00 12/06/2009 19:49
Iniziativa dei frati della basilica di Sant'Antonio da Padova

In Uganda una casa
per i bambini orfani


di Claudio Zerbetto

Una casa-famiglia per i bimbi orfani e per le mamme abbandonate a Mbarara, nel sud ovest dell'Uganda. È quanto prevede il progetto di solidarietà promosso dai frati della basilica di Sant'Antonio da Padova, in occasione della festa liturgica dedicata al santo.
L'iniziativa si è concretizzata dopo il recente viaggio di padre Danilo Salezze, direttore generale del "Messaggero di Sant'Antonio" e ora è stata rilanciata anche dalla rivista mensile pubblicata dai francescani conventuali.

"L'Uganda sembra a prima vista un vero paradiso - afferma padre Danilo Salezze - eppure questo Paese vive il dramma della povertà che provoca sofferenza e morte".
Il direttore racconta delle enormi difficoltà vissute dalla popolazione, spiegando che alla lunga guerra civile, alla miseria e alla fame, si accompagna la piaga terribile della diffusione dell'Aids. Dei trenta milioni di persone infette da hiv nel mondo, due milioni infatti sono ugandesi e l'80 per cento non sa neppure di essere in questa situazione di estremo rischio.

Peraltro non esiste in Uganda una medicina di base, e solo chi può pagare riceve qualche assistenza. Nel Paese l'aids, oltre a fare moltissime vittime, è diventato fra l'altro la causa prima di molte altre situazioni drammatiche, come quella dei milioni di bambini rimasti orfani.

C'è infine un elevato numero di donne malate a causa del virus, le quali sono colpite anche da altre patologie, fisiche o mentali, tutte conseguenza dell'abbandono in cui si trovano.

"A questi bambini e a queste donne, dunque - sottolinea il direttore - sarà dedicata la casa-famiglia Shalom, che rappresenta un segno della solidarietà concreta dei tanti devoti di sant'Antonio sparsi nel mondo". "Il progetto - specifica padre Salezze - nasce in collaborazione con la comunità Yesu Aurire (Gesù è vivo) di Mbarara, fondata da un sacerdote della diocesi di Mbarara, padre Emmanuel Tusiime". "Nel progetto - aggiunge - è coinvolto un gruppo di volontari laici, uomini e donne che hanno conosciuto direttamente il dolore, il lutto, la malattia e l'abbandono, e che oggi sono impegnati nel restituire dignità alle persone che chiedono aiuto".

Per i promotori, l'iniziativa di solidarietà è insieme un modello di assistenza e sviluppo, che si basa su una grande esperienza di fede. "Si tratta di una bellissima esperienza dell'Africa che aiuta se stessa - osserva il direttore - che si prende in mano con le proprie ferite".

Casa Shalom sarà in grado di accogliere fino a un centinaio di persone:  settanta bambini orfani e malati a causa dell'Aids, quindici mamme sofferenti per disturbi psichiatrici con i loro bambini; oltre a un gruppo del personale volontario e medico. Il terreno è già disponibile e la comunità di Mbarara è pienamente coinvolta nell'iniziativa.
 
Padre Emmanuel pensa già agli sviluppi futuri della casa di accoglienza:  essa sarà collegata all'ospedale e all'università e diventerà un luogo di formazione per gli operatori sociali. L'intera città verrà coinvolta nell'iniziativa, i bambini bisognosi di assistenza saranno così reintegrati nelle famiglie e le donne troveranno un lavoro. Manca per ora il denaro per comprare il materiale e pagare il lavoro degli operai, ma i francescani della basilica di Sant'Antonio di Padova, attraverso la Caritas antoniana, hanno comunque deciso di appoggiare questo progetto, convinti nell'aiuto di tanti amici.
 


(©L'Osservatore Romano - 12-13 giugno 2009)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)