00 18/09/2015 20:52
 dal sito grandioso di maranatha.it

Differenze di alcuni tipi di Messe

 

  1.  Messa privata
    NB. L'aggettivo "privata" si riferisce alla intenzione per la quale la messa viene celebrata, e non è in alcun modo collegato alla quantità di persone che assistono al rito o al livello di solennità del medesimo. In quanto alle intenzioni del celebrante, le messe si distinguono in:

    1. conventuali (la messa che è d'obbligo essere officiata dagli istituti con obbligo di coro), 

    2. pro populo (generalmente la Messa applicata secondo i Sacri Canoni, dai parroci al popolo che è sotto la loro cura spirituale), 

    3. ad mentem episcopi (secondo una intenzione particolare indicata dal vescovo o dal Papa), 

    4. private (l'intenzione è decisa dal sacerdote stesso, per sè o per altri).

    La stragrande maggioranza delle messe che vengono officiate sono private. In genere è consuetudine del popolo chiedere che venga applicata nella messa privata del sacerdote (feriale o domenicale) un' intenzione particolare, tradizionalmente legata al versamento di un' oblazione. 

    Sono private, ad esempio, tutte le Messe che vengono officiate in suffragio di qualche defunto e anche tutte le messe domenicali eccetto la Messa pro populo cui il parroco è tenuto a celebrare in virtù del suo ufficio.

    Non si deve identificare questa classificazione con i termini "missa cum populo" e "missa sine populo", come se privato fosse sinonimo di "assenza di fedeli". 

    Tale moderna terminologia è invalsa solo dall'introduzione del rito della Messa promulgato da Paolo VI, e lungi dal voler regolare una precedenza di intenzioni, vuole solo proporre due diversi tipi di schemi per l' Ordo Missae, a seconda che vi sia presente un'assemblea in grado di eseguire azioni liturgiche comunitarie come il canto d'ingresso, oppure no.

    Si ricordi infine che teologicamente il Sacerdote che celebra Messa non può mai agire da persona "privata", ma sempre in persona Christi e compiendo un’azione propria della Chiesa, e per l’Ordine Sacro ha la potestà di rappresentare la Chiesa tutta. È il dogma della communio Sanctorum.

    Con il Rito di San Pio V il Sacerdote può celebrare da solo,
    anche se normalmente si richiede che il Sacerdote abbia almeno una persona presente che risponda, preferibilmente un Ministrante 1. In ogni caso, il Sacerdote continua a pronunciare le formule rivolte al popolo usando il “Voi” anche senza che nessuno risponda (es. Dominus vobiscum, Confiteor… vobis fratres, Orate fratres, Benedicat vos, Ite Missa est). 

     
  2. Messe dei defunti

Si usano esclusivamente paramenti neri. Anche il velo del calice e la borsa sono neri, tuttavia il canopeo del Tabernacolo ed eventualmente il paliotto dell’Altare (se reca il SS. Sacramento, altrimenti si usa quello nero) devono essere violacei. Nella Messa funebre, al termine, viene impartita l’assoluzione al feretro o al tumulo con l’aspersione e la turificazione (incensazione) del catafalco; il Sacerdote depone la pianeta ed il manipolo, e indossa il piviale, nero anch’esso.

All’inizio della Messa si omette il Salmo Iudica me, e, detta l’antifona Introibo ad Altare Dei, si procede col versettoAdiutorium nostrum in nomine Domini.

Leggendo l’Introito, non si segna ma traccia una croce verso il Messale; l’Introito non è intermezzato dal Gloria Patri ma dalRequiem æternam.

Al Vangelo si omettono le formule Jube e Dominus sit, il bacio del libro e le parole Per evangelica.

All’Offertorio non si benedice l’acqua (ma si recita ugualmente la formula dell’infusione).

Dopo il Pater non si dice l’Orazione Domine Jesu Christe, qui dixisti Apostolis tuis.

All’Agnus Dei non si batte il petto, termina con dona eis requiem… dona eis requiem sempiternam.

Non si dice Ite Missa est ma Requiescant in pace, non si imparte benedizione.

Il Ministrante non bacia le ampolline all’Offertorio. Si omettono la prima incensazione dell’Altare, quella del Vangelo e, all’Offertorio, quella dei Ministri e fedeli, incensando solo Altare e Sacerdote.

Nell’anniversario del defunto o in una Messa applicatagli si può impartire l’assoluzione al tumulo, con aspersione e turificazione. Il tumulo può essere costituito da una struttura apposita o anche da un lungo tavolo (o due tavoli disposti per lunghezza) coperto dallacoltre, drappo nero recante impressa una croce

 



 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)