00 14/08/2010 21:30
uor Paola Pizzi nuova direttrice della struttura pediatrica

Al dispensario Santa Marta
la carità non va in ferie


di Gianluca Biccini

"Il bene va fatto bene":  nel descrivere il proprio servizio al dispensario pontificio Santa Marta, suor Paola Pizzi ama ripetere quest'affermazione del suo fondatore san Vincenzo de' Paoli. La religiosa pugliese è da circa un anno superiora della comunità delle Figlie della carità in Vaticano e da qualche mese è anche responsabile della struttura pediatrica.

Subito dopo Pasqua è subentrata nella direzione alla consorella svizzera suor Chiara Pfister, ritornata al di là delle Alpi dopo venticinque anni spesi nell'assistenza ai bimbi, soprattutto figli di immigrati, che quotidianamente bussano alla porta, entrando dal vicino ingresso del Perugino:  circa 750 ogni anno, vale a dire quattrocento famiglie.

Il dispensario fornisce assistenza medica, sostegno psicologico e assicura generi di prima necessità distribuendo latte, pannolini, carrozzine, alimenti, abbigliamento, giocattoli. Ai bambini vengono fatti controlli ogni quindici giorni e consultazioni specialistiche sono previste anche per le mamme. Quest'anno sono state effettuate oltre quattromila visite.

Suor Paola, le consorelle e i volontari si occupano dei piccoli e delle famiglie che a Santa Marta trovano accoglienza a prescindere dalla fede, dalla provenienza, dalla cultura:  così oltre agli assistiti cattolici e cristiani nei locali si incontrano musulmani, buddisti e indù. Inoltre la struttura offre medicinali messi a disposizione dalla Farmacia Vaticana. Non mancano infine le attività ludiche, che si svolgono nel giardino attrezzato della sede, e quelle legate alla casa di Terracina, concessa dalla Pro Infanzia di Roma per le vacanze estive in spiaggia. "Purtroppo quest'estate niente vacanze al mare - spiega suor Paola - perché la casa è in via di ristrutturazione. In compenso - prosegue - le famiglie sono state ben servite per affrontare il mese estivo e sanno che possono sempre contare su di noi per qualsiasi emergenza".

Del resto, questo breve periodo di apparente chiusura di Ferragosto serve proprio per fare il punto della situazione:  verifiche dei contesti, aggiornamenti dei contatti, riordino e ripulitura dei locali, preparazione della prossima assemblea e del regolamento interno. "La carità non va mai in vacanza - afferma la direttrice - ma non vive di solo pane".

Fondato l'8 maggio 1922 con la benedizione di Pio XI, all'indomani della fine della prima guerra mondiale, il dispensario fu voluto dalla newyorkese Dula Dracek, azionista di un'azienda produttrice di latte, che l'anno prima aveva chiesto a Papa Benedetto xv di poter creare una rete di distribuzione dell'alimento per i bambini bisognosi di Roma. Fu poi Pio XII a intervenire più volte a proprie spese per sostenere l'opera. I successori ne seguirono l'esempio, assicurando locali più ampi, in proporzione all'aumento delle esigenze. E quando il comitato delle donne statunitensi sospese l'invio del latte, continuò a finanziare le attività attraverso un contributo annuale. Lo stesso Benedetto XVI ha visitato Santa Marta, agli inizi del suo pontificato, incontrando ospiti e volontari il 30 dicembre 2005.

Suor Paola sta mettendo tutta la propria esperienza al servizio della struttura:  "dopo aver conseguito il diploma magistrale e aver insegnato - si racconta al nostro giornale - ho seguito la vocazione alla vita consacrata. Entrata nella compagnia delle Figlie della carità di San Vincenzo de' Paoli, ho terminato il noviziato a Parigi, dove ha sede la nostra casa madre". Destinata alla casa provinciale di Napoli, dove ha pronunziato i primi voti nel 1967, ha frequentato l'Istituto Superiore di Scienze Religiose e subito dopo la scuola di servizio sociale, conseguendo il titolo di assistente sociale.

Tra Puglia e Campania si è occupata del coordinamento di una casa di accoglienza, di una mensa, di un centro pastorale, di una struttura per i malati di aids:  "Tutte realtà - ricorda - fondate all'epoca sul volontariato, grazie alla collaborazione di studenti universitari e adulti". L'ultima esperienza, prima di arrivare a Roma, è stata a Brindisi per coordinare la trasformazione del locale Istituto educativo assistenziale in Centro socio-educativo diurno per minori. "In tutto il mio percorso di vita mi sono sempre affidata alla luce dello Spirito - commenta - che ha illuminato la mia mente e guidato i miei passi".

Giunta da un anno a casa Santa Marta, considera questa un'esperienza diversa dalle altre, ma rientrante ugualmente nel carisma vincenziano, che pone le Figlie della carità al servizio di qualunque bisogno dell'uomo, anche con la sola testimonianza discreta, puntuale, serena e accogliente. "Nei primi mesi - continua - fu chiesta una mia collaborazione presso una comunità religiosa di suore in difficoltà per la trasformazione della loro opera, con rischio di chiusura. L'urgenza, le scadenze, lo studio della situazione, i tanti documenti da preparare, oltre al mio lavoro alla casa Santa Marta mi assorbirono molto e nello stesso tempo mi facilitarono l'inserimento. Non appena completai questo lavoro, mi giunse la notizia della scelta di suor Chiara Pfister di ritornare in Svizzera. Speravo in un ripensamento, invece la decisione divenne ufficiale:  e a me si chiedeva di prendere in mano anche le sorti del dispensario".

Ha avuto così inizio un'altra tappa. "Dopo aver accettato, in punta di piedi - prosegue - ho cercato di conoscere le persone, di comprendere e condividere questa realtà nuova e complessa, in un clima sereno". L'hanno aiutata molto - confida - "il sorriso dei piccoli, l'accoglienza delle famiglie, l'alternarsi dei volontari, dei medici sempre puntuali e disponibili, vari incontri e contatti, l'assemblea dei volontari, il piano di lavoro da puntualizzare, le schede da aggiornare, un'imminente gita da organizzare":  quella svoltasi a Farfa nel mese di giugno.

"Ho trovato - continua - grande comprensione in tanti volontari e nelle mie consorelle, e ho stabilito contatti più diretti attraverso le visite domiciliari delle famiglie, dei parroci e delle associazioni che richiedono collaborazione. Ho raccolto con un cuore libero e aperto l'eredità di suor Chiara - conclude - che è stata interamente per i poveri e per i volontari. La sua intelligenza, il suo saper fare, la sua audacia:  tutto orientava al bene dell'opera". E in un'intervista a Radio Vaticana proprio la religiosa svizzera ha ricordato il quarto di secolo trascorso al dispensario:  "quando l'ho preso - ha detto ai microfoni dell'emittente - c'erano un lettino, un armadio e qualche famiglia che aveva bisogno. Poi siamo passati da un fare per gli altri a un fare con gli altri". Un metodo che continua.



(©L'Osservatore Romano - 15 agosto 2010)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)