00 16/04/2016 11:57
IL LIBRO

Le Nuove Lettere di Berlicche

 



Clive Staples Lewis creò una pietra miliare della letteratura cristiana: la raccolta delle lettere che il vecchio diavolo Berlicche scrive all'inesperto nipote Malacoda. Oggi ne scrive di nuove con tentazioni aggiornate all'era del Web. Le troviamo nel libro di Emiliano Fumaneri, Le nuove lettere di Berlicche



di Roberto Marchesini


Ci sono passati più o meno tutti. Sto parlando dei cattolici e delle Lettere di Berlicche, forse l'opera più famosa del convertito britannico Clive Staples Lewis.

Si tratta della raccolta delle lettere che il vecchio diavolo Berlicche scrive al giovane ed inesperto nipote Malacoda, alle prime armi nel tentare «il paziente», come viene chiamato il giovane affidato a Malacoda. Una lettura divertente, in grado di far riflettere sulle trappole della vita quotidiana di ciascuno.

Bene, Berlicche e Malacoda sono tornati. È uscito infatti, per i tipi della casa editrice Uomo Vivo, Le nuove lettere di Berlicche, una nuova raccolta epistolare tra l'esperto zio e l'imbranato Malacoda. Gli strumenti di tentazione sono ovviamente aggiornati: i social network, il terrorismo, gli SMS... Quello che non cambia, invece, è il desiderio diabolico di perdere l'uomo, in modo raffinato e paradossale come propone Berlicche, oppure rozzo e frontale, come vorrebbe Malacoda.

Ecco uno stralcio di lettera:

L'era di internet è abitata da un preciso umore: il risentimento. Scorrendo forum, blog, testate giornalistiche, anche le librerie online, ci si accorge presto di come l'ira incomba ovunque. Gli spazi dedicati ai commenti, tappezzati di schizzi velenosi, trasudano un livore acido. Il furore impazza, plasmando un clima spirituale a noi particolarmente appropriato.

I social network in particolare si presentano sovente come il brodo di coltura dell'odio: un crogiuolo dove si fondono in un'unica lega i metalli più pregiati di Nostro Padre: divisione, calunnia, diffamazione, vendetta, gelosia, il desiderio di imporre a qualunque costo la propria idea.

[…]

La comunicazione senza comunione tra essere isolati sprigiona la nube tossica del risentimento. E questo, se permetti, è fantastico! Non hai dunque scuse che possano giustificare un eventuale fallimento.

Tuo affezionatissimo zio

Berlicche

Due parole, infine, per presentare l'epigono di Lewis, Emiliano Fumaneri. È tra gli autori de La Croce Quotidiano e del blog di Costanza Miriano ed è un esperto degli scritti del filosofo francese Gustave Thibon, al quale ha dedicato un blog e del quale ha curato un'antologia di scritti per l'editore Fede & Cultura.

Al pubblico internettiano Fumaneri è più noto con lo pseudonimo Andreas Hofer, in onore dell'insorgente tirolese che guidò la rivolta contro la Baviera. Val la pena di citare il nom de plume di Fumaneri perché è con quel nick che si schierò insieme a quei pochi, a quei fortunati pochi, a quel manipolo di fratelli che, quasi vent'anni fa, iniziarono ad usare la rete (allora 1.0) per l'apostolato e l'apologetica. Dapprima attraversoUsenet, poi tramite il portate Totus Tuus.





XXII – Non Credo… che sia Cattolica

“Credo nella Chiesa…cattolica…”

Così la ridicola formuletta che vi stiamo insegnando a smontare pezzo per pezzo, cari amici demoni. Vogliate notare come qui quel “cattolica” non voglia essere un nome proprio, ma un aggettivo. Vuol dire “davvero universale, di tutti quanti”. Quegli ipocriti sostengono che proprio tutti potrebbero farvi parte.

Non è vero. Noi demoni no. Vorremmo, ma non ce lo permettono. Pensate che noi, se potessimo, non parteciperemmo a qualcosa che dicono meraviglioso? Eppure non ci lasciano. Dicono che dovremmo abbandonare le nostre convinzioni e le nostre idee. Pretendono il nostro cambiamento, imponendoci il loro modo di vedere e pensare. Solo perché ci piace quello che loro definiscono il male, dovremmo essere esclusi? E perché?

Mi sembra estremamente ingiusto. Il Nemico-che-sta-lassù pretende che ci adeguiamo alla sua mentalità, vuole dettarci i criteri di esclusione e inclusione. E il multiculturalismo? L’essere aperti ad altre mentalità e ad altre posizioni? Noi siamo portatori di nuove idee, di un nuovo tipo di approccio al mondo. Siamo i profeti della modernità, anzi, la modernità stessa è opera nostra. Tutta questa storia dello svecchiare, di essere giovani e trasgressivi, da chi credete prenda origine? Siamo noi ad averla inventata. Noi siamo fantasiosi, intelligenti, propositivi. Proattivi, come dice qualcuno. Noi smontiamo i luoghi comuni e li riassembliamo perché ci siano utili.
Quindi perché, se volessimo, non potremmo stare nella Chiesa con tutti i nostri peccati di cui siamo assolutamente orgogliosi? Perché non ci possiamo entrare con tutto il nostro odio per il Nemico? Perché non potremmo impossessarci di essa e riplasmarla secondo i nostri gusti? Se veramente si dice cattolica dovrebbe permettercelo. Incoraggiarci, persino. Noi siamo le pecorelle che vogliono abolire il pastore, gli autentici rivoluzionari, i futuri padroni del gregge. Noi siamo parte del popolo, anzi, noi siamo il popolo, nella sua più alta accezione, i suoi più veri rappresentanti, quello che lo capiscono meglio di tutti. Abbiamo lavorato con gli umani e sugli umani fin dalla loro creazione, come li conosciamo noi non li conosce nessuno. Siamo noi che suggeriamo loro cosa credere, cosa desiderare…se la Chiesa è fatta per tutti gli uomini, chi meglio di noi per esserne i capi?

Eppure veniamo tenuti fuori con scuse banali. Come pretendere che ci sia, prima, la verità.
E quando educatamente osiamo proporre la nostra opinione, il nostro punto di vista differente, subito fanno un esorcismo per scacciarci. Cattolica? Bah!

Stando così le cose, se non possiamo entrare in essa e renderla nostra, dobbiamo distruggerla. Sconfessare quelle riga del Credo che la chiama aperta a tutti. Lavorare per renderla esclusiva, un club riservato a pochi scelti. Pochi e sempre meno, fino a  scomparire come merita. Noi non possiamo entrarci? Che non ci entri più nessuno.

Amici tentatori, assecondate la naturale tendenza delle bestioline umane a sentirsi superiori! A fare gruppo! Escludere antipatici e indesiderati non sarà difficile.

Per prima cosa fuori i peccatori, naturalmente. Tutti quelli che hanno difetti, problemi, colpe non possono entrare in un consesso così puro. Li si escluda. Politici? Fuori. Ladri? Fuori. Corrotti? Fuori. Mafiosi? Fuori. Razzisti? Fuori. Fuori chi ha un comportamento sessuale non corretto. Fuori chi ha peccato contro qualsiasi comandamento. Dentro ci rimangano solo i puri. Avremo compiuto così la nostra vendetta verso quelli che ci hanno seguito ed hanno pensato di potere abbandonare la nostra Chiesa, quella di Nostro Padre che sta Quaggiù. Eh no, amici dannati, qui all’Inferno il nostro programma è raccogliere, puoi chiamarti fuori ma non potrai mai lasciarci. Raccogliamo tutti, accogliamo nessuno.

Cari umani, scegliete il vostro criterio preferito per discriminare e applicatelo. Bianchi, neri, di destra, di sinistra, ricchi o poveri, di questo o quel popolo, di questa o quella nazione. Avete tutte le scuse per mandare via chi non sopportate. Fatevi la vostra Chiesa esclusiva, che sarà sicuramente migliore della vecchia. Garantiamo la nostra assistenza.

Sarebbe però sbagliato limitarsi a lavorare dal solo lato dell’istituzione. L’esclusione più forte è l’autoesclusione. Basta convincere il mortale che non potrà mai fare parte del club perché non pensi neanche di farvi domanda di ammissione, e cominci a guardarlo con odio. Gli esseri umani odiano sempre ciò dal quale si sentono esclusi.
Esclusi, perché? Perché si è commessa una colpa così grave che non si pensa possa essere perdonata.

Fate confondere loro chi pensa al bene con i  benpensanti. Che la consapevolezza del loro peccato li tenga lontani. Si pensino indegni. Non devono neanche considerare di poter essere perdonati. Non devono rendersi conto che la Chiesa è lì proprio per loro. Devono aver vergogna a parlare al dottore del loro male, pensare di poter essere guariti da esso. La vergogna, o l’esservi così affezionati da non poter pensare di abbandonarlo.

Poi ci sono gli autoesclusi di segno opposto. Coloro che non vorrebbero mai fare parte di un’organizzazione che accolga quelli come loro. Se la Chiesa è veramente per tutti allora prego, che ci vadano pure. Io non sono come la massa, dice il mortale: io mi chiamo fuori, questi hanno rovinato tutto. Se vogliono accogliere ogni persona, anche le peggiori, allora non possono essere nel giusto.

Nell’uno o nell’altro modo, questi umani cessano di essere universali. Cosa non è universale è particolare, e si sa che il diavolo è nei particolari.

Mi sono spiegato? I servi del Nemico sono così convinti che ciascuno possa trovare il suo posto nella loro organizzazione che così si fanno chiamare: cattolici. Mentre la nostra idea di universalità è che non debba esistere niente al di fuori di ciò che ci è utile e che possiamo controllare. Cosa non riusciamo a possedere deve smettere di esistere. Diventare nulla: e, si sa, il Nulla contiene il Tutto. Il Nulla siamo noi.

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[Modificato da Caterina63 02/10/2016 19:39]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)