00 03/03/2009 19:24
Allarme per il tasso criminale nella zona di Verapaz

La Chiesa in Guatemala chiama
al rifiuto della violenza


Verapaz, 3. "Esprimiamo la nostra preoccupazione per l'evidente e progressivo deterioramento della convivenza e della pace sociale in Guatemala. Tutto ciò chiama le istituzioni tutte, le autorità a operare concretamente per garantire l'ordine e la sicurezza dei cittadini". Monsignor Rodolfo Valenzuela Núñez, vescovo di Vera Paz, Cobán, attraverso un comunicato ha denunciato la crescente violenza e la moltiplicazione delle azioni criminose, per mano della criminalità organizzata, che regnano nella regione.

Come si apprende dal testo, "sono oltre trentatré gli omicidi registrati nella diocesi lo scorso anno". Questa situazione ha favorito un clima di "insicurezza e sfiducia nella popolazione, allarmata da tanti omicidi alla piena luce del giorno".
Inoltre molti di questi episodi violenti - scrive il vescovo - "non si devono soltanto a un aumento della delinquenza comune bensì ad azioni del crimine organizzato che ha delle basi operative ben ramificate nella nostra Regione".


I vescovi e i sacerdoti della diocesi denunciano inoltre "l'eccesso di forza e violenza con cui è stato compiuto lo sgombero dei contadini dalla proprietà Guaxac, giurisdizione del municipio di Tucurú, il 12 febbraio", azione alla quale hanno preso parte più di cinquecento membri delle forze dell'esercito e di polizia e che ha registrato un morto e diversi feriti.
Tali fatti "cosi gravi e dolorosi non hanno avuto nessuna eco sui mezzi di comunicazione, regionali e nazionali".

Per questo i vescovi fanno un appello agli operatori delle comunicazioni perchè non tradiscano la loro deontologia professionale, informino "con fedeltà e verità" e collaborino così alla "costruzione di una società più giusta e più umana"
Come accade, purtroppo, nella maggior parte dei casi, sottolineano i presuli, "molti di questi fatti rimangono  quasi  sempre nell'impunità e generano sfiducia nel sistema della giustizia".

Per l'episcopato la radice di molti episodi di violenza va ricercata nel problema della "disuguale e ingiusta distribuzione della terra nel Paese". Di fronte a questa situazione, i firmatari esprimono, in primo luogo, la loro personale solidarietà alle vittime, perché non si può "rimanere silenziosi favorendo l'indifferenza o l'indolenza davanti alla totale mancanza di rispetto per la vita e per i diritti di ogni essere umano, specialmente dei più indifesi".

Il comunicato termina con un appello urgente e una speranza rivolti a tutti i membri della Chiesa e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà "a non reagire violentemente, a non lasciarsi vincere dal male, bensì a vincere il male con il bene e a rispondere a queste situazioni conflittuali con azioni positive, coordinate e non violente". Consapevoli che Dio viene incontro all'uomo e gli parla in tutti gli accadimenti dell'esistenza - affermano i presuli - chiediamo "di scorgere soprattutto nelle difficoltà che patiamo la speranza e la forza salvifica della sua Parola. La quaresima è occasione privilegiata di conversione personale e comunitaria, di riscatto della vita privata e pubblica".



(©L'Osservatore Romano - 4 marzo 2009)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)