00 08/01/2009 23:45
Thumbs up Riepiloghiamo il Signore degli Anelli

...per chi volesse comprendere veramente chi è Tolkien e cosa lo spinse a scrivere il Signore degli Anelli.....e come nasce il personaggio di GOLLUM/SMEAGOL dalla doppia personalità (che è il paragone o paradosso fate voi fra il bene e il male che alberga in OGNUNO DI NOI ), suggerisco di leggersi la selezionata raccolta del suo epistolario ai figli: LA REALTA' IN TRASPARENZA..........
Trattasi appunto di una raccolta di lettere familiari che offrono al lettore uno spaccato reale dei sentimenti di Tolkien e della sua esperienza di genitore cristiano atto all'educazione dei 4 figli......

Per comodità mi servirò, liberamente, di due siti che trattano l'argomento, cercando di proporvi una lettura scivolosa, facile e gustosa...Sarà un pò lunga, abbiate la pazienza di leggere fino in fondo, di meno non si poteva fare...

La Storia del Signore degli Anelli era nata, infatti nel clima familiare......Tolkien ne aveva fatto una prima bozza da leggersi esclusivamente in famiglia e fra gli amici, fu attraverso una studentessa che quest'opera finì nelle mani di un editore......dopo essere stata letta anche da C.S.Lewis (autore delle Cronache di Narnia)....

Durante la seconda Guerra mondiale Tolkien scrive al figlio al fronte di avere difficoltà a procedere nella stesura dell'opera, ma aggiunge: "....non credo che scriverei ancora, se non fosse perchè spero che tu lo legga...."

Spiega al figlio la figura sinistra degli orchi e dice: "...Non ci sono veri Uruks, cioè gente resa cattiva per volontà del proprio creatore"...e fa il paragone con la brutalità dell'uomo quando diventa un tiranno....e spiega al figlio: ".....Non puoi combattere il nemico con il suo Anello senza trasformarti anche tu in un nemico......" alludendo al fatto di quanto sia necessario combattere ogni spettro che impedisse al bene di operare e divivere in mezzo ai popoli!

Tolkien spiega che l'Anello simboleggia le catene che a causa del peccato ci rendeno schiavi di un potere che distrugge.... e scrive in questo epistolario: ".....il nocciolo della questione non è tanto nel disordine e nella guerra, ma nella libertà, nella pace, nella vita quotidiana e nei piccoli piaceri resi liberi dall'influenza dell'Anello che impone catene...."

<< Le lettere della raccolta datate fra il '40 ed il '45 sono quasi esclusivamente indirizzate ai figli ed in particolar modo a Christopher; i capitoli del Signore degli Anelli vengono spediti in Sudafrica accompagnati da accoratissime lettere attorno agli argomenti più disparati, ma tutte con un accento paterno commovente, sempre pronte ad elargire giudizi utili spesso attinti dalla dottrina cristiana e da un'intensa esperienza di fede, che qui mostra per la prima volta il suo fervore. Il Signore degli Anelli sembra essere molto influenzato da questa corrispondenza, non solo nelle parti che vengono completate fra il '43 ed il '45 o negli anni successivi; l'esperienza maturata negli anni della guerra ripropone una lettura completa del Signore degli Anelli: Tolkien si è sempre accostato alla composizione della sua opera come un narratore di cose già avvenute piuttosto che un vero autore >>.

Con il precipitare degli eventi, scrive al figlio ancora impegnato nei combattimenti al fronte: "...Tuttavia tu sei la mia carne ed il mio sangue e tieni alto il nostro nome. [...] Il legame tra padre e figlio non è costituito solo dalla consanguineità: ci deve essere un po' di aeternitas. Esiste un posto chiamato "paradiso" dove le opere buone iniziate qui possono venire portate a termine...... "
In queste lettere Tolkien cerca sempre di sollevare il figlio dall'orrorre della guerra sebbene le circostanze avrebbero potuto suggerire soltanto angoscia.... questa serenità attinge direttamente dalla grande fede cristiana di Tolkien, tanto che tutta la lettera è un consiglio a ricordare il proprio angelo custode e un richiamo alla preghiera ed alla letizia; cita infatti il Libro di Exter.... : " ....Conoscerà meno il dolore chi sa molte canzoni o può toccare l'arpa con le sue mani: possiede un dono di gioia (musica e/o versi) datogli da Dio... "

Nelle sue lettere prosegue anche inserendo frasi tratte dalla sua opera: "....Se l'angoscia si potesse vedere, quasi tutto questo mondo ottenebrato sarebbe avvolto da una nuvola densa di vapore scuro, nascosto agli occhi stupiti del cielo...."

Certo....Tolkien inserisce nel Signore degli Anelli non tanto episodi del suo tempo, ma lo spirito e l'aria che si respirava durante quel grande conflitto mondiale, e non si deve paragonare la sintesi del libro nelle vicende storiche della Seconda Guerra Mondiale, la genialità di Tolkien sta nell'aver studiato (e messo poi per scritto specialmente nelle Lettere) per tutti quegli anni lo spirito che aleggiava nel mondo......e soprattutto l'aver fatto prevalere quella speranza lunga e sofferta, fragile ma vincente attraverso Sam e Frodo e il rapproto continuo con Gollum/Smeagol, quasi a richiamare l'attenzione alla voce della coscienza.....

Così scrive Tolkien al figlio:

" ....Tutte le cose e le azioni valgono per se stesse, a parte le loro "cause" ed i loro "effetti". Nessun uomo può giudicare quello che sta veramente accadendo al momento attuale sub specie aeternitatis. Tutto quello che sappiamo, ed anche questo in larga parte per diretta esperienza, è che il male agisce sempre con grande potetnza e successi continui — inutilmente: preparando sempre e solamente il terreno affinché il bene inaspettatamente germogli. Così accade in generale e così accade anche nelle nostre vite. Sebbene Frodo e Sam non sembrino pienamente coscienti di queste parole, soprattutto Sam che è l'eterno e stupido buono, le loro azioni sono suggerite da questa speranza, che nemmeno risiede in loro, ma in Gandalf al quale Frodo obbedisce fidandosi ciecamente; al termine della vicenda spettano a lui le splendide parole: "Si" disse Frodo "Ma ricordi le parole di Gandalf: 'Persino Gollum potrebbe avere ancora qualcosa da fare'? Se non fosse stato per lui, Sam, non avrei distrutto l'Anello. La Missione sarebbe stata vana, proprio alla fine. Quindi, perdoniamolo! La Missione è compiuta, e tutto è passato. Sono felice che tu sia qui con me. Qui, alla fine di ogni cosa, Sam..... "


....trovo stupendo il passo di questa lettera.........

Tra maggio e giugno del 1944 Tolkien spiega in più lettere al figlio il perchè di questa opera e scrive: "...Io sento tra gli altri tuoi dolori (alcuni solo fisici) il desiderio di esprimere i tuoi sentimenti sul bene, sul male, sul bello, sul brutto: di razionalizzarli, di impedire che incancreniscano. Nel mio caso questo desiderio ha generato Morgoth e la Storia degli Gnomi (8 Il Silmarillion).. (...) Così ho optato per l'"evasione": trasformando le altre esperienze in altre forme e in simboli con Morgoth e gli orchi e l'Eldalie (che rappresenta la bellezza e la grazia nella vita e nell'arte) e così via....(...)...Uruk-hai è solo un parto dell'immaginazione. Non ci sono veri Huruk, cioè gente resa cattiva per volontà del loro creatore; e non c'è molta gente così corrotta da non poter essere redenta, la speranza è donata a tutti, è nell'esercizio della personale libertà che vediamo la resa dei conti.. "

Un altro aspetto da approfondire sta in una lettera molto speciale spedita al figlio nell'agosto del 44....Tolkien parte da un episodio accaduto realmente di un bambino che va a Lourdes, ma non viene guarito.....tuttavia mentre è sul treno nel viaggio di ritorno, inizia il prodigio della guarigione......
Tolkien ne rimane colpito e stupito che scrive questo passo un pò lungo, ma vi prego leggetelo.....

" ....la storia del ragazzino con la sua conclusione in apparenza triste e poi l'improvviso inaspettato lieto fine mi ha profondamente commosso [...]. E all'imprvviso mi sono reso conto di cosa si trattasse: proprio quello che avevo cercato di scrivere e spiegare nel saggio sulle fiabe che vorrei tanto che tu avessi letto e che anzi ti manderò. Per questa situazione ho coniato la parola "eucatastrofe": l'improvviso lieto fine di una storia che ti trafigge con una gioia da farti venire le lacrime agli occhi (che io argomentavo essere il sommo risultato che una fiaba possa produrre). E nel saggio esprimo l'opinione che produce questo effetto particolare perché è un'improvvisa visione della Verità, il tuo intero essere legato dalla catena di causa ed effetto, la catena della morte, prova un sollievo improvviso come se un anello di quella catena saltasse.
Si intuisce che così è fatto il Grande Mondo per il quale è fatta la nostra natura.
E concludevo dicendo che la Resurrezione è la più grande "eucatastrofe" possibile nella più grande Fiaba [...]. Naturalmente non voglio dire che i Vangeli raccontano delle fiabe; ma sostengo con forza che raccontano una fiaba: la più grande. L'uomo, narratore, deve essere redento in modo consono alla sua natura: da una storia commovente. Ma dato che il suo Autore è l'artista Supremo e l'autore di tutta la realtà, questa storia è fatta per essere vera anche al primo livello. [...]
Per venire a cose meno importanti: mi resi conto di aver scritto una storia che vale con Lo Hobbit, quando leggendola (dopo che era abbastanza maturata perché me ne staccassi) provai improvvisamente in modo intenso l'emozione "eucatastrofica" all'esclamazione di Bilbo: "Le Aqulie! Stanno arrivando le Aquile!" [...] E nell'ultimo capitolo dell'Anello che ho appena scritto spero che noterai, quando l'avrai ricevuto (sarà presto in viaggio) che la faccia di Frodo diventa livida e Sam si convince che è morto, e proprio quando Sam rinuncia a sperare.... "

direi che è stupendo questo passo del realismo delle fiabe, cioè la capacità di raccontare in modo semplice la dinamica della Verità...... La sorpresa dell'autore è grande nel realizzare questo: per Tolkien diventa chiaro che il suo lavoro non ha ragione di rimanere chiuso nella cerchia familiare se è in grado di suscitare nel lettore la visione del Vero.....La prolissità di un'opera come il Signore degli Anelli ed il Silmarillion (spiega Tolkien in un altra lettera al figlio) parte dunque da una esigenza di realismo : tutti i personaggi con le loro personalità tutto-tondo ed il fiume di pagine in cui queste personalità giocano, non sono scaturiti da un calcolo architettato per rendere efficace l'esposizione di una teoria in forma allegorica. Cosa siano realmente Frodo, Sam, Aragorn, Gandalf e tutti gli altri personaggi lo si può comprendere leggendo in modo vitale il Signore degli Anelli perché questi personaggi sembrano desiderare di uscire dalle pagine cui sono legati per camminare in questo tempo ed in ogni tempo...lo stesso personaggio inquietante di Gollum/Smeagol è la reale inquietudine che ogni uomo si porta dentro e la sua realtà esce dalla fiaba quanto più sappiamo trasformarci in strumento di bene.

Indubbiamente per Tolkien quest'opera scaturisce dalla sua conoscenza del Cristianesimo, fa leggere l'opera a padre R. Murray il quale restando esntusiasta gli spiega come nel racconto vi sia configurata la dottrina della "Grazia"... alchè Tolkien spiega al figlio: " ....Il Signore degli Anelli é fondamentalmente un'opera religiosa e cattolica; all'inizio non ne ero consapevole, lo sono diventato durante la correzione. Questo spiega perché non ho inserito, anzi ho tagliato, praticamente qualsiasi allusione a cose tipo "la religione", oppure culti o pratiche, nel mio mondo immaginario. Perché l'elemento religioso é radicato nella storia e nel simbolismo...(...) ....il "Signore degli Anelli" racconta una storia vera ma non esistente. La questione del rapporto fra quest'opera e la verità é del tutto centrale poiché coinvolge tutto lo sforzo letterario per offrire al lettore la comprensione stessa della Verità.... "

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)