00 27/02/2012 20:42

Prima Domenica di Quaresima : preghiamo per i nostri fratelli cristiani della Siria. L'appello dell'Arcivescovo di Aleppo.


Da Asia News
Arcivescovo di Aleppo: I cristiani minacciati dalle violenze fuggono dalla Siria
Mons. Antoine Audo invita tutti i cattolici a pregare per la pace e per la riconciliazione del popolo siriano. La Caritas dona cibo e beni di prima necessità a 500 famiglie cristiane e musulmane di Homs, la città più colpita dalla guerra civile. Morti a Baba Hamr (Homs) due giornalisti occidentali.

Aleppo (AsiaNews) - "I cristiani sono la minoranza più minacciata dalla guerra civile siriana e tentano di fuggire dal Paese. Essi si sentono indifesi di fronte all'escalation di violenza che da mesi imperversa nel Paese. Pregate per la pace e per la riconciliazione del popolo siriano". È quanto afferma ad AsiaNews mons. Antoine Audo, arcivescovo caldeo di Aleppo.

"Noi cristiani - sottolinea il prelato - siamo i più deboli da un punto di vista psicologico e di autodifesa. Per molti l'unica salvezza è la fuga, come sta accadendo in altri Paesi del Medio oriente, soprattutto in Iraq. Tutto ciò è un danno gravissimo per la Chiesa e per la presenza dei cristiani in Siria".

Riprendendo l'invito al dialogo lanciato dal papa all'Angelus del 12 febbraio scorso, mons. Audo spiega che nonostante la paura i cristiani possono essere un ponte fra le varie fazioni in lotta. "La nostra presenza unita intorno alla Chiesa - afferma - aiuta la popolazione cristiana e musulmana a lavorare per il bene del Paese, spingendo alla riconciliazione e non alla vendetta". Il prelato cita il lavoro della Caritas Siria che in questi giorni ha lanciato ad Homs, una della città più colpite dalle violenze, un programma di aiuto per 500 famiglie, 400 cristiane e 100 musulmane. In un arco di sei mesi a ciascun nucleo familiare verranno donati cibo e beni di prima necessità per un valore di 600 dollari. La Caritas è attiva anche nell'aiuto agli anziani e ai malati, grazie ai volontari che ad Aleppo coinvolgono tutta la comunità cristiana.

Intanto continuano i bombardamenti dell'esercito siriano a Homs e nelle zone limitrofe, dove intere famiglie sono bloccate nelle loro case semidistrutte senza cibo, acqua e medicinali. Per consentire ai soccorsi di raggiungere le popolazioni colpite, la Croce rossa ha esortato il regime di Damasco e i ribelli a una "decisione immediata" su una "tregua umanitaria" di due ore al giorno. Sempre a Homs, questa mattina sono morti due giornalisti stranieri: Marie Colvin, reporter del Sunday Times, e Remi Ochlik, fotografo freelance francese. I due si trovavano in un'abitazione del quartiere di Baba Hamr utilizzata dalla dissidenza come centro per le comunicazioni, quando una bomba ha distrutto l'edificio.(S.C.)

( Foto : Processione Mariana di cristiani della Siria )

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OLTRE DUE MILIONI DI DOLLARI PER PAESI DEL SAHEL

Città del Vaticano, 29 febbraio 2012 (VIS). Recentemente si è conclusa a Roma la XXX Sessione del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel (regione subsahariana che si estende dall'Oceano Atlantico al Corno d'Africa, passando per gli stati centro-settentrionali del continente africano).

Monsignor Giampietro Dal Toso, Segretario del Pontificio Consiglio "Cor Unum" di cui fa parte la Fondazione, ha spiegato, in una intervista alla Radio Vaticana, che nel corso della sessione, il Consiglio ha studiato diversi progetti presentati annualmente alla Fondazione per essere finanziati. "Quest'anno superiamo i due milioni di dollari in aiuti per quasi 200 progetti che sono distribuiti per i nove Paesi che fanno parte della Fondazione e che riguardano in particolare la lotta alla desertificazione, quindi la lotta alla siccità, l'irrigazione e la formazione".

Il fatto che si ripresenti quest'anno di nuovo il problema della siccità nel Sahel, ha detto Monsignor Dal Toso, conferma l'importanza degli interventi della Fondazione. La scarsità di alimenti, conseguenza dell'impatto della siccità sull'agricoltura "avrà il suo apice nei prossimi mesi. (...) Sia la comunità internazionale sia, nello specifico, alcuni organismi cattolici stanno cercando di intervenire per prevenire questa crisi".

Il Segretario di Cor Unum afferma che la Chiesa Cattolica è minoritaria nei paesi del Sahel "in alcuni casi una minoranza veramente minuscola, in un ambiente segnato soprattutto dall'Islam o dalle religioni tradizionali". La Fondazione Giovanni Paolo II è perciò "uno strumento di dialogo concreto con altre religioni. (...) Come ci sta insegnando il Papa insistentemente in questi ultimi tempi, la fede si manifesta nelle opere e quello che riusciamo a manifestare attraverso la carità vuole essere alla fine nel piccolo, nel possibile, una testimonianza di Cristo".

Occorre ricordare che la Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel ha origine dopo la prima visita del Beato Giovanni Paolo II in Africa (maggio 1980), dove rimase impressionato dalla grande tragedia provocata dalla siccità e dalla desertificazione. La Fondazione fu istituita con un Chirografo il 22 febbraio 1984, e da allora si dedica alla gestione e protezione delle risorse naturali, alla lotta contro la siccità e la povertà, allo sviluppo rurale, coinvolgendo la popolazione locale.

 

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[Modificato da Caterina63 29/02/2012 16:50]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)