00 05/01/2009 18:08
"Ascolterete ma non comprenderete....guarderete, ma non vedrete..."
( Mt.13,10-17)
Ascoltare siamo TUTTI capaci, ma il comprendere, che è una parola composta e che letteralmente vuol dire "COME-PRENDERE"...diventa più difficile se NON vogliamo comprendere....o se il nostro cuore è chiuso....e per meditarci su vi scrivo questa storiella simpatica....[SM=g1740725]
S. Pietro e il maiale...[SM=g7574] ...
Il Signore e s.Pietro camminavano lungo un viottolo di campagna, diretti verso un villaggio a predicare.
Ad un certo punto s'imbattono in un bel maialino, lustro e ben pasciuto, apparentemente senza un padrone.
A S. Pietro cominciarono a brillare gli occhi per la fame:
-Signore, dice, guardate che meraviglia di maiale! Sapete che bello sarebbe poterlo prendere, portarlo con noi e all'occorrenza...bè...si, dobbiamo pur nutrirci!-
- Ma Pietro! ,risponde Gesù, questa bestiolina avrà pure un padrone non credi? Ascolta facciamo così: appena arriveremo al villaggio tu comincerai a chiedere in giro se qualcuno ha perduto un maiale e vedrai che il proprietario salterà fuori!-
Appena entrati in paese s.Pietro si mise a gridare:
- CHI HA PERDUTO un maiale? CHI HA PERDUTO un maiale? -
Quindi tornò dal Signore e con aria innocente gli dice che nessuno ha reclamato la bestiola!
- Pietro, dice il Signore con pazienza, tu vuoi fare il furbo con me? Ritorna in paese e ripeti in modo chiaro la richiesta, e fa in modo che anche la parola MAIALE si possa sentire...!
San Pietro umiliato ritorna e grida:
- chi ha perduto UN MAIALE ? chi ha perduto UN MAIALE?.....-
A quel punto il Signore scosse la testa e si allontanò dicendo:
-Inutile...nessuno è più sordo di chi non vuol sentire...!-

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Vi prego.....leggete questa testimonianza meravigliosa.....l'Eucarestia chiama.....e chiama sempre...[SM=g7831] ..
 Meditando davanti alla nona stazione della Via Crucis, suor Bridge ricordò che aveva conosciuto una madre per la quale la preghiera era diventata una pratica quotidiana! Tutte le volte che suo figlio cadeva sotto la sua croce lei si faceva forza per lui e lo metteva nella sua preghiera. Lei non ha mai smesso! A 14 anni suo figlio Benny era stato traumatizzato dalla morte del padre colpito da infarto. Fino a quel momento la sua vita era stata felice, ma quel giorno lui perse il suo dono più prezioso. Cominciò allora a uscire di casa per giocare a calcio e dopo poco cadde nella droga. Diventò un alcolizzato e a 15 anni anche piromane. Brucò 5 alberghi e presto divenne uno dei più noti criminali della Danimarca. Imprigionato fino a vent’anni, Benny alla fine fu messo in isolamento e rinchiuso in una gabbia come un animale.
Ma sua madre non si è mai arresa. Pregare per lui era la sua pratica quotidiana! (Gli altri componenti della famiglia si auguravano la sua morte, tanto si vergognavano di lui). Giorno dopo giorno lei non smise di supplicare il Signore per la sua conversione. Un giorno disse ad un sacerdote: "io ho un figlio in prigione, in cella d’isolamento, è in condizioni disperate! La prego di andarlo a trovare". Successivamente Benny disse a suor Briege" avevo perso la fede nella chiesa, non volevo vedere nessun prete. Mi sono tagliato le vene, ho cercato di uccidermi. Nessuno può immaginarsi il baratro in cui stavo sprofondando. Perdevo sempre di più il contatto con la realtà e ciò lasciava tutti indifferenti. Amavo mia madre allora e per non ferirla accettai di vedere il prete. Ma non avevo tempo per lui. Il prete entrò ed emanava gioia intorno a sè. Fu molto dolce e non mi chiese cosa avessi sbagliato. Mentre se ne stava andando, si voltò e mi disse: "Benny, tornerò a trovarti." Ed io mi dissi: "non m’importa proprio di rivederti."
Le settimana seguente venne in cella e disse: "Benny vorrei pregare con te." Benny disse: "Pregare con me?" Il Padre rispose: "Tu non devi dire nulla. Io parlerò semplicemente a Gesù per te". Fece passare le sue mani attraverso le sbarre. C’era una guardia seduta con me, perché non avevo mai il diritto di rimanere solo, tanto ero pericoloso, e perché avevano paura che mi suicidassi. Mise le sue mani sulla mia testa e una forza mi attraversò. Avevo paura di andare a letto, per timore  di perdere questa sensazione. Così rimasi a sedere lì fino a che non mi addormentai. Quando mi svegliai sapevo solo, sentivo dentro che dovevo confessarmi. Mi ricordo di aver avuto questo pensiero: "Devo vedere un prete! Immaginate, avevo 26 anni e non mi ero più confessato dall’età di 14, dalla morte di mio padre!" Poiché le autorità della prigione non si fidavano, rifiutarono di lasciarlo venire una seconda volta. Benny telefonò a sua madre perché dicesse al parroco di vestirsi da laico e di non dire che era un prete. "Voglio confessarmi!". Il prete venne e raccontò più tardi di come la confessione lo avesse purificato. Fece l’esperienza della più meravigliosa misericordia di Gesù, dopo aver vissuto per tanti anni praticamente incatenato. Poi Benny trascorse molti anni a scontare la pena in differenti prigioni.

Appena aveva scontato una pena in una prigione, veniva mandato in un’altra. Passava il suo tempo a studiare la Bibbia ed ad imparare a conoscere il Signore. Quando usciva per qualche ora per cambiare di prigione, ne approfittava per cercare un convento dove ci fosse l’Adorazione perpetua, restava seduto davanti al Santissimo Sacramento e poi ritornava in prigione.
Alla sua uscita dalla prigione, fu mandato in un centro di riabilitazione ed aiutò le suore col lavoro manuale. Quando aveva un po’ di tempo andava nella loro cappella e si sedeva davanti al Santissimo Sacramento, semplicemente per essere seduto vicino a Gesù. Gesù nell’ostia gli disse: "Benny, voglio che tu diventi prete!" Benny rispose: "Prete? Quale vescovo mi accetterà?". Era il criminale più conosciuto di Danimarca. Gesù gli rispose: "Io, io ti prenderò. Provaci!" Allora andò a trovare il vescovo (Sr Briege e Padre Kevin lo hanno incontrato di recente), che non gli pose delle domande sul suo passato di criminale, ma gli disse: "Benny, tu non hai studiato, comincia col finire i tuoi studi, fai l’università e poi torna a trovarmi."

Quando Benny ebbe terminato gli studi, il Vescovo lo mandò in un seminario in Inghilterra. Ed è là che Sr Briege e Padre Kevin lo hanno incontrato la prima volta, era seminarista . Più tardi è stato ordinato prete.
Sr Briege concluse: "Abbiamo incontrato sua madre in Danimarca. Dopo esser stato la vergogna della famiglia, adesso è in prima pagina sui giornali! Gli ho mandato un piccolo ostensorio per la sua cappella e nella sua parrocchia c’è l’Adorazione quotidiana al Santissimo Sacramento e la specialità di Benny è la PREGHIERA.

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......leggete bene questa, parola guardate bene...essa è composta di due parole
PER-DONO.....PER-DONARE......[SM=g7831]

Se riflettiamo sulla composizione di questa parola la cui attuazione ci costa spesso una enorme fatica....capiremmo che il PER-DONARE non dipende da noi...[SM=g7574] ...CI E' STATO DATO....abbiamo ricevuto per mezzo della Croce il PER-DONO PERCHE' NOI E CHI LO COMPRENDE PUO' A SUA VOLTA DONARLO-PER....[SM=g7831]

Io ogni volta che penso alla composizione di questa parola comprendo meglio le parole del Padre Nostro: " RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI".....è un dare e avere......come AMARE IL PROSSIMO...anche se qui non otteniamo nulla amici, Cristo è il garante di PER-DONO a chi saprà rimettere i debiti per la vita eterna......
Vi lascio con una bellissima Omelia-preghiera un pò particolare..

padre Mimmo Castiglione

SANGUINO ANCORA!

Cosa ti ha spinto, caro professore, ad alzarti e domandare? L'invidia?
Ti procura piacere cogliere in fallo, far fare brutta figura?
Non sai che chi chiede è meglio sia chinato?

Pensavo che per esistere dovevo fare tante cose,
andare sempre e comunque, difendermi!
Bastava invece solamente amare,
accogliere grato per godere in pace,
fare il bene per esser contento,
accettare il limite e lasciarmi curare.


L'esperto in Legge gioca a fare il sapientone, in piedi, dall'alto, ah il ruolo!
Far cosa? Vivere come? Quale vita eterna? Dio dalla propria parte? Benedizione e ricchezza? Il paradiso?


Gesù non entra in rivalità, sembra insofferente, taglia corto. Il docente ancora insiste. Il provinciale Rabbino della Galilea risponde. Bisogna fare il bene!

Si, ma a chi e fino a che punto? Sempre, anche rimettendoci?
Gratuitamente e senza discriminazioni!

A fare il bene, nel vangelo di oggi, non è "l'avente diritto", il "buono per stato", il "santo per eredità", ma chi viene considerato un bastardo, uno "fuori" dal recinto degli "eletti", lo "stravagante".

Il prossimo è il mio compagno di viaggio che mi aiuta nel bisogno.

La buona e bella notizia di oggi: c'è sempre Qualcuno che si prende cura della mia vita, il 'Buon samaritano Gesù.

"Da Gerusalemme a Gerico", dove stavo andando, per fare cosa?
Per costruirmi il futuro? Per acquistare... merce interessante? Fuggivo dalla realtà?
Sapevo che la strada era pericolosa... eppure mi sono avventurato!
Mi sentivo talmente sicuro che ho creduto di potere "viaggiare da solo", ostentando autosufficienza, e invece...ora sul ciglio della strada, in balia degli sguardi che esprimono schifo, ripugnanza, ribrezzo.
Non ho fatto bene i conti con me stesso. Non mi sono ascoltato.
Affascinato dal pericolo, con la presunzione di poter vivere da solo, salvarmi senza l'aiuto di nessuno, ogni giorno corro il rischio di incappare... e farmi depredare.
La mia testardaggine mi ha privato di quanto accumulato in passato!
La mia spavalderia mi ha condotto a ritrovarmi sfinito e pieno di... lividi!
Eppure proprio in tutta questa morte mi si è presentato "il dono": ho trovato qualcuno con cui "fare misericordia".
Mi ha soccorso uno che era "in viaggio" come me! Mi si è fatto vicino chi aveva sperimentato il bisogno e compatito, si è preso cura chi aveva ricevuto.
Vede e si accorge... solo chi sperimenta la stessa fatica. Comprende senza giudizio.
Il bene quasi sempre mi è giunto da chi non avevo considerato, da chi avevo giudicato male, dal povero.
È vero, nella mia vita tanto bene mi è stato offerto da chi meno me lo aspettavo!

Mi capita ancora, che credi, non ho imparato!
Ogni volta incappo negli stessi "briganti", gli stessi errori, che mi lasciano mezzo morto, sul ciglio della strada...ferito, sotto gli occhi dei passanti benpensanti, e non mi stanco però di stare in attesa che qualcuno non si giri dall'altra parte, e abbia di me pietà!

PREGHIERA

Grazie buon samaritano Gesù, per tutte quelle volte che mi hai curato, piegandoti sulle mie ferite, versandovi l'olio della consolazione e il vino della gioia, per condurmi alla pace.

Ti consegno Gesù la contraddizione del mio cuore, che da una parte implora aiuto e dall'altra grida: "non ti chinare, non guardare, non toccarmi che...sanguino ancora!".

Grazie Gesù perché non hai mai fatto mancare buoni samaritani nella mia vita.

Pietà e perdono per quanti ho disprezzato e rifiutato, per superbia o per vergogna, non lasciandomi guardare le ferite, per essere medicate con l'olio della condivisione ed il vino della speranza.

Pietà Signore, quante volte non ti ho permesso di avvicinarti, pensavo che l'aiuto mi arrivasse da altri, da chi volevo io, e invece... nel bisogno tutti fuggono, quando si trattava di "spendere per me" mi sono ritrovato solo e abbandonato, con tanta rabbia in cuore ho recriminato, rivendicato, rinfacciato, maledetto.

Pietà Signore Gesù, quante volte sono stato "brigante", "spogliando" gli altri, gli antipatici, i capri espiatori di turno, quanti mi avevano ferito, della loro dignità, del loro onore.

Pietà o Dio, per tutte quelle volte che ho pensato di incontrarti "passando oltre" la debolezza mia e del mio prossimo, fuggendo dalla fragilità di quanti "viaggiavano" percorrendo la mia stessa strada.

Perdono Maestro, quante volte sono stato indifferente alle sofferenze di quanti mi reputavano amico, con la scusa di aver troppe cose da fare per il culto, per Dio, ho guardato altrove, dove non c'era dolore. Per chi non conoscevo, poi, nessuna pietà!

Abbi pietà Signore, per tutte le volte che ho sentenziato: "ben ti sta, te la sei cercata, passando per quella strada sapevi..." e non ho avuto compassione.

Pietà Signore, per tutta la rivalità che nutro nei confronti di chi mi prova.
Pietà Signore per tutte quelle volte che non ho amato gli altri con la stessa premura con cui amo me stesso, per tutte le volte che non mi sono amato, disprezzandomi, per tutte quelle volte che spregiandomi ho disdegnato gli altri.

Grazie Gesù perché tu mi salvi, amando in me quanto io disprezzo di me stesso.

Quante volte, buon samaritano Gesù, ho preteso un "rimborso spese" superiore a quanto "investito" per "i miei salvati", per aumentare il mio patrimonio di gloria e di gratificazione. Ho preteso interessi sproporzionati. Signore Pietà.



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IL TESTAMENTO DI GIOVANNI PAOLO II ALLA GMG

MESSAGGIO GMG COLONIA 2005, “GIOVANI SIATE ADORATORI DELL’UNICO VERO DIO, NON CEDETE A MENDACI ILLUSIONI E MODE EFFIMERE”
Non cedere a “mendaci illusioni e mode effimere” e rifiutare “le seduzioni del denaro, del consumismo e della subdola violenza che esercitano talora i mass-media”.

È l’invito contenuto nel messaggio di Giovanni Paolo II per la XX Giornata Mondiale della Gioventù che si è svolta nell’agosto del 2005 a Colonia con il suo Successore, Benedetto XVI (Germania) sul tema “Siamo venuti per adorarlo”.

“Cari giovani – scrive il Papa nel Messaggio  - vi accingete a compiere un ‘viaggio’ da ogni regione del globo verso Colonia. È importante non solo che vi preoccupiate dell’organizzazione pratica della Giornata Mondiale della Gioventù, ma occorre che ne curiate in primo luogo la preparazione spirituale, in un’atmosfera di fede e di ascolto della Parola di Dio”. Per questo “è importante imparare a scrutare i segni con i quali Dio ci chiama e ci guida”. Per prepararsi in modo adeguato Giovanni Paolo II non esita a consigliare ai giovani la partecipazione alla “santa Messa, vero appuntamento d’amore con Colui che ha dato tutto se stesso per noi”. Ed avverte: “siate adoratori dell’unico vero Dio, riconoscendogli il primo posto nella vostra esistenza! L’idolatria è tentazione costante dell’uomo. Purtroppo c’è gente che cerca la soluzione dei problemi in pratiche religiose incompatibili con la fede cristiana. È forte la spinta a credere ai facili miti del successo e del potere; è pericoloso aderire a concezioni evanescenti del sacro che presentano Dio sotto forma di energia cosmica, o in altre maniere non consone con la dottrina cattolica. Giovani, non cedete a mendaci illusioni e mode effimere che lasciano non di rado un tragico vuoto spirituale! Rifiutate le seduzioni del denaro, del consumismo e della subdola violenza che esercitano talora i mass-media. L’adorazione del vero Dio costituisce un autentico atto di resistenza contro ogni forma di idolatria
“Ascoltare Cristo e adorarlo – si legge ancora nel Messaggio - porta a fare scelte coraggiose, a prendere decisioni a volte eroiche. Gesù è esigente perché vuole la nostra autentica felicità. Chiama alcuni a lasciare tutto per seguirlo nella vita sacerdotale o consacrata. Chi avverte quest’invito non abbia paura di rispondergli ‘sì’ e si metta generosamente alla sua sequela. Ma, al di là delle vocazioni di speciale consacrazione, vi è la vocazione propria di ogni battezzato: anch’essa è vocazione a quella "misura alta" della vita cristiana ordinaria che s’esprime nella santità”.

Sono ancora “tanti”, secondo Giovanni Paolo II “i nostri contemporanei che non conoscono ancora l’amore di Dio, o cercano di riempirsi il cuore con surrogati insignificanti”. È urgente, pertanto, “essere testimoni dell’amore contemplato in Cristo”. Un invito alla Gmg di Colonia, infine, il Papa lo rivolge anche ai “cari amici” “non battezzati” e che “non si riconoscono nella Chiesa”: “non è forse vero che pure voi avete sete di Assoluto e siete in ricerca di "qualcosa" che dia significato alla vostra esistenza? Rivolgetevi a Cristo e non sarete delusi”.

“Cari giovani – conclude il Pontefice - la Chiesa ha bisogno di autentici testimoni per la nuova evangelizzazione. La Chiesa ha bisogno di santi. Tutti siamo chiamati alla santità, e solo i santi possono rinnovare l’umanità.

Incontrandovi a Colonia, imparerete a conoscere meglio alcuni di loro, come san Bonifacio, l’apostolo della Germania, e i Santi di Colonia, in particolare Orsola, Alberto Magno, Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) e il beato Adolph Kolping. Fra questi, vorrei particolarmente citare sant’Alberto e santa Teresa Benedetta della Croce. Carissimi giovani, incamminati idealmente verso Colonia, il Papa vi accompagna con la sua preghiera. Maria, ‘donna eucaristica’ e Madre della Sapienza, sostenga i vostri passi, illumini le vostre scelte, vi insegni ad amare ciò che è vero, buono e bello. Vi porti tutti a suo Figlio, il solo che può soddisfare le attese più intime dell’intelligenza e del cuore dell’uomo”.

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CUSTODIA DELLA LINGUA

 


Introduzione


Tenere a bada la lingua.

Quella lingua che la Scrittura chiama un veleno, una lama affilata, un flagello, un fuoco, una spada, una freccia..
Per essere certo di non ferire o uccidere qualcuno con la mia maldicenza, prima di parlare dovrò pormi qualche domanda: Quello che sto per raccontare è vero? E se fosse soltanto una calunnia?" "Mazza, spada e freccia acuta è colui che depone il falso contro il suo prossimo( Pr 25,18).

I danni che può arrecare una calunnia sono imprevedibili. Un dirigente di azienda ha bisogno di lavoro, di ordinazioni, di ingaggi, di clienti…Basta una calunnia per togliergli tutto questo. Un marito cerca di mantenere fedele forte e felice il suo amore, attraverso le gioie, le pene, i doveri della vita.. Una calunnia può distruggere il suo amore. Due giovani pensano di percorrere insieme il cammino dell'esistenza..Una lettera anonima può cambiare i loro sogni in disperazione. Potenza infernale della calunnia!… Ma se non è una calunnia? Se è vero, posso parlarne? Specialmente se tutti lo sanno? Anche se tutti lo dicono, ciò non dimostra che sia vero.

Tutti lo dicono, ma questi "tutti" forse sono molto pochi. Perché brucia un ettaro di bosco, andremo a soffiare sul fuoco o ad appiccare un nuovo focolaio d'incendio? Anche se tutti lo dicono Anche se tutti lo dicono, non è una scusa per pigliare la nostra pietra…


Lettura

Sir 23,7-15


Figli, ascoltate l’educazione della bocca,

chi l’osserva non si perderà.

Il peccatore è vittima delle proprie labbra,

il maldicente e il superbo vi trovano inciampo.

Non abituare la bocca al giuramento,

non abituarti a nominare il nome del Santo.


Come uno schiavo interrogato di continuo

non sarà senza lividure,

così chi giura e ha sempre in bocca Dio

non sarà esente da peccato.

Un uomo dai molti giuramenti si riempie di iniquità;

il flagello non si allontanerà dalla sua casa.


Se cade in fallo, il suo peccato è su di lui;

se non ne tiene conto, pecca due volte.

Se giura il falso non sarà giustificato,

la sua casa si riempirà di sventure.


C’è un modo di parlare che si può paragonare alla morte;

non si trovi nella discendenza di Giacobbe.

Dagli uomini pii tutto ciò sia respinto,

così non si rotoleranno nei peccati.

La tua bocca non si abitui a volgarità grossolane,

in esse infatti c’è motivo di peccato.


Ricorda tuo padre e tua madre, quando siedi tra i grandi,

non dimenticarli mai davanti a costoro,

e per abitudine non dire sciocchezze;

potresti desiderare di non essere nato

e maledire il giorno della tua nascita.

Un uomo abituato a discorsi ingiuriosi

non si correggerà in tutta la sua vita.

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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)