00 18/08/2010 19:53
Per la Suprema Corte di giustizia le coppie omosessuali potranno adottare figli

I vescovi del Messico
a sostegno della famiglia



Città del Messico, 18. La Conferenza episcopale del Messico (Cem) ha respinto la decisione della Suprema Corte di giustizia (Scjn) che permette che le unioni omosessuali siano equiparate al matrimonio e la possibilità di adottare minori, poiché essa non soltanto va contro l'ordine naturale, ma attenta anche alla volontà della maggioranza della popolazione.

"Abbiamo ascoltato in questi giorni il bombardamento mediatico relativo al tema tanto controverso delle unioni tra persone dello stesso sesso e l'adozione da parte loro di bambini. È a tutti nota - si legge nel messaggio della Cem - l'approvazione che l'Assemblea del Distretto federale aveva dato a questo tipo di unioni. Tale approvazione fu presa in tempi molto brevi, senza avere effettuato le consultazioni necessarie con le diverse parti sociali e senza ascoltare il parere della maggioranza che si trovava in disaccordo con tali unioni, specialmente con l'adozione di bambini.

La Scjn ha concluso il dibattito senza arrivare al fondo della questione e confermando soltanto la legalità del procedimento giuridico. Noi vescovi del Messico, sensibili all'opinione della maggioranza non soltanto di Città del Messico, ma di tutto il Paese, manifestiamo nell'esercizio della libertà di espressione il nostro totale disaccordo con la sentenza emessa dalla Scjn; senza che ciò indichi una mancanza di rispetto per le istituzioni dello Stato messicano. Crediamo - hanno proseguito i vescovi - che equiparare al nome di matrimonio queste unioni sia una mancanza di rispetto, sia per l'essenza stessa del matrimonio tra una donna e un uomo, espresso nella costituzione del Paese all'articolo 4º, sia per le tradizioni e per la stessa cultura che ci governano da secoli.

La Chiesa, di cui tutti noi battezzati facciamo parte, veglia sui diritti di coloro che non possono difendersi, e in questo caso, dei più deboli, quali sono i bambini. Per questo noi vescovi come pastori, basandoci sulla legge naturale e sulla nostra fede, abbiamo sempre difeso e difenderemo i diritti dei non nati, di coloro che non possono difendersi da sé, di coloro che sono vessati e sfruttati in ogni ambito".

Nel messaggio l'episcopato messicano ricorda come "Benedetto XVI, in diversi momenti e con opportune riflessioni, abbia insistito sull'importanza di salvaguardare i valori fondamentali della persona umana da quando è stata concepita fino alla morte naturale. Ha anche espresso l'importanza di rispettare e proteggere la creazione, la natura in generale e in particolare la natura umana. La coscienza ecologica di tanti adepti volta alla salvaguardia delle diverse specie rispettando i processi naturali, deve comprendere la specie umana, la più degna e cosciente del suo sviluppo.

Per questo, nella stessa natura la Chiesa scopre la dignità del matrimonio tra un uomo e una donna. Ciò ci spinge a promuovere la dignità della coppia e della sua prole facendo appello ai valori naturali e morali.

Ci duole che nel manifestare questi concetti all'opinione pubblica, ci siano quelli che recriminano e minacciano, adombrando il rischio dell'intolleranza, quando la tolleranza è la possibilità che tutti esprimano la propria opinione e posizione. Per questo - hanno concluso - esprimiamo la nostra solidarietà e il nostro sentimento ai cardinali Norberto Rivera Carrera e Juan Sandoval Íñiguez su questo tema delicato.

Il momento che sta vivendo il Messico richiede un dibattito di rilievo che ci unisca e nel quale tutti i membri della società nel suo complesso affrontino i problemi che ci affliggono:  insicurezza, violenza, corruzione, disoccupazione. Nella nostra patria è urgente porre fine ai vincoli dell'intransigenza, dell'esclusione, dei pregiudizi di ogni tipo e classe, e che noi tutti come fratelli ci si sforzi di costruire un Messico dove tutti rispettino i diritti di ogni individuo, dove la trasparenza e il buon uso delle libertà democratiche facciano del nostro Paese una nazione prospera basata sui valori trascendenti.

Il cardinale Juan Sandoval Íñiguez, arcivesovo di Guadalajara, in un ampio documento pubblicato sul sito dell'episcopato messicano, ribadendo quanto detto a più riprese da parte dei vescovi, oltre alla "tristezza e delusione" per una così grave decisione rileva che i "giudici hanno disatteso il bene comune, la logica del senso comune e hanno palesato disprezzo per la legge naturale". Per il porporato, la concessione dei medesimi diritti di una coppia eterosessuale a una omosessuale "è un'aberrazione che si somma ad altre che si sono accumulate recentemente e danneggia profondamente il matrimonio, formato da un maschio e da una femmina, e la famiglia, prole di un'unione fra due persone di sesso differente".

Nella sua dichiarazione il cardinale Sandoval Íñiguez, con riferimento specifico ai bambini che potrebbero essere adottati da coppie omosessuali, ha citato diversi studi scientifici e antropologici sulla materia che dimostrano i rischi a cui vanno incontro questi figli "adottivi" e aggiunge:  "Non devono essere tenuti in conto solo i diritti delle persone dello stesso sesso che vogliono adottare figli, ma anche i diritti fondamentali dei bambini, in particolare di chi potrebbe essere dato in adozione. Se un bambino ha bisogno di essere adottato lo Stato deve sorvegliare affinché questo suo diritto sia un'opportunità per inserirsi nella società nel modo migliore e avere un padre e una madre è l'ambiente migliore e più adatto.
 
Non si tratta di argomenti di carattere religioso bensì di prove scientifiche determinanti per affermare che l'ambiente propizio per lo sviluppo di questi bambini è la coppia eterosessuale. I bambini - ha concluso - nascono dall'unione tra un uomo e una donna. Mai è nato un bambino dall'unione tra due persone dello stesso sesso; dunque il suo sviluppo resta legato strettamente alla sua origine e questo è un diritto che è stato violato dalla Suprema corte di giustizia".



(©L'Osservatore Romano - 19 agosto 2010)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)