00 15/04/2013 23:24

Se la Chiesa s’ammutinasse, lo Stato affonderebbe. Anticlericalismo dall’Unità a Grillo&Pannella.2

BIANCO

L’anticlericalismo straccione e autolesionista

dal Risorgimento sino alla delirante ecatombe politica e morale dell’epoca di Pannella e Grillo.

L’otto per mille non è un affare per la chiesa italiana è un vantaggioso affare per lo Stato.  Se anziché  prendere sberle a non finire per un piatto di lenticchie i vescovi italiani…

 

di Ariel S. Levi di Gualdo

MENTONO SAPENDO DI MENTIRE: QUELLE CATTOLICHE

NON SONO SCUOLE PRIVATE MA SCUOLE PUBBLICHE

Queste le esigenze storiche e sociali dalle quali nacquero molte istituzioni e scuole cattoliche, che seguitano a esiste tutt’oggi e a svolgere ancora il loro prezioso servizio tutto quanto pubblico, altro che privato.! Questa è la realtà storica trascurata per ignoranza o peggio forse negata per malafede dal pericoloso giullare telematico Beppe Grillo e dai suoi adoranti demiurghi che hanno ripetutamente affermato, seguendo le frottole del loro autocrate, che «Alle scuole private è stato assegnato un miliardo e mezzo di euro» e che pertanto — verbum Grilli, veritas est! — «Lo Stato deve finanziare la scuola pubblica, non quella privata». Ciò detto ecco subito seguire, tra cori di grillini surreali e di fans onirici vari, ovazioni a non finire, il tutto secondo il principio di fondo prima enunciato del muro della villa imbrattato con vernice spray. Purtroppo, la ciurma più o meno incattivita, in Beppe Grillo applaude null’altro che un clamoroso bugiardo, perché quelle cattoliche non sono scuole private ma scuole pubbliche. Il finanziamento non ammonta a un miliardo e mezzo ma a meno della metà. Per ogni ragazzo che frequenta una scuola pubblica non statale, di quelle che impropriamente l’autocrate giullare del Movimento Cinque Stelle chiama “scuole private”, lo Stato versa meno di 500 euro all’anno per ogni studente, mentre ne versa circa 6.000 per ogni studente che frequenta una scuola pubblica statale. Per non parlare del fatto che la libertà della scelta educativa da parte della famiglia trova le proprie garanzie nella Carta Costituzionale della Repubblica Italiana, della quale grillini e pannelliani sono avvezzi a estrapolare barbaramente solo quel che ritengono faccia a loro comodo. Va poi tenuto conto che quelle scuole raccolgono al proprio interno oltre un milione di studenti e casomai fossero chiuse lo Stato si ritroverebbe col mondo della scuola nel caos totale a livello nazionale, per non parlare del caos ingenerato se fossero chiusi certi centri di assistenza clinica, sociale e caritativa.

SE ANZICHÈ  PRENDERE SBERLE A NON FINIRE PER UN PIATTO DI LENTICCHIE

I VESCOVI ITALIANI DESSERO UNA MEMORABILE LEZIONE STORICA CON UNA

GRANDE SERRATA, LA PIAZZA FINIREBBE COL PRENDERE A MERITATE SBERLE

I FOMENTATORI DELL’ODIO ANTI CATTOLICO CAMUFFATO DA LIBERA

ESPRESSIONE DI ANTICLERICALISMO POLITICO

Un esempio della campagna stampa anticattolica, basata sulla manipolazione dei fatti, ad opere di gruppi radicali

Vorrei seguitare a invitare certi giullari tutti ingazzurriti dal loro autocratico e pericoloso capo giullare a un altro bagno di sano realismo anch’esso tutto quanto rigorosamente storico, perché il pianeta di utopia destinato a breve vita lo lasciamo al mondo virtuale della democrazia internetica del Movimento Cinque Stelle. La realtà del nostro Paese è anche costituita da un ingente e sconfinato patrimonio storico, artistico e architettonico che il governo del Regno d’Italia non era in grado di tutelare e di conservare. Negli anni Trenta Benito Mussolini definì con intuito e intelligenza il nostro Paese come “un museo a cielo aperto che parte dalle Alpi per giungere sino alla punta estrema della Sicilia”.

Quando nel 1866 lo Stato provvide alla confisca dei beni perlopiù storici e artistici appartenenti a enti ecclesiastici, si trovò presto nell’impossibilità di sopperire alla sua conservazione e custodia, non essendo all’epoca in grado di avvalersi né dell’estro politico dei Radicali di Pannella, né del genio fantascientifico e del volontariato gratuito dei giovani in protesta del Movimento Cinque Stelle al traino del loro autocrate telematico.

Basiamoci dunque sul pratico, anzi sul laico che più laico non si può. Come infatti avrete notato, questo è il mio primo articolo dove non nomino neppure di striscio Nostro Signore Gesù Cristo. Non intendo farlo perché non voglio offendere l’integralismo religioso laicista e perché desidero buttarla tutta sul pratico, sull’amministrativo e sull’organizzativo, non certo sull’ecclesiale, meno che mai sul teologico. In modo molto pratico partirò prima di tutto dal patrimonio artistico di quel Paese definito da Benito Mussolini come “un museo a cielo aperto che parte dalle Alpi per giungere sino alla punta estrema della Sicilia”. Domanda: a quanto ammontano quei beni architettonici che fanno parte del patrimonio storico e artistico dell’umanità appartenenti oggi allo Stato ma custoditi, protetti e non ultimo sorvegliati da istituzioni ecclesiastiche e religiose?

Un esempio della campagna stampa anticattolica, basata sulla manipolazione dei fatti, ad opere di gruppi radicali e gruppuscoli di fanatici e pittoreschi “atei militanti”

Come prete — e vi prego ancora di notare che non nomino Nostro Signore Gesù Cristo e il suo Vangelo per non urtare il laicismo e il pluralismo religioso e multiculturale — mi piacerebbe avere a capo della Conferenza Episcopale Italiana uomini più battaglieri, non timidi politicanti che da una parte prestano il fianco, dall’altra s’offrono come bersaglio per sberle a raffica e, infine, finiscono sempre per svendere timidi e silenziosi la nostra dignità cattolica per un piatto di lenticchie, perché come tra poco vedremo, checché si parli di milioni e milioni di euro, di lenticchie si tratta. Pertanto mi piacerebbe veder rinascere ancora quei vescovi di una volta, che dinanzi a certi attacchi reagivano urlando dentro le loro chiese cattedrali, sbattendo a terra il bastone pastorale e facendone rimbombare il rumore lungo le navate. Insomma, basterebbe una lezione storica memorabile, anziché una cena a base di lenticchie dopo un interminabile antipasto di sberle.

Un esempio della campagna stampa anticattolica, basata sulla manipolazione dei fatti, ad opere di gruppi radicali

Dinanzi a questi ripetuti e incessanti attacchi di un mondo laico sempre più malato di un anticlericalismo che cela di fondo un odioso anticattolicesimo, si reagisca una volta per tutte con una bella serrata. Sia dato ordine di sospendere dalla sera alla mattina a tempo indeterminato le lezione e tutte le attività didattiche nelle scuole cattoliche, a partire dagli asili infantili. Si ordini a tutti i parroci, rettori, religiosi e religiose che custodiscono gran parte del patrimonio storico, artistico e architettonico di questo Paese, di togliere l’Eucaristia dai tabernacoli e di spogliare gli altari, lasciando le porte spalancate con tutti gli interni incustoditi, dando così modo a razziatori di opere d’arte ed a vandali della peggiore risma di commettere furti e atti vandalici d’ogni genere nel corso delle successive quarantotto ore. In fondo è tutta roba dello Stato laico e pluralista, multiculturale e multirazziale, ci pensi dunque lo Stato che ne è legittimo proprietario dal 1866. Potrebbero dare in affidamento e custodia questi preziosi beni monumentali alle potenti e agguerrite lobby gay per farne centri culturali di promozione della cultura gender. A noi che cosa c’importa, li trasformino pure in lupanare se vogliono, perché per celebrare i nostri sacri misteri noi non abbiamo bisogno di edifici monumentali di alto interesse storico e artistico, ci basta un tavolo di appoggio con sopra del pane e del vino, reperibile ovunque e dovunque collocabile.

Con la scusa dell’anticlericalismo e della chiesa “esentasse”, ci mangiano in parecchi fra i “laici”: 15 euro di biglietto per una parata anticattolica. Finiti in mano a chi?

A quel punto, dinanzi allo scempio immane che conseguirebbe a questa serrata e a questo pacifico abbandono, la piazza caricata sino a ieri dai Grillo e dai Pannella, tutto ad un tratto capirà che sino a due giorni prima, per custodire una basilica monumentale di proprietà dello Stato ricca di straordinarie opere d’arte, bastava solo un prete coadiuvato dai fedeli, alcuni dei quali prestatori di attività volontaria gratis et amor Dei. Se invece a custodirla dovesse provvedere lo Stato, occorrerebbero svariati impiegati stipendiati, altrettanti impiegati stipendiati addetti alle pulizie e alla manutenzione, altrettanti impiegati stipendiati incaricati come custodi. E siccome pochi di loro vivrebbero e sentirebbero quello straordinario monumento come proprio tempio sacro e come espressione umana della fede, rimarrà infine da vedere come questa squadra di numerosi dipendenti sul libro paga dello Stato curerà la custodia e la conservazione, alla quale sino a poco prima aveva provveduto un prete coadiuvato da gruppi di devoti fedeli. Prete che, per inciso, dall’Otto per Mille percepisce il favoloso “stipendio” di 800 euro al mese, proprio come il sottoscritto, che se alle spalle non avesse una famiglia che ogni mese gli dà altrettanto, col sostegno percepito dall’Ente per il Sostentamento del Clero non potrebbe vivere né andare avanti.

L’OTTO PER MILLE NON È UN AFFARE PER LA CHIESA ITALIANA

È UN VANTAGGIOSO AFFARE PER LO STATO CHE CON QUEI SOLDI

VERSATI DAI CITTADINI ALLA CHIESA PUÒ EVITARE SIA SPESE MOLTO

MAGGIORI SIA COMPLESSI PROBLEMI DI GESTIONE DEL GRANDE

PATRIMONIO STORICO E ARTISTICO

Un esempio della campagna stampa anticattolica, basata sulla manipolazione dei fatti, ad opere di gruppi radicali e gruppuscoli di fanatici e pittoreschi “atei militanti”

Nessuno Stato regala niente per niente, soprattutto in tempi di grave crisi economica. Piaccia o meno a Radicali e Grillini, l’Otto per Mille non è un affare per la Chiesa Cattolica Italiana ma un grande affare per lo Stato, che ricompensa la Chiesa solo con un modesto piatto di lenticchie. Perché quel miliardo di euro, dinanzi al quale gli integralisti laici seguitano a gridare allo scandalo, a stracciarsi i vestiti firmati e soprattutto a fomentare odio sociale verso tutto ciò che è cattolico, a fronte di tutto questo è solo un misero piatto di lenticchie.

Non lo dico io, lo dice la storia, lo dice la realtà che gli integralisti laici non vogliono vedere e che in modo colpevole e del tutto irresponsabile istigano a non vedere: con 800 euro di stipendio che a lui pervengono dall’Otto per Mille, con le libere offerte dei fedeli e l’attività volontaria da parte di diversi di essi, un solo prete garantisce la conservazione e la tutela di un monumento inserito nel patrimonio storico e artistico dell’umanità.

Chi l’umanità veramente ce l’ha e, con essa, anche il corretto senso dello Stato, dovrebbe capire questo e molto altro ancora, senza stupidi grilli per la testa che ballano irresponsabili e pericolosi dalla rete telematica alle piazze, non dicendo il vero e neanche il verosimile, solo il palese e odioso falso.

LA GRANDE INDUSTRIA DEL TURISMO NAZIONALE È COSTITUITA PER

OLTRE IL 35% DA  TURISMO RELIGIOSO, CHIUDIAMO IL VATICANO E

MANDIAMO IMPRENDITORI, NEGOZIANTI E DIPENDENTI DISOCCUPATI

AD ABITARE NELLA VILLA ECOLOGICA DI BEPPE GRILLO, NUTRENDO LE

LORO FAMIGLIE A BARZELLETTE E AD ENERGIA ALTERNATIVA, TIRANDOLI

SU DI MORALE CON UN PAIO DI SPINELLI PRODOTTI DALLE PIANTAGIONI

DI MARCO PANNELLA

Un esempio della campagna propagandistica anticattolica, basata sulla manipolazione dei fatti, ad opere di gruppi radicali e gruppuscoli di fanatici e pittoreschi “atei militanti”

Vogliamo concludere con qualche parola sulla industria del turismo italiano mossa principalmente da motivi religiosi? Anche in questo caso partiamo da una premessa: a Roma, che da sempre amo, dove da anni vivo e dove giro sempre vestito da prete, a meno che non vada a correre in un parco, mai una volta sola mi è accaduto che qualcuno mi mancasse di rispetto o mi trattasse male all’interno di qualsiasi negozio o locale pubblico. Anche le persone che non sanno neppure le prime sei parole del Padre Nostro, anche lavoratori non cattolici si sono sempre rivolti a me chiamandomi con deferenza “padre” o “reverendo”, inclusi lavoratori musulmani provenienti dal Nord Africa, da Paesi arabi e asiatici. Che i romani siano un grande popolo e di fondo buone persone mi è chiaro, come mi è chiaro l’interesse lecito e comprensivo. Ai loro occhi io, siano essi devoti o non devoti, praticanti o non praticanti e persino cristiani o non cristiani, come prete rappresento ciò per cui circa quaranta milioni di turisti all’anno visitano questa Città stupenda, mossi principalmente da interessi più o meno religiosi.

Più volte mi è accaduto che dei negozianti mi mettessero in imbarazzo facendomi sconti esorbitanti, altri non mi facevano pagare una consumazione. Quando esposi il mio imbarazzo accadde che un romano purosangue gestore da molti anni di un grazioso bar tavola calda a due passi dal Vaticano, al mio quesito perché mi facesse pagare sempre meno della metà rispose amabile e sornione: «Padre, non sono io che do da mangiare a lei ma lei che da mangiare a me». Siccome non capivo, da buon imprenditore proseguì spiegandosi meglio: «Se non fosse per il Santo Padre che vive a Roma, per le grandi chiese e anche per tutti i suoi preti, buoni o meno buoni che siano, io che vivo del turismo che voi generate e incrementate potrei chiudere tranquillamente bottega nel giro di una settimana».

Il vecchio rottame dell’anticlericalismo radicale italiano, Marco Pannella: una vita a a galleggiare (lui, i suoi schiavetti e le centianaia di giovani fidanzatini 18enni) su una piramide di miliardi pubblici concessi alla sua radio: Radio Radicale. E nonostante ciò fa pure la morale agli altri…

Può essere comunque che Grillo e Pannella auspichino la chiusura del Vaticano e l’esilio del Romano Pontefice in un’isola del Pacifico, affinché l’Italia possa essere un Paese veramente laico. In breve dovrebbero però fare i conti con un problema non piccolo: circa quaranta milioni di turisti pellegrini non avrebbero più motivo di visitare ogni anno la sola Roma e finirebbero dirottati verso un’isola del Pacifico, perché nessuno va a visitare un trono vuoto sul quale non è più seduto il suo Re, nemmeno se quel trono è un’opera d’arte straordinaria.

A parte Roma, nel resto dell’Italia il giro di turismo legato a motivi religiosi è pari a circa il 30% del flusso complessivo che si muove nel nostro Paese. Eliminare questa fetta di turismo vorrebbe dire mettere non in crisi, ma letteralmente in ginocchio l’impresa del turismo italiano. Detto questo: vogliamo parlare di vera economia anziché di onirici sistemi economici grillini? Perché volendo esistono sempre risorse racchiuse in una parola magica: “Risorse alternative”. E l’alternativa potrebbe essere quella di mandare imprenditori, negozianti, artigiani, operatori turistici e l’intero esercito dei loro dipendenti e dei lavoratori autonomi ad abitare nella villa ecologica di Beppe Grillo, che provvederà a sostenerli con lo spirito delle sue barzellette biologiche e a sfamarli con le sue dispense viveri ricolme di energia alternativa, tirandoli all’occorrenza su di morale con un paio di spinelli di marijuana prodotti dalle piantagioni di Marco Pannella che non mancherà di correre in suo soccorso dalla casa di riposo «Nei secoli irrequieti» che lo ospita.

Un esempio della campagna stampa anticattolica, basata sulla manipolazione dei fatti, ad opere di gruppi radicali e gruppuscoli di fanatici e pittoreschi “atei militanti”

Così è, nel mondo del reale. In quello di Grillo e di Pannella la realtà è invece soggettivista, anzi relativista, preoccupante e non poco schizofrenica, specie quando in nome della suprema religione laica e di una non meglio precisata democrazia, si istiga all’odio verso tutto ciò che è cattolico. Poi semmai si inscena anche l’occupazione pacifica del Parlamento, per dare provocatoria lettura della Carta Costituzionale, senza prima avere imparato a leggere con occhi liberi e aperti ciò che di grande e profondo i Padri della Patria vi hanno impresso sulle righe e oltre le righe, ma soprattutto senza essere stati educati a essere veri cittadini della Repubblica Italiana, valore al quale i grillini protestatari sperano forse di essere educati da un saltimbanco che impazza nel politico virtuale della rete telematica.

Auguri a tutti loro!


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)