto una funzione importante e pionieristica non solo di difesa e di precisazione dottrinale nei confronti di interpretazioni e opinioni erronee, ma soprattutto di approfondimento teologico, liturgico, pastorale e spirituale[5]. Per cui, un semplice sguardo al magistero conciliare e postconciliare mostra l’immensa ricchezza contenuta in questo meraviglioso tesoro della Chiesa che è l’eucaristia...

La celebrazione eucaristica è, inoltre, radice e cardine di ogni comunità cristiana e impulso alla carità, all’apostolato e alla missione....

...D’altra parte, non è possibile che si formi una comunità cristiana se non avendo come radice e come cardine la celebrazione della sacra eucaristia, dalla quale deve quindi prendere le mosse qualsiasi educazione tendente a formare lo spirito di comunità. E la celebrazione eucaristica, a sua volta, per essere piena e sincera deve spingere sia alle diverse opere di carità e al reciproco aiuto, sia all’azione missionaria e alle varie forme di testimonianza cristiana (PO6)

La comunità che celebra l’eucaristia rivive l’evento pasquale, che è l’evento della liberazione globale e definitiva della comunità da ogni male. Ora Maria è la prima redenta a godere in pieno della liberazione totale portata dal Cristo pasquale. Di qui ancora la presenza paradigmatica di Maria nella comunità eucaristica.

La comunità che celebra l’eucaristia invoca lo Spirito Santo. La presenza di Cristo fra di noi non solo all’incarnazione ma anche nell’eucaristia è resa possibile attraverso l’opera dello Spirito Santo. È lo Spirito che agisce sul pane e sul vino trasformandoli in corpo e sangue del Cristo. Ed è lo Spirito che agisce sui fedeli, per renderli veramente uniti nel corpo ecclesiale. Ed è per lo stesso Spirito che Maria diventò madre del Figlio di Dio incarnato. Anzi Maria è santuario dello Spirito Santo.

La comunità che celebra l’eucaristia partecipa alla missione di Cristo[29]. Chi celebra l’eucaristia e chi si nutre di essa non solo si ciba del pane di vita, ma entra nel dinamismo d’incarnazione salvifica della parola di Dio, dell’azione di Dio e della presenza di Dio. Diventa anche lui una parola detta da Dio, un gesto salvifico di Dio e un tabernacolo della sua presenza.

Noi sappiamo che all’inizio di questa economia sacramentale c’è Maria: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,5). Tale economia si fonda su un altro fate: «Fate questo in memoria di me» (Lc 22,19). Di qui scaturisce una conclusione inevitabile. Il fare della Chiesa «in memoria» di Gesù deve tradursi in una continua prassi di incarnazione della Parola di vita eterna che è Cristo, della sua azione e della sua presenza salvifica. L’eucaristia deve diventare prassi di Parola divina, di azione e di presenza di Dio tra gli uomini. Si può allora parlare a ragione di prassi della bocca (= evangelizzare con la parola), prassi delle mani (= evangelizzare con le azioni), prassi dei piedi (= evangelizzare con la presenza e l’incontro). Può sembrare questa una conclusione azzardata: ricavare, cioè, dal sacramento per eccellenza della contemplazione e dell’estasi una prassi dell’azione. Eppure l’economia eucaristica è fondata sul «fate» di Maria e di Cristo.....


http://www.rivistaliturgica.it/upload/2001/articolo3_323.asp

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)