00 20/07/2010 20:36
Dal Blog Messainlatino
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Provincia domenicana degli USA insegna il rito antico



La casa di formazione di Washington dei Domenicani ha deciso di integrare al corso di studi l'apprendimento della Messa secondo il rito domenicano. Una decisione che si accompagna all'ingresso in noviziato di 21 candidati, il numero più alto negli ultimi quarant'anni.

Nel sito della Provincia si trova un video di formazione di questo particolare rito, preparato dai Domenicani di altra provincia americana: lo trovate a questo link.

Il rito domenicano si sviluppò mediante varianti dal rito romano allora in uso fin dai primi anni dalla fondazione dell'Ordine e appena pochi decenni dopo, nel 1256, fu fissato in 14 libri liturgici (tra cui messale, graduale, antifonario e breviario) per iniziativa del b. Uberto, quinto Maestro Generale dell'Ordine.

E' stato il rito della Messa celebrata quotidianamente da S. Vincenzo Ferrer, da S. Alberto Magno, da S. Tommaso d'Aquino. Dal 1256, esso rimase praticamente identico fino al 1965.

La Sacrosanctum Concilium, al numero 4, dispone: "Infine il sacro Concilio, obbedendo fedelmente alla tradizione, dichiara che la santa madre Chiesa considera come uguali in diritto e in dignità tutti i riti legittimamente riconosciuti; vuole che in avvenire essi siano conservati e in ogni modo incrementati; desidera infine che, ove sia necessario, siano riveduti integralmente con prudenza nello spirito della sana tradizione e venga loro dato nuovo vigore, come richiedono le circostanze e le necessità del nostro tempo."

Potete invece immaginarvi il seguito... il rito domenicano scomparve completamente, sostituito completamente dall'ipertrofia tumorale del Novus Ordo (la moneta cattiva scaccia quella buona, dice la legge di Gresham). Uno dei tanti casi di fedele applicazione e accettazione del Concilio, come abbiamo visto citando la costituzione sulla S. Liturgia!

Furono gli stessi domenicani nel 1969 a chiedere di poter celebrare il rito romano riformato (fino ad allora, i monaci celebravano esclusivamente il loro rito, non la cosiddetta Messa tridentina). Il permesso, manco a dirlo, fu loro accordato e il rito classico soggetto a restrizione (ossia: si sarebbe potuto continuare a celebrarlo, ma solo se ci fosse stato il permesso niente meno che del Maestro Generale dell'Ordine o almeno del Priore della provincia; ovviamente ciò non avvvenne mai).

Ora quel rito risorge. Multa renascentur quae iam cecidere: abbiam fatto bene ad adottare come nostro motto la frase di Orazio, siete d'accordo?

L'Ordine dei domenicani, in relazione alla liturgia tradizionale, è forse il più eclettico e diviso. Mentre abbiamo ordini religiosi monoliticamente contrari, e fortunatamente in crollo vocazionale, come i gesuiti, i domenicani variano dalle posizioni della provincia olandese (quella che propone di far dire messa ai laici), all'italiana (il cui Priore Padre Barile ha avuto problemi di pancreas all'uscita del motu proprio), a quelle inglesi e, ora, americana, pragmaticamente aperte alla Tradizione liturgica. Un bel salto, dai tempi (fino al 2001) del Maestro Generale dell'Ordine Timothy Radcliffe, gran propugnatore della 'clerogamia' (la fine del celibato) e dell'accesso dei gay all'Ordine sacro.

Enrico

Fonte: Summorum Pontificum Observatus



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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)